Scambi di opinioni sul virus H1N1
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Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
ti quoto e ti stra quotoMaurizio ha scritto:Beh penso proprio di sì, i politici spesso pensano solo al loro bene e non a quello del Paesenevemania ha scritto:infatti,la gelmini non la vuole capire...quando la prenderà lei(io non gliela auguro) vedrai che farà subito chiudere le scuole!Maurizio ha scritto:Eh beh dai speriamo così sto più sul forum!nevemania ha scritto:io ribadisco di si, onde evitare,di diffondere l'influenza a tutti,anche se è una influenza normale, ma è meglio prevenire!Maurizio ha scritto:Quindi a mio avviso non sono opportune misure come la chiusura delle scuole... secondo meMaurizio ha scritto:L'influenza suina ha gli stessi sintomi della normale influenza (infatti anche la normale influenza può arrivare a 40/41°) e lo stesso decorso (si cura come l'influenza e spesso passa del tutto in pochi giorni); la vera differenza è la mortalità inferiore (quindi anche meno pericolosa) e una diffusione leggermente maggiore (il virus si trasmette da uomo a uomo, ma del resto questo avviene anche con l'influenza normale). Ha risvolti gravi solo nei soggetti già con altre indisposizioni croniche (e questo anche l'influenza normale)...
nevemania- Amministratore
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Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Credimi, io non sono il classico secchione, tanto che ho voti molto bassi in comportamento
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
in comportamento bassi, ma in materie alte...Maurizio ha scritto:Credimi, io non sono il classico secchione, tanto che ho voti molto bassi in comportamento
ora vado...a dopo
nevemania- Amministratore
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Piano vaccinazioni - Italia
LASTAMPA.it
Arrivare a vaccinare contro il virus H1N1 dell’influenza A, a conclusione della campagna, il 40% della popolazione. È l’obiettivo definito nell’ordinanza firmata oggi dal viceministro della Salute Feruccio Fazio, nella quale si stabilisce che le dosi saranno consegnate alle regioni dal 15 ottobre al 15 novembre e si indicano le categorie che riceveranno prioritariamente il vaccino: si parte da personale sanitario, pubblica sicurezza e protezione civile. Emanata l’attesa ordinanza sulle vaccinazioni contro l’influenza A, restano però dubbi da parte delle Regioni, che chiedono chiarimenti al ministero per quanto riguarda le date di avvio della campagna vaccinale sul territorio.
Intanto, il virus continua a mietere vittime nel mondo: oltre 3.200 i morti dall’inizio dell’epidemia secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, mentre il totale dei contagiati a livello mondiale sale a 50.470.
VACCINO CONSEGNATO DAL 15 OTTOBRE A 15 NOVEMBRE:
Il vaccino contro l’influenza A sarà distribuito alle Regioni e Province autonome nel periodo compreso fra il 15 ottobre e il 15 novembre 2009. A conclusione della campagna, si prevede la somministrazione del vaccino al 40% della popolazione.
MA LE REGIONI CHIEDONO CHIARIMENTI:
Le Regioni chiedono però un chiarimento «politico» sulla gestione dell’influenza A. A questo scopo sarebbe stata convocata per mercoledì prossimo 16 settembre una riunione tra Fazio e gli assessori regionali alla Sanità. Le Regioni avrebbero chiesto di sapere a partire da quando si potrà avviare la campagna vaccinale e chiedono una data che sia valida per tutto il territorio nazionale. Ciò al fine di evitare la possibilità che in alcune Regioni la campagna possa iniziare prima che in altre. Anche ieri Fazio ha detto che la campagna inizierà entro metà novembre, non escludendo però un suo anticipo.
PERSONALE SANITARIO E FORZE SICUREZZA PRIMI PER VACCINAZIONE:
I primi ad essere vaccinati in Italia contro l’influenza A saranno personale sanitario e socio-sanitario, personale delle forze di pubblica sicurezza e della protezione civile. Hanno la priorità nella vaccinazione anche «personale delle Amministrazioni, Enti e Società che assicurino i servizi pubblici essenziali» e i donatori di sangue periodici. L’ordinanza prevede che saranno vaccinate anche le donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza, persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni, inoltre «persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni, non incluse nei precedenti punti, sulla base degli aggiornamenti della scheda tecnica autorizzata dall’Emea o delle indicazioni che verranno fornite dal Consiglio Superiore di Sanità» e «persone tra i 18 e 27 anni, non incluse nei precedenti punti».
DA MEDICO DI BASE O ALLA ASL PER VACCINARSI:
Il vaccino sarà disponibile presso gli studi dei medici di famiglia, ed è ai medici di base, o eventualmente alle asl, che i cittadini che vorranno vaccinarsi dovranno dunque direttamente rivolgersi. Il vaccino non sarà cioè acquistabile in farmacia. Il vaccino sarà gratuito, ma sarà somministrato, nella prima fase, solo alle categorie individuate nell’ordinanza.
OMS, CHIUSURA SCUOLE MEGLIO A INIZIO EPIDEMIA:
L’eventuale chiusura delle scuole quale misura per rallentare la progressione dell’influenza A/H1N1 ha maggiori benefici se adottata «molto presto all’ inizio dell’epidemia», afferma oggi l’Oms, precisando però che la decisione di chiudere o meno le scuole è «complessa» e specifica ai contesti.
OLTRE 50.400 CONTAGIATI DA VIRUS E 3.200 MORTI NEL MONDO:
Il virus, secondo le stime dell’Oms, ha provocato almeno 3.205 decessi dallo scoppio dell’epidemia. L’aumento è di 368 morti rispetto ai dati della settimana scorsa (2.837). E sono 455 in Europa, 128 dei quali in Italia, i nuovi casi confermati di influenza A nelle ultime 24 ore secondo l’aggiornamento dei Centri europei per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Nelle ultime 24 ore il totale dei contagiati dal virus H1N1 è salito nel mondo a 50.470.
Arrivare a vaccinare contro il virus H1N1 dell’influenza A, a conclusione della campagna, il 40% della popolazione. È l’obiettivo definito nell’ordinanza firmata oggi dal viceministro della Salute Feruccio Fazio, nella quale si stabilisce che le dosi saranno consegnate alle regioni dal 15 ottobre al 15 novembre e si indicano le categorie che riceveranno prioritariamente il vaccino: si parte da personale sanitario, pubblica sicurezza e protezione civile. Emanata l’attesa ordinanza sulle vaccinazioni contro l’influenza A, restano però dubbi da parte delle Regioni, che chiedono chiarimenti al ministero per quanto riguarda le date di avvio della campagna vaccinale sul territorio.
Intanto, il virus continua a mietere vittime nel mondo: oltre 3.200 i morti dall’inizio dell’epidemia secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, mentre il totale dei contagiati a livello mondiale sale a 50.470.
VACCINO CONSEGNATO DAL 15 OTTOBRE A 15 NOVEMBRE:
Il vaccino contro l’influenza A sarà distribuito alle Regioni e Province autonome nel periodo compreso fra il 15 ottobre e il 15 novembre 2009. A conclusione della campagna, si prevede la somministrazione del vaccino al 40% della popolazione.
MA LE REGIONI CHIEDONO CHIARIMENTI:
Le Regioni chiedono però un chiarimento «politico» sulla gestione dell’influenza A. A questo scopo sarebbe stata convocata per mercoledì prossimo 16 settembre una riunione tra Fazio e gli assessori regionali alla Sanità. Le Regioni avrebbero chiesto di sapere a partire da quando si potrà avviare la campagna vaccinale e chiedono una data che sia valida per tutto il territorio nazionale. Ciò al fine di evitare la possibilità che in alcune Regioni la campagna possa iniziare prima che in altre. Anche ieri Fazio ha detto che la campagna inizierà entro metà novembre, non escludendo però un suo anticipo.
PERSONALE SANITARIO E FORZE SICUREZZA PRIMI PER VACCINAZIONE:
I primi ad essere vaccinati in Italia contro l’influenza A saranno personale sanitario e socio-sanitario, personale delle forze di pubblica sicurezza e della protezione civile. Hanno la priorità nella vaccinazione anche «personale delle Amministrazioni, Enti e Società che assicurino i servizi pubblici essenziali» e i donatori di sangue periodici. L’ordinanza prevede che saranno vaccinate anche le donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza, persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni, inoltre «persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni, non incluse nei precedenti punti, sulla base degli aggiornamenti della scheda tecnica autorizzata dall’Emea o delle indicazioni che verranno fornite dal Consiglio Superiore di Sanità» e «persone tra i 18 e 27 anni, non incluse nei precedenti punti».
DA MEDICO DI BASE O ALLA ASL PER VACCINARSI:
Il vaccino sarà disponibile presso gli studi dei medici di famiglia, ed è ai medici di base, o eventualmente alle asl, che i cittadini che vorranno vaccinarsi dovranno dunque direttamente rivolgersi. Il vaccino non sarà cioè acquistabile in farmacia. Il vaccino sarà gratuito, ma sarà somministrato, nella prima fase, solo alle categorie individuate nell’ordinanza.
