Juventus-Ajax 0-0, la Juve passa agli ottavi in Europa League
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Juventus-Ajax 0-0, la Juve passa agli ottavi in Europa League
Fonte: La Stampa
Costretto, per mancanza di tempo, a tradire il vangelo del bel gioco cui sempre s’è ispirato, Alberto Zaccheroni si sta almeno specializzando nella terrena dote di afferrar risultati pur giocando maluccio, a tratti proprio male, come ieri sera. In campionato, Zac ha riportato la Juve in zona Champions, e nell’odierna Europa che è rimasta da percorrere, ha spinto i bianconeri agli ottavi di finale di Europa League. Considerato il pianerottolo di partenza, va benone. Con questi parametri, allora diventa un buon rancio anche l’incolore pareggio dell’Olimpico (0-0), che abbinato al ratto di Amsterdam di sette giorni fa (1-2) garantisce il passaggio del turno, e un milioncino di euro nelle casse del club. Da festeggiare pure le zero reti incassate: non succedeva dal 13 gennaio, Coppa Italia contro il Napoli.
Meno bene va la salute dei suoi, che continua a essere di una fragilità sconfortante. E preoccupante. Ieri sono bastati poco più di dieci minuti per la brutta notizia clinica: dopo Buffon, s’è rotto anche Amauri, uscito per un’ammaccatura alla coscia sinistra. Oggi verranno esami e consulti, al solito, ma da come s’è toccato subito e da come s’è infilato negli spogliatoi, l’impressione è che siano guai muscolari: si andrà dalla settimana in su di stop. Bel problema, alla vigilia di un filotto di partite che potrebbero raddrizzare la stagione, in campionato. Ama, invece, potrebbe saltare la sfida di domenica sera contro il Palermo, già molto indicativa in vista Champions, e, chissà, quella del sabato successivo a Firenze. Siamo al crack numero 49: ormai evidente che l’epidemia non è affatto debellata, come si sperava. Almeno, per la Juve, è quasi pronto Trezeguet, andato dentro al posto del brasiliano: dopo l’infortunio alla caviglia del 6 gennaio, a David serviranno solo minuti. L’attacco resta comunque con l’armamento contato, visto che Iaquinta deve ancora rimettere i piedi in battaglia, dal 17 ottobre, ultima cartolina dal fronte. Poi l’ha inghiottito l’operazione al menisco e una decina di contrattempi: rispunterà a Firenze, forse.
Per Zac l’ennesimo referto medico sarà l’unica preoccupazione della partita, visto che sul prato l’Ajax si presenta molto meno pericoloso di quanto non lo era stato dentro la sua tana. Tutto l’impeto olandese si stempera in un paio di giocate iniziali, quando de Jong affetta il campo con un paio di aperture che avrebbero meritato più abili ricevitori. I veri brividi, la Juve se li fabbrica con le proprie mani, anzi con quelle di Manninger: due pasticci in 24 minuti.
L’austriaco, cui va concesso il bonus del lungo letargo, attacca dopo due minuti: avanza troppo su un innocuo lancio lungo, che finisce quasi per scavalcarlo, con il pallone recuperato soltanto in due tempi, ballando sui polpastrelli. Replay su un cross dalla destra, smanacciato, ma Vertonghen spedisce il dono in curva. Per il resto, praticamente zero tiri nemici: all’andata avevano fatto un gol, centrato un palo, e chiamato Buffon a un bel volo. Sulejmani non la vede mai, e Pantelic non ha il talento di Suarez (squalificato). Non che la Juve pianifichi chissà quali piani d’invasione, anzi, ma ha almeno il merito di innescare tre occasioni solari, su tre colpi di testa: palo di Sissoko (17’ pt), e due respinte sulla linea, sulle deviazioni di Chiellini e Legrottaglie. Avendo funzionato, o almeno prodotto attivo all’Amsterdam Arena (2-1), la Juve si presenta con la stessa dislocazione sul territorio: difesa a quattro, con Grygera al posto di Zebina, rombo di centrocampo, poi Diego alle spalle di Amauri e Del Piero. Levate le incursioni aeree, i bianconeri fabbricano poco: qualche inutile ghirigoro da Diego (che non gradirà il cambio), pure qui pedinato da Eno, briciole da Alex. E dei tre di centrocampo, Marchisio è l’unico ad abbozzare qualche idea.
La ripresa fila via noiosa, con l’unico brivido, esageriamo, una punizione deviata di Del Piero. L’Europa League riprenderà dall’Olimpico, l’11 marzo contro il Fulham, che ieri ha pareggiato (1-1) a Donetsk. Non ci sarà Felipe Melo che, da diffidato, s’è fatto ammonire per proteste dopo un fallo in favore della Juve: complimenti. Almeno non s’è fatto male.
