Sentenza sulle graduatorie, ultimatum alla Gelmini
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Sentenza sulle graduatorie, ultimatum alla Gelmini
Fonte: La Stampa
E alla fine Marcello Pacifico ce l’ha fatta. Da due anni sta sommergendo di ricorsi il ministero dell’Istruzione. Migliaia di ricorsi, la maggior parte vinti. A ogni vittoria il ministero decide di andare avanti lo stesso, e a questo punto il Tar del Lazio, il tribunale amministrativo ha chiarito che, se non si adeguerà, il ministro Gelmini Mariastella rischia il commissariamento.
La sentenza non lascia dubbi: entro un mese i docenti ricorsisti debbono essere tolti dalla coda delle graduatorie delle tre province scelte lo scorso aprile ed essere invece inseriti nelle stesse «a pettine», sulla base dell’effettivo punteggio. Era questa la battaglia di Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, l’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione, per un centinaio di insegnanti precari. Una battaglia iniziata quando il ministro Gelmini, invece, decise di privilegiare la territorialità dei docenti nelle graduatorie. La decisione del Tar del Lazio, secondo le stime della Uil scuola, potrebbe interessare fino a 150 mila precari.
Trenta giorni di tempo quindi al ministero di Viale Trastevere per rivedere le graduatorie; dopo di che diventerà operativo un commissario, già individuato: il dirigente generale della Funzione pubblica Luciano Cannerozzi. Sarà lui a realizzare quanto deciso dall’ordinanza del Tar.
E non è finita qui, perché oltre a questa prima tranche di un centinaio di ricorsi ce ne sono altri 7.400 circa in arrivo, su cui il Tar dovrà pronunciarsi. Inoltre il ministero è stato anche condannato alle spese per elusione dell’ordinanza cautelare e violazione della Costituzione.
La risposta del ministero è arrivata nel primo pomeriggio. Ribadisce che nulla cambierà e annuncia un emendamento. «La sentenza del Tar - scrive il ministero - sarà superata da un emendamento al Decreto che sarà proposto in sede di conversione del decreto salva-precari». Questo emendamento, spiega il ministero «non consentirà il trasferimento da una graduatoria all’altra, garantendo e limitando però la possibilità di inserimento in coda in altre 3 province, in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già inseriti in queste ultime».
«In questo modo, mentre vprovveduto, con una circolare, all’inserimento a pettine, seppure con riserva. Per Di Memma, tanta confusione potrebbe essere ovviata prevedendo incarichi pluriennaliengono quindi garantite le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell’ultima ora, con l’inserimento in coda in altre 3 province, vengono ampliate - sostiene il ministero - le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato, soprattutto in quelle province in cui le graduatorie risultano meno affollate. Non è giusto - conclude la nota - deludere l’aspettativa legittima di chi ha scelto una graduatoria provinciale per la sua iscrizione e si vede scavalcato da un trasferimento dell’ultimo momento di un candidato di un’ altra provincia».
Le organizzazioni sindacali hanno reagito in modo diverso alla sentenza. Il Comitato insegnanti precari ipotizza un nuovo caos e si chiede «cosa succederà se un insegnante ora lavora e con l’inserimento dei precari a pettine non ne avrebbe avuto diritto? Le graduatorie saranno ovviamente sconvolte, ci saranno ancora ricorsi». Un’analisi su cui è d’accordo il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo che chiede le dimissioni: «Il ministero deve mettere un pò d’ordine. La confusione è grande, e su questa vicenda la responsabilità è tutta del ministro Gelmini, non sarebbe ora che chi l’ha prodotta ne traesse le opportune conseguenze?»
E, invece, ad ascoltare il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, la decisione del Tar avrà una ricaduta «ridotta», almeno nei prossimi tempi. Infatti - spiega - già il Consiglio di stato qualche giorno fa aveva sospeso il provvedimento del ministro Gelmini che prevedeva appunto l’inserimento dei precari in coda; e il ministro aveva già provveduto, con una circolare, all’inserimento a pettine, seppure con riserva. Per Di Memma, tanta confusione potrebbe essere ovviata prevedendo incarichi pluriennali.
Anche tra le file dell’opposizione in molti chiedono le dimissioni del ministro Gelmini. Lo fanno il capogruppo dell’Idv in Commissione cultura della Camera, Pierfelice Zazzera, e il Pdci.
