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Messaggio Da Maurizio Ven Nov 13, 2009 1:53 pm

Qui posterò il fatto del giorno ogni giorno Il fatto del giorno Icon_smile
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Messaggio Da Maurizio Ven Nov 13, 2009 1:57 pm

Processo breve, Casini: "Una porcheria"
La Stampa
Come annunciato, il Pdl, insieme alla Lega, ha presentato al Senato il disegno di legge sul processo breve e con l’opposizione è subito scontro. Il testo prevede,tra l’altro, che per la durata dei processi «non sono considerati irragionevoli i periodi che non eccedono la durata di due anni per il primo grado, di due anni per il grado di appello e di ulteriori due anni per il giudizio di legittimità, nonchè di un altro anno in ogni caso di giudizio di rinvio».

La violazione dei termini di durata ragionevole porta all’estizione del procedimento per reati con pena massima fissata in dieci anni. Le disposizioni circa l’estinzione dei processi, «non si applicano nei processi in cui l’imputato ha già riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto, anche se è intervenuta la riabilitazione, o è stato dichiarato delinquente o contravventore abituale o professionale» e nei processi relativi a delitti come: associazione a delinquere, incendio, pornografia minorile, sequestro di persona, atti persecutori, furto aggravato, circonvenzione d’incapace, delitti in violazione di norme sulla sicurezza e l’igiene sul lavoro e sulla circolazione stradale, reati previsti dal testo unico di disciplina dell’immigrazione, traffico illecito di rifiuti.

Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, boccia con durezza il disegno di legge presentato ieri da Lega e Pdl al Senato per accorciare i tempi dei processi e rilancia una proposta: approvare al più presto il ddl Alfano con legge costituzionale. «Questo ddl per abbreviare i processi è realmente una porcheria, un provvedimento che dimentica le vittime, fascia l’ordinamento e abroga la giustizia». Casini convoca una conferenza stampa a Montecitorio per manifestare la sua critica e la sua condanna ad un provvedimento «profondamente incostituzionale» e che di fatto «è un’amnistia mascherata». Al suo fianco, oltre al deputato centrista Roberto Rao, c’è anche il presidente della commissione Giustizia del Senato, Giampiero D’Alia, che nel suo intervento smonta punto per punto il testo scritto dal legale del premier e parlamentare del Pdl Niccolò Ghedini. Prima di tutto, osserva D’Alia, «è un provvedimento incostituzionale perchè introdurrebbe disparità tra chi è incensurato e tra chi è recidivo» e poi creerebbe delle profonde ingiustizie agevolando al massimo i colletti bianchi e chi si è macchiato del reato di corruzione rispetto, magari, al semplice immigrato clandestino. Ma disparità si creerebbero anche tra chi sta subendo un processo di primo grado e chi si trova, invece, in fasi successive del giudizio visto che la norma messa a punto da Ghedini potrà essere applicata anche ai processi in corso, ma solo fino al primo grado. «Stamattina ho interpellato un presidente emerito della Consulta mio personale amico e che pertanto preferirei rimanesse nell’anonimato. Ma lui - racconta il leader dell’Udc - non ha dubbi: il ddl per abbreviare i processi è solo un mostro giuridico, un’assurdità, un testo incostituzionalè ».

«Siamo in una fase delicata della nostra vita politica per cui ogni partito deve assumersi le proprie responsabilità. Ed è per questo che noi lanciamo una proposta alternativa. Una proposta che eviterà di devastare l’ordinamento giudiziario così come si intende fare con questo disegno di legge». «Noi proponiamo, infatti, all’opposizione, proprio per impedire che si sfasci la giustizia in Italia, di sostenere la soluzione di un lodo Alfano per via costituzionale. Farebbe meno danni e risponderebbe all’obiettivo di uscire da questo scontro sulla giustizia». «Noi capiamo le ragioni della maggioranza - prosegue Casini - e riteniamo che una soluzione al loro problema vada trovata. Ed è per questo che ci siamo astenuti sul lodo Alfano. Ma ora un’opposizione responsabile è di fronte a un bivio: o si strepita e si fa approvare la porcheria; o si vota il lodo Alfano per via costituzionale».

