COPPA UEFA: Ajax-Juventus
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Re: COPPA UEFA: Ajax-Juventus
Sto seguendo la partita qui:
http://atdhe.net/13570/watch-ajax-vs-juventus
STIAMO VINCENDO!!
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STIAMO VINCENDO!!
Re: COPPA UEFA: Ajax-Juventus
e la JUVE va a vincereee grazie a una doppietta di AMAURI!!
Ajax 1
Juventus 2
Ajax 1
Juventus 2
Re: COPPA UEFA: Ajax-Juventus
Fonte: La Stampa
Dentro l’ufficio brevetti del calcio totale, o delle buone intenzioni che ne restano, la Juve ne propone uno molto parziale, però almeno pragmatico: classico italiano, o giù di lì, accusano a queste latitudini. I bianconeri di Zac vincono comunque 2-1 ad Amsterdam e mettono un piede negli ottavi di Europa League: sotto di un gol, in apertura, su fantastica volata di Sulejmani, e copertura rivedibile della truppa, impattano nel finale di tempo con Amauri, e sorpassano con lo stesso brasiliano, nella seconda metà. Brutti, sporchi e cattivi, come ai bei tempi. Al nemico il gioco e l’estetica, soprattutto nel primo tempo, a loro gol e risultato.
Dovendo dar battaglia e non sfilare per gli antichi maestri che qui insegnarono e sono icone appese alle pareti, Zaccheroni rinuncia alla difesa a tre, rispolvera quella a quattro, con il rombo a centrocampo e due punte. L’infortunio all’ultimo di Caceres un po’ ha influito sulla scelta, ma l’idea gironzolava già a prescindere. «Guardo gli uomini che ho a disposizione - spiegherà alla fine il tecnico - e anche l’avversario: che è stato bravo ad adattarsi alla partita». In effetti, la strategia juventina ha influenzato pure l’Ajax, che ha modificato il solito 4-3-3, per un assetto identico a quello dei bianconeri. Neppure qui c’è più religione (calcistica), se Jol spedisce il bravo Eyong Enoh sulle tracce di Diego, quasi a tutto campo. Sacrilegio. Però funziona, a lungo, perché il brasiliano ha le giocate azzerate. Funzionano, invece, quelle degli olandesi, che avranno meno quattrini per tenerseli stretti, ma talenti sanno ancora sceglierne. A partire dal serbo Miralem Sulejmani, ventuno anni, e pure un po’ pagato (16 milioni), ma che al primo affondo, straccia la concorrenza. La maldestra punizione bianconera si trasforma in un contropiede micidiale, armato da Suarez, altro gioiellino, e chiuso dallo slavo: fuga di quaranta metri e rasoterra tra le gambe di Buffon, da distanza ravvicinata. Settima partita filata che si prende gol. Zac avrebbe pure scelto il pragmatismo, solo che ha sbagliato ad avvitare il bullone di destra, Zebina, quando in panca c’era Grygera. Difatti il cambio ci sarà, già all’intervallo.
Si fa fatica pure sulla sinistra, perché il terzino van der Wiel, un altro da tenere d’occhio, semina tutti. Buon per la Juve che è più bravo ad attaccare che a coprire: dalle sue parti, i bianconeri colpiranno due volte. Sotto dopo un quarto d’ora, la barca poteva affondare, e un mesetto fa l’avrebbe fatto, invece sta a galla e riprende la navigazione. L’Ajax è belloccio, ma non graffia, così alla Juve basta un’azione, dopo che Diego ha tirato addosso a Stekelenburg. Bel numero di Del Piero sulla sinistra, che con tunnel e tacco ne depista due, palla a De Ceglie, cross al millimetro e gol di Amauri. Vertonghen in libera uscita. Uno pari, ed è un pericolo scampato per la Juve. «Era importante fare un’altra vittoria dopo quella di Genoa - spiegherà ancora Zaccheroni alla fine - perché questo aumenta la fiducia in noi stessi. Sapevo però che avremmo dovuto soffrire, perché ho un grande rispetto per l’Ajax: giocano a occhi chiusi». Peccato li tengano così anche quando devono difendere, perché l’altro gol che beccano nella ripresa è un po’ da polli. Alla Juve bastano dieci minuti: Marchisio, dopo un primo tempo in apnea, infila due avversari sulla sinistra, smarcando Del Piero, che crossa nuovamente per Amauri: altro balzo più in alto di tutti, anzi, ancora del povero Vertonghen, e gol del vantaggio. Altra robusta reazione, dopo i gol recuperati a Livorno e Genoa: «Il rischio era quello di andare in svantaggio - ha aggiunto l’allenatore - ma la cosa più importante è stata non sbandare e ripartire sulle corsie, dove possiamo andare». Lì la Juve s’è coperta, risistemata sul 4-4-2 che ha ben retto all’assedio. Con i guantoni di Buffon e la buona sorte, se la violentissima sventola di de Jong si stampa sul palo. Cul de Zac, dicevano ai tempi del Milan. Magari, insieme al quotidiano lavoro che abbina, funziona di nuovo.
