Juventus-Roma
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Re: Juventus-Roma
Fonte: La Stampa
Il miracolo che riuscì un anno e mezzo fa a Del Piero, salvare per qualche mese la panchina traballante di Ranieri con i gol e le vittorie contro il Real Madrid, non si ripeterà con Ferrara: la rete segnata alla Roma è una delle più belle e difficili che Alex abbia mai segnato ma non è bastata a evitare la sconfitta per 2-1 nè l’esonero di don Ciro il cui destino ieri sera appariva segnato.
Il suo debutto da allenatore finisce in una notte fredda e in uno stadio semivuoto, contro la squadra cui la Juve lo stappò furbamente quando, da giocatore, lasciò il Napoli e contro il tecnico con cui ha dovuto inevitabilmente confrontarsi da quando lo sostituì a due giornate dalla fine dello scorso campionato. Il gol decisivo di Riise nel recupero sancisce la vendetta di Ranieri, anche se la sua Roma, soprattutto nel primo tempo, ha rispecchiato i limiti di gioco che aveva la sua Juve e che lo portarono alla rottura con l’ambiente.
A meno di improbabili ripensamenti della proprietà, giovedì contro l’Inter in Coppa Italia siederà sulla panchina bianconera il quarto tecnico nelle ultime quattro stagioni e potrebbe essere Hiddink anche perché non vediamo chi, più di lui, possa risollevare la squadra: la terza sconfitta consecutiva in campionato, l’ottava in totale, spinge la Juve a distanze forse irrimediabili anche dalla Roma (che non vinceva a Torino da 9 anni), con l’obbligo di guardarsi da chi, come il Napoli o il Palermo, non veniva preso in considerazione tra i rivali per un posto in Champions League.
Sembra di stare su «Scherzi a parte», invece è la realtà che impaurisce John Elkann. Aveva concesso a Ferrara le chances contro il Parma e il Milan: l’aver sfruttato avventurosamente la prima aveva attenuato l’effetto della figuraccia contro i rossoneri nella seconda. Ora però bisogna mettere un punto alla crisi o almeno provarci. Si è già perso tempo. La Juve scivola lungo il piano inclinato ed è curioso che dopo tante prestazioni criticabili, di cui Ferrara è stato perdonato, lo condanni quella con la Roma che è stata almeno orgogliosa. I bianconeri hanno tenuto bene facendo persino qualcosa più della Roma in zona gol fino al quarto d’ora conclusivo quando Buffon si è immolato per fermare Riise lanciato verso la porta in contropiede ed è stato espulso.
Perdere è stato ingiusto (non scandaloso) e per una volta non si possono addossare a don Ciro troppe colpe: anche l’uscita di Del Piero per consentire a Manninger di sostituire Buffon ci può stare. Però bisogna fare i conti con una classifica a pezzi e con il morale sotto le suole. Restano problemi strutturali visibili persino in questa prestazione dignitosa. Senza la battuta magica di Del Piero, la Juve avrebbe concluso ancora una volta senza gol e questo è un problema che il prossimo allenatore dovrà affrontare. Amauri ha avuto due possibilità di testa e le ha fallite, sui cross di Diego nei dintorni di Julio Sergio non c’è stato un bianconero capace di catapultarsi per la deviazione e quando si è trovata sull’1-0 la Juve ha lasciato che la Roma riprendesse il filo del gioco per arrivare al pareggio sul rigore di Totti e insistere fino al 2-1 finale con qualche contropiede di troppo. Questo è stato l’errore determinante. Con più sangue freddo sarebbe arrivato almeno il pareggio.
L’illusione è durata poco. La rete di Del Piero l’ha nutrita con l’idea che dopo un colpo del genere (palla alta lasciata scendere per colpirla al volo di sinistro e spedirla in diagonale nell’angolo basso più lontano) la svolta fosse inevitabile. Invece rispuntava Totti. Alex e lui hanno firmato un altro capitolo della rivalità che dura da almeno dieci anni. Totti era fermo da un mese e Ranieri l’aveva escluso dal match puntando su Toni che si autoescludeva dopo pochi minuti: lesione al polpaccio, starà fuori forse 2 mesi ed è una tegola in testa alla squadra, convinta di aver trovato l’attaccante per variare il gioco, ma soprattutto smorza le ambizioni del giocatore rilanciato per la Nazionale. Totti si vedeva sul rigore che ristabiliva il pareggio al 23’ della ripresa. Lo aveva provocato Grosso con la spinta a Taddei che l’aveva saltato: è un’altra tacca nella stagione del terzino che la Juve fece rientrare dalla Francia per rinforzarsi. Il peggio arrivava al 47’: il bel cross di Pizarro tagliava tutta la difesa e marchiava il debutto bianconero di Candreva con il suo primo errore. Infatti era lui a farsi bruciare dallo scatto di Riise che colpiva di testa da pochi passi. Fine dei giochi. E di un allenatore.
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