Torino, tre quartieri vorrebbero il limite di velocità a 30 km/h
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Torino, tre quartieri vorrebbero il limite di velocità a 30 km/h
La Stampa
Tutti pazzi per i 30 all’ora. Il traffico slow - non quello della coda ma quello che nasce da una scelta, compiuta da una città a misura di pedone, di shopping e con l’aria più pulita - a Torino piace sempre più. E così, con grande delizia dell’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero (grande sostenitrice - da sempre - delle isole pedonali e delle basse velocità) ormai si moltiplicano i quartieri che vogliono imitare l’esempio di Mirafiori Nord, o meglio quel pezzetto di città incastonato fra corso Siracusa, corso Orbassano, corso Sebastopoli e via Guido Reni che dall’estate scorsa ha sperimentato le auto-lumaca.
Zitta zitta, nel giugno 2009, la metropoli che dopo le Olimpiadi aveva messo il marchio «Turin always on the move» pure sulla carta da lettere del sindaco, decise di rallentare. Come? Trasformando una buona fetta del suo quartiere più popoloso, e semicentrale, Mirafiori Nord (104 mila abitanti), in una Paperopoli edizione mignon, dove l’auto con maggior ripresa ha la grinta della 313 rossoblù. E così questo pezzetto di città si è trasformato in un villaggio motorizzato a misura di bambino come si può incontrare soltanto nei fumetti.
Simulazioni alla mano questa piccola grande rivoluzione aveva l’obiettivo di abbattere gli incidenti del 70 per cento, e lo smog del 40. Per centrare la «mission» si sono eliminati i semafori (i pedoni hanno sempre la precedenza) riasfaltato le vie con bitume fonoassorbente per ridurre il rumore, creato chicane e aiuole capaci di rendere la vita impossibile a chi ama pigiare sull’acceleratore, ma migliorare le giornate di bimbi e anziani che vogliono riscoprire il proprio quartiere in edizione slow.
«Questo è soltanto un primo passo - aveva detto a suo tempo l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero - ma dopo una fase sperimentale pensiamo di moltiplicare questi quartieri in tutta la città: abbiamo cominciato dalla quella zona perché quel quartiere ha voluto fare da apripista. Ma nulla ci vieterà di trasformare presto anche il centro storico in zona a traffico calmierato». Detto, fatto. Ora sono i presidenti di quartiere ad andare dall’assessore (che ieri parlava di «grande risposta di civiltà»)per chiederle di sperimentare anche loro la zona a 30 dove il pedone ha la precedenza assoluta e le biciclette e i mezzi elettrici precedenza sulle auto.
Il primo a rivolgersi all’assessore è stato il presidente Mario Cornelio Levi di San Salvario. Spiega, la presidente della sua commissione Viabilità, Carolina De Donato: «La zona che ci sembra ideale per subire questa “frenata” collettiva delle auto, e con essa dello smog, degli icnidenti e del rumore è quella compresa fra corso Marconi, corso Vittorio, corso Massimo d’Azeglio e via Nizza, così ricca di negozi, scuole, mercati, locali della movida. Già naturalmente non si va forte, ma, con l’arrivo dei segnali, migliorerebbe l’arredo urbano in favore dei pedoni e di chi ama fare shopping». Concldue: «In alcune zone della Svizzera vanno addirittura ai 20 e ne sono tutti felicissimi».
Stessa richiesta dalla circoscrizione 5, presieduta da Paola Bragantini: «Anche noi abbiamo individuato la zona ideale dove sperimentare il traffico slow - spiega - ed è la fetta di città attorno a via Lanzo». E infine il centro, dove la zona 30, per ovvi motivi legati alle isole pedonali, ai musei, e allo shopping, sarebbe ancora più strategica: «Già ora in parecchie strade, a partire da via Roma - spiega il presidente Massimo Guerrini - si procede a velocità contenuta - se l’arrivo della zona 30 vorrà dire migliorare anche l’arredo urbano e la vivibilità del quartiere noi sosterremo a gran voce le auto-lumaca».
