MONITORING Situazione incendi
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MONITORING Situazione incendi
Fonte: REUTERS
Continuano anche oggi gli incendi in Italia: interessate soprattutto Sardegna e Italia meridionale, ma la situazione è sotto controllo e non ci sono pericoli per i residenti.
Lo ha detto a Reuters Luigi D'Angelo, dirigente della protezione civile.
"Da stamattina sono state fatte richieste di concorso aereo per incendi in 16 località. Cinque al momento risultano spenti, mentre 11 sono ancora attivi", spiega il dirigente a Reuters al telefono. Di questi, "cinque in Sardegna (nelle province di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), due in Calabria (nel Reggino), due in Sicilia (nelle province di Messina e Palermo) e uno in Puglia (nel Barese)".
Nonostante non vi siano pericoli immediati, spiega D'Angelo, l'attenzione rimane comunque molto alta, perché permangono condizioni meteorologiche - alte temperature e forti venti - che favoriscono la propagazione degli incendi, specialmente nel nord della Sardegna.
L'isola nei giorni scorsi è stata flagellata da una serie di roghi costati la vita a due persone, un allevatore rimasto carbonizzato e un altro stroncato da un infarto.
Ieri il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di calamità naturale e ha reso noto che la prima stima dei danni è di 80 milioni di euro.
"Faremo tutto quello che serve per cercare di rimediare e alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite da questo autentico flagello", ha detto Cappellacci.
Complici anche le alte temperature, grossi incendi hanno colpito oltre che l'Italia anche l'Europa del Sud, in particolare Spagna, Francia e Grecia, provocando la morte di almeno sette persone questa settimana e distruggendo migliaia di ettari di boschi. La nazione più colpita risulta la Spagna, dove ieri le autorità sono state costrette a evacuare migliaia di persone in fuga dalle fiamme che hanno ucciso cinque pompieri. In Corsica, 4.000 ettari di macchia mediterranea sono andati in fumo. In Grecia, si sono verificati oltre 320 roghi.
Continuano anche oggi gli incendi in Italia: interessate soprattutto Sardegna e Italia meridionale, ma la situazione è sotto controllo e non ci sono pericoli per i residenti.
Lo ha detto a Reuters Luigi D'Angelo, dirigente della protezione civile.
"Da stamattina sono state fatte richieste di concorso aereo per incendi in 16 località. Cinque al momento risultano spenti, mentre 11 sono ancora attivi", spiega il dirigente a Reuters al telefono. Di questi, "cinque in Sardegna (nelle province di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), due in Calabria (nel Reggino), due in Sicilia (nelle province di Messina e Palermo) e uno in Puglia (nel Barese)".
Nonostante non vi siano pericoli immediati, spiega D'Angelo, l'attenzione rimane comunque molto alta, perché permangono condizioni meteorologiche - alte temperature e forti venti - che favoriscono la propagazione degli incendi, specialmente nel nord della Sardegna.
L'isola nei giorni scorsi è stata flagellata da una serie di roghi costati la vita a due persone, un allevatore rimasto carbonizzato e un altro stroncato da un infarto.
Ieri il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di calamità naturale e ha reso noto che la prima stima dei danni è di 80 milioni di euro.
"Faremo tutto quello che serve per cercare di rimediare e alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite da questo autentico flagello", ha detto Cappellacci.
Complici anche le alte temperature, grossi incendi hanno colpito oltre che l'Italia anche l'Europa del Sud, in particolare Spagna, Francia e Grecia, provocando la morte di almeno sette persone questa settimana e distruggendo migliaia di ettari di boschi. La nazione più colpita risulta la Spagna, dove ieri le autorità sono state costrette a evacuare migliaia di persone in fuga dalle fiamme che hanno ucciso cinque pompieri. In Corsica, 4.000 ettari di macchia mediterranea sono andati in fumo. In Grecia, si sono verificati oltre 320 roghi.
Re: MONITORING Situazione incendi
L'allarme incendi dovrebbe rientrare in tutta Italia da domani, quando è previsto un sostanzioso calo termico, specie nelle massime e soprattutto al Centrosud (al Nord si sta già concretizzando oggi); per quanto riguarda la Sardegna, domani le temperature si manterranno quasi ovunque sotto i 30° anche nei valori diurni, grazie alla ventilazione relativamente fresca di Maestrale.