«È giusto fissare per legge il principio della ragionevole durata dei processi - incalza D’Alia - ma senza sfasciare tutto. Il ddl che è ora al Senato è una pietra tombale sulla giustizia italiana anche perchè introduce la norma odiosa che equipara un boss mafioso a un clandestino. Cosa che vuole la Lega, ma che denuncia la cultura xenofoba e intollerante di questa maggioranza». «Per noi - conclude Casini - questo provvedimento per accorciare i processi è assolutamente invotabile. Se sbraita Di Pietro è un conto. Ma se diciamo noi che questo testo scasserà l’ordinamento giudiziario italiano, potete crederci. Meglio allora l’immunità parlamentare».
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Messaggio Da Maurizio Sab Nov 14, 2009 9:39 am

Via libera del Senato alla finanziaria
Fonte: La Stampa
Stop alla Banca del Sud, niente fondi per i ricercatori universitari, niente calo dell’Irap e cedolare secca sugli affitti: il governo non cede di fronte al pressing della maggioranza, soprattutto del Pdl, e in Finanziaria trovano posto solo una manciata di novità, tra cui 100 milioni per la sicurezza ma anche alcune micro-norme. La manovra ’light’ del super ministro Giulio Tremonti incassa dunque il voto del Senato con 149 sì, 122 no e 3 astensioni dell’Mpa, ma lascia molto malumore tra i banchi di Palazzo Madama. Tanto più che, alla fine, il responsabile del Tesoro unisce al «grazie» rivolto ai senatori della maggioranza «per lo straordinario e responsabile lavoro» svolto anche l’annuncio di «ulteriori comuni approfondimenti e riflessioni» durante l’esame alla Camera.

Il segnale inequivocabile del malumore arriva durante la votazione del ’pacchetto Baldassarrì (la manovra aggiuntiva messa a punto dal presidente della commissione Finanze del Senato da 40 miliardi di euro), quando il governo evita di essere battuto per un soffio con una ventina di senatori che scelgono l’astensione in segno di protesta. Le opposizioni ne approfittano e così, oltre a criticare il merito, mettono sotto accusa anche il metodo: «Abbiamo avuto la conferma - dice in Aula il numero uno del Pd al Senato Anna Finocchiaro - che su questioni decisive e di indirizzo della politica economica la maggioranza è spaccata». Secondo i Democratici, infatti, «esiste un ’partitò alternativo riguardo alla linea di politica economica del ministro Tremonti». Partito che sarebbe formato soprattutto da una pattuglia di ex senatori di An e che oggi avrebbero appunto scelto l’astensione per inviare un «segnale politico», come spiegano nei corridoi, non nascondendo irritazione per la scelta dei vertici del gruppo del Pdl (Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello) di aggiungersi in extremis in modo, sottolineano sempre le medesime fonti, da mettere il cappello sulla protesta.

E seppure con motivazioni diverse anche il presidente del Senato Renato Schifani non nasconde un pò di amarezza per dover alla fine decretare lo stop alla Banca del Sud, che insieme a un mini-emendamento sui tartufi, incappa nella rete dell’ inammissibilità. Un no che viene sollecitato dalle opposizioni e imposto dal regolamento che prevede che in Aula si possano affrontare solo le questioni già discusse durante i lavori in commissione, ma che Schifani ammette di dire «a malincuore». L’unico escamatoge per incassare la norma sul Mezzogiorno, d’altro canto, era svanito ore prima, quando la maggioranza aveva capito che Tremonti non avrebbe mai concesso la cedolare secca sugli affitti, voluta fortemente anche dai partiti della minoranza, impedendo così un accordo bipartisan. «L’argomento - rassicura però Schifani - verrà discusso certamente dall’altro ramo del Parlamento». E sorte analoga dovrebbero subire anche i fondi per i ricercatori universitari (il cui stanziamento era stato chiesto da un emendamento del Pdl, poi fatto proprio dal Pd) che, rimasti fuori dalla Finanziaria, potrebbero rientrare nella riforma dell’Università. La battaglia dunque ora si sposta alla Camera.
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Messaggio Da FolliaCity Sab Nov 14, 2009 10:33 am