Tutti pazzi per i 30 all’ora. Il traffico slow - non quello della coda ma quello che nasce da una scelta, compiuta da una città a misura di pedone, di shopping e con l’aria più pulita - a Torino piace sempre più. E così, con grande delizia dell’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero (grande sostenitrice - da sempre - delle isole pedonali e delle basse velocità) ormai si moltiplicano i quartieri che vogliono imitare l’esempio di Mirafiori Nord, o meglio quel pezzetto di città incastonato fra corso Siracusa, corso Orbassano, corso Sebastopoli e via Guido Reni che dall’estate scorsa ha sperimentato le auto-lumaca.
Zitta zitta, nel giugno 2009, la metropoli che dopo le Olimpiadi aveva messo il marchio «Turin always on the move» pure sulla carta da lettere del sindaco, decise di rallentare. Come? Trasformando una buona fetta del suo quartiere più popoloso, e semicentrale, Mirafiori Nord (104 mila abitanti), in una Paperopoli edizione mignon, dove l’auto con maggior ripresa ha la grinta della 313 rossoblù. E così questo pezzetto di città si è trasformato in un villaggio motorizzato a misura di bambino come si può incontrare soltanto nei fumetti.
Simulazioni alla mano questa piccola grande rivoluzione aveva l’obiettivo di abbattere gli incidenti del 70 per cento, e lo smog del 40. Per centrare la «mission» si sono eliminati i semafori (i pedoni hanno sempre la precedenza) riasfaltato le vie con bitume fonoassorbente per ridurre il rumore, creato chicane e aiuole capaci di rendere la vita impossibile a chi ama pigiare sull’acceleratore, ma migliorare le giornate di bimbi e anziani che vogliono riscoprire il proprio quartiere in edizione slow.
«Questo è soltanto un primo passo - aveva detto a suo tempo l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero - ma dopo una fase sperimentale pensiamo di moltiplicare questi quartieri in tutta la città: abbiamo cominciato dalla quella zona perché quel quartiere ha voluto fare da apripista. Ma nulla ci vieterà di trasformare presto anche il centro storico in zona a traffico calmierato». Detto, fatto. Ora sono i presidenti di quartiere ad andare dall’assessore (che ieri parlava di «grande risposta di civiltà»)per chiederle di sperimentare anche loro la zona a 30 dove il pedone ha la precedenza assoluta e le biciclette e i mezzi elettrici precedenza sulle auto.
Il primo a rivolgersi all’assessore è stato il presidente Mario Cornelio Levi di San Salvario. Spiega, la presidente della sua commissione Viabilità, Carolina De Donato: «La zona che ci sembra ideale per subire questa “frenata” collettiva delle auto, e con essa dello smog, degli icnidenti e del rumore è quella compresa fra corso Marconi, corso Vittorio, corso Massimo d’Azeglio e via Nizza, così ricca di negozi, scuole, mercati, locali della movida. Già naturalmente non si va forte, ma, con l’arrivo dei segnali, migliorerebbe l’arredo urbano in favore dei pedoni e di chi ama fare shopping». Concldue: «In alcune zone della Svizzera vanno addirittura ai 20 e ne sono tutti felicissimi».
Stessa richiesta dalla circoscrizione 5, presieduta da Paola Bragantini: «Anche noi abbiamo individuato la zona ideale dove sperimentare il traffico slow - spiega - ed è la fetta di città attorno a via Lanzo». E infine il centro, dove la zona 30, per ovvi motivi legati alle isole pedonali, ai musei, e allo shopping, sarebbe ancora più strategica: «Già ora in parecchie strade, a partire da via Roma - spiega il presidente Massimo Guerrini - si procede a velocità contenuta - se l’arrivo della zona 30 vorrà dire migliorare anche l’arredo urbano e la vivibilità del quartiere noi sosterremo a gran voce le auto-lumaca».
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