LE STELLE DELLE VIA LATTEA RINGIOVANISCONO!
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LE STELLE DELLE VIA LATTEA RINGIOVANISCONO!
FONTE: corriere.it
Una ricerca italiana e' riuscita a spiegare perche' alcune stelle si mantengono giovani nonostante si trovino in regioni della Via Lattea popolate soltanto da stelle molto anziane. Lo studio, pubblicato su Nature, e' stato condotto dall'università di Bologna. Il segreto sembra essere in due meccanismi. Le due stelle anziane possono entrare in collisione, fondendosi tra loro. Oppure possono ringiovanire per una sorta di cannibalismo: una delle due risucchia l'altra fino a divorarla del tutto. In entrambi i casi il risultato e' una stella di energia e dimensioni maggiori e dall'aspetto più giovane. La prova e' arrivata da una serie di immagini ad alta risoluzione catturate dal telescopio spaziale Hubble nel cuore di Messier 30, un affollatissimo sistema stellare di forma sferica che si trova alla periferia della Via Lattea, a 28.000 anni luce dalla Terra.
Una ricerca italiana e' riuscita a spiegare perche' alcune stelle si mantengono giovani nonostante si trovino in regioni della Via Lattea popolate soltanto da stelle molto anziane. Lo studio, pubblicato su Nature, e' stato condotto dall'università di Bologna. Il segreto sembra essere in due meccanismi. Le due stelle anziane possono entrare in collisione, fondendosi tra loro. Oppure possono ringiovanire per una sorta di cannibalismo: una delle due risucchia l'altra fino a divorarla del tutto. In entrambi i casi il risultato e' una stella di energia e dimensioni maggiori e dall'aspetto più giovane. La prova e' arrivata da una serie di immagini ad alta risoluzione catturate dal telescopio spaziale Hubble nel cuore di Messier 30, un affollatissimo sistema stellare di forma sferica che si trova alla periferia della Via Lattea, a 28.000 anni luce dalla Terra.
Re: LE STELLE DELLE VIA LATTEA RINGIOVANISCONO!
Le Scienze.it
Stelle vecchissime possono ringiovanire e tornare ad apparire falsamente giovani vampirizzando altre stelle vicine o scontrandosi con esse. La scoperta, che è stata fatta da un gruppo di astronomi dell'Università di Bologna osservando l'ammasso globulare Messier 30, è descritta in un articolo pubblicato su "Nature".
Le stelle che popolano i cluster globulari sono in generale estremamente vecchie, con un'età di 12-13 miliardi di anni. Tuttavia una piccola frazione di esse appare significativamente più giovane allontanandosi dalla linea del diagramma di Hertzsprung-Russell che descrive l'evoluzione stellare tipica. Per questa ragione queste stelle sono state chiamate "vagabonde blu".
"E' come vedere alcuni bambini in un ospizio per pensionati. E' naturale stupirsi", dice Francesco Ferraro dell'Università di Bologna, primo firmatario dell'articolo.
Queste stelle sono state scoperte già negli anni cinquanta, ma i loro processi di formazione sono sempre rimasti alquanto problematici. I lunghi studi su queste stelle hanno mostrato che in effetti esse hanno un'età notevole.
Il gruppo di astronomi bolognesi ha sfruttato lo Hubble Space Telescope per studiare le vagabonde blu presenti in Messier 30, un ammasso globulare del diametro di circa 90 anni luce e distante circa 28.000 anni luce.
I processi storicamente proposti per la loro formazione erano due. Secondo un'ipotesi, le vagabonde blu deriverebbero da sistemi binari in cui la stella meno massiccia "aspira" idrogeno da quella di massa maggiore, nutrendosene per diventare una stella blu più calda, quale appariva all'inizio della sua evoluzione.
Secondo un'altra ipotesi, il ringiovanimento delle vagabonde blu sarebbe legato a collisioni frontali in cui le due stelle si fondono con un rimescolamento del loro combustibile nucleare che ravviva i processi di fusione.
Ora la nuova ricerca dimostra che entrambi i meccanismi sono all'opera: "Le nostre osservazioni dimostrano che le vagabonde blu formate per collisione hanno proprietà leggermente differenti da quelle formatesi per vampirismo. Ciò fornisce una dimostrazione diretta che i due scenari di formazione sono validi e che sono entrambi simultaneamente all'opera in questo cluster", aggiunge Giacomo Beccari dell'ESA, che ha preso parte allo studio.