OMS, CHIUSURA SCUOLE MEGLIO A INIZIO EPIDEMIA:
L’eventuale chiusura delle scuole quale misura per rallentare la progressione dell’influenza A/H1N1 ha maggiori benefici se adottata «molto presto all’ inizio dell’epidemia», afferma oggi l’Oms, precisando però che la decisione di chiudere o meno le scuole è «complessa» e specifica ai contesti.
OLTRE 50.400 CONTAGIATI DA VIRUS E 3.200 MORTI NEL MONDO:
Il virus, secondo le stime dell’Oms, ha provocato almeno 3.205 decessi dallo scoppio dell’epidemia. L’aumento è di 368 morti rispetto ai dati della settimana scorsa (2.837). E sono 455 in Europa, 128 dei quali in Italia, i nuovi casi confermati di influenza A nelle ultime 24 ore secondo l’aggiornamento dei Centri europei per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Nelle ultime 24 ore il totale dei contagiati dal virus H1N1 è salito nel mondo a 50.470.
Amuchina introvabile nei negozi della Provincia di Torino
LASTAMPA
Introvabile. Sui ripiani delle farmacie come sopra gli scaffali dei supermercati, da giorni, non esistono più blister di Amuchina gel. L’effetto «Influenza A» e le raccomandazioni che si sono moltiplicate da ministero, Regioni e Asl («Per scongiurare il contagio lavatevi spesso le mani») ha fatto sparire nell’arco di pochi giorni tutte le scorte disponibili. Del contenitore da 80 ml. di igienizzante pronto all’uso non esiste più traccia.
Inutile cercare. Ciò che resta si conta sulle dita di una mano. Al Pam di corso Bramante, il titolare del negozio, Pierpaolo Mancini, spiega che «è esaurita da dieci giorni. Facevamo rifornimento quotidiano, non ci sono più scorte».
Carrefour, Bennet, Gs, Iperbimbo. Tempo perso. «Il nostro fornitore - conferma il dottor Luciano Platter, presidente dei farmacisti torinesi - ha comunicato che non sono state più fatte consegne perché stanno lavorando giorno e notte per produrre nuovo disinfettante da ridistribuire in tutta Italia».
Una manna, dal punto di vista commerciale, questo allarme-influenza. Non mancano i flaconi né la confezione spray, ma la praticità non è la stessa e dunque restano sugli scaffali. Con il risultato che per il momento «non è possibile prevedere quando arriveranno nuove confezioni». Blister ideali per la borsetta, che probabilmente andranno di nuovo a ruba se il livello d’allarme resterà così alto.
E a proposito di allarme, Nino Boeti, consigliere regionale Pd, ha chiesto alla Regione di ripristinare il certificato medico obbligatorio per tornare in classe dopo un’influenza che costringa a oltre cinque giorni d’assenza da scuola.
«L’obbligo - dice Boeti - era stato eliminato nel 2008 da una legge regionale varata per sburocratizzare gli adempimenti dei cittadini e semplificare le procedure amministrative. Ora però la situazione è diversa: il pericolo di una pandemia con il nuovo virus e i timori per una sua diffusione su ampia scala consigliano di mettere in atto tutti gli adempimenti necessari per limitarne al massimo la diffusione».
Proposta analizzata e già respinta dalla Regione: «In questi mesi - risponde la presidente Bresso - sono circolate molte informazioni spesso contraddittorie, che hanno creato un clima di ingiustificato allarmismo, soprattutto tra i genitori». La Regione ha informato i dirigenti scolastici su caratteristiche e rischi della nuova influenza, «ma non si rende necessaria l’adozione di alcun comportamento o precauzione diversi da quelli adottati negli scorsi anni».
Introvabile. Sui ripiani delle farmacie come sopra gli scaffali dei supermercati, da giorni, non esistono più blister di Amuchina gel. L’effetto «Influenza A» e le raccomandazioni che si sono moltiplicate da ministero, Regioni e Asl («Per scongiurare il contagio lavatevi spesso le mani») ha fatto sparire nell’arco di pochi giorni tutte le scorte disponibili. Del contenitore da 80 ml. di igienizzante pronto all’uso non esiste più traccia.
Inutile cercare. Ciò che resta si conta sulle dita di una mano. Al Pam di corso Bramante, il titolare del negozio, Pierpaolo Mancini, spiega che «è esaurita da dieci giorni. Facevamo rifornimento quotidiano, non ci sono più scorte».
Carrefour, Bennet, Gs, Iperbimbo. Tempo perso. «Il nostro fornitore - conferma il dottor Luciano Platter, presidente dei farmacisti torinesi - ha comunicato che non sono state più fatte consegne perché stanno lavorando giorno e notte per produrre nuovo disinfettante da ridistribuire in tutta Italia».
Una manna, dal punto di vista commerciale, questo allarme-influenza. Non mancano i flaconi né la confezione spray, ma la praticità non è la stessa e dunque restano sugli scaffali. Con il risultato che per il momento «non è possibile prevedere quando arriveranno nuove confezioni». Blister ideali per la borsetta, che probabilmente andranno di nuovo a ruba se il livello d’allarme resterà così alto.
E a proposito di allarme, Nino Boeti, consigliere regionale Pd, ha chiesto alla Regione di ripristinare il certificato medico obbligatorio per tornare in classe dopo un’influenza che costringa a oltre cinque giorni d’assenza da scuola.
«L’obbligo - dice Boeti - era stato eliminato nel 2008 da una legge regionale varata per sburocratizzare gli adempimenti dei cittadini e semplificare le procedure amministrative. Ora però la situazione è diversa: il pericolo di una pandemia con il nuovo virus e i timori per una sua diffusione su ampia scala consigliano di mettere in atto tutti gli adempimenti necessari per limitarne al massimo la diffusione».
Proposta analizzata e già respinta dalla Regione: «In questi mesi - risponde la presidente Bresso - sono circolate molte informazioni spesso contraddittorie, che hanno creato un clima di ingiustificato allarmismo, soprattutto tra i genitori». La Regione ha informato i dirigenti scolastici su caratteristiche e rischi della nuova influenza, «ma non si rende necessaria l’adozione di alcun comportamento o precauzione diversi da quelli adottati negli scorsi anni».
Il viceministro Fazio non si vaccinerà
Fonte: LASTAMPA
Il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio si vaccinerà contro il virus per l’influenza stagionale, ma non con il vaccino per il virus dell’influenza A perchè non rientra tra le categorie a rischio. Lo ha detto lui stesso a margine di un convegno sui farmaci organizzato all’università di Milano-Bicocca. «Mi vaccinerò per l’influenza stagionale - ha spiegato Fazio - perchè ho più di 65 anni, ma non mi vaccinerò per l’influenza pandemica». Fazio ha inoltre sottolineato che il vaccino contro l’A H1N1 «sarà pronto presto, e come già detto, sempre tra il 15 ottobre e il 15 novembre. Non abbiamo motivo di pensare che ci siano ritardi importanti, ma anche se ci fossero, le prime dosi dovrebbero arrivare nei tempi previsti».
Da Milano il vice ministro della Salute lancia però un appello agli scienziati italiani, che non devono diffondere cifre sull’influenza A che possano destare allarmismo nella popolazione. «Dare numeri non è una buona idea - ha sottolineato Fazio - ed è anche molto difficile farlo. Le previsioni sui casi di influenza A vengono fatte su modelli matematici e parametri complessi. Ad esempio, calcolare in situazione di pandemia la mortalità basandosi sul numero di casi confermati è un errore: infatti in caso di pandemia si smette di confermare i casi». «I casi ritenuti reali - ha aggiunto - sono in realtà quelli sospetti, e non quelli confermati virologicamente. Invito quindi responsabilmente tutti gli scienziati che vogliono dire la loro a partecipare pure con le loro idee, ma devono evitare di diffondere allarmismo, e soprattutto lasciare che sia l’Istituto superiore di sanità a dare questo tipo di informazioni».
Intanto la paziente deceduta sabato a Messina per una grave polmonite causata dall’influenza A «è probabile sia la prima paziente italiana» a morire per il virus AH1N1. A dirlo è sempre Ferruccio Fazio. «Quando siamo venuti a sapere di questo decesso - ha commentato Fazio - ho contattato subito l’assessore alla Sanità della Sicilia, e abbiamo disposto un accertamento combinato. Sono quindi in Sicilia anche i nostri funzionari del ministero, che ci daranno risposte su questo caso, e attendiamo anche il risultato dell’autopsia. Possiamo però dire che è possibile, se non probabile, che in realtà questa sia la prima vittima italiana dell’influenza A». «Al momento attuale - ha precisato Fazio - non si sono verificate mutazioni nel virus A H1N1, e le evidenze dicono che l’andamento di questa influenza risulta essere più benigno del previsto. Credo che sia opportuno dare una comunicazione ai cittadini precisa e trasparente come ha fatto il governo sin dall’inizio. Noi teniamo dritta la barca, non abbiamo motivi di preoccupazione, e un episodio come quello della paziente di Messina ce lo attendevamo».
