Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
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Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: La Stampa
L'Islam a scuola divide la maggioranza. La proposta di introdurre un’ora di religione musulmana facoltiva e alternativa a quella cattolica porta la firma di Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico vicino al presidente della Camera Fini. La Lega insorge mentre dal Pd arrivano caute aperture.
Ffwebmagazine, periodico online della fondazione Farefuturo presieduta da Fini, difende la proposta precisando che non è «nè una novità nè una provocazione». «Non si comprende la natura delle polemiche che l’hanno accompagnata. Perchè se si vuole un islam moderato e integrato con la società italiana, e far emergere quel fenomeno sommerso dove prolifera la predicazione radicale, questo percorso non può che partire ed essere stimolato nel luogo dove ha inizio il percorso di ogni futuro cittadino: la scuola», prosegue l’articolo. «Eppure ogni volta che se ne parla sembra che questo sia il pretesto per intromettere nella discussione politica un elemento estraneo», si legge ancora.
Per Mario Ciampi, direttore di Farefuturo, «non porsi il problema significa lasciare la confusione che c’è e che a lungo andare insieme alla mancanza di integrazione potrebbe anche portare a problemi di ordine pubblico. Se non è questa la via per un italianizzazione dell’Islam occorre in ogni caso pensare a delle alternative credibili ed efficaci che consentano di coniugare la libertà religiosa con la piena integrazione degli immigrati di religione islamica nel nostro Paese». I finiani insomma insistono e incassano anche il sostegno di D'Alema. «L’ora di religione è un diritto anche perchè chi non la fa può optare per altre materie come educazione civica, quindi non capisco perchè a dei bambini di religione islamica si debba impedire come insegnamento alternativo quello della loro religione allargando, in pratica, un principio che già esiste a scuola» ha detto l'ex premier. «La proposta di Urso mi sembra un’ipotesi che possa trovare spazio nel nostro Paese».
Insorge invece la Lega. Di proposta «assurda» parla il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota: «Noi dobbiamo difendere la nostra identità, non cancellarla». E ancora: «Quella di avere una società multietnica a tutti i costi - dice l’esponente del Carroccio - è un’idea della sinistra. Bisognerebbe smetterla con le provocazioni». Castelli bolla come «strumentale e provocatoria» l'iniziativa di D'Urso e accusa i finiani di «seminare zizzania». Zaia ribalta l'idea di Urso e propone addirittura l'ora di «religione cattolica obbligatoria per gli islamici». Secondo il ministro «non si tratta di un processo di evengelizzazione ma di conoscenza e della nostra religione». Durissimo Federico Bricolo, presidente della Lega Nord al Senato: «Con la Lega Nord in questa maggioranza non potrà realizzarsi in nessun modo la proposta». Quanto ad Adolfo Urso, «ha voluto il posto come viceministro allo Sviluppo economico e quindi pensi a lavorare».
L’associazione degli Intellettuali Musulmani Italiani si dice «totalmente favorevole all’introduzione dell’ora facoltativa di religione islamica nelle scuole» e la proposta trova d'accordo anche il Vaticano. Il cardinale Renato Raffaele Martino, sottolinea che, assicurando i debiti «controlli», si tratterebbe, oltre che di un «diritto», di un meccanismo che permetterebbe di evitare che i giovani di religione islamica finiscano nel «radicalismo». «Se si ammettono gli immigrati, essi vengono con la loro cultura e la loro religione e devono inculturarsi nel paese dove arrivano», spiega il presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace. «A meno che non scelgano di convertirsi al cristianesimo - perché la libertà di religione è un principio sancito da Dichiarazione dei diritti dell’uomo - se scelgono di conservare la loro religione hanno diritto ad istruirsi nella loro religione», afferma il cardinal Martino. «È un loro diritto». Il porporato non manca di sottolineare il rischio che, in assenza di un’ora di Corano a scuola, i ragazzi di religione musulmana scelgano una scuola confessionale a rischio di influenze radicali. «Se c’è questo pericolo e se l’ora di religione musulmana è inserita in un sistema con tutti i controlli necessari - spiega - penso sia meglio che non andare a finire nel radicalismo».
