150° Anniversario dell'Unità d'Italia
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150° Anniversario dell'Unità d'Italia
"Unità, non bestemmie separatiste"
La Stampa
«Le celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia - ha detto Giorgio Napolitano - hanno senso perchè l’Italia ha bisogno di più unità, di nuova e più forte coscienza unitaria», «un valore attuale che va ribadito di fronte a certe fantasticherie che si stanno sentendo in polemica con l’esigenza di una forte inequivoca celebrazione e riaffermazione dell’unità e indivisibilità dell’Italia». Napolitano ha ricordato che di «bestemmie separatiste» parlò già il grande meridionalista Giustino Fortunato alla fine dell’Ottocento, e queste bestemmie che negano il valore dello Stato unitario sono tornate varie volte.
Napolitano ha chiesto di «abbandonare pregiudizi e luoghi comuni attorno al Mezzogiorno e ai meridionali, atteggiamenti spregiativi che ignorano quel che il Mezzogiorno ha dato all’Italia in vari periodi storici, in particolare la ricchezza degli apporti della sua intellettualità e delle sue elite culturali, da De Sanctis a Croce, essenziali per l’unificazione del paese. Vecchi e nuovi atteggiamenti spregiativi e sommari impediscono di cogliere e trattengono dal riconoscere energie valide, che il Mezzogiorno presenta e su cui occorre far leva».
La Stampa
«Le celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia - ha detto Giorgio Napolitano - hanno senso perchè l’Italia ha bisogno di più unità, di nuova e più forte coscienza unitaria», «un valore attuale che va ribadito di fronte a certe fantasticherie che si stanno sentendo in polemica con l’esigenza di una forte inequivoca celebrazione e riaffermazione dell’unità e indivisibilità dell’Italia». Napolitano ha ricordato che di «bestemmie separatiste» parlò già il grande meridionalista Giustino Fortunato alla fine dell’Ottocento, e queste bestemmie che negano il valore dello Stato unitario sono tornate varie volte.
Napolitano ha chiesto di «abbandonare pregiudizi e luoghi comuni attorno al Mezzogiorno e ai meridionali, atteggiamenti spregiativi che ignorano quel che il Mezzogiorno ha dato all’Italia in vari periodi storici, in particolare la ricchezza degli apporti della sua intellettualità e delle sue elite culturali, da De Sanctis a Croce, essenziali per l’unificazione del paese. Vecchi e nuovi atteggiamenti spregiativi e sommari impediscono di cogliere e trattengono dal riconoscere energie valide, che il Mezzogiorno presenta e su cui occorre far leva».
Re: 150° Anniversario dell'Unità d'Italia
Nonostante tutte le considerazioni che si possono fare sul divario Nord-Sud, siamo e spero che resteremo per sempre un Paese unito.
Re: 150° Anniversario dell'Unità d'Italia
Tratto dal Sito Ufficiale :
Nel 2011 si celebra il 150° anniversario dello Stato o della Nazione?
Sulle pagine del Corriere della Sera del 20 settembre, Tommaso Padoa Schioppa propone un’interpretazione delle celebrazioni del 2011: «si celebrerà non la nascita della nazione italiana, bensì la fondazione dello Stato italiano».
Nazione e Stato, due concetti complessi (ma preziosi per comprendere la storia e interpretare l’attualità) che meriterebbero un approfondimento – così come ha precisato lo storico Sergio Luzzatto sul Sole 24 Ore, citando l’articolo dell’ex ministro – e trovano i propri fondamenti nelle riflessioni classiche del francesce Ernest Renan, secondo il quale “la Nazione è un plebiscito di tutti i giorni” (in una conferenza del 1882) e del tedesco Max Weber: lo Stato è quella comunità umana che, nei limiti di un determinato territorio, “ha conseguito il monopolio della forza fisica legittima come mezzo per l’esercizio della sovranità” (1919).
Partendo da tale assunto sono molte le domande proposte da Luzzatto: da “come e quando gli italiani hanno risposto sì al plebiscito metaforico della nazione”, a “cosa significa oggi per gli italiani l’idea di nazione” fino a “quando e dove lo stato italiano ha avuto il monopolio della forza fisica legittima”, per finire con “cosa dicono di noi e della nostra idea di stato alcune manifestazioni estreme come le ronde nelle città del Nord”.
Nel 2011 si celebra il 150° anniversario dello Stato o della Nazione?
Sulle pagine del Corriere della Sera del 20 settembre, Tommaso Padoa Schioppa propone un’interpretazione delle celebrazioni del 2011: «si celebrerà non la nascita della nazione italiana, bensì la fondazione dello Stato italiano».
Nazione e Stato, due concetti complessi (ma preziosi per comprendere la storia e interpretare l’attualità) che meriterebbero un approfondimento – così come ha precisato lo storico Sergio Luzzatto sul Sole 24 Ore, citando l’articolo dell’ex ministro – e trovano i propri fondamenti nelle riflessioni classiche del francesce Ernest Renan, secondo il quale “la Nazione è un plebiscito di tutti i giorni” (in una conferenza del 1882) e del tedesco Max Weber: lo Stato è quella comunità umana che, nei limiti di un determinato territorio, “ha conseguito il monopolio della forza fisica legittima come mezzo per l’esercizio della sovranità” (1919).
Partendo da tale assunto sono molte le domande proposte da Luzzatto: da “come e quando gli italiani hanno risposto sì al plebiscito metaforico della nazione”, a “cosa significa oggi per gli italiani l’idea di nazione” fino a “quando e dove lo stato italiano ha avuto il monopolio della forza fisica legittima”, per finire con “cosa dicono di noi e della nostra idea di stato alcune manifestazioni estreme come le ronde nelle città del Nord”.
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