Il cimitero virtuale su Facebook
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Il cimitero virtuale su Facebook
La Stampa
Il tempismo è perfetto. Proprio la settimana in cui nel vecchio continente si ricordano i cari estinti (e nel nuovo si celebra l'allegra e macabra sarabanda di Halloween), Facebook annuncia la nascita di una sorta di cimitero virtuale dei suoi iscritti. Un luogo dove gli account degli utenti trapassati muteranno pelle: da testimonianza digitale di vita, status e schizofrenie personali a muro del ricordo, sul quale gli amici potranno pubblicare parole struggenti, testimonianze d'affetto, e magari anche qualche video di YouTube (in fondo siamo pur sempre nel paradiso multimediale del Web, no?).
"Quando qualcuno ci lascia, non scompare dai nostri ricordi e nemmeno dai nostri social network", ha scritto con una certa ironia tecnosurrealista Max Kelly sul blog ufficiale della community (non fossimo agli antipodi del 1° aprile e il riferimento di Kelly non fosse a un amico in carne e ossa, morto in un incidente ciclistico, verrebbe quasi da pensare a uno scherzo). Da qui l'idea di creare un sistema per gestire un dilemma ancora scarsamente esplorato della rivoluzione della società digitale: quando scompariremo, cosa ne sarà di tutte le tracce che stiamo lasciando quotidianamente sul Web, tra un bit e l'altro?
La soluzione del social network è la seguente: la pagina della persona scomparsa viene trasferita in una nuova dimensione, dove solo gli amici ("amici" nel senso di Facebook, si intende) potranno continuare a vederla e arricchirla con il loro contributo. Nessuno potrà più gestire l'account dall'interno, nessuno potrà più sporcarlo con qualche insulto gratuito, nessuno potrà nemmeno più rintracciarlo sui motori di ricerca e nessuno potrà richiedere di essere fatto amico in extremis, dopo il triste evento, chiedendo scusa per il ritardo (un bel traguardo, in fondo, rispetto a una vita reale che - per ragioni emotive, mediatiche o anche solo solidali - è sempre più segnata dal virus dell'empatia post-mortem: quando qualcuno muore, diventiamo tutti suoi amici e lo andiamo a dire in tv).
Come avviene la trasmigrazione dell'account? Attraverso questo form, che gli amici devono compilare segnalando il nome del deceduto, alcune informazioni personali (data di nascita, indirizzo email...) e qualche prova della sua dipartita (articoli di giornale, necrologi...). Facile ipotizzare che ci sarà subito qualche buontempone che tenterà di aggirare i controlli, comunicando la morte del proprio peggior nemico o migliore amico. Magari lo scherzo riguarderà una persona famosa e vi ritroverete a leggere il racconto, il commento e la smentita della vicenda in un altro articolo. Niente di nuovo sotto il sole: è dai tempi di Mark Twain che ogni tanto la notizia della morte di qualcuno viene grandemente esagerata. E a proposito di Mark Twain, forse a qualche novello Tom Sawyer verrà pure lo sghiribizzo di simulare la propria morte per assistere al proprio funerale digitale e leggere i commenti addolorati dei suoi amici e delle sue ex sul social network.
Scherzi a parte, interessante è notare come queste strane piattaforme virtuali, popolate da personaggi sempre più numerosi e reali (Facebook a settembre contava 300 milioni di utenti in tutto il mondo), proseguano nel loro incessante inseguimento e rimodellamento di tutti gli aspetti della nostra vita, dai più meritevoli ai più deprecabili, dai più scherzosi ai più seri, dalla culla dei divertimenti più infantili alla lapide su cui lasciare l'ultima parola. O forse, l'ultimo link.
Il tempismo è perfetto. Proprio la settimana in cui nel vecchio continente si ricordano i cari estinti (e nel nuovo si celebra l'allegra e macabra sarabanda di Halloween), Facebook annuncia la nascita di una sorta di cimitero virtuale dei suoi iscritti. Un luogo dove gli account degli utenti trapassati muteranno pelle: da testimonianza digitale di vita, status e schizofrenie personali a muro del ricordo, sul quale gli amici potranno pubblicare parole struggenti, testimonianze d'affetto, e magari anche qualche video di YouTube (in fondo siamo pur sempre nel paradiso multimediale del Web, no?).
"Quando qualcuno ci lascia, non scompare dai nostri ricordi e nemmeno dai nostri social network", ha scritto con una certa ironia tecnosurrealista Max Kelly sul blog ufficiale della community (non fossimo agli antipodi del 1° aprile e il riferimento di Kelly non fosse a un amico in carne e ossa, morto in un incidente ciclistico, verrebbe quasi da pensare a uno scherzo). Da qui l'idea di creare un sistema per gestire un dilemma ancora scarsamente esplorato della rivoluzione della società digitale: quando scompariremo, cosa ne sarà di tutte le tracce che stiamo lasciando quotidianamente sul Web, tra un bit e l'altro?
La soluzione del social network è la seguente: la pagina della persona scomparsa viene trasferita in una nuova dimensione, dove solo gli amici ("amici" nel senso di Facebook, si intende) potranno continuare a vederla e arricchirla con il loro contributo. Nessuno potrà più gestire l'account dall'interno, nessuno potrà più sporcarlo con qualche insulto gratuito, nessuno potrà nemmeno più rintracciarlo sui motori di ricerca e nessuno potrà richiedere di essere fatto amico in extremis, dopo il triste evento, chiedendo scusa per il ritardo (un bel traguardo, in fondo, rispetto a una vita reale che - per ragioni emotive, mediatiche o anche solo solidali - è sempre più segnata dal virus dell'empatia post-mortem: quando qualcuno muore, diventiamo tutti suoi amici e lo andiamo a dire in tv).
Come avviene la trasmigrazione dell'account? Attraverso questo form, che gli amici devono compilare segnalando il nome del deceduto, alcune informazioni personali (data di nascita, indirizzo email...) e qualche prova della sua dipartita (articoli di giornale, necrologi...). Facile ipotizzare che ci sarà subito qualche buontempone che tenterà di aggirare i controlli, comunicando la morte del proprio peggior nemico o migliore amico. Magari lo scherzo riguarderà una persona famosa e vi ritroverete a leggere il racconto, il commento e la smentita della vicenda in un altro articolo. Niente di nuovo sotto il sole: è dai tempi di Mark Twain che ogni tanto la notizia della morte di qualcuno viene grandemente esagerata. E a proposito di Mark Twain, forse a qualche novello Tom Sawyer verrà pure lo sghiribizzo di simulare la propria morte per assistere al proprio funerale digitale e leggere i commenti addolorati dei suoi amici e delle sue ex sul social network.
Scherzi a parte, interessante è notare come queste strane piattaforme virtuali, popolate da personaggi sempre più numerosi e reali (Facebook a settembre contava 300 milioni di utenti in tutto il mondo), proseguano nel loro incessante inseguimento e rimodellamento di tutti gli aspetti della nostra vita, dai più meritevoli ai più deprecabili, dai più scherzosi ai più seri, dalla culla dei divertimenti più infantili alla lapide su cui lasciare l'ultima parola. O forse, l'ultimo link.
Re: Il cimitero virtuale su Facebook
Inutile dire che non ne fruirò... a proposito se qualcuno di voi ha Facebook mi mandi un mp
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