Re: Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: la Repubblica
Introdurre nelle scuole pubbliche e private, un'ora di religione islamica facoltiva e alternativa a quella cattolica. Il viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, finiano doc, getta un sasso nei Dialoghi Asolani, il workshop delle fondazioni Farefuturo e Italianieuropei. E provoca una bufera. La Lega grida allo scandalo, anche parte del Pdl innalza un muro contro l'idea. Ma la Chiesa e D'Alema aprono alla discussione. Monsignor Domenico Mogavero, presidente della Commissione Affari giuridici della Cei non cestina la proposta.
"Partire dalla scuola". Spiega il promotore dell'iniziativa: "Ad insegnare l'ora d'Islam, dovrebbero essere docenti riconosciuti italiani, al limite anche imam a patto che abbiamo i requisiti e siano registrati in un apposito albo", mentre l'Unione delle comunità islamiche in Italia Ucoii, preferirebbe che all'insegnamento confessionale del Corano continuassero a provvederele comunità religiose.
L'ira della Lega. Contraria la Lega: da Roberto Castelli, senatore della Lega e viceministro alle Infrastrutture, che parla di "provocazione" ("Una proposta strumentale che arriva pochi giorni dopo l'attentato alla caserma di Milano per seminare zizzania"), al collega di partito Luca Zaia, ministro dell'Agricoltura, che rilancia con un'idea opposta: introdurre l'ora di religione cattolica obbligatoria per tutti gli studenti islamici. Critico anche Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl: "L'integrazione si ottiene promuovendo la nostra specifica identità".
D'Alema e Fini: "E' un diritto". L'idea trova invece riconoscimenti trasversali da Gianfranco Fini, presidente della Camera ("Una proposta di buon senso, per nulla scandalosa"), e dall'antico avversario politico Massimo D'Alema del Pd che non nasconde di essere d'accordo "anche se in un mondo ideale sarebbe opportuna un'ora di insegnamento di tutte le religioni insieme''.
L'apertura dalla Chiesa. Possibilista anche il Vaticano. Il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, aveva già in passato accarezzato l'idea di un'ora di Corano a scuola. Con i debiti "controlli", spiega, "eviterebbe che i giovani di religione islamica finissero nel radicalismo". Lo sostiene monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, città con forte immigrazione islamica, e presidente della Commissione Affari giuridici della Conferenza episcopale italiane, non cestina la proposta: "Nulla in contrario. Serve però un accordo preventivo tra Stato e comunità musulmane italiane". Tuona invece contro la proposta il cardinale Ersilio Tonini che definisce l'idea "impraticabile".
I dati. Il numero dei minori immigrati iscritti nelle scuole è sensibilmente aumentato negli ultimi 10 anni.
Nel Dossier sull'immigrazione redatto nel 2002 dalla Caritas su dati del ministero dell'Istruzione e dell'Interno, se agli inizi degli anni '90 i minori immigrati iscritti nelle scuole erano 25.756, nel 2000 erano 147.406 (con una crescita annuale di 28 mila studenti), di cui il 20% frequenta la scuola materna, il 44% le elementari, il 24% le medie e il 12% le superiori.
Sempre meno scelgono l'ora di religione. Nell'anno scolastico 2007-2008, secondo le cifre della Cei, il 91% degli studenti iscritti alle scuole statali, dalla materna alla superiori, ha scelto l'insegnamento della religione cattolica. Ma sempre più studenti preferiscono rinunciare all'ora di religione: in quindici anni, l'aumento è stato del 2,4%. Al Nord ha rinunciato il 14,5%, al Centro il 9,7% e al Sud l'1,7%. In Toscana la percentuale più alta pari al 17,8%; la più bassa in Campania l'1,3%.
Ultima modifica di Maurizio il Dom Ott 18, 2009 8:24 am - modificato 1 volta.