E alla fine Marcello Pacifico ce l’ha fatta. Da due anni sta sommergendo di ricorsi il ministero dell’Istruzione. Migliaia di ricorsi, la maggior parte vinti. A ogni vittoria il ministero decide di andare avanti lo stesso, e a questo punto il Tar del Lazio, il tribunale amministrativo ha chiarito che, se non si adeguerà, il ministro Gelmini Mariastella rischia il commissariamento.
La sentenza non lascia dubbi: entro un mese i docenti ricorsisti debbono essere tolti dalla coda delle graduatorie delle tre province scelte lo scorso aprile ed essere invece inseriti nelle stesse «a pettine», sulla base dell’effettivo punteggio. Era questa la battaglia di Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, l’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione, per un centinaio di insegnanti precari. Una battaglia iniziata quando il ministro Gelmini, invece, decise di privilegiare la territorialità dei docenti nelle graduatorie. La decisione del Tar del Lazio, secondo le stime della Uil scuola, potrebbe interessare fino a 150 mila precari.
Trenta giorni di tempo quindi al ministero di Viale Trastevere per rivedere le graduatorie; dopo di che diventerà operativo un commissario, già individuato: il dirigente generale della Funzione pubblica Luciano Cannerozzi. Sarà lui a realizzare quanto deciso dall’ordinanza del Tar.
E non è finita qui, perché oltre a questa prima tranche di un centinaio di ricorsi ce ne sono altri 7.400 circa in arrivo, su cui il Tar dovrà pronunciarsi. Inoltre il ministero è stato anche condannato alle spese per elusione dell’ordinanza cautelare e violazione della Costituzione.
La risposta del ministero è arrivata nel primo pomeriggio. Ribadisce che nulla cambierà e annuncia un emendamento. «La sentenza del Tar - scrive il ministero - sarà superata da un emendamento al Decreto che sarà proposto in sede di conversione del decreto salva-precari». Questo emendamento, spiega il ministero «non consentirà il trasferimento da una graduatoria all’altra, garantendo e limitando però la possibilità di inserimento in coda in altre 3 province, in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già inseriti in queste ultime».
«In questo modo, mentre vprovveduto, con una circolare, all’inserimento a pettine, seppure con riserva. Per Di Memma, tanta confusione potrebbe essere ovviata prevedendo incarichi pluriennaliengono quindi garantite le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell’ultima ora, con l’inserimento in coda in altre 3 province, vengono ampliate - sostiene il ministero - le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato, soprattutto in quelle province in cui le graduatorie risultano meno affollate. Non è giusto - conclude la nota - deludere l’aspettativa legittima di chi ha scelto una graduatoria provinciale per la sua iscrizione e si vede scavalcato da un trasferimento dell’ultimo momento di un candidato di un’ altra provincia».
Le organizzazioni sindacali hanno reagito in modo diverso alla sentenza. Il Comitato insegnanti precari ipotizza un nuovo caos e si chiede «cosa succederà se un insegnante ora lavora e con l’inserimento dei precari a pettine non ne avrebbe avuto diritto? Le graduatorie saranno ovviamente sconvolte, ci saranno ancora ricorsi». Un’analisi su cui è d’accordo il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo che chiede le dimissioni: «Il ministero deve mettere un pò d’ordine. La confusione è grande, e su questa vicenda la responsabilità è tutta del ministro Gelmini, non sarebbe ora che chi l’ha prodotta ne traesse le opportune conseguenze?»
E, invece, ad ascoltare il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, la decisione del Tar avrà una ricaduta «ridotta», almeno nei prossimi tempi. Infatti - spiega - già il Consiglio di stato qualche giorno fa aveva sospeso il provvedimento del ministro Gelmini che prevedeva appunto l’inserimento dei precari in coda; e il ministro aveva già provveduto, con una circolare, all’inserimento a pettine, seppure con riserva. Per Di Memma, tanta confusione potrebbe essere ovviata prevedendo incarichi pluriennali.
Anche tra le file dell’opposizione in molti chiedono le dimissioni del ministro Gelmini. Lo fanno il capogruppo dell’Idv in Commissione cultura della Camera, Pierfelice Zazzera, e il Pdci.
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