Dentro l’ufficio brevetti del calcio totale, o delle buone intenzioni che ne restano, la Juve ne propone uno molto parziale, però almeno pragmatico: classico italiano, o giù di lì, accusano a queste latitudini. I bianconeri di Zac vincono comunque 2-1 ad Amsterdam e mettono un piede negli ottavi di Europa League: sotto di un gol, in apertura, su fantastica volata di Sulejmani, e copertura rivedibile della truppa, impattano nel finale di tempo con Amauri, e sorpassano con lo stesso brasiliano, nella seconda metà. Brutti, sporchi e cattivi, come ai bei tempi. Al nemico il gioco e l’estetica, soprattutto nel primo tempo, a loro gol e risultato.
Dovendo dar battaglia e non sfilare per gli antichi maestri che qui insegnarono e sono icone appese alle pareti, Zaccheroni rinuncia alla difesa a tre, rispolvera quella a quattro, con il rombo a centrocampo e due punte. L’infortunio all’ultimo di Caceres un po’ ha influito sulla scelta, ma l’idea gironzolava già a prescindere. «Guardo gli uomini che ho a disposizione - spiegherà alla fine il tecnico - e anche l’avversario: che è stato bravo ad adattarsi alla partita». In effetti, la strategia juventina ha influenzato pure l’Ajax, che ha modificato il solito 4-3-3, per un assetto identico a quello dei bianconeri. Neppure qui c’è più religione (calcistica), se Jol spedisce il bravo Eyong Enoh sulle tracce di Diego, quasi a tutto campo. Sacrilegio. Però funziona, a lungo, perché il brasiliano ha le giocate azzerate. Funzionano, invece, quelle degli olandesi, che avranno meno quattrini per tenerseli stretti, ma talenti sanno ancora sceglierne. A partire dal serbo Miralem Sulejmani, ventuno anni, e pure un po’ pagato (16 milioni), ma che al primo affondo, straccia la concorrenza. La maldestra punizione bianconera si trasforma in un contropiede micidiale, armato da Suarez, altro gioiellino, e chiuso dallo slavo: fuga di quaranta metri e rasoterra tra le gambe di Buffon, da distanza ravvicinata. Settima partita filata che si prende gol. Zac avrebbe pure scelto il pragmatismo, solo che ha sbagliato ad avvitare il bullone di destra, Zebina, quando in panca c’era Grygera. Difatti il cambio ci sarà, già all’intervallo.
Si fa fatica pure sulla sinistra, perché il terzino van der Wiel, un altro da tenere d’occhio, semina tutti. Buon per la Juve che è più bravo ad attaccare che a coprire: dalle sue parti, i bianconeri colpiranno due volte. Sotto dopo un quarto d’ora, la barca poteva affondare, e un mesetto fa l’avrebbe fatto, invece sta a galla e riprende la navigazione. L’Ajax è belloccio, ma non graffia, così alla Juve basta un’azione, dopo che Diego ha tirato addosso a Stekelenburg. Bel numero di Del Piero sulla sinistra, che con tunnel e tacco ne depista due, palla a De Ceglie, cross al millimetro e gol di Amauri. Vertonghen in libera uscita. Uno pari, ed è un pericolo scampato per la Juve. «Era importante fare un’altra vittoria dopo quella di Genoa - spiegherà ancora Zaccheroni alla fine - perché questo aumenta la fiducia in noi stessi. Sapevo però che avremmo dovuto soffrire, perché ho un grande rispetto per l’Ajax: giocano a occhi chiusi». Peccato li tengano così anche quando devono difendere, perché l’altro gol che beccano nella ripresa è un po’ da polli. Alla Juve bastano dieci minuti: Marchisio, dopo un primo tempo in apnea, infila due avversari sulla sinistra, smarcando Del Piero, che crossa nuovamente per Amauri: altro balzo più in alto di tutti, anzi, ancora del povero Vertonghen, e gol del vantaggio. Altra robusta reazione, dopo i gol recuperati a Livorno e Genoa: «Il rischio era quello di andare in svantaggio - ha aggiunto l’allenatore - ma la cosa più importante è stata non sbandare e ripartire sulle corsie, dove possiamo andare». Lì la Juve s’è coperta, risistemata sul 4-4-2 che ha ben retto all’assedio. Con i guantoni di Buffon e la buona sorte, se la violentissima sventola di de Jong si stampa sul palo. Cul de Zac, dicevano ai tempi del Milan. Magari, insieme al quotidiano lavoro che abbina, funziona di nuovo.
Re: COPPA UEFA: Ajax-Juventus
Le pagelle:
http://lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=26&IDalbum=24312&tipo=FOTOGALLERY#mpos
http://lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=26&IDalbum=24312&tipo=FOTOGALLERY#mpos
Re: COPPA UEFA: Ajax-Juventus
Fonte: La Stampa
Nonostante la prova di ieri, Diego è soddisfatto e ottimista sul futuro: «Con l’Ajax abbiamo fatto un’ottima partita e adesso dobbiamo passare il turno, per andare avanti in Europa League - dice sul suo sito personale - La squadra sta compiendo progressi e anche il morale è più alto dopo la bella prova di ieri. Sono sicuro che torneremo presto ai livelli che ci competono».
Nonostante la prova di ieri, Diego è soddisfatto e ottimista sul futuro: «Con l’Ajax abbiamo fatto un’ottima partita e adesso dobbiamo passare il turno, per andare avanti in Europa League - dice sul suo sito personale - La squadra sta compiendo progressi e anche il morale è più alto dopo la bella prova di ieri. Sono sicuro che torneremo presto ai livelli che ci competono».
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