Re: Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: Ansa
E' polemica tra gli schieramenti sulla proposta del viceministro Adolfo Urso di istituire l'ora di religione islamica a suola. Il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia rilancia con l'ora di religione cattolica obbligatoria per tutti gli studenti islamici. "Serve a far capire a loro perché noi siamo così - spiega Zaia -; usando il linguaggio rugbystico, la proposta di Urso è una 'mischia al centro'. Il vero tema è obbligare gli islamici a studiare la nostra religione".
"La proposta Urso non merita nemmeno considerazione: bisogna prima parlare del sano principio di reciprocità tra Paesi: dove c'é una moschea ci dev'essere una chiesa", afferma Mario Baccini, leader dei Cristiano popolari PdL.
"Non si tratta di provocazione. Ma di una proposta politica condivisa tra settori della maggioranza e dell'opposizione", si legge su Ffwebmagazine, il periodico online della fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini. "Non si comprende, a questo punto, la natura delle polemiche".
"Vediamo la cosa in maniera molto positiva. Sarebbe l'occasione di far conoscere da un punto di vista laico a tutti gli studenti, non solo quelli musulmani, le specificità e le caratteristiche dell'Islam". Il vice presidente del Coreis, comunità religiosa islamica italiana, imam Yahya Pallavicini, promuove la proposta dell'ora di religione islamica nelle scuole lanciata ieri dal vice ministro Adolfo Urso e sposata oggi anche da Massimo D'Alema.
Ha dei dubbi Mario Scialoja, membro del Cda del Centro culturale islamico italiano: "Rappresenterebbe un problema costituzionale di uguaglianza con le altre religioni presenti nel nostro Paese", ha dicharato all'ANSA. "Personalmente sarei contentissimo, ma non la vedo facile. Bisognerebbe fare lo stesso con tutte le altre religioni".
Della stessa idea anche la Rete degli studenti medi, secondo cui se si fa l'ora di islam, si dovrebbe fare anche l'ora di cristianesimo ortodosso o quella di buddismo. E, aggiungono, si arriverebbe a una vera lottizzazione dell'istruzione da parte dei credi, in cui prevarrebbe tra l'altro la legge del più forte o della maggioranza.
Re: Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: Corriere della Sera
L’ora di religione? Cattolica, ma an­che islamica. L’idea è del vice­ministro Adolfo Urso, che propone l’introduzione nelle scuole pubbliche e private di una nuova materia, facoltati­va e alternativa a quella catto­lica, per evitare di lasciare i piccoli musulmani «nei ghet­ti delle madrasse e delle scuo­le islamiche integraliste». Si parla molto di Islam ad Asolo e non potrebbe essere diver­samente, visto che qui si svol­ge il workshop «Le nuove po­litiche per l’immigrazione», seconda edizione dei «Dialo­ghi asolani», laboratorio di confronto bipartisan animato dalle Fondazioni FareFuturo e ItalianiEuropei e dai rispetti­vi politici di riferimento, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema.«Eccoci qui ad Asolo, nel covo di congiurati», scherza Lucia Annunziata, riferendo­si ai timori di un patto tra­sversale che scardini l’attuale maggioranza e rivolgendosi all’intervistato Beppe Pisanu. «Domani ne arrivano altri due», risponde a tono l’ex mi­nistro. Che naturalmente ne­ga complotti: «Se il dialogo non viene praticato neanche nel buio di questa crisi, c’è davvero da temere per l’avve­nire del Paese».
PER ATTIRARE NELLE SCUOLE I RAGAZZI MUSULMANI - E il dialogo parte, con il segretario gene­rale di FareFuturo Urso: «Po­trebbe essere utile, per attira­re nei nostri istituti i ragazzi musulmani, prevedere un’ora di storia della religio­ne islamica». E gli insegnan­ti? Saranno imam? «Dovreb­bero essere docenti ricono­sciuti, italiani che parlano in italiano. Al limite anche imam, a patto che abbiano i requisiti e che siano registrati in un apposito albo. Stiamo parlando di insegnanti reclu­tati con criteri pubblici». Nel documento di ItalianiEuro­pei, a cura di Marcella Lucidi, sul tema ci si tiene più sul va­go, auspicando «una riflessio­ne non occasionale» e chie­dendo un insegnamento che «promuova la conoscenza del­la cultura e della religione di appartenenza dei ragazzi e delle loro famiglie». Urso ri­lancia anche l’idea di «classi miste temperate» e dice no al velo negli uffici pubblici.