Re: MONITORING Situazione incendi
Fonte: LASTAMPA
In Sardegna adesso è caccia ai piromani
L'emergenza roghi non si ferma,
la magistratura apre un'inchiesta
Non è ancora cessata, dopo due giorni, l’emergenza incendi in Sardegna. Tre canadair stamane hanno contribuito a portare sotto controllo il rogo che da ieri divorava le campagne attorno a Dolianova, nel Cagliaritano. Gli altri otto assegnati in questi giorni all’isola hanno ripreso a volare sui focolai ancora attivi: nel Sassarese, nelle campagne fra Semestene e Bonorva e fra Ploaghe e Pozzomaggiore, dove due giorni fa è morto carbonizzato un pastore che cercava di mettere in salvo il suo gregge.
Un altro fronte ancora attivo è sul Monte Arci, nell’Oristanese, vicino al paese di Pau. L’apparato antincendio sta cercando di estinguere gli ultimi focolai prima che il maestrale possa rafforzarsi e incrementare il pericolo. Squadre del corpo forestale sono impegnate anche nella zona di Budoni, sulla costa del Nuorese. La bonifica è ovunque difficile, sia perchè gli incendi hanno percorso zone molto vaste - in due giorni, secondo una prima stima, sono bruciati circa 15.000 ettari - sia perchè le squadre stanno intervenendo in aree impervie. a prima stima dei danni, contenuta nella delibera della Regione di richiesta dello stato di calamità al governo, parla di 80 milioni di euro. Altri tre, per coprire gli interventi d’emergenza nelle aziende agropastorali colpite dal fuoco, arriveranno, tramite un emendamento della Giunta, con l’approvazione del collegato alla finanziaria, che martedì prossimo torna all’attenzione del Consiglio regionale.
«Una ferita dolorosa e profonda che tocca non solo la carne viva di chi ha perso una persona cara e di tante famiglie che vedono a rischio il proprio futuro, devasta il territorio e deturpa tante bellezze naturali, ma segna profondamente anche quella dignità e orgoglio che sono nel dna dei sardi», ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo un sopralluogo sulle zone devastata compiuto ieri assieme all’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi e al comandante del corpo forestale regionale Delfo Poddighe. «Quella degli incendi è una piaga che ci trasciniamo da tempo immemorabile, ma questa non è, ovviamente una consolazione e tantomeno una spiegazione che lenisce il dolore e il senso di frustrazione che si prova di fronte a questi eventi, che provocano vittime innocenti e danni incommensurabili per le comunità locali», ha aggiunto Cappellacci. «Faremo tutto ciò che serve per cercare di alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite da quest’autentico flagello».
Anche i segretari generali sardi di Cgil, Cisl e Uil, Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca, hanno espresso solidarietà alle popolazioni colpite e chiesto un incontro alla Giunta regionale per un esame globale del fenomeno incendi e per adottare le misure necessarie: «La grande professionalità, spinta fino all’abnegazione, di tutti gli uomini impegnati nella prima linea della lotta al fuoco, in questi giorni nulla ha potuto per impedire il ripetersi di tragici eventi». Intanto i rangers della Forestale hanno appurato che almeno dieci dei roghi scoppiati in questi giorni nell’isola e che hanno ridotto in fumo quindicimila ettari di boschi e macchia mediterranea, sono di origine dolosa: la magistratura ha aperto un’inchiesta.
In Sardegna adesso è caccia ai piromani
I roghi hanno ridotto in fumo quindicimila ettari di boschi |
la magistratura apre un'inchiesta
Non è ancora cessata, dopo due giorni, l’emergenza incendi in Sardegna. Tre canadair stamane hanno contribuito a portare sotto controllo il rogo che da ieri divorava le campagne attorno a Dolianova, nel Cagliaritano. Gli altri otto assegnati in questi giorni all’isola hanno ripreso a volare sui focolai ancora attivi: nel Sassarese, nelle campagne fra Semestene e Bonorva e fra Ploaghe e Pozzomaggiore, dove due giorni fa è morto carbonizzato un pastore che cercava di mettere in salvo il suo gregge.
