Elezioni politiche in Grecia, socialisti favoriti
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Elezioni politiche in Grecia, socialisti favoriti
Articolo tratto da La Stampa.it
Quasi dieci milioni di Greci sono chiamati stamane alle urne per eleggere il nuovo parlamento e scegliere il governo in grado di far uscire il paese dalla crisi.
Il Partito socialista Pasok di Giorgio Papandreou è dato chiaramente favorito dai sondaggi, ma il premier Costas Karamanlis ha invitato fino all’ultimo gli elettori a «scegliere fra responsabilità e populismo» e a confermarlo per la terza volta. Le urne sono state aperte alle 07.00 locali (06.00 italiane) e si chiuderanno alle 19.00. Subito dopo potranno essere resi noti gli exit poll. I risultati ufficiali sono attesi nelle ore seguenti. Negli ultimi comizi, Karamanlis ha promesso due anni difficili ma una ripresa a partire dal 2011 grazie a «un programma realistico» ed a «misure sincere e necessarie».
Papandreou da parte sua dice è possibile risanare il paese senza nessun ulteriore sacrificio da parte dei più deboli e della classe media. Il leader socialista assicura di poter rilanciare i consumi, l’economia e uno sviluppo verde proteggendo salari e pensioni e finanziando il piano con una ridistribuzione fiscale, che non colpirà i lavoratori, e con una riduzione delle spese dello stato. Secondo le inchieste di opinione, il Pasok di Papandreou è favorito con uno scarto del 6% su Nuova Democrazia (Nd) di Karamanlis, ma il leader socialista non ha la certezza di ottenere i voti sufficienti a governare da solo.
Il Partito socialista si presenta come netto favorito ma avrà bisogno di raccogliere circa il 40 per cento dei suffragi per potere governare da solo. Il premier conservatore Caramanlis, riconfermato due anni fa con la maggioranza assoluta di un voto (151 seggi su 300) ha deciso di ricorrere alle elezioni anticipate per ottenere un mandato chiaro sulle misure di austerità che saranno prevedibilmente necessarie per superare gli effetti della crisi economica mondiale: tuttavia da alcuni mesi a questa parte il governo è oggetto di forti critiche a causa della cattiva situazione finanziaria e dei numerosi scandali di corruzione. Inoltre, la popolarità di Caramanlis ha subito un forte calo nel corso dei disordini provocati l’anno scorso dall’uccisione di un giovane da parte della polizia; la contestata gestione della crisi estiva provocata dagli incendi forestali (oltre 21mila ettari di vegetazione distrutti nella sola regione di Atene) sembra aver definitivamente compromesso la posizione del governo.
In un panorama dominato dai due principali partiti, i conservatori di Nea Demokratia (Nd) e il Pasok, a decidere l’assetto del futuro esecutivo saranno le formazioni minori: i comunisti del Kke, l’estrema destra del Laon e la sinistra radicale del Syriza. La legge greca proibisce la pubblicazione dei sondaggi nelle due settimane precedenti il voto: il Pasok era dato al 40% (vicino quindi alla maggioranza assoluta) con sette punti di vantaggio su Nd; comunisti e sinistra radicale venivano accreditati rispettivamente dell’8,5% e del 3,5% delle preferenze, l’estrema destra del 6,5% mentre i Verdi non supererebbero la soglia di sbarramento del 3%. Rimane però l’incognita del voto giovanile: il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni ha raggiunto il 17% e forse non a caso i giovani hanno partecipato in modo massiccio ai disordini dell’anno scorso; se il loro rifiuto della Nd appare certo non è detto che le preferenze vadano all’altro grande partito istituzionale.
Quasi dieci milioni di Greci sono chiamati stamane alle urne per eleggere il nuovo parlamento e scegliere il governo in grado di far uscire il paese dalla crisi.
Il Partito socialista Pasok di Giorgio Papandreou è dato chiaramente favorito dai sondaggi, ma il premier Costas Karamanlis ha invitato fino all’ultimo gli elettori a «scegliere fra responsabilità e populismo» e a confermarlo per la terza volta. Le urne sono state aperte alle 07.00 locali (06.00 italiane) e si chiuderanno alle 19.00. Subito dopo potranno essere resi noti gli exit poll. I risultati ufficiali sono attesi nelle ore seguenti. Negli ultimi comizi, Karamanlis ha promesso due anni difficili ma una ripresa a partire dal 2011 grazie a «un programma realistico» ed a «misure sincere e necessarie».
Papandreou da parte sua dice è possibile risanare il paese senza nessun ulteriore sacrificio da parte dei più deboli e della classe media. Il leader socialista assicura di poter rilanciare i consumi, l’economia e uno sviluppo verde proteggendo salari e pensioni e finanziando il piano con una ridistribuzione fiscale, che non colpirà i lavoratori, e con una riduzione delle spese dello stato. Secondo le inchieste di opinione, il Pasok di Papandreou è favorito con uno scarto del 6% su Nuova Democrazia (Nd) di Karamanlis, ma il leader socialista non ha la certezza di ottenere i voti sufficienti a governare da solo.
Il Partito socialista si presenta come netto favorito ma avrà bisogno di raccogliere circa il 40 per cento dei suffragi per potere governare da solo. Il premier conservatore Caramanlis, riconfermato due anni fa con la maggioranza assoluta di un voto (151 seggi su 300) ha deciso di ricorrere alle elezioni anticipate per ottenere un mandato chiaro sulle misure di austerità che saranno prevedibilmente necessarie per superare gli effetti della crisi economica mondiale: tuttavia da alcuni mesi a questa parte il governo è oggetto di forti critiche a causa della cattiva situazione finanziaria e dei numerosi scandali di corruzione. Inoltre, la popolarità di Caramanlis ha subito un forte calo nel corso dei disordini provocati l’anno scorso dall’uccisione di un giovane da parte della polizia; la contestata gestione della crisi estiva provocata dagli incendi forestali (oltre 21mila ettari di vegetazione distrutti nella sola regione di Atene) sembra aver definitivamente compromesso la posizione del governo.
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