NORME SULL'IMMIGRAZIONE - Ma è soprattutto sulle nor­me per l’immigrazione che si colgono grandi punti di con­vergenza. A leggere il paper di FareFuturo, a cura di Valen­tina Cardinali, si coglie subi­to un dissenso netto dalle po­sizione leghiste: «No a scon­tri di civiltà e no alla strumen­talizzazione delle paure». Ma si nota anche una divergenza con Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di essere contrario a un Paese «multietnico»: «L’Italia già da alcuni decenni è senza dubbio un paese mul­tietnico » spiega il dossier. Fa­reFuturo cita il progetto di legge bipartisan Granata-Sa­rubbi e lancia alcune propo­ste: cittadinanza dopo cinque anni, in cambio di esame di lingua e test di cultura, dirit­to di voto amministrativo, status giuridico a 10 anni per i figli di immigrati nati in Ita­lia, meno discrezionalità del­l’atto di concessione. Non che FareFuturo rinneghi le politiche di contrasto del go­verno, a partire dal reato di clandestinità e dai respingi­menti: «Ma sono solo una fac­cia della medaglia - spiega Ur­so - . Servono anche integra­zione e cittadinanza e dobbia­mo allargare le maglie sui flussi».Il dossier di ItalianiEuropei concorda in alcuni punti (cit­tadinanza, diritto di voto), in altri va oltre (cittadinanza su­bito ai figli degli stranieri na­ti in Italia) e lancia il concetto di «cittadinanza sociale», chiedendo di svincolare il per­messo di soggiorno dalla du­rata del contratto di lavoro. Non è escluso che oggi, pre­senti D’Alema e Fini, si ponga­no le basi per arrivare a un do­cumento congiunto.
Re: Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: Quotidiano Net
Si è aperto ad Asolo il workshop “Le nuove politiche per l`immigrazione. Sfide e opportunità”, secondo appuntamento dei Dialoghi Asolani, incontro annuale di dialogo bipartisan tra le fondazioni Farefuturo e Italianieuropei sui grandi temi di interesse nazionale.
Presentando i relativi documenti elaborati sul tema dell`immigrazione e della cittadinanza, le due fondazioni hanno avviato il confronto esponendo una serie di proposte.
"La risposta che deve dare l`Italia all`immigrazione come fenomeno ormai strutturale - ha dichiarato Mario Ciampi, direttore di Farefuturo, nell`introdurre i lavori - è una concezione dinamica e attiva della nazione e della sua cultura. Ciò che occorre - ha detto - è un nuovo patto nazionale che contemperi le esigenze dell`assimilazione con quelle del pluralismo culturale puntando ad uno spazio identitario condiviso. Occorre considerare la nazione come prodotto della sua storia anche recente, liberandola da quel residuo di nazionalismo che più o meno esplicitamente rischia di ostacolare ogni forma di integrazione".
Andrea Peruzy, segretario generale di Italianieuropei, ha ribadito che "l`immigrazione, come dice monsignor Angelo Scola, è uno di quegli accadimenti che non chiedono il permesso per accadere è che quindi è un evento assolutamente contemporaneo, della nostra civiltà, della nostra società, non arginabile e quindi va trattato nella sua complessità. È una grande sfida - ha detto - che l`Europa e l`Italia devono porsi e il piccolo contributo che pensiamo di dare con questo incontro è mettere insieme un`elaborazione e delle proposte che possano essere utili a questo progetto di lungo periodo".
