Rottura nordatlantica dal 17?
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Rottura nordatlantica dal 17?
METEOGIORNALE
La settimana di Ferragosto trascorrerà nel più classico dei modi: tanto sole, temperature alte ma senza eccessi e scarsa instabilità relegata solo sui rilievi. I modelli numerico-previsionali sono concordi infatti nel prevedere livelli di pressione elevata su tutto il comparto mediterraneo, lasciando il flusso fresco nord-atlantico scorrere molto più a nord. Sarà soprattutto l'Anticiclone delle Azzorre a dominare lo scenario meteo dei prossimi giorni, facendo felici tutti quelli che si trovano in vacanza sia la mare che in montagna. Neppure chi rimarrà in città si potrà però lamentare troppo: infatti le isoterme a 850 hPa, strategiche per valutare il tipo di massa d'aria che interesserà il nostro paese, si collocano su valori prettamente normali per il periodo.
A quando quindi la "rottura stagionale"?
Chiariamo subito che tale definizione non appartiene certo alla scienza meteorologica, quanto piuttosto alla empirica consuetudine di denominare quella fase meteorologica che traghetta il nostro paese verso la stagione autunnale, generalmente caratterizzata da instabilità diffusa che si concretizza soprattutto in attività temporalesca. Ebbene, per ora la rottura stagionale non sembra voler presentarsi a breve termine.
Stamattina il modello americano GFS propone, sia con la sua emissione ufficiale, sia con le GENS (spaghetti) un'ipotesi di rottura intorno al 17/18 agosto. Ipotesi che, tra l'altro, appare molto incisiva: se si verificasse porterebbe un brusco calo termico al Centro-Nord, condito da diffusa attività temporalesca, anche molto intensa. Ma si tratta appunto di un'ipotesi, anche perché gli altri modelli non sembrano attualmente volerla suffragare.
L'altro grande modello, le ECMWF, prevedono tutt'al più un progressivo calo dei geopontenziali in quota, senza ondulazioni del Fronte Polare evidenti. Tale linea di tendenza, confermata anche da UKMO, il modello inglese, vedrebbe quindi una continuazione delle condizioni estive anche per il lungo termine, con una ipotesi di lenta decadenza della stagione calda senza particolari sussulti.
Per ora ci tocca rimanere nel dubbio, come quasi sempre, si deve dire, quando si ha a che fare con il lungo periodo. La mia opinione è che con probabilità dopo il Ferragosto caldo e soleggiato si possano creare le condizioni nel Nord-Atlantico per ondulazioni del getto più incisive, in grado di penetrare anche nel Mediterraneo. Tale è infatti lo scenario che vediamo rappresentato nella Multi MTG qui riportata: notate le due saccature nord-atlantiche separate da un promontorio dinamico posizionato sull'Islanda.
Ai prossimi editoriali per avere le idee più chiare.
La settimana di Ferragosto trascorrerà nel più classico dei modi: tanto sole, temperature alte ma senza eccessi e scarsa instabilità relegata solo sui rilievi. I modelli numerico-previsionali sono concordi infatti nel prevedere livelli di pressione elevata su tutto il comparto mediterraneo, lasciando il flusso fresco nord-atlantico scorrere molto più a nord. Sarà soprattutto l'Anticiclone delle Azzorre a dominare lo scenario meteo dei prossimi giorni, facendo felici tutti quelli che si trovano in vacanza sia la mare che in montagna. Neppure chi rimarrà in città si potrà però lamentare troppo: infatti le isoterme a 850 hPa, strategiche per valutare il tipo di massa d'aria che interesserà il nostro paese, si collocano su valori prettamente normali per il periodo.
A quando quindi la "rottura stagionale"?
Chiariamo subito che tale definizione non appartiene certo alla scienza meteorologica, quanto piuttosto alla empirica consuetudine di denominare quella fase meteorologica che traghetta il nostro paese verso la stagione autunnale, generalmente caratterizzata da instabilità diffusa che si concretizza soprattutto in attività temporalesca. Ebbene, per ora la rottura stagionale non sembra voler presentarsi a breve termine.
Stamattina il modello americano GFS propone, sia con la sua emissione ufficiale, sia con le GENS (spaghetti) un'ipotesi di rottura intorno al 17/18 agosto. Ipotesi che, tra l'altro, appare molto incisiva: se si verificasse porterebbe un brusco calo termico al Centro-Nord, condito da diffusa attività temporalesca, anche molto intensa. Ma si tratta appunto di un'ipotesi, anche perché gli altri modelli non sembrano attualmente volerla suffragare.
L'altro grande modello, le ECMWF, prevedono tutt'al più un progressivo calo dei geopontenziali in quota, senza ondulazioni del Fronte Polare evidenti. Tale linea di tendenza, confermata anche da UKMO, il modello inglese, vedrebbe quindi una continuazione delle condizioni estive anche per il lungo termine, con una ipotesi di lenta decadenza della stagione calda senza particolari sussulti.
Per ora ci tocca rimanere nel dubbio, come quasi sempre, si deve dire, quando si ha a che fare con il lungo periodo. La mia opinione è che con probabilità dopo il Ferragosto caldo e soleggiato si possano creare le condizioni nel Nord-Atlantico per ondulazioni del getto più incisive, in grado di penetrare anche nel Mediterraneo. Tale è infatti lo scenario che vediamo rappresentato nella Multi MTG qui riportata: notate le due saccature nord-atlantiche separate da un promontorio dinamico posizionato sull'Islanda.
Ai prossimi editoriali per avere le idee più chiare.
Re: Rottura nordatlantica dal 17?
non credo proprio! gf06 è da estate prolungata!! siiiiii!!
Ospite- Ospite
Re: Rottura nordatlantica dal 17?
Sempre ottimista eh!
Comunque non c'è da fidarsi di Gfs, stravolge tutto ad ogni run...
Comunque non c'è da fidarsi di Gfs, stravolge tutto ad ogni run...
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