JUVE: LIONE 2-1
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JUVE: LIONE 2-1
lastampa
Eclissatosi dietro l’ultimo errore mondiale contro la Slovacchia, Simone Pepe è riemerso ieri sera a Cosenza con giocata e gol (vittorioso) da rapido prestigiatore: tocco per Diego e scatto da Speedy Gonzales tagliando a fette la difesa, per raccogliere la deliziosa palombella del brasiliano e segnare con un tocco rasoterra. "Er chiacchiera" lo chiamano per la velocità dell’eloquio, ma sa far girare anche le gambe. Lui e gli altri nazionali sono quel valore aggiunto che, in queste settimane, Gigi Del Neri ogni tanto rammentava. Ma dentro la sfida con l’Olympique Lione (alla fine, 2-1), il tecnico ci trova anche un buon ring per prepararsi alla battaglia che l’aspetta dentro al minuscolo Tallaght Stadium di Dublino, dove giovedì inizia l’assalto all’Europa League: contrasti ruvidi ai bordi della scazzottata, un espulso, due rigori, altri invocati, insomma davvero poco amichevole. Quel che ci voleva, anche se il collaudo è stato un po’ falsato dal giocare in undici contro dieci per circa 65 minuti.
Contro un avversario che, sì, era senza qualche giocatore fondamentale, ma che comunque farà la Champions, la Juve è partita discretamente: tenendo avanzata la pressione e alta la difesa. Anche buone combinazioni, pure con qualche errore certo, ma l’idea ferma di proseguire sulla strada tracciata. In mezzo, poi, Marchisio, già lucido, e Sissoko hanno dimostrato di poter costruire una bella palizzata. E poi, la riapparizione di Amauri, almeno di nuovo funzionante nei movimenti, nei colpi di testa in mezzo al campo, nella lotta all’arma bianca, e non quell’epigono svuotato di ogni forza e talento che s’aggirava negli ultimi mesi. Anche con la grinta, che ci vuole, se dopo uno scontro, regolare ma duro, è scattato in un faccia a faccia con Cris da bulletti. E pure orgoglioso, al limite del sano piantagrane, per volontà di stare in campo: se poco prima che iniziasse il secondo tempo Del Neri è andato in campo a levarlo fisicamente, per far posto a Trezeguet. Che mai la vedrà.
Devono essere filate meno bene, in avvio, le giocate delle ali, se Del Neri le inverte dopo appena dieci minuti: Martinez, che era partito a destra, e Lanzafame, a sinistra. Proprio da quel versante si fabbrica la prima occasione, confezionata, con forza e astuzia, da De Ceglie: piazza una gran discesa, poi tocca rasoterra, leggermente indietro, per Del Piero che con uno stop a seguire beffa Lovren. Il difensore francese allunga la gamba e l’abbatte: il rigore non sarebbe stato scandaloso.
O almeno decisamente meno di quello che poi verrà concesso per spinta dello stesso Lovren su Amauri: finisse spalmato sempre così per ogni tocchetto alla schiena il neo italiano non potrebbe uscire neppure a far due passi in città. Segnerà Del Piero, per il pareggio (39’). Perché davanti c’era andato il Lione, su un bruttissimo ripiegamento juventino che avrà fatto arrabbiare il tecnico. Sull’incursione centrale di Kallstrom salta di netto la copertura del centrocampo, idem il tentativo di intercetto in spaccata di Legrottaglie, così da lasciare Ishak, uno contro uno con Chiello, in inevitabile ritardo. La scivolata è da rigore netto: centro di Ederson (22’). Grave errore nella dislocazione della trincea, ma è pur vero che resterà praticamente l’unico allarme rosso per Storari, tranne qualche tiro da fuori, che arriverà nel finale.
Da lì la temperatura sul prato s’impenna, perché fuori invece spira una provvidenziale brezza, e un gran tifo bianconero. Il più surriscaldato è Cissokho, quello che non andò al Milan per problemi di ortodonzia, narra la leggenda: su furto di Martinez, il laterale del Lione l’arpiona da dietro con la gamba, per un’espulsione tanto inevitabile quanto idiota. Con un uomo in più, la Juve assalta, e almeno tira, quando Amauri s’infila in area sulla boiata francese e Del Piero con una fiondata centra il gomito (ma attaccato al corpo) di Lovren.