Presentando il paper di Farefuturo, il Segretario generale della fondazione Adolfo Urso ha suggerito di "dare cittadinanza a chi nasce in Italia alla fine delle scuole elementari, oppure dopo cinque anni di residenza regolare a chi dimostra di conoscere la lingua italiana e di condividere i valori e i diritti costituzionalmente garantiti".
Ribadendo la sua contrarietà alle scuole coraniche, in quanto "fonte di ghettizzazione e di contrasto" e al "velo negli edifici pubblici, nelle scuole e nelle università" ha, invece, espresso favore per "l`introduzione dell`ora di religione islamica facoltativa nelle scuole pubbliche".
"Il governo - ha poi affermato - ha operato bene nel contrasto all`immigrazione clandestina ma nei respingimenti occorre garantire il rispetto dei diritti dei rifugiati, di quello comunitario e di quello internazionale. Occorre - ha detto - distinguere l`illegalità di accesso dall`illegalità di permanenza: un conto è infatti definire illegale chi entra nei confini di uno Stato in aperta violazione delle norme nazionali. Altro è la condivisione di chi, venuto in possesso dei requisiti legali, abbia perso lo status di legalità per motivazioni spesso a lui non imputabili".
Per Marcella Lucidi, responsabile Gruppo Immigrazione di Italianieuropei, che ha concluso la prima sessione del workshop, "l`immigrazione non è un`emergenza, ma un fatto epocale. Non siamo sotto assedio ed è dimostrato che gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani. Anzi, per entrambi è “doppio affare”.
L`immigrazione - ha spiegato- è un tema straordinario e difficile e pertanto bisogna diffidare delle risposte semplici, quelle determinate da una politica ambigua che produce scelte contraddittorie alternando ideologia e pragmatismo e per le quali gli immigrati irregolari oggi sono criminalizzati e domani regolarizzati".
LA LEGA CONTRARIA - "Mi sembra solo una provocazione. E’ un’idea che non va nemmeno presa in considerazione”. Così il vice ministro leghista alle Infrastrutture, Roberto Castelli, commenta la proposta lanciata ieri del vice ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso di istituire l’ora di religione islamica.
Secondo Castelli, “è una proposta strumentale. Penso che nemmeno ad Urso, a Fini e ai suoi importi nulla di questo problema. Perché privilegiare gli islamici e non altri gruppi che pure sono in Italia?” si chiede Castelli che aggiunge: E’ solo una provocazione. Guarda caso arriva pochi giorni dopo l’attentato di Milano, proprio per suscitare una nostra reazione e seminare zizzania. Sono giochini tristi e prevedibili. Mi viene in mente Follini”.
CONTROPROPOSTA DI ZAIA - Ora di religione cattolica obbligatoria per tutti gli studenti islamici: la proposta è del ministro dell’Agricoltura, il leghista Luca Zaia, che non solo boccia l’idea dell’ora di religione islamica a scuola avanzata da Adolfo Urso, ma rilancia. ‘’L’ora di religione cattolica obbligatoria per i musulmani nelle nostre scuole serve a far capire a loro perché noi siamo così - spiega Zaia - e quali sono i risultati del cristianesimo e cattolicesimo profondamente radicati nella nostra societa’.
L’ora di religione islamica? Usando il linguaggio rugbystico, la proposta di Urso è una ‘mischia al centro’. Il vero tema è obbligare gli islamici a studiare la nostra religione’’. ‘’Non è un processo di evengelizzazione - sostiene il ministro della Lega - ma di conoscenza e consapevolezza della nostra religione’’.
IL CARDINALE MARTINO DICE SI' - Il Vaticano apre all’ipotesi di una ora di religione musulmana a scuola e, per bocca del cardinale Renato Raffaele Martino, sottolinea che, assicurando i debiti “controlli”, si tratterebbe, oltre che di un “diritto”, di un meccanismo che permetterebbe di evitare che i giovani di religione islamica finiscano nel “radicalismo”.
“Se si ammettono gli immigrati, essi vengono con la loro cultura e la loro religione e devono inculturarsi nel paese dove arrivano”, spiega il presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace ad Apcom.