Il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio si vaccinerà contro il virus per l’influenza stagionale, ma non con il vaccino per il virus dell’influenza A perchè non rientra tra le categorie a rischio. Lo ha detto lui stesso a margine di un convegno sui farmaci organizzato all’università di Milano-Bicocca. «Mi vaccinerò per l’influenza stagionale - ha spiegato Fazio - perchè ho più di 65 anni, ma non mi vaccinerò per l’influenza pandemica». Fazio ha inoltre sottolineato che il vaccino contro l’A H1N1 «sarà pronto presto, e come già detto, sempre tra il 15 ottobre e il 15 novembre. Non abbiamo motivo di pensare che ci siano ritardi importanti, ma anche se ci fossero, le prime dosi dovrebbero arrivare nei tempi previsti».
Da Milano il vice ministro della Salute lancia però un appello agli scienziati italiani, che non devono diffondere cifre sull’influenza A che possano destare allarmismo nella popolazione. «Dare numeri non è una buona idea - ha sottolineato Fazio - ed è anche molto difficile farlo. Le previsioni sui casi di influenza A vengono fatte su modelli matematici e parametri complessi. Ad esempio, calcolare in situazione di pandemia la mortalità basandosi sul numero di casi confermati è un errore: infatti in caso di pandemia si smette di confermare i casi». «I casi ritenuti reali - ha aggiunto - sono in realtà quelli sospetti, e non quelli confermati virologicamente. Invito quindi responsabilmente tutti gli scienziati che vogliono dire la loro a partecipare pure con le loro idee, ma devono evitare di diffondere allarmismo, e soprattutto lasciare che sia l’Istituto superiore di sanità a dare questo tipo di informazioni».
Intanto la paziente deceduta sabato a Messina per una grave polmonite causata dall’influenza A «è probabile sia la prima paziente italiana» a morire per il virus AH1N1. A dirlo è sempre Ferruccio Fazio. «Quando siamo venuti a sapere di questo decesso - ha commentato Fazio - ho contattato subito l’assessore alla Sanità della Sicilia, e abbiamo disposto un accertamento combinato. Sono quindi in Sicilia anche i nostri funzionari del ministero, che ci daranno risposte su questo caso, e attendiamo anche il risultato dell’autopsia. Possiamo però dire che è possibile, se non probabile, che in realtà questa sia la prima vittima italiana dell’influenza A». «Al momento attuale - ha precisato Fazio - non si sono verificate mutazioni nel virus A H1N1, e le evidenze dicono che l’andamento di questa influenza risulta essere più benigno del previsto. Credo che sia opportuno dare una comunicazione ai cittadini precisa e trasparente come ha fatto il governo sin dall’inizio. Noi teniamo dritta la barca, non abbiamo motivi di preoccupazione, e un episodio come quello della paziente di Messina ce lo attendevamo».
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Da lunedì le Regioni avranno a disposizione i primi vaccini contro la nuova influenza, nel frattempo su quotidiani, radio e televisioni, il ministero rispolvera un testimonial «universale» come Topo Gigio, per dare il via alla campagna di comunicazione per la prevenzione del virus A-H1N1. Lo spot, presentato in una movimentata conferenza stampa, con il celebre pupazzo che saltellava sulle spalle del viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, e quelle del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, si incentra sui consigli per evitare i contagi: lavarsi spesso e bene le mani, coprirsi il naso e la bocca con fazzoletto se si starnutisce e buttarlo nella spazzatura; se ci si dimentica di lavare le mani, non toccare né occhi, naso o bocca; cambiare spesso l’aria in casa; in caso di febbre tosse raffreddore, restare a casa e chiamare il medico. La campagna di informazione servirà a «ridurre il più possibile i contagi e la pandemia», che avrà il suo picco di contagi nella fascia tra 40 e 50 anni. Intanto, la campagna di vaccinazione è alle porte. «In una settimana dalla spedizione alle Regioni il vaccino dovrebbe essere disponibile», ha annunciato Fazio, sottolineando che «le prime Regioni potrebbero cominciare a vaccinare tra una quindicina di giorni. È ipotizzabile che prima della fine di ottobre prenda il via la campagna, almeno per i servizi essenziali - ha affermato - cominciando quindi dalle categorie indicate nelle circolari». L’obiettivo del ministero è «eradicare il virus entro l’estate».La Stampa
Oggi, il ministero della Salute ha emanato una circolare alle Regioni e alle Province autonome che fornisce indirizzi in merito al ruolo dei Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta nel contesto della programmazione dei piani sanitari. Il documento suggerisce agli enti locali di considerare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta «quali attori privilegiati non solo per quanto riguarda il ruolo fondamentale che svolgono nella prevenzione, diagnosi e cura, ma anche per quello altrettanto importante relativo all’informazione sulla malattia e sulle misure per prevenirla».
L’appello di Fazio a tutti gli italiani è di «evitare di prendere d’assalto i pronto soccorso. Se uno ha dei sintomi, deve sentire il medico di famiglia, non deve preoccuparsi, non deve cercare i vaccini, perché se i vaccini fossero necessari noi avremmo fatto quella che si chiama vaccinazione di massa, estremamente complessa e violenta». Il viceministro ha ribadito ancora una volta che la strategia vaccinale adottata sarà capace di eradicare questa infezione senza troppi problemi. Le uniche situazioni «serie» in caso di contagio da virus A-H1N1 «quelle da prendere in considerazione sono i casi di persone con gravi difficoltà respiratorie; persone che manifestano disturbi polmonari».
E anche l’Ue prende provvedimenti per evitare i contagi. Dopo i flaconi di gel disinfettante distribuiti nei palazzi della Commissione europea a Bruxelles, sono apparsi sui muri dell’edificio manifestini che invitano i dipendenti ad avere il minimo possibile di contatti fisici per prevenire il rischio di contagio: oltre a contenere gli ormai comuni inviti a non uscire di casa se si è influenzati e a coprirsi la bocca con un fazzoletto «igienicamente conservato» se si tossisce o si starnutisce, si suggerisce anche di «non abbracciarsi, non baciarsi e non darsi la mano» quando ci si incontra.
In estremo Oriente, primo decesso per la nuova influenza, in Cina, dove i casi gravi accertati sono stati otto, mentre i contagi 21.400. Sospeso in Tunisia l’annuale pellegrinaggio alla Mecca (Hajj), previsto per novembre, per i rischi di diffusione, vista la scarsa disponibilità di vaccini. Ed è di oggi la notizia secondo cui un gruppo di ricercatori italiani ha testato un ’farmaco scudò che riduce anche del 50% i rischi di complicazioni respiratorie provocate in prevalenza dai virus dell’influenza e della nuova influenza, e da altri virus respiratori tipici della stagione fredda.
Le trappole per sconfiggere l'Influenza A
Fonte: La Stampa
Due vaccini, già approvati dall'Agenzia europea del farmaco - l’Emea - sono disponibili a soli 6 mesi dall'irrompere della nuova influenza A sulla scena mondiale. Non si può dire che si sia perso tempo, ma come si è arrivati a correre tanto velocemente? Lo sviluppo di un nuovo vaccino richiedeva non meno di 15 anni, fino a pochi anni fa.
Una prima accelerazione straordinaria è venuta dalle tecnologie che decifrano le mappe e le sequenze dei geni e dai computer che «digeriscono» e ordinano l'immensa mole di dati che fuoriesce da quelle macchine. Per dare un'idea della riduzione dei tempi, negli Anni 80, a volte, non bastava un anno per sequenziare un singolo gene. Ad aprile scorso l'intero genoma del virus H1N1 è stato svelato in un solo pomeriggio.
Ma la rivoluzione genomica non sarebbe forse stata sufficiente, se la paura per l'influenza aviaria non fosse intervenuta a imprimere un'altra forte accelerazione. Nel 1997 la comparsa a Hong Kong di un virus inedito - H5N1 di tipo A - e le sue periodiche riapparizioni seminano un panico forse eccessivo. Ma non tutto il male viene per nuocere: il mondo occidentale fa il punto sull'eventualità di dover produrre un vaccino di massa e scopre di essere impreparato.
Correre ai ripari
Nel 2003 negli Stati Uniti erano rimaste soltanto 2 o 3 ditte di vaccini, da una trentina che erano negli Anni 70. E soltanto una di quelle ditte produceva vaccini contro l'influenza. Perché tanta penuria? Le ragioni sono molte, ma ce n'è una scientifica che spiega molte cose.
«Isola il germe, uccidilo, iniettalo»: il principio empirico usato fin dai tempi di Pasteur per produrre vaccini aveva esaurito le sue «cartucce». Soprattutto non consentiva di rendere inoffensivi quei germi, come la meningite e l'influenza, che si presentano sempre con un «abito» differente e irriconoscibile.