Che bel mondo che è questo.. Il fatto del giorno Affraid

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Messaggio Da Maurizio Sab Nov 14, 2009 10:36 am

FolliaCity ha scritto:Che bel mondo che è questo.. Il fatto del giorno Affraid
Mah, in effetti... Il fatto del giorno Icon_rolleyes
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Messaggio Da Maurizio Dom Nov 15, 2009 10:00 am

Accordo in due fasi sul clima
Fonte: La Stampa

Il presidente americano Barack Obama e altri leader mondiali presenti a Singapore hanno deciso oggi che alla Conferenza internazionale sul clima, in programma il prossimo mese a Copenaghen, non verrà presa alcuna decisione finale. Si cercherà invece di trovare un’intesa «vincolante politicamente» per rinviare a un futuro vertice la risoluzione delle questioni più spinose.

In una colazione organizzata stamattina a margine del Forum economico Asia Pacifico (Apec), i leader, tra cui il premier danese Lars Lokke Rasmussen, che presiederà la conferenza sul clima, hanno constatato che sarà impossibile sottoscrivere a Copenaghen un nuovo trattato sul riscaldamento globale, vincolante per tutti i 192 Paesi che saranno presenti nella capitale danese, viste le profonde divergenze ancora esistenti tra i Paesi ricchi e quelli più poveri sugli indirizzi da adottare.

I leader sono però consapevoli che sarà necessario trovare una intesa «politica», per rinviare le decisioni finali a una nuova conferenza che si terrà molto probabilmente a Città del Messico. Una soluzione in due tempi insomma, per scongiurare la possibilità di un fallimento a Copenaghen. I leader hanno compreso «che è irrealistico aspettarsi un accordo definitivo, vincolante per tutti» alla conferenza in Danimarca, ha spiegato Michale Froman, vice consigliere per la sicurezza nazionale Usa. Ma è «importante» che Copenaghen diventi «una tappa» verso un nuovo trattato sul clima, ha aggiunto.

Nel comunicato finale del vertice Apec di Singapore inoltre, non c’è alcuna richiesta di liberazione dei detenuti politici a Myanmar, tra cui la leader dell’opposizione democrativa Aung San Suu Kyi, sebbene una intera sezione sia dedicata alla ex Birmania. Nel cdocumento i 21 leader del Forum economico Asia Pacifico chiedono che le elezioni in programma in Birmania nel 2010 vengano svolte in modo «liberto e trasparente», secondo gli standard accettati dalla comunità internazionale ma nn c’è alcun riferimento alla questione dei detenuti politici, sollevata dal presidente Usa Barack Obama ieri a Tokyo, quando in un discorso pronunciato prima della sua partenza per Singapore ha chiesto alla giunta militare al potere in Birmania di liberare tutti i prigionieri, compresa Suu Kyi, Premio Nobel della Pace, che ha trascorso agli arresti 14 degli ultimi 20 anni.
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Messaggio Da Maurizio Lun Nov 16, 2009 2:33 pm

Vertice Fao
Fonte: La Stampa
Un nuovo impegno politico alla presenza di papa Ratzinger ma nessun fondo aggiuntivo per combattere la fame nel mondo. Il vertice Fao sulla sicurezza alimentare che si è aperto oggi a Roma sembra avere un finale già scritto nelle conclusioni approvate in mattinata. Si rischia il nulla di fatto, malgrado il monito di papa Benedetto XVI che alla platea di capi di Stato e di governo sottolinea la vergogna di un mondo che di fronte alla fame non nasconde «opulenza e sprechi».