“A meno che non scelgano di convertirsi al cristianesimo - perché la libertà di religione è un principio sancito da Dichiarazione dei diritti dell’uomo - se scelgono di conservare la loro religione hanno diritto ad istruirsi nella loro religione”, afferma il cardinal Martino. “E’ un loro diritto”.
Il porporato non manca di sottolineare il rischio che, in assenza di un’ora di Corano a scuola, i ragazzi di religione musulmana scelgano una scuola confessionale a rischio di influenze radicali. “Se c’è questo pericolo e se l’ora di religione musulmana è inserita in un sistema con tutti i controlli necessari - spiega - penso sia meglio che non andare a finire nel radicalismo”. Il ‘ministro’ del Vaticano per le questioni attinenti alla Giustizia e la pace pone una condizione alla possibilità di introdurre l’ora di islam nella scuola pubblica: “E’ necessario che ci sia il numero sufficiente di alunni. Se c’è un solo bambino musulmano, è più opportuno che ci pensino i genitori”.
GLI INTELLETTUALI MUSULMANI - "Siamo totalmente favorevoli all’introduzione dell’ora facoltativa di religione islamica nelle scuole", dichiara Ahmad Gianpiero Vincenzo, presidente dell’associazione Intellettuali Musulmani Italiani, consulente per l’immigrazione della commissione Affari Costituzionali del Senato e membro dell’Assemblea Generale della Grande Moschea di Roma.
"Si tratterebbe in pratica di un primo passo per arrivare a quell’intesa con la comunità islamica, come previsto dall’articolo 8 della Costituzione - aggiunge Vincenzo - Naturalmente, gli insegnanti di religione islamica devono essere rigorosamente lontani da ogni condizionamento fondamentalista e su questo siamo in grado, assieme alla Grande Moschea di Roma, di fornire le più ampie garanzie. Non capiamo però le obiezioni che sono state mosse alla proposta di Urso e che ci sembrano solo manifestazioni d’ignoranza e d’inciviltà".
"D’ora in avanti - conclude Vincenzo - chiederemo un più rigoroso rispetto delle libertà fondamentali garantite dalla nostra Costituzione, unico modo per scongiurare la deriva razzista e islamofobica che sta subendo il nostro Paese".
Re: Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: Guide Supereva
Si discute sull’opportunità di introdurre l’ora di religione islamica nelle scuole. Prendiamo ad esempio la situazione della scuola primaria: come certamente saprete, settimanalmente le ore di Religione Cattolica sono due e giusto per parlare di laicità, ricordo agli incontentabili che “Cittadinanza e Costituzione” ha una sola ora a disposizione.
Il quesito che mi pongo è il seguente: per fare spazio equamente all’Islam si dovrebbero aggiungere altre due ore al già pesantissimo orario degli alunni o va decurtata una delle due ore per assegnarla all’altra fede?
Personalmente ritengo che già attualmente l’offerta formativa sia fortemente sbilanciata; un’esagerazione dare due ore settimanali alla religione mentre altre educazioni tipo motoria, musicale e artistica devono accontentarsi di solo un’ora ciascuna.
Chi ha pratica di bambini tra i banchi sa quanto siano necessari momenti di “decantazione” dell’impegno durante la giornata scolastica. Le “educazioni” citate sopra lo permettono contribuendo fortemente al loro sviluppo formativo e all’equilibrio psicofisico nella quotidianità.
Spero quindi che se l’idea passasse, al massimo siano utilizzate solo le ore già disponibili per la religione di qualsiasi fede e che non si aggiunga ulteriore permanenza a scuola o peggio, si tolga qualcosa ad altre discipline.
Quest’ultime come detto, già sono state penalizzate in favore di una cultura religiosa che, tra l’altro, vede per esempio, impegnata parallelamente la Chiesa nelle parrocchie fin dalla più tenera età dei bambini.