Costretto, per mancanza di tempo, a tradire il vangelo del bel gioco cui sempre s’è ispirato, Alberto Zaccheroni si sta almeno specializzando nella terrena dote di afferrar risultati pur giocando maluccio, a tratti proprio male, come ieri sera. In campionato, Zac ha riportato la Juve in zona Champions, e nell’odierna Europa che è rimasta da percorrere, ha spinto i bianconeri agli ottavi di finale di Europa League. Considerato il pianerottolo di partenza, va benone. Con questi parametri, allora diventa un buon rancio anche l’incolore pareggio dell’Olimpico (0-0), che abbinato al ratto di Amsterdam di sette giorni fa (1-2) garantisce il passaggio del turno, e un milioncino di euro nelle casse del club. Da festeggiare pure le zero reti incassate: non succedeva dal 13 gennaio, Coppa Italia contro il Napoli.
Meno bene va la salute dei suoi, che continua a essere di una fragilità sconfortante. E preoccupante. Ieri sono bastati poco più di dieci minuti per la brutta notizia clinica: dopo Buffon, s’è rotto anche Amauri, uscito per un’ammaccatura alla coscia sinistra. Oggi verranno esami e consulti, al solito, ma da come s’è toccato subito e da come s’è infilato negli spogliatoi, l’impressione è che siano guai muscolari: si andrà dalla settimana in su di stop. Bel problema, alla vigilia di un filotto di partite che potrebbero raddrizzare la stagione, in campionato. Ama, invece, potrebbe saltare la sfida di domenica sera contro il Palermo, già molto indicativa in vista Champions, e, chissà, quella del sabato successivo a Firenze. Siamo al crack numero 49: ormai evidente che l’epidemia non è affatto debellata, come si sperava. Almeno, per la Juve, è quasi pronto Trezeguet, andato dentro al posto del brasiliano: dopo l’infortunio alla caviglia del 6 gennaio, a David serviranno solo minuti. L’attacco resta comunque con l’armamento contato, visto che Iaquinta deve ancora rimettere i piedi in battaglia, dal 17 ottobre, ultima cartolina dal fronte. Poi l’ha inghiottito l’operazione al menisco e una decina di contrattempi: rispunterà a Firenze, forse.
Per Zac l’ennesimo referto medico sarà l’unica preoccupazione della partita, visto che sul prato l’Ajax si presenta molto meno pericoloso di quanto non lo era stato dentro la sua tana. Tutto l’impeto olandese si stempera in un paio di giocate iniziali, quando de Jong affetta il campo con un paio di aperture che avrebbero meritato più abili ricevitori. I veri brividi, la Juve se li fabbrica con le proprie mani, anzi con quelle di Manninger: due pasticci in 24 minuti.
L’austriaco, cui va concesso il bonus del lungo letargo, attacca dopo due minuti: avanza troppo su un innocuo lancio lungo, che finisce quasi per scavalcarlo, con il pallone recuperato soltanto in due tempi, ballando sui polpastrelli. Replay su un cross dalla destra, smanacciato, ma Vertonghen spedisce il dono in curva. Per il resto, praticamente zero tiri nemici: all’andata avevano fatto un gol, centrato un palo, e chiamato Buffon a un bel volo. Sulejmani non la vede mai, e Pantelic non ha il talento di Suarez (squalificato). Non che la Juve pianifichi chissà quali piani d’invasione, anzi, ma ha almeno il merito di innescare tre occasioni solari, su tre colpi di testa: palo di Sissoko (17’ pt), e due respinte sulla linea, sulle deviazioni di Chiellini e Legrottaglie. Avendo funzionato, o almeno prodotto attivo all’Amsterdam Arena (2-1), la Juve si presenta con la stessa dislocazione sul territorio: difesa a quattro, con Grygera al posto di Zebina, rombo di centrocampo, poi Diego alle spalle di Amauri e Del Piero. Levate le incursioni aeree, i bianconeri fabbricano poco: qualche inutile ghirigoro da Diego (che non gradirà il cambio), pure qui pedinato da Eno, briciole da Alex. E dei tre di centrocampo, Marchisio è l’unico ad abbozzare qualche idea.
La ripresa fila via noiosa, con l’unico brivido, esageriamo, una punizione deviata di Del Piero. L’Europa League riprenderà dall’Olimpico, l’11 marzo contro il Fulham, che ieri ha pareggiato (1-1) a Donetsk. Non ci sarà Felipe Melo che, da diffidato, s’è fatto ammonire per proteste dopo un fallo in favore della Juve: complimenti. Almeno non s’è fatto male.
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