A Roma si è aperto oggi un vertice della Fao, l’organizzazione dell’Onu che combatte la fame nel mondo, che evidenzia un dato sconfortante: il club dei Paesi ricchi, ovvero l’Occidente che dovrebbe aiutare, si nota solo per la sua assenza. L’unico leader G8 a partecipare è il premier Silvio Berlusconi, impegnato come ’padrone di casà a presiedere i lavori del summit. Il numero delle persone che soffrono la fame sta subendo una «drammatica crescita» - ha ammonito il Papa nel suo intervento - nonostante la terra sia in grado di «nutrire a sufficienza tutti i suoi abitanti». E questo dimostra come non vi sia alcuna relazione di «causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame», ha detto Ratzinger, che ha indicato «nell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, nella diminuzione di disponibilità economiche delle popolazioni più povere e nel limitato accesso al cibo» le cause della fame.

Nei giorni scorsi il direttore generale della Fao Jacques Diouf aveva quantificato in 44 miliardi di dollari all’anno i soldi necessari per rispettare l’impegno di dimezzare entro il 2015 il miliardo di affamati. Obiettivo che viene riconfermato nel documento finale, senza però che sia indicata nessuna cifra. A denunciare l’incongruenza ci ha pensato prima di tutti il sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Manca una chiara indicazione dell’impegno finanziario. Una mancanza - ha sottolineato - a cui si deve porre rimedio». Da parte sua il premier Silvio Berlusconi ha sottolineato invece come sia arrivato il momento di «decidere le date e le modalità» di versamento dei 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell’Aquila per i prossimi tre anni. Individuando nella lotta alla speculazione una delle strade da percorrere per sradicare la fame e la povertà. Un rinnovato impegno dei Paesi ricchi è stato chiesto in un messaggio anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Ma oltre le parole, sembra che il vertice non riesca ad andare. Tanto che il leader libico Muammar Gheddafi - una delle "star" del vertice - in un discorso insolitamente breve ha denunciato «le ipocrisie, le frodi e le contraddizioni» delle ex potenze coloniali, che hanno saccheggiato le risorse di interi continenti come l’Africa e l’Asia causando fame e disperazione. «Ora ci devono ricompensare - ha detto il colonnello -. Non chiediamo un elemosina, ma rivendichiamo un nostro diritto». Il documento finale approvato stamani per acclamazione prevede cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame e chiede ai governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi. I cosiddetti "cinque Principi di Roma" indicati nel testo prevedono di investire nei programmi di sviluppo rurale predisposti dai singoli governi. Altra priorità indicata è la necessità di implementare il coordinamento strategico a livello nazionale, regionale e globale per migliorare la governance e promuovere una migliore collocazione delle risorse. Risorse però che latitano.
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Messaggio Da Maurizio Mer Nov 18, 2009 2:15 pm

Le dichiarazioni di Rudy Guede: "Non ho ammazzato Meredith"
Fonte: La Stampa
«Voglio far sapere alla famiglia Kercher che non ho ucciso nè violentato la loro figliola. Non sono quello che le ha tolto la vita»: lo ha detto Rudy Guede, al termine di una lunga dichiarazione spontanea fatta stamani davanti alla Corte d’Assise di appello di Perugia, che lo processa per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.