Un altro fronte ancora attivo è sul Monte Arci, nell’Oristanese, vicino al paese di Pau. L’apparato antincendio sta cercando di estinguere gli ultimi focolai prima che il maestrale possa rafforzarsi e incrementare il pericolo. Squadre del corpo forestale sono impegnate anche nella zona di Budoni, sulla costa del Nuorese. La bonifica è ovunque difficile, sia perchè gli incendi hanno percorso zone molto vaste - in due giorni, secondo una prima stima, sono bruciati circa 15.000 ettari - sia perchè le squadre stanno intervenendo in aree impervie. a prima stima dei danni, contenuta nella delibera della Regione di richiesta dello stato di calamità al governo, parla di 80 milioni di euro. Altri tre, per coprire gli interventi d’emergenza nelle aziende agropastorali colpite dal fuoco, arriveranno, tramite un emendamento della Giunta, con l’approvazione del collegato alla finanziaria, che martedì prossimo torna all’attenzione del Consiglio regionale.
«Una ferita dolorosa e profonda che tocca non solo la carne viva di chi ha perso una persona cara e di tante famiglie che vedono a rischio il proprio futuro, devasta il territorio e deturpa tante bellezze naturali, ma segna profondamente anche quella dignità e orgoglio che sono nel dna dei sardi», ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo un sopralluogo sulle zone devastata compiuto ieri assieme all’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi e al comandante del corpo forestale regionale Delfo Poddighe. «Quella degli incendi è una piaga che ci trasciniamo da tempo immemorabile, ma questa non è, ovviamente una consolazione e tantomeno una spiegazione che lenisce il dolore e il senso di frustrazione che si prova di fronte a questi eventi, che provocano vittime innocenti e danni incommensurabili per le comunità locali», ha aggiunto Cappellacci. «Faremo tutto ciò che serve per cercare di alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite da quest’autentico flagello».
Anche i segretari generali sardi di Cgil, Cisl e Uil, Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca, hanno espresso solidarietà alle popolazioni colpite e chiesto un incontro alla Giunta regionale per un esame globale del fenomeno incendi e per adottare le misure necessarie: «La grande professionalità, spinta fino all’abnegazione, di tutti gli uomini impegnati nella prima linea della lotta al fuoco, in questi giorni nulla ha potuto per impedire il ripetersi di tragici eventi». Intanto i rangers della Forestale hanno appurato che almeno dieci dei roghi scoppiati in questi giorni nell’isola e che hanno ridotto in fumo quindicimila ettari di boschi e macchia mediterranea, sono di origine dolosa: la magistratura ha aperto un’inchiesta.
Re: MONITORING Situazione incendi
SITUAZIONE ALL'ESTERO
Fonte: LASTAMPA
Prosegue l’emergenza incendi nel sud dell’Europa, dove migliaia di ettari di terreno sono andate distrutte. Almeno otto persone sono morte a causa degli incendi, e tra queste sei vigili del fuoco in Spagna, mentre stavano provando a spegnere le fiamme. Oltre all’Italia, dove l’emergenza si registra soprattutto in Sardegna, si registrano situazioni più o meno allarmanti in Spagna, Francia e Grecia.
In Spagna sei pompieri sono morti e oltre 17.000 ettari di macchia mediterranea sono stati inghiottiti dalle fiamme dall’inizio della settimana. Ieri ha perso la vita un vigile del fuoco che era stato ricoverato martedì in condizioni disperate all’ospedale di Barcellona. E diversi sono ancora gli incendi in corso, alimentati da venti forti e temperature elevate. Un nuovo rogo divampato ieri nella Sierra de Cabrera, nella provincia turistica di Almeria in Andalusia, nel sud, ha reso necessario lo sgombero di 1.500 persone. A metà giornata, l’incendio era quasi sotto controllo e gli abitanti stavano facendo rientro a casa.
L’Aragona, nel nordest, resta la regione spagnola più colpita, con circa 10.600 ettari bruciati, soprattutto nella provincia di Teruel. Almeno 500 pompieri e agenti specializzati stanno ancora lottando contro le fiamme, assistiti da numerosi Canadair. A Horta de Sant Joan in Catalogna, nel nordest, l’incendio che martedì ha ucciso quattro pompieri e distrutto 1.200 ettari è ormai quasi sotto controllo, secondo i pompieri. In Castilla-e-Leon, nel nord, invece, sono stati bruciati circa 4.200 ettari. Quattro gli incendi ancora attivi invece nella regione di Valencia, ad est.
