La prima memoria in provetta
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La prima memoria in provetta
Fonte: La Stampa
Una ricerca è stata condotta negli Stati Uniti, presso la Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio) ha permesso l’osservazione della prima memoria in provetta in azione in cellule di ratto e ha permesso di individuare i circuiti che controllano la memoria a breve termine.
Come descritto descritta nell’edizione online della rivista Nature Neuroscience per la prima volta si sono così immagazzinati dei ricordi in frammenti di tessuto prelevati dal cervello e mantenendoli attivi.
La memoria a breve termine, capace di conservare informazioni molto semplici (come un numero di telefono da comporre) per un periodo massimo di 20 secondi, è uno dei tre tipi di memoria finora classificati. Gli altri due tipi riguardano la memoria a lungo termine, distinta in dichiarativa, che immagazzina fatti o ricorda eventi specifici; procedurale, come quella che conserva le istruzioni utili per suonare uno strumento o guidare l’automobile.
Punto di partenza dei due autori della ricerca, Ben Strowbridge e Phillip Larimer, è stata l’osservazione che nelle persone colpite dall’epilessia che soffrono di disturbi della memoria risultano spesso danneggiate particolari cellule nervose chiamate astrociti, che si trovano nella regione del cervello coinvolta nella memoria, l’ippocampo. È stato studiando queste cellule che i ricercatori hanno osservato che riescono a mantenere una normale attività elettrica anche nei frammenti di tessuto prelevati dal cervello.
È così che i due studiosi hanno stimolato il tessuto cerebrale con degli elettrodi, dopodiché hanno verificato che le cellule nervose in provetta hanno conservato per 10 secondi la memoria dell’evento: una durata confrontabile a quella della memoria a breve termine immagazzinata anche dal cervello umano.
«È la prima volta - ha osservato Strowbridge - che sono state immagazzinate informazioni in frammenti attivi del tessuto cerebrale di un mammifero. Probabilmente non è un caso che siamo riusciti a dimostrare questo effetto nell’ippocampo, la regione cerebrale più associata con la memoria umana».
Una ricerca è stata condotta negli Stati Uniti, presso la Case Western Reserve University di Cleveland (Ohio) ha permesso l’osservazione della prima memoria in provetta in azione in cellule di ratto e ha permesso di individuare i circuiti che controllano la memoria a breve termine.
Come descritto descritta nell’edizione online della rivista Nature Neuroscience per la prima volta si sono così immagazzinati dei ricordi in frammenti di tessuto prelevati dal cervello e mantenendoli attivi.
La memoria a breve termine, capace di conservare informazioni molto semplici (come un numero di telefono da comporre) per un periodo massimo di 20 secondi, è uno dei tre tipi di memoria finora classificati. Gli altri due tipi riguardano la memoria a lungo termine, distinta in dichiarativa, che immagazzina fatti o ricorda eventi specifici; procedurale, come quella che conserva le istruzioni utili per suonare uno strumento o guidare l’automobile.
Punto di partenza dei due autori della ricerca, Ben Strowbridge e Phillip Larimer, è stata l’osservazione che nelle persone colpite dall’epilessia che soffrono di disturbi della memoria risultano spesso danneggiate particolari cellule nervose chiamate astrociti, che si trovano nella regione del cervello coinvolta nella memoria, l’ippocampo. È stato studiando queste cellule che i ricercatori hanno osservato che riescono a mantenere una normale attività elettrica anche nei frammenti di tessuto prelevati dal cervello.
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