Re: Polemica sull'ora di religione islamica a scuola
Fonte: La Stampa
Il Pd, con in testa Massimo D’Alema, promuove la proposta avanzata dal ’finianò Adolfo Urso di introdurre l’insegnamento facoltativo dell’Islam nelle scuole. Un’iniziativa che, puntualizza la fondazione "Farefuturo" presieduta da Gianfranco Fini, «non è una provocazione», ma «una proposta politica condivisa tra settori della maggioranza e dell’opposizione». Lo stesso Fini non ci vede «nulla di scandaloso»: va nel senso della «coesione sociale» e «chiudere gli occhi significa essere miopi».
Ma la Lega e buona parte del Pdl non ci stanno. E nel centrodestra si apre un nuovo fronte di confronto interno, con le posizioni degli ex An in contrasto con quelle del resto del centrodestra. Ma anche qualche distinguo tra gli ex di Forza Italia con il senatore Lucio Malan che ricorda come una legge del 1930 preveda l’insegnamento di altre fedi. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco dalle pagine del Corriere della Sera si è detto contrario all’ora di religione islamica nelle scuole italiane, diversamente dal cardinale Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace, il quale aveva dato ieri parere favorevole.
«L’ora di religione è un diritto anche perchè chi non la fa può optare per altre materie come educazione civica, quindi non capisco perchè a dei bambini di religione islamica si debba impedire come insegnamento alternativo quello della loro religione allargando, in pratica, un principio che già esiste a scuola», ragiona Massimo D’Alema, secondo cui la proposta di Urso «può trovare spazio nel nostro Paese». Con Urso si schiera anche il socialista Riccardo Nencini, secondo cui l’insegnamento della religione islamica potrebbe essere associato nelle scuole a quello della storia.
Ma la Lega fa barricate. «Non lo permetteremo mai: noi le nostre radici cristiane le difenderemo fino in fondo», tuona il capogruppo del Carroccio al Senato Federico Bricolo, che invita Urso a «lavorare nel suo ministero, dove di cose da fare a sostegno dei nostri imprenditori e lavoratori ce ne sono tante; e la smetta di proporre le stesse cose di D’Alema e della sinistra». L’ora di religione islamica a scuola è «un giovedì, una mattata in un momento in cui non ne abbiamo bisogno», secondo il ministro Roberto Calderoli. «Abbiamo tanti problemi, anche relativi alla scuola e al bisogno di riformarla, alla crisi economica», afferma l’esponente del Carroccio, «affrontare ora temi come l’ora di religione è superfluo, tanto più che la nostra religione è cattolica, richiamata nella Costituzione, oggetto del Concordato all’articolo 9».
Nel Pdl i toni sono più soft, anche se in molti spingono con decisione sul ’nò alla proposta di Urso. «La trovo - sostiene Gaetano Quagliariello - una ripetizione stantia dei canoni del multiculturalismo, ricetta che in Europa è già fallita. Non si crea integrazione giustapponendo le culture e tanto meno affidando alla scuola pubblica compiti che non le spettano». Di proposta «irricevibile» parla anche Mario Baccini, puntando il dito sulla mancanza di reciprocità religiosa nei Paesi islamici, mentre Isabella Bertolini ritiene che questa iniziativa «apra anche un serio problema all’interno del Pdl». «Non passa giorno senza che qualcuno lanci idee fuori dal programma di governo che raccolgono sempre il plauso dell’opposizione e l’incredulità di chi non è di sinistra. Continuare su questa strada - aggiunge - porterà il Pdl ad allontanarsi dai propri valori e quindi anche dai propri elettori».
Caute anche le risposte dal mondo islamico. Se il Coreis infatti - per bocca del vice presidente, l’imam Yahya Pallavicini - promuove la proposta, Mario Scialoja, membro del Cda del Centro culturale islamico italiano, si mostra scettico. «Personalmente sarei contentissimo - dice - ma non la vedo facile: in Italia non ci sono solo cattolici e musulmani ma anche ebrei, induisti, buddisti e così via. E quindi bisognerebbe fare lo stesso con tutte le altre religioni».
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