Nella ripresa pilota la Juve, che si prende la partita con la magia della ditta Pepe&Diego e se la tiene con un mezzo miracolo finale di Storari: il cielo d’Irlanda fa meno paura.
Eclissatosi dietro l’ultimo errore mondiale contro la Slovacchia, Simone Pepe è riemerso ieri sera a Cosenza con giocata e gol (vittorioso) da rapido prestigiatore: tocco per Diego e scatto da Speedy Gonzales tagliando a fette la difesa, per raccogliere la deliziosa palombella del brasiliano e segnare con un tocco rasoterra. "Er chiacchiera" lo chiamano per la velocità dell’eloquio, ma sa far girare anche le gambe. Lui e gli altri nazionali sono quel valore aggiunto che, in queste settimane, Gigi Del Neri ogni tanto rammentava. Ma dentro la sfida con l’Olympique Lione (alla fine, 2-1), il tecnico ci trova anche un buon ring per prepararsi alla battaglia che l’aspetta dentro al minuscolo Tallaght Stadium di Dublino, dove giovedì inizia l’assalto all’Europa League: contrasti ruvidi ai bordi della scazzottata, un espulso, due rigori, altri invocati, insomma davvero poco amichevole. Quel che ci voleva, anche se il collaudo è stato un po’ falsato dal giocare in undici contro dieci per circa 65 minuti.
Contro un avversario che, sì, era senza qualche giocatore fondamentale, ma che comunque farà la Champions, la Juve è partita discretamente: tenendo avanzata la pressione e alta la difesa. Anche buone combinazioni, pure con qualche errore certo, ma l’idea ferma di proseguire sulla strada tracciata. In mezzo, poi, Marchisio, già lucido, e Sissoko hanno dimostrato di poter costruire una bella palizzata. E poi, la riapparizione di Amauri, almeno di nuovo funzionante nei movimenti, nei colpi di testa in mezzo al campo, nella lotta all’arma bianca, e non quell’epigono svuotato di ogni forza e talento che s’aggirava negli ultimi mesi. Anche con la grinta, che ci vuole, se dopo uno scontro, regolare ma duro, è scattato in un faccia a faccia con Cris da bulletti. E pure orgoglioso, al limite del sano piantagrane, per volontà di stare in campo: se poco prima che iniziasse il secondo tempo Del Neri è andato in campo a levarlo fisicamente, per far posto a Trezeguet. Che mai la vedrà.
Devono essere filate meno bene, in avvio, le giocate delle ali, se Del Neri le inverte dopo appena dieci minuti: Martinez, che era partito a destra, e Lanzafame, a sinistra. Proprio da quel versante si fabbrica la prima occasione, confezionata, con forza e astuzia, da De Ceglie: piazza una gran discesa, poi tocca rasoterra, leggermente indietro, per Del Piero che con uno stop a seguire beffa Lovren. Il difensore francese allunga la gamba e l’abbatte: il rigore non sarebbe stato scandaloso.
O almeno decisamente meno di quello che poi verrà concesso per spinta dello stesso Lovren su Amauri: finisse spalmato sempre così per ogni tocchetto alla schiena il neo italiano non potrebbe uscire neppure a far due passi in città. Segnerà Del Piero, per il pareggio (39’). Perché davanti c’era andato il Lione, su un bruttissimo ripiegamento juventino che avrà fatto arrabbiare il tecnico. Sull’incursione centrale di Kallstrom salta di netto la copertura del centrocampo, idem il tentativo di intercetto in spaccata di Legrottaglie, così da lasciare Ishak, uno contro uno con Chiello, in inevitabile ritardo. La scivolata è da rigore netto: centro di Ederson (22’). Grave errore nella dislocazione della trincea, ma è pur vero che resterà praticamente l’unico allarme rosso per Storari, tranne qualche tiro da fuori, che arriverà nel finale.