In Francia, il rogo principale scoppiato mercoledì e propagatosi fino alle porte di Marsiglia (sud) è stato «spento» questa mattina. L’incendio che ha distrutto ettari di campagna, danneggiando centinaia di case e ferendo tre pompieri e quattro agenti di polizia, è stato provocato dai soldati della legione straniera che hanno lanciato dei razzi traccianti per esercitazione, che hanno fatto da miccia al poderoso rogo. In sette sono stati sospesi, compreso il comandante del gruppo. Il primo ministro Fillon ha promesso punizioni esemplari. In Corsica, tre incendi scoppiati giovedì hanno divorato circa 4.000 ettari di macchia e foresta, provocando cinque feriti fra i pompieri. Dei cavalli sono morti nelle fiamme, una cinquantina di veicoli e una decina di case sono stati bruciati.
In Grecia, diversi piccoli focolai di incendi sono scoppiati senza provocare tuttavia dei feriti o danni gravi. I più recenti hanno avuto luogo, mercoledì e giovedì, in Attica (la regione di Atene) oltre che nell’ovest della penisola del Peloponneso e sull’isola di Evia (est). In Turchia, infine, un incendio divampato giovedì sera nell’area di Bodrum, importante città balneare del sudovest del paese, e si è propagato in una zona boscosa. Dieci ettari di foresta sono andati distrutti, secondo gli enti locali.
Fonte: LASTAMPA
Prosegue l’emergenza incendi nel sud dell’Europa, dove migliaia di ettari di terreno sono andate distrutte. Almeno otto persone sono morte a causa degli incendi, e tra queste sei vigili del fuoco in Spagna, mentre stavano provando a spegnere le fiamme. Oltre all’Italia, dove l’emergenza si registra soprattutto in Sardegna, si registrano situazioni più o meno allarmanti in Spagna, Francia e Grecia.
In Spagna sei pompieri sono morti e oltre 17.000 ettari di macchia mediterranea sono stati inghiottiti dalle fiamme dall’inizio della settimana. Ieri ha perso la vita un vigile del fuoco che era stato ricoverato martedì in condizioni disperate all’ospedale di Barcellona. E diversi sono ancora gli incendi in corso, alimentati da venti forti e temperature elevate. Un nuovo rogo divampato ieri nella Sierra de Cabrera, nella provincia turistica di Almeria in Andalusia, nel sud, ha reso necessario lo sgombero di 1.500 persone. A metà giornata, l’incendio era quasi sotto controllo e gli abitanti stavano facendo rientro a casa.
L’Aragona, nel nordest, resta la regione spagnola più colpita, con circa 10.600 ettari bruciati, soprattutto nella provincia di Teruel. Almeno 500 pompieri e agenti specializzati stanno ancora lottando contro le fiamme, assistiti da numerosi Canadair. A Horta de Sant Joan in Catalogna, nel nordest, l’incendio che martedì ha ucciso quattro pompieri e distrutto 1.200 ettari è ormai quasi sotto controllo, secondo i pompieri. In Castilla-e-Leon, nel nord, invece, sono stati bruciati circa 4.200 ettari. Quattro gli incendi ancora attivi invece nella regione di Valencia, ad est.
In Francia, il rogo principale scoppiato mercoledì e propagatosi fino alle porte di Marsiglia (sud) è stato «spento» questa mattina. L’incendio che ha distrutto ettari di campagna, danneggiando centinaia di case e ferendo tre pompieri e quattro agenti di polizia, è stato provocato dai soldati della legione straniera che hanno lanciato dei razzi traccianti per esercitazione, che hanno fatto da miccia al poderoso rogo. In sette sono stati sospesi, compreso il comandante del gruppo. Il primo ministro Fillon ha promesso punizioni esemplari. In Corsica, tre incendi scoppiati giovedì hanno divorato circa 4.000 ettari di macchia e foresta, provocando cinque feriti fra i pompieri. Dei cavalli sono morti nelle fiamme, una cinquantina di veicoli e una decina di case sono stati bruciati.
In Grecia, diversi piccoli focolai di incendi sono scoppiati senza provocare tuttavia dei feriti o danni gravi. I più recenti hanno avuto luogo, mercoledì e giovedì, in Attica (la regione di Atene) oltre che nell’ovest della penisola del Peloponneso e sull’isola di Evia (est). In Turchia, infine, un incendio divampato giovedì sera nell’area di Bodrum, importante città balneare del sudovest del paese, e si è propagato in una zona boscosa. Dieci ettari di foresta sono andati distrutti, secondo gli enti locali.
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