Elezioni GB, vicono i Tory ma non hanno la maggioranza assoluta, Labour e Libdem al 29%

Fonte: La Stampa
Vincono i Tories, il Labour affonda, flop dei lib-dem. Ma tra David Cameron, Gordon Brown e Nick Clegg, nessuno dei tre ha la maggioranza assoluta e lo scenario più temuto si è avverato: dalle urne britanniche esce un «Parlamento appeso», senza la possibilità di accreditare un governo stabile, che tiri fuori la Gran Bretagna nel momento in cui Londra è tra le capitali nel mirino delle agenzie di rating. Moody’s e Standard & Poor’s hanno rassicurato: «Il risultato delle elezioni non modifica il rating Aaa attribuito al governo britannico».

I Tories, guidati da David Cameron tornano ad essere la forza più votata dal Paese e il partito più rappresentanto a Westminster, cosa che non accadeva dalle elezioni del 1992, ma la vittoria potrebbe essere insufficiente per tornare a occupare a Downing Street. Quando mancano i risultati di 30 delle 650 circoscrizioni in gioco, i Tory hanno 291 seggi (il 36,3% dei voti), con 83 deputati in più rispetto alla precedente legislatura. I laburisti sono fermi a 251 (83 deputati in meno), con il 28,9 per cento dei voti, mentre i liberaldemocratici hanno 51 seggi, il 28,8 per cento (con lo 0,9 per cento in più rispetto al 2005). I Verdi entrano in Parlamento per la prima volta, con la leader Caroline Lucas. L’affluenza è stata del 64%, più alta delle previsioni, ma decine, forse centinaia, non hanno potuto votare ai seggi, tanto che la Commissione nazionale ha avviato un’inchiesta.

Il premier uscente, Gordon Brown, si lecca le ferite ma non molla e ha fatto capire di voler tentare un’alleanza con i liberaldemocratici. «Il mio dovere dinanzi al Paese di fronte a questo risultato -ha detto- è fare la mia parte con un governo forte, stabile e basato sui principi». Ed è stato chiaro: secondo la consuetudine costituzionale, in un Parlamento bloccato, il premier uscente fa il primo tentativo di formare un nuovo governo. L’unico vincolo è che il futuro governo sia in carica prima del 25 maggio, quando è già programmato il tradizionale discorso della Regina, che segna l’apertura del nuovo Parlamento. Nonostante il flop, Nick Clegg è l’ago della bilancia. Appena arrivato a Londra, però, ha pronunciato parole che suonano come un de profundis per Brown: «Governi chi ha più voti. I Tories cerchino di governare nell’interesse nazionale».

Quanto a Cameron, il leader conservatore farà un annuncio alle 15:30, ma lavora già a un esecutivo «forte e stabile, con un ampio supporto che agisca nell’interesse nazionale». Le idee più chiare, in questa fase, arrivano dai bookmaker. Tanto William Hill che Ladbrokes considerano la possibilità che i cittadini siano chiamati di nuovo a votare entro l’anno 7 contro 4, ovvero 4 probabilità su 11. L’ultimo Parlamento "appeso" nel Regno Unito, nel 1974, durò solo sette mesi prima che si tornasse al voto..