Nelle regioni centrali degli ammassi globulari ad alta densità le interazioni fra stelle sono quasi inevitabili: secondo i ricercatori, fra i due e i tre miliardi di anni fa, Messier 30 avrebbe subito una sorta di collasso del nucleo che ha portato a un rapido aumento della densità stellare, che a sua volta ha determinato l'aumento del numero di collisioni stellari, favorendo la formazione di vagabonde blu. D'altra parte l'addensamento stellare ha perturbato i sistemi doppi, agevolando i fenomeni di vampirismo, con la formazione di un'altra classe di vagabonde blu.
"Quasi il dieci per cento degli ammassi globulari galattici ha sperimentato un collasso del nucleo, ma questa è la prima volta che osserviamo gli effetti di questo collasso", aggiunge Barbara Lanzoni, che ha partecipato alla ricerca.
"Le due distinte popolazioni di vagabonde blu scoperte in Messier 30 sono ciò che resta del collasso del nucleo avvenuto un paio di miliardi di anni fa. Da un punto di vista generale, la nostra scoperta è la prova diretta dell'impatto delle dinamiche degli ammassi stellari sull'evoluzione stellare. Ora dobbiamo cercare di verificare se altri ammassi globulari mostrino questa doppia popolazione di vagabonde blu", ha concluso Ferraro.
Stelle vecchissime possono ringiovanire e tornare ad apparire falsamente giovani vampirizzando altre stelle vicine o scontrandosi con esse. La scoperta, che è stata fatta da un gruppo di astronomi dell'Università di Bologna osservando l'ammasso globulare Messier 30, è descritta in un articolo pubblicato su "Nature".
Le stelle che popolano i cluster globulari sono in generale estremamente vecchie, con un'età di 12-13 miliardi di anni. Tuttavia una piccola frazione di esse appare significativamente più giovane allontanandosi dalla linea del diagramma di Hertzsprung-Russell che descrive l'evoluzione stellare tipica. Per questa ragione queste stelle sono state chiamate "vagabonde blu".
"E' come vedere alcuni bambini in un ospizio per pensionati. E' naturale stupirsi", dice Francesco Ferraro dell'Università di Bologna, primo firmatario dell'articolo.
Queste stelle sono state scoperte già negli anni cinquanta, ma i loro processi di formazione sono sempre rimasti alquanto problematici. I lunghi studi su queste stelle hanno mostrato che in effetti esse hanno un'età notevole.
Il gruppo di astronomi bolognesi ha sfruttato lo Hubble Space Telescope per studiare le vagabonde blu presenti in Messier 30, un ammasso globulare del diametro di circa 90 anni luce e distante circa 28.000 anni luce.
I processi storicamente proposti per la loro formazione erano due. Secondo un'ipotesi, le vagabonde blu deriverebbero da sistemi binari in cui la stella meno massiccia "aspira" idrogeno da quella di massa maggiore, nutrendosene per diventare una stella blu più calda, quale appariva all'inizio della sua evoluzione.
Secondo un'altra ipotesi, il ringiovanimento delle vagabonde blu sarebbe legato a collisioni frontali in cui le due stelle si fondono con un rimescolamento del loro combustibile nucleare che ravviva i processi di fusione.
Ora la nuova ricerca dimostra che entrambi i meccanismi sono all'opera: "Le nostre osservazioni dimostrano che le vagabonde blu formate per collisione hanno proprietà leggermente differenti da quelle formatesi per vampirismo. Ciò fornisce una dimostrazione diretta che i due scenari di formazione sono validi e che sono entrambi simultaneamente all'opera in questo cluster", aggiunge Giacomo Beccari dell'ESA, che ha preso parte allo studio.
Nelle regioni centrali degli ammassi globulari ad alta densità le interazioni fra stelle sono quasi inevitabili: secondo i ricercatori, fra i due e i tre miliardi di anni fa, Messier 30 avrebbe subito una sorta di collasso del nucleo che ha portato a un rapido aumento della densità stellare, che a sua volta ha determinato l'aumento del numero di collisioni stellari, favorendo la formazione di vagabonde blu. D'altra parte l'addensamento stellare ha perturbato i sistemi doppi, agevolando i fenomeni di vampirismo, con la formazione di un'altra classe di vagabonde blu.
"Quasi il dieci per cento degli ammassi globulari galattici ha sperimentato un collasso del nucleo, ma questa è la prima volta che osserviamo gli effetti di questo collasso", aggiunge Barbara Lanzoni, che ha partecipato alla ricerca.
"Le due distinte popolazioni di vagabonde blu scoperte in Messier 30 sono ciò che resta del collasso del nucleo avvenuto un paio di miliardi di anni fa. Da un punto di vista generale, la nostra scoperta è la prova diretta dell'impatto delle dinamiche degli ammassi stellari sull'evoluzione stellare. Ora dobbiamo cercare di verificare se altri ammassi globulari mostrino questa doppia popolazione di vagabonde blu", ha concluso Ferraro.
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