Come correre ai ripari? Nel 2003 il governo degli Stati Uniti stanzia 7 miliardi di dollari per preparare il Paese a un'eventuale pandemia influenzale. Con quell'investimento (secondo alcuni osservatori, forse l'unica eredità positiva lasciata dall'amministrazione di George Bush) si sono fatti preparativi importanti, sperimentando vaccini inediti, provando metodi di produzione innovativi ed effettuando prove cliniche su decine di migliaia di persone. In poche parole, ci si è «allenati» alla prospettiva di un'eventuale pandemia di influenza umana.
I laboratori di Siena, da cui è uscito uno dei due vaccini appena approvati dall'Emea, si sono aggiudicati una parte considerevole di quei fondi, in considerazione della credibilità internazionale di cui godono (una risorsa strategica importante per il nostro Paese, se consideriamo che soltanto 8 nazioni, oltre all'Italia, dispongono di strutture industriali e di ricerca sui vaccini di questo livello e che diverse nazioni avanzate sono costrette ad acquistare i vaccini all'estero). Nell'ottenere quei fondi ha anche contato il fatto che a Siena si disponeva già nel 2003 di alcune tecnologie rilevanti per i vaccini, tra cui l'adiuvante MF59.
Test su 6 mila persone
L'MF59, una emulsione di olio naturale che aiuta il sistema immunitario ad accorgersi della presenza dell'antigene, è una delle componenti principali della ricetta del vaccino senese, preparato con le stesse procedure con cui si fabbricano i vaccini anti-influenzali stagionali, già utilizzati da oltre 45 milioni di persone negli ultimi 10 anni.
Il nuovo vaccino è già stato provato su più di 6 mila persone, dai 6 mesi ai 90 anni d'età, e i dati di efficacia e sicurezza sono rassicuranti: protegge già dopo una singola dose e gli eventuali effetti collaterali sono modesti. La confidenza nella sicurezza ha fatto sì che il vaccino senese sia l'unico a essere approvato per l'uso sotto i 3 anni di età.
I microbi, e in particolare i virus dell'influenza, sono in un certo senso molto più avanti di noi nella scala evolutiva. Ma anche noi, sfidati in continuazione da questi esserini velocissimi, capaci di adattarsi a ogni nuova opportunità, abbiamo fatto progressi straordinari, accrescendo le nostre difese in maniera impensabile fino a pochi anni fa. Tanto che un vaccino anti-influenzale che copra molti ceppi è vicino e un vaccino universale è una prospettiva possibile.
Modelli al computer
Grazie alle innovazioni dell'era genomica i vaccini non sono più preparati grezzi: sono diventati composti più sicuri ed efficaci, progettati tramite modelli al computer ed esperimenti di laboratorio. Ma il progresso nella ricerca sui vaccini è avvenuto in maniera molto veloce rispetto al nostro modo di ragionare, che di fronte alle novità a volte arranca.
È ora che il nostro «hard disk» mentale si aggiorni, perché ci sono paure ormai infondate da abbandonare e ottime opportunità per la nostra salute da cogliere.
Chi sono Lisa Vozza e Rino Rappuoli
RUOLI: VOZZA E’ BIOLOGA E DIVULGATRICE SCIENTIFICA. RAPPUOLI E’ DIRETTORE DELLA RICERCA NOVARTIS
IL LIBRO: «I VACCINI DELL’ERA GLOBALE» - ZANICHELLI
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Lele probabilmente ha l'Influenza A...
Speriamo guarisca presto!!
Speriamo guarisca presto!!
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Fonte: La Stampa
L’influenza A/H1N1 comincia la corsa verso il picco e lo fa con «un andamento capriccioso» che ricorda una delle pandemie del passato, l’Asiatica del 1957, con una diffusione a macchie di leopardo e il maggior numero di colpiti tra i bambini e i giovani con meno di 20 anni.
«La pandemia va progredendo e i tempi di sviluppo si sono andati intensificando nelle ultime due settimane», ha detto oggi il viceministro della Salute Ferruccio Fazio. Il picco è atteso in dicembre e per questo il ministero ha deciso di anticipare la vaccinazione di categorie a rischio (persone con gravi malattie croniche), donne dopo il terzo mese di gravidanza e bambini: saranno vaccinati adesso, insieme col personale addetto ai servizi essenziali.
COME L’ASIATICA
Nelle scuole sta succedendo qualcosa di simile a quanto è accaduto nell’inverno 1957, con l’Asiatica, ha detto il direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Giovanni Rezza. «Al momento - ha aggiunto - si registrano classi con molti casi e classi piene di alunni e nella grande maggioranza i casi sono di entità lieve». Sono «grappoli di casi» che stanno seguendo l’andamento «capriccioso» dell’Asiatica, «con numerosi casi nei bambini più piccoli delle scuole medie ed elementari e meno casi nei licei».
VERSO IL PICCO
La curva dei casi di influenza A «comincia a tendere verso il picco», ha detto l’assessore alla Sanità della Lombardia, Luciano Bresciani. «Proprio ieri - ha aggiunto - ha avuto inizio una curva che tende al picco pandemico e l’aumento dei casi nei giovani sotto i 14 anni». I ragazzi di questa fascia d’età che si rivolgono al pronto soccorso, ha aggiunto, «sono aumentati tre volte rispetto allo stesso periodo del 2008». L’arrivo del picco dell’influenza A in dicembre segna un «anticipo rispetto a quello dell’influenza stagionale, che generalmente avviene tra gennaio e febbraio», ha osservato Rezza.
VACCINO PRIMA POSSIBILE
Arrivare presto alla vaccinazione è la parola d’ordine, tanto che il ministero del Welfare ha deciso vaccinare contemporaneamente personale dei servizi essenziali, categorie a rischio e donne in gravidanza. Per Rezza «la parola d’ordine è vaccinare presto perchè a febbraio potrebbe essere troppo tardi». È importante vaccinare presto per non perdere gli effetti benefici della vaccinazione prima che la pandemia raggiunga il picco. «Vaccinare tempestivamente - ha aggiunto - può sicuramente modificare l’esito della pandemia».
IN ITALIA UNA SOLA DOSE VACCINO
«In Italia adottiamo una sola dose di vaccino per le persone di età compresa fra 10 e 60 anni», ha detto Fazio riferendosi alla recente nota dell’Agenzia europea per il controllo sui farmaci (Emea), secondo la quale è possibile somministrare agli adulti una sola dose del vaccino con l’adiuvante che ne potenzia l’efficacia.
UN ALTRO MORTO A NAPOLI
Una persona, affetta dall’influenza A, è deceduta oggi nell’ospedale Cotugno di Napoli. Colpito dal virus morto in seguito all’insorgere di complicanze. Ne ha dato conferma all’Ansa il direttore sanitario dell’ospedale partenopeo, Cosimo Maiorino. Si tratta di un medico, già in dialisi e con insufficienza renale. L'uomo era stato ricoverato al «Cotugno» di Napoli ieri sera in gravissime condizioni, con le patologie aggravate dal virus dell’influenza A H1N1. Si tratta del secondo decesso da contagio di questo virus nel capoluogo campano,ed anche nell’altro caso il paziente aveva un quadro clinico compromesso fortemente da altre malattie.
L’influenza A/H1N1 comincia la corsa verso il picco e lo fa con «un andamento capriccioso» che ricorda una delle pandemie del passato, l’Asiatica del 1957, con una diffusione a macchie di leopardo e il maggior numero di colpiti tra i bambini e i giovani con meno di 20 anni.
«La pandemia va progredendo e i tempi di sviluppo si sono andati intensificando nelle ultime due settimane», ha detto oggi il viceministro della Salute Ferruccio Fazio. Il picco è atteso in dicembre e per questo il ministero ha deciso di anticipare la vaccinazione di categorie a rischio (persone con gravi malattie croniche), donne dopo il terzo mese di gravidanza e bambini: saranno vaccinati adesso, insieme col personale addetto ai servizi essenziali.
COME L’ASIATICA
Nelle scuole sta succedendo qualcosa di simile a quanto è accaduto nell’inverno 1957, con l’Asiatica, ha detto il direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Giovanni Rezza. «Al momento - ha aggiunto - si registrano classi con molti casi e classi piene di alunni e nella grande maggioranza i casi sono di entità lieve». Sono «grappoli di casi» che stanno seguendo l’andamento «capriccioso» dell’Asiatica, «con numerosi casi nei bambini più piccoli delle scuole medie ed elementari e meno casi nei licei».
VERSO IL PICCO
La curva dei casi di influenza A «comincia a tendere verso il picco», ha detto l’assessore alla Sanità della Lombardia, Luciano Bresciani. «Proprio ieri - ha aggiunto - ha avuto inizio una curva che tende al picco pandemico e l’aumento dei casi nei giovani sotto i 14 anni». I ragazzi di questa fascia d’età che si rivolgono al pronto soccorso, ha aggiunto, «sono aumentati tre volte rispetto allo stesso periodo del 2008». L’arrivo del picco dell’influenza A in dicembre segna un «anticipo rispetto a quello dell’influenza stagionale, che generalmente avviene tra gennaio e febbraio», ha osservato Rezza.
