Barack Obama premio Nobel per la pace
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Barack Obama premio Nobel per la pace
La Stampa
Barack Obama «per i suoi sforzi straordinari per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli» è il Nobel per la pace del 2009: quella del Comitato per il Nobel è una scelta inattesa che da una parte premia la politica di ritorno al multilateralismo e si riconciliazione con il mondo musulmano, dall’altra cerca di dare una nuova spinta a quel processo di pace mediorentale di cui la Casa Bianca si è fatta promotrice».
Le motivazioni della giuria sono nette: «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l’attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».
La Casa Bianca ha reagito oggi con una sola parola al Nobel per la Pace a Barack Obama: «Wow!». È stato il portavoce presidenziale Robert Gibbs, a chi gli chiedeva una reazione a caldo, a rispondere ai media con una mail contenente solo la esclamazione di sorpresa (scritta a lettere maiuscole e col punto esclamativo). Pochi minuti sopo la reazione del presidente americano che si è detto profondamente onorato per l’assegnazione del premio. Secondo una fonte della Casa Bianca, il presidente avrebbe usato il termine «humbled», traducibile come il riconoscimento di un onore fin troppo grande.
La Casa Bianca ha ammesso oggi di essere stata colta «completamente di sorpresa» dalla decisione del Comitato. «Il presidente ha detto di accettare con umiltà il riconoscimento», ha aggiunto Gibbs. Il consigliere di Obama David Axelrod, ai giornalisti che gli chiedevano una reazione, sottolineando che il mondo aveva reagito con sorpresa alla decisione di assegnare il Nobel per la Pace al presidente Usa, ha risposto: «anche noi siamo sorpresi».
Il Comitato sottolinea inoltre la speciale importanza del progetto e dell’impegno della Casa Bianca per un mondo senza armi nucleari: «Come Presidente, Obama ha creato un clima nuovo nella politica internazionale: la diplomazia multilaterale ha riguadagnato una posizione centrale, con un’enfasi sul ruolo che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali possono svolgere». Il Comitato conclude appoggiando l’appello di Obama: «È tempo che ciascuno di noi si assuma la sua parte di responsabilità per una risposta globale alle sfide globali»
Indubbiamente Obama ha portato un vento di cambiamento dopo otto anni di Amministrazione Bush: il suo discorso del Cairo, nel quale prometteva di metter fine a «un ciclo di sfiducia e discordia», il «pugno che si apre nella mano tesa» all’Iran nel suo discorso di investitura, l’impegno a chiudere il carcere militare di Guantanamo e quello per un disarmo nucleare globale e per la lotta i cambiamenti climatici.
Tuttavia, oltre a un processo mediorentale ancora da riavviare su basi consolidate, Obama deve affrontare le crisi militari in Iraq e soprattutto in Afghanistan: se nel primo caso il disimpegno già deciso mesi fa sta procedendo senza eccessivi intoppi la strategia da applicare a Kabul è ancora in discussione e sembra passare comunque per un aumento delle truppe sul terreno; infine, resta da vedere se l’approccio diplomatico alla crisi iraniana sarà veramente in grado di dare frutti. Le prime congratulazioni giungono proprio da Kabul e da Teheran: in particolare, per l’Iran il Nobel «dovrà spronare Obama a mettere fine alle ingiustizie nel mondo» mentre il presidente afgano Hamid Karzai ha definito Obama «la persona giusta» a cui assegnare il Premio.
Per quel che riguarda gli inquilini della Casa Bianca la vittoria di Obama non è certo una notizia: Theodore Roosevelt ebbe il premio nel 1906 (dopo l’arbitrato che mise fine alla guerra russo-giapponese), Woodrow Wilson lo ricevette nel 1919 dopo il congresso di Versailles che seguì la fine della Seconda Guerra Mondiale e Jimmy Carter, ormai da ex, nel 2002 per la prevenzione dei conflitti e la difesa dei diritti umani; sempre da ex, ma vicepresidente, Al Gore venne premiato nel 2007 insieme alla Commissione dell’Onu sui Cambiamenti climatici (Ipcc).
Al contrario di quanto accade per i Premi Nobel per la Fisica o la Chimica, assegnati sulla bas di ricerche o scoperte i cui risultati siano suffragati dal tempo, il premio per la Pace viene a volte dato per stimolare un processo ancora in corso.
Re: Barack Obama premio Nobel per la pace
Obama: "Non so se lo merito"
Fonte: La Stampa
Fonte: La Stampa
Un Obama umile, grato ma tranquillo ringrazia, in questo 9 ottobre, per l’assegnazione di un premio Nobel per la Pace che secondo molti, ancora non si è meritato. E lo ammette, il primo presidente afroamericano. Parlando dal Giardino delle Rose della Casa Bianca, Barack Obama ha detto che «il premio non deve essere considerato un riconoscimento per i risultati raggiunti», piuttosto il Nobel «esprime l’ideale di un mondo che vogliamo costruire» e l’intenzione di «contribuire a questo sforzo» della diplomazia americana.
Obama ha aggiunto che il Nobel è stato già usato in passato per premiare un’aspirazione, piuttosto che un obiettivo raggiunto. E in pochi cenni, tratteggia un quadretto familiare che serve anche a dare la misura della sua serenità. «Non mi aspettavo proprio questo risveglio». Ci ha pensato la figlia Malia, ha spiegato, a svegliarlo per comunicargli le notizie del giorno: il premio e il compleanno di Bo, il cane della Casa Bianca, e il programma di famiglia per il fine settimana. «Per fortuna ci sono i bambini a mettere le cose nella giusta prospettiva», ha detto Obama.
Poi ha aggiunto di essere «sorpreso e di accettare il premio con un senso di umiltà»: «Vi confesso che non credo di meritare di essere insieme a persone che lo hanno vinto in passato e che sono state motivo di ispirazione per me e per il mondo intero». «Accetto questo premio come una chiamata all’azione», ha aggiunto prima di insistere sull’importanza della sua strategia nei confronti dell’Iran e della proliferazione nucleare in particolare.
Se il premio doveva aiutare Obama in patria, l’obbiettivo non sembra raggiunto. Lungi dal distendere un velo di soddisfazione sull’America, l’assegnazione ha infiammato lo scontro tra repubblicani e democratici. Al segretario del partito repubblicano Michael Steele che ha definito «una delusione» e «un abbaglio» il premio a Obama, senza congratularsi con lui, i democratici rispondono duramente. «I repubblicani si sono gettati nella mischia con i terroristi - dai talebani ad Hamas» ha detto il portavoce della segreteria del partito, Brad Woodhouse.
La motivazione del Comitato di Oslo afferma che il premio è stato assegnato a Obama «per i suoi sforzi straordinari per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli». «Solo raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l’attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge; la diplomazia del Presidente statunitense è «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».
Il Comitato ha concluso sottolineando la speciale importanza del progetto e dell’impegno della Casa Bianca per un mondo senza armi nucleari: «Come Presidente, Obama ha creato un clima nuovo nella politica internazionale: la diplomazia multilaterale ha riguadagnato una posizione centrale, con un’enfasi sul ruolo che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali possono svolgere».
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