L'Italia si impone su Cipro per 3-2
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L'Italia si impone su Cipro per 3-2
L'Italia, già qualificata ai Mondiali di Calcio di Sudafrica 2010, batte Cipro nel match di cartello a Parma in rimonta per 3-2. Sotto di due reti, una tripletta di Gilardino nel finale regala il successo agli azzurri.
Fonte: Ansa
Con una tripletta di Gilardino negli ultimi 20 minuti l'Italia ha battuto 3-2 Cipro nell'ultima gara di qualificazione ai Mondiali. Sofferta la 7/a vittoria degli azzurri che solo nel recupero piegano Cipro con Gilardino, autore di una tripletta che salva l'imbattibilita' dell'Italia. Cipro era andato in vantaggio al 12' con Okkas e raddoppiato con Michail al 48'. L'Italia accelera alla meta' della ripresa con diverse occasioni preludio della tripletta di Gilardino al 78', 81' e 92'
Fonte: Ansa
Con una tripletta di Gilardino negli ultimi 20 minuti l'Italia ha battuto 3-2 Cipro nell'ultima gara di qualificazione ai Mondiali. Sofferta la 7/a vittoria degli azzurri che solo nel recupero piegano Cipro con Gilardino, autore di una tripletta che salva l'imbattibilita' dell'Italia. Cipro era andato in vantaggio al 12' con Okkas e raddoppiato con Michail al 48'. L'Italia accelera alla meta' della ripresa con diverse occasioni preludio della tripletta di Gilardino al 78', 81' e 92'
Lippi polemico con i tifosi
Fonte: La Stampa
L’uomo che sabato firmò in extremis la qualificazione dell’Italia ai Mondiali è lo stesso che ieri sera ha evitato agli azzurri una figuraccia storica: i tre gol di Alberto Gilardino hanno ribaltato il match contro Cipro che alla mezz’ora del secondo tempo vinceva ancora per 2-0. Se ne sono andati in lacrime i ciprioti battuti da un gollonzo al 47’, dopo aver creduto in un’impresa che gli si è sgretolata tra le mani, ma sarebbero usciti tra gli insulti gli italiani se le cose non si fossero raddrizzate nel finale, con una reazione finalmente orgogliosa ed efficace.
C’erano state le avvisaglie della contestazione: i fischi nell’intervallo, gli inni a Cassano per ogni azione sballata da una squadra inetta nel primo tempo. In una sera, Lippi ha ritrovato gli umori fumantini che si erano raddolciti al ritorno da Dublino. «Sono arrabbiato come una bestia. E’ vergognoso aver fischiato la Nazionale - ha ringhiato furioso contro il pubblico di Parma -. Ho cambiato 11 uomini e si sapeva che avremmo faticato: alle prime difficoltà invece di un sostegno sono arrivati i fischi, i cori per chi non stava qui e l’invito ad andare a lavorare. Ci vadano loro a lavorare. E’ una cosa fuori di testa. Dovrei chiamare altri giocatori? Non bastano questi? Qui qualcuno ha dimenticato che siamo campioni del mondo». A naso sono state soprattutto le invocazioni a Cassano a fargli saltare i nervi. Il barese è l’escluso cui non ha aperto spiragli. Vorrebbe non sentirne parlare, figuratevi cantare. E se il presidente Abete ha minimizzato («I fischi ci sono sempre nei momenti in cui si gioca male»), l’ira del ct non è svaporata. Non è la prima volta che i due vedono lo stesso fatto sotto prospettive diverse.
Nella città dove esplose la sua capacità di segnare, Gilardino ha levato dunque le castagne dal fuoco all’Italia: si chiude il girone imbattuti, si blocca la crisi di una squadra che nelle ultime due prove ha ritrovato il gol con il biellese. Di testa su cross di Camoranesi; di piede sul servizio di Quagliarella; «alla Inzaghi» per il terzo gol, rubato toccando la palla a 10 centimetri dalla linea, quando sarebbe entrata grazie alla deviazione di un cipriota sul tiro di Quagliarella. In un quarto d’ora il Gila è tornato il protagonista in una partita dai giudizi negativi su molti uomini «nuovi». Da Giuseppe Rossi a D’Agostino, passando per Gamberini e Pepe: ci chiediamo se ci sarà davvero spazio per loro nella Nazionale da portare in Sudafrica.
Il varo della seconda Italia ci ha ricordato il film di Fantozzi in cui la nave, colpita dalla bottiglia, naufragava sotto gli occhi della madrina impietrita. La bottiglia, metaforicamente, è stata il gol di Okkas, tracagnotto di pelo scuro che non sognava tanto: lui è stato lesto a battere in porta ma il vero spettacolo è stato vedere come la difesa azzurra si sia aperta all’incursione di un certo Makridis. Si può comprendere che a una squadra costruita in 3 giorni mancassero i meccanismi e ci fosse un’applicazione dilettantesca del fuorigioco però non ci raccontino che le seconde linee del «calcioitalianocampionedelmondo» non sono in condizione di fermare l’attacco di Cipro e inventare gioco soltanto perchè al fianco di Tizio gioca Caio e non Sempronio. E negli ultimi giorni con chi si sono allenati i Nazionali di Parma se non tra loro, provando schemi e movimenti? Mica sono arrivati al «Tardini» con il borsone portato da casa. Non ingigantiamo gli alibi. Rimpiccioliamo semmai chi abbiamo catalogato troppo in fretta come un fenomeno.