VACCINO PRIMA POSSIBILE
Arrivare presto alla vaccinazione è la parola d’ordine, tanto che il ministero del Welfare ha deciso vaccinare contemporaneamente personale dei servizi essenziali, categorie a rischio e donne in gravidanza. Per Rezza «la parola d’ordine è vaccinare presto perchè a febbraio potrebbe essere troppo tardi». È importante vaccinare presto per non perdere gli effetti benefici della vaccinazione prima che la pandemia raggiunga il picco. «Vaccinare tempestivamente - ha aggiunto - può sicuramente modificare l’esito della pandemia».
IN ITALIA UNA SOLA DOSE VACCINO
«In Italia adottiamo una sola dose di vaccino per le persone di età compresa fra 10 e 60 anni», ha detto Fazio riferendosi alla recente nota dell’Agenzia europea per il controllo sui farmaci (Emea), secondo la quale è possibile somministrare agli adulti una sola dose del vaccino con l’adiuvante che ne potenzia l’efficacia.
UN ALTRO MORTO A NAPOLI
Una persona, affetta dall’influenza A, è deceduta oggi nell’ospedale Cotugno di Napoli. Colpito dal virus morto in seguito all’insorgere di complicanze. Ne ha dato conferma all’Ansa il direttore sanitario dell’ospedale partenopeo, Cosimo Maiorino. Si tratta di un medico, già in dialisi e con insufficienza renale. L'uomo era stato ricoverato al «Cotugno» di Napoli ieri sera in gravissime condizioni, con le patologie aggravate dal virus dell’influenza A H1N1. Si tratta del secondo decesso da contagio di questo virus nel capoluogo campano,ed anche nell’altro caso il paziente aveva un quadro clinico compromesso fortemente da altre malattie.
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Fonte: La Stampa
Mercurio bandito per sempre dai termometri, additivi pericolosi, rischi per le donne in gravidanza. Persino tracce di squalene, l’immuno-coadiuvante accusato di aver scatenato una nuova devastante sindrome ereditaria tra i militari nella Guerra dei Golfo. Quanta paura e quanti interrogativi attorno al vaccino contro l’Influenza A. Proprio nei giorni in cui, in tutta Italia, aumentano i casi nelle scuole, la percentuale di medici che ha scelto di essere vaccinata è bassissima. Circa il 5 per cento in Piemonte. Poco di più, per ora, nelle altre regioni. Scelta che tanti vedono come un suggerimento implicito alla prudenza, se non addirittura un allarme: «Meglio non fidarsi; è stato realizzato troppo presto e troppo in fretta».
«Con i miei assistiti ho un rapporto di fiducia e non mi sentirei di consigliare nulla di non abbastanza sperimentato, nel cui stato di conservazione compare il mercurio»: in Veneto la posizione del dottor Domenico Crisarà, oltre mille mutuati, fra cui 350 ultra sessantacinquenni, sta facendo discutere: «Manca meno di una settimana all’arrivo dei flaconi e noi medici di famiglia non sappiamo se dev’essere somministrato in una sola iniezione o in doppio richiamo». Spaventano i possibili rischi collaterali, certo non aiuta la richiesta di firmare il consenso informato prima dell’iniezione: «Prassi insolita», commenta Crisarà. Sono tre, per il momento, i vaccini «autorizzati» dall’Emea, Agenzia Europea per i medicinali. In Germania quasi tutti i medici avrebbero scelto il tipo senza adiuvante. Altro segnale d’allarme.
INCOGNITE IN GRAVIDANZA
Il professor Giorgio Vettori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Osterica (Sigo), parla chiaro: «Oggi non conosciamo la risposta immunitaria in gravidanza, ma sappiamo che in gravidanza i rischi di qualsiasi complicanza sono quattro o cinque volte superiori». Le future mamme «possono sottoporsi la vaccino, ma senza adiuvante». Il professore sostiene che «è bene siano vaccinate soprattutto le donne in attesa che hanno altri figli all’asilo o a scuola dove il virus circola, oppure donne in gravidanza che lavorano ancora, a contatto col pubblico».
IL CONSIGLIO DEL PEDIATRA
«Tutti i casi di influenza di questi giorni tra i bambini sono casi di influenza A-H1N1», dice il dottor Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana dei Medici Pediatri. Non ha dubbi: «In questa stagione mai visto così tante influenze tra i più piccoli, e l’epidemia della “stagionale” è ancora lontana». Già subissati di chiamate, dicono: «Nessun vaccino è esente da rischi, ma qualsiasi campagna vaccinale mette sul piatto della bilancia pro e contro. E l’Emea, sulla base di documentazione scientifica e sperimentazione, dice che il vaccino contro l’Influenza A può essere iniettato dai 6 mesi di vita in su». Il vero problema, semmai «è che l’influenza A c’è già, ma in molti casi bisogna ancora vaccinare: speriamo tardi il picco di contagio». E’ soprattutto sui bambini che i pareri sono contrastanti. Pediatri assolutamente favorevoli contro colleghi irremovibili nello scoraggiare i genitori. «La somministrazione del vaccino ai bambini - commenta il professor Gianni Bona, vicepresidente pro-vaccinzione della Società Italiana di Pediatria - è sempre stata considerata uno strumento per limitare il rischio di contagio tra adulti e anziani». I bimbi sono un ottimo veicolo di trasmissione: «Purtroppo i primi risultati in America dicono che l’efficacia del vaccino, per i bimbi, è più bassa di quanto si sperasse: 25 per cento il tipo senza adiuvante, 40 per cento quello con l’adiuvante».
ADIUVANTI E MERCURIO
Si chiama «Sindrome del Golfo», ed è attribuita a vaccini sperimentali che il Pentagono fece iniettare a tutti i militari che ebbero poi figli con gravi malformazioni e malattie incurabili. Oggi, su forum e blog si parla di nuovo di quella sindrome scatenata forse da un additivo - lo squalene - che aggira il sistema immunitario ed è contenuto in due dei tre tipi di vaccino contro la «A». Un pericolo reale? Il professor Giovanni Di Perri, infettivologo all’Università di Torino: «Le procedure di preparazione dei vaccini sono molto cambiate negli anni. Gli adiuvanti potenziano l’antigene specifico e la risposta dell’organismo, o servono a modulare il tempo di rilascio». Ma a quale prezzo? «Nel 2009 l’industria è molto attenta, anche per quanto riguarda l’uso del mercurio», è convinto Di Perri. Ricorda: «Anche danni gravi come l’encefalopatia scatenata molti anni fa dai vaccini contro la polio si scoprì che furono causati dalla natura stessa del vaccino, e non dagli additivi messi subito sotto accusa».
LA DIFFIDENZA DEI MEDICI
La percentuale dei medici che hanno deciso di sottoporsi al vaccino contro l’influenza A non aiuta. Non allontana i sospetti. Che cosa li preoccupa? Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, richiama i colleghi alla responsabilità, ma chiarisce: «Non facciamo confusione. Si è deciso subito che i medici sarebbero stati fra i primi a essere vaccinati. Ma nessuno ha mai detto: “Vaccinatevi perché l’influenza A è pericolosa”. Non temiamo vittime e non ci preoccupano neppure gli effetti del vaccino. Abbiamo detto ai medici di vaccinarsi perché, quando la pandemia sarà al picco dei contagi, non potremo permetterci di avere tra i malati decine di dottori che non potranno dare il loro aiuto».
Mercurio bandito per sempre dai termometri, additivi pericolosi, rischi per le donne in gravidanza. Persino tracce di squalene, l’immuno-coadiuvante accusato di aver scatenato una nuova devastante sindrome ereditaria tra i militari nella Guerra dei Golfo. Quanta paura e quanti interrogativi attorno al vaccino contro l’Influenza A. Proprio nei giorni in cui, in tutta Italia, aumentano i casi nelle scuole, la percentuale di medici che ha scelto di essere vaccinata è bassissima. Circa il 5 per cento in Piemonte. Poco di più, per ora, nelle altre regioni. Scelta che tanti vedono come un suggerimento implicito alla prudenza, se non addirittura un allarme: «Meglio non fidarsi; è stato realizzato troppo presto e troppo in fretta».
«Con i miei assistiti ho un rapporto di fiducia e non mi sentirei di consigliare nulla di non abbastanza sperimentato, nel cui stato di conservazione compare il mercurio»: in Veneto la posizione del dottor Domenico Crisarà, oltre mille mutuati, fra cui 350 ultra sessantacinquenni, sta facendo discutere: «Manca meno di una settimana all’arrivo dei flaconi e noi medici di famiglia non sappiamo se dev’essere somministrato in una sola iniezione o in doppio richiamo». Spaventano i possibili rischi collaterali, certo non aiuta la richiesta di firmare il consenso informato prima dell’iniezione: «Prassi insolita», commenta Crisarà. Sono tre, per il momento, i vaccini «autorizzati» dall’Emea, Agenzia Europea per i medicinali. In Germania quasi tutti i medici avrebbero scelto il tipo senza adiuvante. Altro segnale d’allarme.