In aula stamani anche lo psichiatra Alessandro Meluzzi, che insieme al criminologo Vincenzo Mastronardi ha realizzato una consulenza per la difesa sul comportamento dell’imputato dopo il delitto. Guede infatti fuggì e venne arrestato in Germania. Un comportamento di «evitamento e fuga», secondo Meluzzi, legato a una «sindrome traumatica da stress» dalla quale venne colpito dopo il delitto. Nel corso della dichiarazione spontanea, Guede ha ricostruito quanto avvenuto la sera dell’omicidio di Meredith - al quale ha continuato a dirsi estraneo - i giorni precedenti e quelli successivi. Ha spiegato di avere incontrato Meredith il 31 ottobre del 2007, nel corso di una festa in discoteca e di aver avuto con lei un appuntamento per la sera successiva. «Le ho dato un bacino sulla guancia e poi le ho detto ci vediamo» ha spiegato l’ivoriano. Ha quindi riferito alla Corte che la sera successiva a quella dell’incontro entrò insieme alla Kercher nella casa di via della Pergola, poi teatro del delitto: «mentre eravamo in casa - ha sostenuto Guede - Meredith cominciò a inveire contro Amanda (la Knox, sua coinquilina e imputata del delitto insieme all’ex fidanzato raffaele Sollecito, ndr). I miei soldi, i miei soldi, non la sopporto piu» disse Meredith.

L’ivoriano ha quindi spiegato di aver avuto un approccio con la studentessa inglese, ma non un rapporto sessuale. Dopo circa un quarto d’ora - in base alla sua versione - si recò in bagno. «Ho sentito le voci di Meredith e di Amanda - ha riferito ancora Guede - che discutevano dei soldi venuti a mancare. Ho sentito solo dobbiamo parlare ma non mi sono preoccupato, perchè pensavo fosse solo una discussione tra due ragazze che vivevano nella stessa casa. Mentre ero in bagno mi sono messo ad ascoltare musica da un i-pod, ma alla metà del terzo brano ho sentito un urlo fortissimo. Mi sono precipitato a vedere cosa fosse successo e in camera di Meredith ho visto una figura maschile. È stato un lampo e questa persona ha cercato di colpirmi. Sono indietreggiato e caduto in soggiorno. A quel punto ho sentito qualcuno fuori della casa che scappava e diceva ’andiamo via, c’è un nero in casà. Non ho avuto il coraggio di inseguirli, ma guardando fuori dalla finestra ho visto la sagoma di Amanda».

Guede ha quindi spiegato di essersi recato nella camera di Meredith e di aver cercato di tamponare il sangue che le usciva dopo essere stata ferita mortalmente con un coltello alla gola. «Meredith era agonizzante - ha sostenuto Guede - e cercava di dirmi qualcosa, io le tenevo la mano. A quel punto sono entrato in uno stato di shock. Nella mia testa c’erano tanti perchè senza risposta. Ho avuto paura». Il giovane ha quindi affermato di essersi «ritrovato in Germania», dove venne poi arrestato, ma di non avere avuto «nulla da cui scappare». Guede ha poi descritto il suo ritorno in Italia. «Questo, signor giudice - ha affermato - è quanto ho vissuto. Non ho niente da nascondere e non sono un bugiardo. Chiudendo gli occhi vedo ancora rosso dappertutto».
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Messaggio Da Maurizio Dom Nov 22, 2009 9:27 am

A tre anni ucciso a coltellate dalla madre
Fonte: La Stampa
Un raptus di follia, forse causato da una forte depressioen post parto, sembra la sola spiegazione della tragedia che si è consumata ieri sera a Curtarolo, piccolo centro minore dell’alta padovana. dove una donna di 35 anni ha ucciso a coltellate il proprio figlio maggiore di 3 anni. Tre mesi fa la donna aveva dato alla luce un secondo figlio, presente in casa con la madre e il fratellino al momento del drramma.

Secondo la prima ricostruzione fornita dai Carabinieri, tutto si sarebbe consumato in un breve periodo di tempo, intorno all’ora di cena, quando il marito della donna è uscito di casa per una comprare una pizza. È rientrato poco dopo, trovandosi davanti una scena agghiacciante: la moglie in totale stato di choc che teneva sulle ginocchia in un lago di sangue il corpo del bambino e in una mano stringevail coltello con cui l’aveva colpito.

