Quarto fondamentale : la pressione
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Quarto fondamentale : la pressione
Questa parte mi piacerebbe svilupparla con più attenzione, ne avrete conto domani
Come promesso...
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Trattiamo oggi un altro importante fondamentale in ambito meteorologico, quale è la pressione atmosferica. Dunque, spiegato in maniera molto semplice, la pressione atmosferica è la pressione media esercitata dall'aria su un insieme di corpi, o meglio, il suo livello di comprensione. L'unità di misura utilizzata per quantificarla è l'hPa (hectoPascal), equivalente al mb (millibar) di una volta (oggi il millibar, scherzosamente, è il bar dove si riforniscono i meteorologi). La pressione media al livello del mare è quantificabile intorno a 1013hPa, anche se ovviamente non corrisponde quasi mai in maniera esatta a detto valore; in condizioni normali, la pressione decresce di 1hPa circa ogni 10 metri quota: se al livello del mare la pressione è di 1000hPa, ad esempio, a 1000 metri di quota sarà poco meno di 900hPa. Questa è una regola generale valida per qualsiasi configurazione meteorologica (alta o bassa pressione). Quando l'aria, più fredda e pesante, è maggiormente schiacciata verso il suolo, si parla di alta pressione, garante di tempo stabile, caldo e soleggiato d'estate, spesso freddo e nebbioso sulle pianure d'inverno. Quando invece l'aria è mediamente più calda e instabile, di conseguenza più leggera, tende a salire verso l'alto: in questi casi, viene definita bassa pressione, che porta tempo perturbato: temporali, pioggia, nubi, neve... Le combinazioni fra alte e basse pressioni sono complesse e molto variabili a seconda delle zone della Terra, ma in generale, come accennato nel capitolo sul vento, al suolo l'aria tende a spostarsi dall'area di alta a quella di bassa pressione e i venti attorno a una bassa pressione circolano in senso antiorario nell'emisfero boreale, in senso orario in quello australe. Vi sono due situazioni tipiche però, dalle combinazioni delle quali nascono tutti i tipi di configurazioni meteo, che vi esemplifico alle nostre latitudini, in Europa. Il flusso zonale, più frequente nelle mezze stagioni, prevede lo schiaramento di alte e basse pressioni lungo i paralleli: mentre l'anticlone azzoriano interessa con il suo mite abbraccio le zone meridionali del continente, il vortice polare con il suo treno di perturbazioni investe i settori centrosettentrionali. Con la zonalità alta l'hp interessa più direttamente le nostre regioni, quella bassa invece vede lo scivolamento del vortice polare in direzione delle latitudini subtropicali. C'è poi il sistema degli scambi meridiani, più frequente in inverno e in estate: all'erezione dell'hp azzoriano in oceano corrisponde ad esempio un collassamento del vortice polare fino alla parte centrale del Nord Africa, invece l'espansione dell'hp africano sulle zone centrorientali europee favorisce l'interessamento di perturbazioni nordatlantiche delle zone occidentali. Questo è un meccanismo generale, in realtà molto più complesso, alla base di tutti gli spostamenti di nubi, piogge ed alte pressioni.
Vi è piaciuto? Avete suggerimenti? Alla prossima!
Trattiamo oggi un altro importante fondamentale in ambito meteorologico, quale è la pressione atmosferica. Dunque, spiegato in maniera molto semplice, la pressione atmosferica è la pressione media esercitata dall'aria su un insieme di corpi, o meglio, il suo livello di comprensione. L'unità di misura utilizzata per quantificarla è l'hPa (hectoPascal), equivalente al mb (millibar) di una volta (oggi il millibar, scherzosamente, è il bar dove si riforniscono i meteorologi). La pressione media al livello del mare è quantificabile intorno a 1013hPa, anche se ovviamente non corrisponde quasi mai in maniera esatta a detto valore; in condizioni normali, la pressione decresce di 1hPa circa ogni 10 metri quota: se al livello del mare la pressione è di 1000hPa, ad esempio, a 1000 metri di quota sarà poco meno di 900hPa. Questa è una regola generale valida per qualsiasi configurazione meteorologica (alta o bassa pressione). Quando l'aria, più fredda e pesante, è maggiormente schiacciata verso il suolo, si parla di alta pressione, garante di tempo stabile, caldo e soleggiato d'estate, spesso freddo e nebbioso sulle pianure d'inverno. Quando invece l'aria è mediamente più calda e instabile, di conseguenza più leggera, tende a salire verso l'alto: in questi casi, viene definita bassa pressione, che porta tempo perturbato: temporali, pioggia, nubi, neve... Le combinazioni fra alte e basse pressioni sono complesse e molto variabili a seconda delle zone della Terra, ma in generale, come accennato nel capitolo sul vento, al suolo l'aria tende a spostarsi dall'area di alta a quella di bassa pressione e i venti attorno a una bassa pressione circolano in senso antiorario nell'emisfero boreale, in senso orario in quello australe. Vi sono due situazioni tipiche però, dalle combinazioni delle quali nascono tutti i tipi di configurazioni meteo, che vi esemplifico alle nostre latitudini, in Europa. Il flusso zonale, più frequente nelle mezze stagioni, prevede lo schiaramento di alte e basse pressioni lungo i paralleli: mentre l'anticlone azzoriano interessa con il suo mite abbraccio le zone meridionali del continente, il vortice polare con il suo treno di perturbazioni investe i settori centrosettentrionali. Con la zonalità alta l'hp interessa più direttamente le nostre regioni, quella bassa invece vede lo scivolamento del vortice polare in direzione delle latitudini subtropicali. C'è poi il sistema degli scambi meridiani, più frequente in inverno e in estate: all'erezione dell'hp azzoriano in oceano corrisponde ad esempio un collassamento del vortice polare fino alla parte centrale del Nord Africa, invece l'espansione dell'hp africano sulle zone centrorientali europee favorisce l'interessamento di perturbazioni nordatlantiche delle zone occidentali. Questo è un meccanismo generale, in realtà molto più complesso, alla base di tutti gli spostamenti di nubi, piogge ed alte pressioni.
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