INCOGNITE IN GRAVIDANZA
Il professor Giorgio Vettori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Osterica (Sigo), parla chiaro: «Oggi non conosciamo la risposta immunitaria in gravidanza, ma sappiamo che in gravidanza i rischi di qualsiasi complicanza sono quattro o cinque volte superiori». Le future mamme «possono sottoporsi la vaccino, ma senza adiuvante». Il professore sostiene che «è bene siano vaccinate soprattutto le donne in attesa che hanno altri figli all’asilo o a scuola dove il virus circola, oppure donne in gravidanza che lavorano ancora, a contatto col pubblico».
IL CONSIGLIO DEL PEDIATRA
«Tutti i casi di influenza di questi giorni tra i bambini sono casi di influenza A-H1N1», dice il dottor Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana dei Medici Pediatri. Non ha dubbi: «In questa stagione mai visto così tante influenze tra i più piccoli, e l’epidemia della “stagionale” è ancora lontana». Già subissati di chiamate, dicono: «Nessun vaccino è esente da rischi, ma qualsiasi campagna vaccinale mette sul piatto della bilancia pro e contro. E l’Emea, sulla base di documentazione scientifica e sperimentazione, dice che il vaccino contro l’Influenza A può essere iniettato dai 6 mesi di vita in su». Il vero problema, semmai «è che l’influenza A c’è già, ma in molti casi bisogna ancora vaccinare: speriamo tardi il picco di contagio». E’ soprattutto sui bambini che i pareri sono contrastanti. Pediatri assolutamente favorevoli contro colleghi irremovibili nello scoraggiare i genitori. «La somministrazione del vaccino ai bambini - commenta il professor Gianni Bona, vicepresidente pro-vaccinzione della Società Italiana di Pediatria - è sempre stata considerata uno strumento per limitare il rischio di contagio tra adulti e anziani». I bimbi sono un ottimo veicolo di trasmissione: «Purtroppo i primi risultati in America dicono che l’efficacia del vaccino, per i bimbi, è più bassa di quanto si sperasse: 25 per cento il tipo senza adiuvante, 40 per cento quello con l’adiuvante».
ADIUVANTI E MERCURIO
Si chiama «Sindrome del Golfo», ed è attribuita a vaccini sperimentali che il Pentagono fece iniettare a tutti i militari che ebbero poi figli con gravi malformazioni e malattie incurabili. Oggi, su forum e blog si parla di nuovo di quella sindrome scatenata forse da un additivo - lo squalene - che aggira il sistema immunitario ed è contenuto in due dei tre tipi di vaccino contro la «A». Un pericolo reale? Il professor Giovanni Di Perri, infettivologo all’Università di Torino: «Le procedure di preparazione dei vaccini sono molto cambiate negli anni. Gli adiuvanti potenziano l’antigene specifico e la risposta dell’organismo, o servono a modulare il tempo di rilascio». Ma a quale prezzo? «Nel 2009 l’industria è molto attenta, anche per quanto riguarda l’uso del mercurio», è convinto Di Perri. Ricorda: «Anche danni gravi come l’encefalopatia scatenata molti anni fa dai vaccini contro la polio si scoprì che furono causati dalla natura stessa del vaccino, e non dagli additivi messi subito sotto accusa».
LA DIFFIDENZA DEI MEDICI
La percentuale dei medici che hanno deciso di sottoporsi al vaccino contro l’influenza A non aiuta. Non allontana i sospetti. Che cosa li preoccupa? Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, richiama i colleghi alla responsabilità, ma chiarisce: «Non facciamo confusione. Si è deciso subito che i medici sarebbero stati fra i primi a essere vaccinati. Ma nessuno ha mai detto: “Vaccinatevi perché l’influenza A è pericolosa”. Non temiamo vittime e non ci preoccupano neppure gli effetti del vaccino. Abbiamo detto ai medici di vaccinarsi perché, quando la pandemia sarà al picco dei contagi, non potremo permetterci di avere tra i malati decine di dottori che non potranno dare il loro aiuto».
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
La Stampa
Salgono a cinque le vittime dell’influenza A a Napoli. Il 71enne deceduto nel primo pomeriggio a Napoli è il secondo medico morto nel capoluogo partenopeo dopo aver contratto la cosiddetta nuova influenza. L’uomo aveva ricoperto incarichi in strutture sanitarie ospedaliere e poi, per sopraggiunti limiti di età, era divenuto direttore sanitario di una struttura privata di Portici.
Soltanto lo scorso martedì era deceduto un altro medico, Claudio Petrè, 56 anni, chirurgo oncologico del Secondo Policlinico di Napoli. Il professionista aveva lavorato fino allo scorso venerdì in sala operatoria, poi i primi sintomi dell’influenza: febbre alta e problemi respiratori. La situazione si era ulteriormente aggravata nel paziente che era già in insufficienza renale. In meno di 24 ore presso l’ospedale Cotugno di Napoli sono deceduti tre pazienti: il primo un 65enne arrivato con serie complicanze da un altro nosocomio partenopeo, è spirato poco prima delle venti di ieri. Nel corso della notte, poi, è morto un 50enne ergastolano detenuto presso il carcere di Poggio Reale e nel primo pomeriggio di oggi il 71enne, direttore sanitario di Portici.
Ma su un punto i sanitari insistono: il virus H1N1 è solo una concausa perchè tutti i deceduti avevano un quadro clinico già compromesso. Le condizioni di Francesco Esposito erano già gravissime al momento del ricovero; il decesso è avvenuto poco dopo un’ora dal suo arrivo all’ospedale Cotugno. Il suo quadro clinico era compromesso: era affetto da una polmonite diffusa e aveva un referto di broncoaspirato per miceti. Nella notte, invece, la morte dell’altro ricoverato: Marcello Calì, arrivato direttamente dal carcere di Poggioreale di Napoli dov’era detenuto. L’uomo è stato ricoverato al Cotugno la sera di martedì, lo stesso giorno in cui è deceduto il medico Petrè. Calì era gravemente obeso, diabetico e affetto da broncopneuomatia cronica ostruttiva e cardiopatia post ischemica.
Sono altri quattro i casi ricoverati che destano preoccupazione. «Sono tutti sotto controllo - ha detto Antonio Giordano, direttore generale dell’ospedale Cotugno - e hanno tutti quadri clinici complessi. Per loro la prognosi resta riservata». Tra i quattro anche la donna di 32 anni arrivata al centro per le malattie infettive dopo aver partorito. Intanto, tra i corridoi del nosocomio napoletano il personale medico e infermieristico e le guardie giurate girano con le mascherine. «Qui è prassi - racconta una guardia giurata - la preoccupazione di contrarre il virus c’è». In molti oggi sono arrivati all’accettazione del nosocomio per sospetta influenza. Tutti sono stati rimandati a casa perchè, nonostante la diagnosi di influenza A, le loro condizioni sono state definite buone. «Mi hanno detto di tenere il ragazzo in isolamento per otto giorni - ha affermato Anna Claridi, del quartiere Soccavo di Napoli, zia di un diciassettenne che ha contratto la nuova influenza - lo rimandano a casa perchè non è grave e per fortuna non ha altre patologie». Intanto gli esperti, come Maria Triassi, componente del comitato pandemico della Regione Campania, continuano a rassicurare: «La mortalità dell’influenza A per complicazioni è ancora inferiore a quella per complicazioni dell’influenza stagionale».
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
LaStampa
Gli atleti in partenza per le Olimpiadi e le Paraolimpiadi di Vancouver saranno vaccinati contro la nuova influenza. Lo ha annunciato il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, sottolineando che la preoccupazione è quella di «garantire la rappresentanza italiana». «Vaccineremo - ha detto - gli atleti che vanno a febbraio alle Olimpiadi e alle Paraolimpiadi di Vancouver, per garantire la rappresentanza italiana. Voglio sottolineare - ha aggiunto - che vaccineremo questi atleti non perchè ci siano reali rischi di salute ma per motivi di carattere sociale».
«Il viceministro - ha commentato Gianni Petrucci, presidente del Coni, che ha partecipato alla conferenza stampa nella sede del ministero - è stato chiaro: diamo la precedenza alle Olimpiadi. Sul resto poi vedremo. Fazio ha indicato una scala di priorità e il mondo dello sport non è ai primi posti, perciò ho fatto un appello ai nostri medici a non fare dichiarazioni a effetto che lasciano il tempo che trovano». Il riferimento implicito era al medico della Nazionale, Enrico Castellacci, che qualche giorno fa aveva chiesto a Fazio di inserire tra le categorie da vaccinare subito anche quella dei calciatori. Mentre in Inghilterra sale l’allarme l’Italia dunque prosegue sulla linea della cautela, e la federazione medico sportiva precisa: non c’è pericolo che lasci pensare a una via privilegiata per i calciatori.