La donna, dopo l’intervento dei Carabinieri del 118 chiamati dal marito, è rimasta a lungo barricata in casa stringendo a sè il cadavere del figlio. Al termine di una lunga trattativa, inquirenti e marito sono riusciti a convincerla a farsi ricoverare all’ospedale di Padova dove è stata pesantemente sedata e, quindi, non è stata ancora interrogata. Il marito ha riferito che dalla nascita del secondo figlio, la moglie aveva dato qualche segnale di depressione e sconforto.
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Messaggio Da Maurizio Dom Dic 27, 2009 9:45 am

Allerta idrogeologica, rischio frane
La Stampa ha scritto:Dopo la neve e il gelo, la pioggia. Il maltempo che ha investito l’Italia nei giorni scorsi non ha dato tregua neanche a Natale: dopo 48 ore di temporali praticamente ininterrotti, sott’acqua sono finite Liguria, Toscana e parte dell’Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia, con decine di frane che hanno bloccato strade e ferrovie e diversi fiumi che hanno rotto gli argini, esondando e provocando allagamenti di intere zone.

E sono proprio le piene di fiumi e torrenti, assieme al rischio di valanghe che è elevato su tutto l’arco alpino, a preoccupare in queste ore gli esperti del Dipartimento della Protezione Civile, che stanno monitorando la situazione in stretto contatto con le autorità locali. Purtroppo però c’è da registrare una vittima, un ragazzino tedesco di 12 anni, travolto da una slavina nella zona di Solda in Alto Adige mentre stava sciando insieme a un fratello e a un conoscente; quest’ ultimo è ricoverato in gravi condizioni. In val di Fassa un altra valanga è costata la vita a due escursionisti e quattro soccorritori, intervenuti per aiutarli.

Le situazioni più gravi causate dalla pioggia si sono verificate in Liguria - nello spezzino, dove il fiume Magra è straripato costringendo centinaia di cittadini ad abbandonare le proprie abitazioni - e in Toscana, nelle province di Lucca e Pisa, dove il fiume Serchio è esondato in più punti. Vigili del fuoco, volontari della Protezione Civile e tecnici hanno lavorato tutta la notte per ripristinare gli argini, pompare via l’acqua e assistere le oltre 500 persone che sono state evacuate dalle proprie abitazioni. A causa di una frana è stata anche interrotta la linea ferroviaria Porrettana, che collega Pistoia con Bologna. Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ha annunciato che chiederà lo stato d’emergenza al prossimo Consiglio dei ministri e il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso - dopo esser stato costantemente informato sulla situazione - farà un sopralluogo nelle aree più colpite, da Pisa a Lucca, dalla Spezia a Modena per rendersi conto di persona dei danni provocati dal maltempo e riferire al governo.

Anche la Regione Emilia Romagna avanzerà la richiesta di stato di emergenza, visto che sulla regione sono caduti, negli ultimi 6 giorni, 450-550 millimetri d’acqua, il 40% della pioggia che in media cade ogni anno sulla regione. A preoccupare sono ancora una volta i fiumi: in piena ci sono il Panaro - 400 sono state evacuate da Bombarto di Modena - e il Secchia. È rientrata invece l’emergenza in Friuli Venezia Giulia, dove il Tagliamento e l’Isonzo sono saliti fino al livello di guardia. In montagna è il rischio valanghe a tenere alta l’attenzione degli esperti. L’innalzamento delle temperature dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi ha infatti fatto salire il livello di allerta su tutto l’arco alpino, in particolare in Lombardia dove il rischio valanghe è molto elevato. Nelle prossime ore è previsto inoltre un generale abbassamento delle temperature e il ritorno delle nevicate sul centro-nord, al di sopra degli 800-1000 metri.

Dopo aver colpito le regioni centrali e settentrionali del paese, il maltempo si è spostato a sud, colpendo prima la Sardegna e la Campania e successivamente il resto delle regioni meridionali dove a Natale, viste le temperature decisamente al di sopra della media, in molti hanno trascorso la giornata festiva in spiaggia. Per le prossime ore però gli esperti del Dipartimento della Protezione Civile prevedono temporali che localmente saranno anche molto intensi e che dovrebbero esaurirsi entro domenica.
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