Da lì la temperatura sul prato s’impenna, perché fuori invece spira una provvidenziale brezza, e un gran tifo bianconero. Il più surriscaldato è Cissokho, quello che non andò al Milan per problemi di ortodonzia, narra la leggenda: su furto di Martinez, il laterale del Lione l’arpiona da dietro con la gamba, per un’espulsione tanto inevitabile quanto idiota. Con un uomo in più, la Juve assalta, e almeno tira, quando Amauri s’infila in area sulla boiata francese e Del Piero con una fiondata centra il gomito (ma attaccato al corpo) di Lovren.
Nella ripresa pilota la Juve, che si prende la partita con la magia della ditta Pepe&Diego e se la tiene con un mezzo miracolo finale di Storari: il cielo d’Irlanda fa meno paura.
Re: JUVE: LIONE 2-1
Fonte: La Stampa
Del Piero e Pepe regalano alla Juve la vittoria nell’amichevole contro il Lione, in uno stadio pieno di supporter giunti da tutto il Sud Italia. I francesi partono bene, la gara si fa nervosa. Al 22’ Ederson porta in vantaggio i francesi su rigore. Cinque minuti Cissokho si fa buttare fuori per fallo di reazione. A cinque minuti dalla fine del primo tempo, dal dischetto Del Piero agguanta il pareggio. E’ una Juve solida, quella di Del Neri, che fa ben sperare per l’esordio europeo .L'allenatore bianconero si affida al classico 4-4-2, con Storari in porta, difesa con Motta, Legrottaglie, Chiellini e De Ceglie. A Centrocampo Martinez, Sissoko, Marchisio e Lanzafame. Davanti la coppia formata da Amauri e Del Piero. Nel secondo tempo sulla fascia destra spazio a Pepe, reduce dalla spedizione in Sudafrica. L’ex ala dell’Udinese alla mezz’ora della ripresa segna la rete decisiva. E’ un sigillo importante, che dà sicurezza alla squadra, sempre attiva sul mercato per cercare rinforzi ma più consapevole del valore dei suoi. Anche perché Marotta oggi ha dovuto incassare il no di Burdisso, che spera di rimanere alla Roma. l procuratore del giocatore, Fernando Hidalgo, ha quasi escluso la possibilità di un trasferimento a Torino. «La situazione per Nicolas al momento è ferma- ha detto- non ci sono novità. Ho sentito parlare della Juventus, ma io non ho contatti con i bianconeri. In ogni caso, staremo a vedere cosa succederà».
Del Piero e Pepe regalano alla Juve la vittoria nell’amichevole contro il Lione, in uno stadio pieno di supporter giunti da tutto il Sud Italia. I francesi partono bene, la gara si fa nervosa. Al 22’ Ederson porta in vantaggio i francesi su rigore. Cinque minuti Cissokho si fa buttare fuori per fallo di reazione. A cinque minuti dalla fine del primo tempo, dal dischetto Del Piero agguanta il pareggio. E’ una Juve solida, quella di Del Neri, che fa ben sperare per l’esordio europeo .L'allenatore bianconero si affida al classico 4-4-2, con Storari in porta, difesa con Motta, Legrottaglie, Chiellini e De Ceglie. A Centrocampo Martinez, Sissoko, Marchisio e Lanzafame. Davanti la coppia formata da Amauri e Del Piero. Nel secondo tempo sulla fascia destra spazio a Pepe, reduce dalla spedizione in Sudafrica. L’ex ala dell’Udinese alla mezz’ora della ripresa segna la rete decisiva. E’ un sigillo importante, che dà sicurezza alla squadra, sempre attiva sul mercato per cercare rinforzi ma più consapevole del valore dei suoi. Anche perché Marotta oggi ha dovuto incassare il no di Burdisso, che spera di rimanere alla Roma. l procuratore del giocatore, Fernando Hidalgo, ha quasi escluso la possibilità di un trasferimento a Torino. «La situazione per Nicolas al momento è ferma- ha detto- non ci sono novità. Ho sentito parlare della Juventus, ma io non ho contatti con i bianconeri. In ogni caso, staremo a vedere cosa succederà».
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