In Inghilterra, intanto, è stato vietato ai calciatori di sputare in campo. Secondo gli esperti il virus H1N1 si trasmette con maggiore facilità attraverso la saliva, da qui la raccomandazione della Health Protection Agency ai giocatori della Premier League di evitare - soprattutto in questo periodo - gli sputi in campo. Dopo i tre casi registrati tra i tesserati del Blackburn, anche il Bolton ha reso noto che quattro suoi giocatori sono stati contagiati dal virus influenzale.
L'influenza scuote lo sport anche in Spagna: tredici giocatori del Betis Siviglia sono stati colpiti, tanto da costringere la squadra a chiedere alla Federcalcio spagnola un rinvio della partita di Liga di domenica contro il Villarreal per mancanza di uomini in campo e rischio di contagio. A darne notizia ai media è stato oggi il legale del club andaluso, Manuel Castao, che ha presentato nel pomeriggio la richiesta alla Real Federacion de Futbol, allegando i certificati medici dei giocatori.
Nel lungo elenco dei contagiati dal virus A/H1N1 Rivas, Nelson, Sunny, Nano, Dani, Fernando Vega, Sergio Garcia, Carlos Garcia, Israel, Juande, Pavone, Caffa ed Eman. E, come se non bastasse, ci sono altri giocatori fuori gioco per lesioni, per cui alla conta dei validi da schierare in campo restano solo 7 calciatori ancora indenni dal virus. Nella richiesta del legale della squadra, oltre alle certificazioni mediche, sono stati indicati anche i possibili rischi di contagio. Il club aspetta la risposta della Federcalcio entro mezzogiorno di domani.
Da parte sua, il capo del servizi medici del Betis, Tomas Calero, in dichiarazioni ai media ha spiegato che il club si è messo in contatto con le autorità sanitarie per conoscere il protocollo da seguire in questi casi. Un protocollo che prevede sette giorni di isolamento, il periodo stimato per l’incubazione del virus. «Abbiamo sollecitato la sospensione degli allenamenti per almeno tre giorni e abbiamo convocato la squadra per informarla e chiarire tutti gli eventuali dubbi sul processo virale», ha spiegato Calero. Ma l’epidemia, che si è estesa nelle ultime ore, potrebbe non limitarsi ai 13 calciatori finora colpiti dall’influenza.
Calero ha confermato che tutti i membri della squadra di prima divisione che hanno avuto contatto con o contagiati hanno presentato qualche sintomo dell’influenza. A tutti sono stati prelevati campioni di sudore che sono stati analizzati e all’intera squadra è stato somministrato Tamiflu, il farmaco antinfluenzale che per protocollo terapeutico viene impiegato in Spagna contro l’influenza A.
Gli atleti in partenza per le Olimpiadi e le Paraolimpiadi di Vancouver saranno vaccinati contro la nuova influenza. Lo ha annunciato il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, sottolineando che la preoccupazione è quella di «garantire la rappresentanza italiana». «Vaccineremo - ha detto - gli atleti che vanno a febbraio alle Olimpiadi e alle Paraolimpiadi di Vancouver, per garantire la rappresentanza italiana. Voglio sottolineare - ha aggiunto - che vaccineremo questi atleti non perchè ci siano reali rischi di salute ma per motivi di carattere sociale».
«Il viceministro - ha commentato Gianni Petrucci, presidente del Coni, che ha partecipato alla conferenza stampa nella sede del ministero - è stato chiaro: diamo la precedenza alle Olimpiadi. Sul resto poi vedremo. Fazio ha indicato una scala di priorità e il mondo dello sport non è ai primi posti, perciò ho fatto un appello ai nostri medici a non fare dichiarazioni a effetto che lasciano il tempo che trovano». Il riferimento implicito era al medico della Nazionale, Enrico Castellacci, che qualche giorno fa aveva chiesto a Fazio di inserire tra le categorie da vaccinare subito anche quella dei calciatori. Mentre in Inghilterra sale l’allarme l’Italia dunque prosegue sulla linea della cautela, e la federazione medico sportiva precisa: non c’è pericolo che lasci pensare a una via privilegiata per i calciatori.
In Inghilterra, intanto, è stato vietato ai calciatori di sputare in campo. Secondo gli esperti il virus H1N1 si trasmette con maggiore facilità attraverso la saliva, da qui la raccomandazione della Health Protection Agency ai giocatori della Premier League di evitare - soprattutto in questo periodo - gli sputi in campo. Dopo i tre casi registrati tra i tesserati del Blackburn, anche il Bolton ha reso noto che quattro suoi giocatori sono stati contagiati dal virus influenzale.
L'influenza scuote lo sport anche in Spagna: tredici giocatori del Betis Siviglia sono stati colpiti, tanto da costringere la squadra a chiedere alla Federcalcio spagnola un rinvio della partita di Liga di domenica contro il Villarreal per mancanza di uomini in campo e rischio di contagio. A darne notizia ai media è stato oggi il legale del club andaluso, Manuel Castao, che ha presentato nel pomeriggio la richiesta alla Real Federacion de Futbol, allegando i certificati medici dei giocatori.
Nel lungo elenco dei contagiati dal virus A/H1N1 Rivas, Nelson, Sunny, Nano, Dani, Fernando Vega, Sergio Garcia, Carlos Garcia, Israel, Juande, Pavone, Caffa ed Eman. E, come se non bastasse, ci sono altri giocatori fuori gioco per lesioni, per cui alla conta dei validi da schierare in campo restano solo 7 calciatori ancora indenni dal virus. Nella richiesta del legale della squadra, oltre alle certificazioni mediche, sono stati indicati anche i possibili rischi di contagio. Il club aspetta la risposta della Federcalcio entro mezzogiorno di domani.
Da parte sua, il capo del servizi medici del Betis, Tomas Calero, in dichiarazioni ai media ha spiegato che il club si è messo in contatto con le autorità sanitarie per conoscere il protocollo da seguire in questi casi. Un protocollo che prevede sette giorni di isolamento, il periodo stimato per l’incubazione del virus. «Abbiamo sollecitato la sospensione degli allenamenti per almeno tre giorni e abbiamo convocato la squadra per informarla e chiarire tutti gli eventuali dubbi sul processo virale», ha spiegato Calero. Ma l’epidemia, che si è estesa nelle ultime ore, potrebbe non limitarsi ai 13 calciatori finora colpiti dall’influenza.
Calero ha confermato che tutti i membri della squadra di prima divisione che hanno avuto contatto con o contagiati hanno presentato qualche sintomo dell’influenza. A tutti sono stati prelevati campioni di sudore che sono stati analizzati e all’intera squadra è stato somministrato Tamiflu, il farmaco antinfluenzale che per protocollo terapeutico viene impiegato in Spagna contro l’influenza A.
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
http://www.lastampa.it/
Un altro morto in Campania per l’Influenza A, il 18esimo in Italia. Si tratta di un musicista di 37 anni, Ferdinando Lettieri, che aveva patologie pregresse, morto nella Rianimazione dell’Ospedale di Salerno "San Giovanni Di Dio e Ruggi d’Aragona". L’uomo era residente ad Altavilla Silentina.
Lettieri era un musicista. Suonava la tromba e viveva con la madre e uno dei suoi sei fratelli ad Altavilla Silentina. Due anni fa era stato sottoposto a un trapianto di reni. La febbre, con temperature elevate, lo aveva colpito nel week end scorso, ed era stato ricoverato nel reparto di Nefrologia dell’ospedale di Salerno "San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona"; ieri il peggioramento delle condizioni generali e il trasferimento in Rianimazione, con respirazione assistita. Lettieri è morto nel corso della notte. È il primo decesso collegato all’influenza AH1N1 fuori da Napoli.
Al momento sono 18 le vittime accertate in Italia del virus A, nove solo in Campania. Negativo ai test, invece, il bambino deceduto ieri all’ospedale romano San Pietro. «Nessun allarmismo», è l’appello del sottosegretario Paolo Bonaiuti. E anche il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio lancia un messaggio tranquillizzante: «I morti - spiega Fazio - ci sono da noi, ma ci sono molti di più in altri Paesi: 44 in Francia, 177 in Inghilterra e molti ancora in Spagna. Da noi ci sono morti in percentuali minori di altri Paesi». Secondo Fazio «le categorie a rischio andrebbero vaccinate al più presto possibile» soprattutto coloro che sono «affetti da patologie gravi» perchè «muore chi sviluppa una polmonite interstiziale. Fino ad ora solo due persone che non presentavano malattie gravi sono decedute. Su queste stiamo facendo accertamenti».
Un chiarimento con le Regioni sui vaccini è previsto giovedì prossimo in Conferenza Stato-Regioni. Intanto, l’Aduc lancia l’allarme: attenzione ai falsi prodotti che pretendono di diagnosticare, prevenire, mitigare, trattare o curare il virus H1N1. Letteralmente sotto assedio i medici di famiglia: secondo un sondaggio della Fimmg, sono tre milioni gli italiani che ogni giorno si fanno visitare, ben un milione in più rispetto ai periodi normali. Con un aumento del 30% delle visite domiciliari e di quelle a studio e del 40% delle telefonate.
