Candidati Regionali, "scosse" nel Pdl

Il governatore Veneto vede Berlusconi
Brunetta: "Chi ha vinto non si cambia"
Il partito frena sul Piemonte alla Lega

La questione regionali continua a scuotere il Pdl. Il nodo più spinoso riguarda il Veneto, che Berlusconi avrebbe deciso di affidare alla Lega. L'attuale governatore Galan ha incassato l'appoggio di Bunetta, e, in attesa con l'incontro con il presidente del Consiglio che chiarirà la sua situazione ribadisce «di non aver rinunciato» alla nuova candidatura. «Piantiamola con questa storia perchè dovrei rinunciare a qualcosa? Sono qui che aspetto che qualcuno mi spieghi perchè dovrei rinunciare. L’alleanza con L’Udc c’è sempre stata e assieme all’Unione di centro e alla Lega ho governato molto bene. Non vedo perchè dovrei smettere di farlo». Galan rifiuta le aperture di alcuni esponenti del Pd. «Perchè dovrebbe appoggiarmi il Pd? - Si chiede - Dovrebbero farlo la Lega e l’Udc: è inutile fare la politica del forse. La cosa più logica - ha concluso - è che accada naturalmente che la squadra che ha vinto bene, come ha detto Brunetta, non si cambi». Quella della lista con Pd e Udc sembra un'ipotesi prematura anche a Massimo Cacciari: «In Veneto il Pd deve proporre una sua candidatura non può aspettare cosa fanno gli altri e decidere di conseguenza».

In realtà, la Lega, che potrebbe segnare un altro punto in Piemonte (la candidatura di Cota sembra vicinissima, anche se il coordinamento del Pdl ha smentito) rivendica la poltrona di governatore. Che la guida della Regione Veneto vada alla Lega «non mi pare sia una scandalo», anzi è «una rivendicazione assolutamente legittima» perchè il partito di Bossi governa «assieme al presidente Galan da dieci anni» e ha dimostrato «tutti i giorni che siamo capaci di governare» ha spiegato il ministro Maroni. «Nel Veneto come in altre Regioni - contonua il titolare del Viminale - abbiamo come si dice un "happy problem", abbiamo tantissimi giovani: Tosi e Zaia hanno quarant`anni, sono in grado di svolgere questa funzione di governare il Veneto e quindi abbiamo solo l`imbarazzo della scelta». Dalla riunione di ieri, intanto è arrivato il sostanziale via libera alla candidatura di Nicola Cosentino alla guida della Campania.

Il sì all’attuale sottosegretario all’economia (nonostante nella rosa ci siano anche i nomi di Stefano Caldoro e di Giovanni Lettieri, presidente uscente degli industriali di Napoli) sarà reso noto solo quando la ricognizione su tutte le liste delle regionali sarà completata. E probabilmente l’investitura ufficiale arriverà dallo stesso Berlusconi nel corso di una visita in Campania che il premier ha annunciato di voler fare nel giro di poche settimane. Appare ormai chiaro inoltre che a rappresentare la maggioranza nella corsa il Lazio sarà un esponente di Alleanza Nazionale. Resta in pole l’attuale segretario dell’Ugl Renata Polverini, nome gradito al presidente della Camera Gianfranco Fini. Anche nel Lazio però una parte dei dirigenti locali aveva chiesto che il candidato fosse espressione del territorio, indicando come possibile nome quello dell’attuale senatore del Pdl Andrea Augello, ex di Alleanza Nazionale ed in buoni rapporti con il sindaco di Roma Gianni Alemanno.