La cruda verità è che Lippi ha un gruppo di «vecchietti» che si sono qualificati nel girone con l’Eire come massima alternativa ma sono stati piallati quando il livello si è alzato ai piani del Brasile. I ricambi però si sono smarriti contro una delle esponenti minori del calcio europeo. C’è voluto l’innesto di De Rossi e Camoranesi (e, in parte, Di Natale), oltre alla rabbia di Cannavaro, per riportare l’Italia all’onore del mondo nella ripresa aperta malissimo dal raddoppio di Michail, con Bocchetti già a letto. Il ct può arrabbiarsi cento volte ma l’ultima partita vera prima del Mondiale ha dimostrato che non siamo così avanti come si dice.
L’uomo che sabato firmò in extremis la qualificazione dell’Italia ai Mondiali è lo stesso che ieri sera ha evitato agli azzurri una figuraccia storica: i tre gol di Alberto Gilardino hanno ribaltato il match contro Cipro che alla mezz’ora del secondo tempo vinceva ancora per 2-0. Se ne sono andati in lacrime i ciprioti battuti da un gollonzo al 47’, dopo aver creduto in un’impresa che gli si è sgretolata tra le mani, ma sarebbero usciti tra gli insulti gli italiani se le cose non si fossero raddrizzate nel finale, con una reazione finalmente orgogliosa ed efficace.
C’erano state le avvisaglie della contestazione: i fischi nell’intervallo, gli inni a Cassano per ogni azione sballata da una squadra inetta nel primo tempo. In una sera, Lippi ha ritrovato gli umori fumantini che si erano raddolciti al ritorno da Dublino. «Sono arrabbiato come una bestia. E’ vergognoso aver fischiato la Nazionale - ha ringhiato furioso contro il pubblico di Parma -. Ho cambiato 11 uomini e si sapeva che avremmo faticato: alle prime difficoltà invece di un sostegno sono arrivati i fischi, i cori per chi non stava qui e l’invito ad andare a lavorare. Ci vadano loro a lavorare. E’ una cosa fuori di testa. Dovrei chiamare altri giocatori? Non bastano questi? Qui qualcuno ha dimenticato che siamo campioni del mondo». A naso sono state soprattutto le invocazioni a Cassano a fargli saltare i nervi. Il barese è l’escluso cui non ha aperto spiragli. Vorrebbe non sentirne parlare, figuratevi cantare. E se il presidente Abete ha minimizzato («I fischi ci sono sempre nei momenti in cui si gioca male»), l’ira del ct non è svaporata. Non è la prima volta che i due vedono lo stesso fatto sotto prospettive diverse.
Nella città dove esplose la sua capacità di segnare, Gilardino ha levato dunque le castagne dal fuoco all’Italia: si chiude il girone imbattuti, si blocca la crisi di una squadra che nelle ultime due prove ha ritrovato il gol con il biellese. Di testa su cross di Camoranesi; di piede sul servizio di Quagliarella; «alla Inzaghi» per il terzo gol, rubato toccando la palla a 10 centimetri dalla linea, quando sarebbe entrata grazie alla deviazione di un cipriota sul tiro di Quagliarella. In un quarto d’ora il Gila è tornato il protagonista in una partita dai giudizi negativi su molti uomini «nuovi». Da Giuseppe Rossi a D’Agostino, passando per Gamberini e Pepe: ci chiediamo se ci sarà davvero spazio per loro nella Nazionale da portare in Sudafrica.
Il varo della seconda Italia ci ha ricordato il film di Fantozzi in cui la nave, colpita dalla bottiglia, naufragava sotto gli occhi della madrina impietrita. La bottiglia, metaforicamente, è stata il gol di Okkas, tracagnotto di pelo scuro che non sognava tanto: lui è stato lesto a battere in porta ma il vero spettacolo è stato vedere come la difesa azzurra si sia aperta all’incursione di un certo Makridis. Si può comprendere che a una squadra costruita in 3 giorni mancassero i meccanismi e ci fosse un’applicazione dilettantesca del fuorigioco però non ci raccontino che le seconde linee del «calcioitalianocampionedelmondo» non sono in condizione di fermare l’attacco di Cipro e inventare gioco soltanto perchè al fianco di Tizio gioca Caio e non Sempronio. E negli ultimi giorni con chi si sono allenati i Nazionali di Parma se non tra loro, provando schemi e movimenti? Mica sono arrivati al «Tardini» con il borsone portato da casa. Non ingigantiamo gli alibi. Rimpiccioliamo semmai chi abbiamo catalogato troppo in fretta come un fenomeno.
La cruda verità è che Lippi ha un gruppo di «vecchietti» che si sono qualificati nel girone con l’Eire come massima alternativa ma sono stati piallati quando il livello si è alzato ai piani del Brasile. I ricambi però si sono smarriti contro una delle esponenti minori del calcio europeo. C’è voluto l’innesto di De Rossi e Camoranesi (e, in parte, Di Natale), oltre alla rabbia di Cannavaro, per riportare l’Italia all’onore del mondo nella ripresa aperta malissimo dal raddoppio di Michail, con Bocchetti già a letto. Il ct può arrabbiarsi cento volte ma l’ultima partita vera prima del Mondiale ha dimostrato che non siamo così avanti come si dice.
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