Un altro morto in Campania per l’Influenza A, il 18esimo in Italia. Si tratta di un musicista di 37 anni, Ferdinando Lettieri, che aveva patologie pregresse, morto nella Rianimazione dell’Ospedale di Salerno "San Giovanni Di Dio e Ruggi d’Aragona". L’uomo era residente ad Altavilla Silentina.
Lettieri era un musicista. Suonava la tromba e viveva con la madre e uno dei suoi sei fratelli ad Altavilla Silentina. Due anni fa era stato sottoposto a un trapianto di reni. La febbre, con temperature elevate, lo aveva colpito nel week end scorso, ed era stato ricoverato nel reparto di Nefrologia dell’ospedale di Salerno "San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona"; ieri il peggioramento delle condizioni generali e il trasferimento in Rianimazione, con respirazione assistita. Lettieri è morto nel corso della notte. È il primo decesso collegato all’influenza AH1N1 fuori da Napoli.
Al momento sono 18 le vittime accertate in Italia del virus A, nove solo in Campania. Negativo ai test, invece, il bambino deceduto ieri all’ospedale romano San Pietro. «Nessun allarmismo», è l’appello del sottosegretario Paolo Bonaiuti. E anche il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio lancia un messaggio tranquillizzante: «I morti - spiega Fazio - ci sono da noi, ma ci sono molti di più in altri Paesi: 44 in Francia, 177 in Inghilterra e molti ancora in Spagna. Da noi ci sono morti in percentuali minori di altri Paesi». Secondo Fazio «le categorie a rischio andrebbero vaccinate al più presto possibile» soprattutto coloro che sono «affetti da patologie gravi» perchè «muore chi sviluppa una polmonite interstiziale. Fino ad ora solo due persone che non presentavano malattie gravi sono decedute. Su queste stiamo facendo accertamenti».
Un chiarimento con le Regioni sui vaccini è previsto giovedì prossimo in Conferenza Stato-Regioni. Intanto, l’Aduc lancia l’allarme: attenzione ai falsi prodotti che pretendono di diagnosticare, prevenire, mitigare, trattare o curare il virus H1N1. Letteralmente sotto assedio i medici di famiglia: secondo un sondaggio della Fimmg, sono tre milioni gli italiani che ogni giorno si fanno visitare, ben un milione in più rispetto ai periodi normali. Con un aumento del 30% delle visite domiciliari e di quelle a studio e del 40% delle telefonate.
Influenza A, indaga la procura. Sì al vaccino in tutte le Regioni
Fonte: La Stampa
L'Italia continua a fare i conti con il virus, mentre il governo rilancia l'invito a non lasciarsi sopraffare dal panico perchè l'influenza, allo stato attuale, è nettamente meno pericolosa di quella tradizionale e arriva il via libera al vaccino in tutte le Regioni.
Una vittima a Desio
Questa mattina una bambina di sette anni, affetta da una grave disabilità, è morta all’ospedale di Desio. La piccola, residente a Lentate sul Seveso, era stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva il 31 ottobre scorso per una grave forma di broncopolmonite. A questo quadro clinico si è aggiunto il virus dell’influenza H1N1. Le sue condizioni si sono progressivamente aggravate e ieri notte sono subentrate gravi complicazioni ai bronchi e ai polmoni che hanno portato alla morte.
L'indagine a Roma
La procura di Roma ha aperto fascicoli processuali per fare luce sulle morti avvenute ieri, dopo aver preso l’ influenza A, di Chantal Carleo, 18 anni già sofferente di fibrosi cistica, deceduta all’ospedale Bambino Gesù, e del tecnico radiologo Maurizio Scavizzi di 58 anni, affetto da obesità, morto all’ospedale Spallanzani.
Gli accertamenti sono stati avviati dal pm Paolo D’Ovidio il quale procede, per il momento contro ignoti, per omicidio colposo. A determinare l’apertura dei fascicoli sono state altrettante denunce presentate alla polizia dai familiari delle due persone morte. In entrambe le azioni penali si lamentano difetti di assistenza ed atteggiamenti negligenti da parte del personale sanitario nei confronti dei due pazienti. Oggi il pm ha affidato ai medici legali Giorgio Bolino e Antonio Oliva l’incarico di eseguire le autopsie sulle due salme. Non è escluso che, per integrare gli accertamenti autoptici, possano essere nominati anche un infettivologo ed un immunologo.
Il caso Campania
Napoli e la Campania sono attrezzate per gestire l’emergenza dell’influenza A. Parola del viceministro della Salute Ferruccio Fazio, oggi in visita a Napoli per fare il punto della situazione. «La sanità campana - ha detto - non è in buone condizioni, ma questo lo sappiamo, altrimenti non sarebbe stata commissariata. Non sono venuto, però, per dare un giudizio sulla sanità della Campania nel suo complesso, ma sono venuto per verificare l’emergenza dell’influenza, che sta creando molta apprensione». Uno stato di agitazione dovuto in parte, spiega il viceministro, alla «percezione di avere una sanità non ai massimi livelli, cosa che crea preoccupazioni». I reparti di rianimazione e gli ospedali che ha visitato - Cotugno, Monaldi e Nuovo Policlinico - sono «straordinariamente efficienti». «Vi assicuro che i reparti di rianimazione del Monaldi e del Nuovo Policlinico - ha affermato - non solo sono allo stesso livello dei migliori reparti italiani, ma probabilmente anche meglio».
«Ho visitato il Cotugno, un buon ospedale per le malattie infettive - ha aggiunto - ha una situazione alberghiera sicuramente migliorabile, ha però buone competenze». Fazio ha inoltre incontrato molti medici di base e assicura che «se in passato incomprensioni ci sono state ora non ci sono più». «Devo dire - ha precisato - che non solo esiste la disponibilità di tutto il personale medico che lavora sul territorio, ma anche una buona sintonia con gli amministratori della sanità regionale».
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Fanno troppe storie per una cosa simile..
cucciolina 90- Outsider
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Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Mia madre mi segnala un'intervista fatta stamattina ai "FATTI VOSTRI" dove si diceva chiaramente che si sta indagando sulla morte di una fanciulla alla quale era stato somministrato il vaccino contro l'H1N1:
l'asl dice che sia morta perchè aveva ormai contratto il virus: in realtà sussiste la possibilità ( venuta a galla da prove di laboratorio) che uno degli eccipienti contenuto nel vaccino per fare in modo di rendere inattivo il virus fosse proprio il terribile Hg ( mercurio).... ricordo che il mercurio è un veleno potente per il nostro organismo!!!
l'asl dice che sia morta perchè aveva ormai contratto il virus: in realtà sussiste la possibilità ( venuta a galla da prove di laboratorio) che uno degli eccipienti contenuto nel vaccino per fare in modo di rendere inattivo il virus fosse proprio il terribile Hg ( mercurio).... ricordo che il mercurio è un veleno potente per il nostro organismo!!!
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Ecco alcuni link di approfondimento
Donne incinta:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6488
Situazione in Svizzera:
http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=501605&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3
In Germania 7 morti dopo il vaccino:
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_17/vaccino-germania-sette-morti_9b3156b6-d386-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
Aggiornamenti sulle vittime in Italia (17/11):
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=80717&sez=HOME_INITALIA
Donne incinta:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6488
Situazione in Svizzera:
http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=501605&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3
In Germania 7 morti dopo il vaccino:
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_17/vaccino-germania-sette-morti_9b3156b6-d386-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
Aggiornamenti sulle vittime in Italia (17/11):
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=80717&sez=HOME_INITALIA
Re: Scambi di opinioni sul virus H1N1
Fonte: La Stampa
È deceduto stamani nel centro di rianimazione dell’Ospedale ’Vito Fazzì di Lecce il piccolo di 2 anni di San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi, risultato positivo al virus dell’Influenza A. Il bimbo era ricoverato in stato di coma da giovedi 27 novembre. Ai primi sintomi era stato ricoverato all’ospedale di Manduria, nel tarantino, e poi trasferito all’ospedale di Lecce.
La morte è stata confermata da Giampiero Frassanito, direttore sanitario del "Vito Fazzi". Salgono così a 98 le vittime della nuova influenza. La senatrice Simonetta Licastro Scardino, parlamentare salentina del Pdl e componente delle commissioni Difesa e Politiche comunitarie del Senato ha annunciato di voler presentare al ministro Sacconi, un’interrogazione per chiarire la morte improvvisa del piccolo «non affetto da alcuna patologia seria» e avere quindi «risposte rapide e convincenti». «Chiederò - continua la Licastro - cosa sia realmente accaduto a questo bambino e quali siano gli scenari ipotizzabili nella Regione Puglia. La mutazione del virus H1N1 preoccupa e non poco. Voglio capire se vi sono e quali pericoli si adombrino sulla popolazione della mia Regione».
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