Dati sull'immigrazione
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Dati sull'immigrazione
Fonte: Ansa
Gli immigrati in Italia - giunti a sfiorare i 4 milioni (3.891.295 per la precisione) - coprono il 6,5% della popolazione residente. Un anno fa erano il 5,8%: nel corso del 2008 sono aumentati di quasi 500 mila unità. Lo rende noto l'Istat che oggi ha diffuso i dati sugli immigrati residenti nel nostro paese relativi al primo gennaio 2009, sottolineando che la crescita, nonostante inferiore a quello del 2007 quando era stato del 16,8%, continua ad essere "ancora molto elevata".
- ROMENI, PRIMA COMUNITA'; CRESCONO ANCHE ASIATICI. L'aumento è dovuto principalmente ai paesi Ue di nuova adesione, in particolare la Romania da dove sono giunti complessivamente 190.403 unità. Gli immigrati dai paesi dell'est europeo non facenti parte dell'Ue sono saliti del 12%), quelli dal Marocco del +10,3% e dai paesi asiatici Cina, India e Bangladesh del +18,6%. La metà degli stranieri residenti (49%) proviene dai paesi dell'Est europeo; un quarto dai paesi di nuova adesione (796 mila sono romeni). La comunità romena è la più numerosa (20,5%; +27,4% in un anno); segue quella albanese (+9,8%) e quella marocchina (+10,3%); i cinesi sono cresciti dell'8,8% e gli ucraini del 16%.
- OLTRE MEZZO MILIONE NATI IN ITALIA. Nel 2008 qui sono nati 72.472 stranieri per complessivi 519 mila (il 13,3% degli stranieri). I minorenni sono circa 862 mila; +102 mila.
- CITTADINANZE A +18, MOTIVO E' MATRIMONIO. Le cittadinanze concesse nel 2008 sono state 53.696. La maggior parte sono dovute a matrimonio. Si stima che siano circa 726 mila i cittadini extracomunitari con la cittadinanza italiana.
- AUMENTA CHI TORNA A CASA. Nel 2008 si sono cancellati dalle anagrafi, perché tornati nel loro stato o trasferiti in un altro stato estero, 27.023 stranieri, un numero definito di "consueto contenuto" rispetto al reale movimento emigratorio, ma in aumento del 33% rispetto al 2007.
- ITALIA PIU' VICINA ALLA FRANCIA. Il 6,5% degli immigrati avvicina l'Italia ad altri paesi europei. Per esempio, alla Francia dove questa percentuale è del 5,8%. In Spagna invece la quota degli stranieri è dell'11,7%.
- OLTRE 1.5 MILIONE I CAPOFAMIGLIA STRANIERI. Si tratta del 6,2% del totale delle famiglie. L'incidenza è del 9,4% in Umbria, dell'8,8% nel Lazio, dell'8% in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Nel Mezzogiorno spicca l'Abruzzo con il 5,1%.
- SEI STRANIERI SU 10 RISIEDONO AL NORD. Oltre il 60% degli stranieri risiede al Nord, il 25,1% al Centro, il 12,8% nel Mezzogiorno.
Re: Dati sull'immigrazione
Posto qui dei dati sull'immigrazione
(Wikipedia)
Secondo i dati Istat più recenti, relativi al 1° gennaio 2009, sono presenti in Italia 3.891.295 stranieri, pari al 6,5% della popolazione totale, con un incremento, rispetto all'anno precedente, del 13,4% (458.644 persone, valore inferiore solo a quello dell'anno precedente, pari a 493.000 unità). In questo valore non sono comprese le naturalizzazioni (53.696, fenomeno ancora relativamente limitato, seppure in crescita costante negli ultimi anni[6]), né ovviamente gli irregolari[7].
Tale popolazione presenta un'età media decisamente più bassa di quella italiana; i minorenni sono 862 mila (tra un quarto e un quinto del totale) mentre gli stranieri nati in Italia (le cosiddette seconde generazioni) sono ormai 519 mila [7], cioè il 13,3% del totale degli stranieri.
Analizzando le zone di provenienza, si nota come negli ultimi anni ci sia stato un deciso incremento dei flussi provenienti dall'Europa orientale, che hanno superato quelli relativi ai paesi del Nordafrica, molto forti fino agli anni novanta. Ciò è dovuto in particolare al rapido incremento della comunità rumena che, in particolare nel 2007, è all'incirca raddoppiata, passando da 342.000 a 625.000 persone e rappresentando quindi la principale comunità straniera in Italia. Ciò è dipeso, verosimilmente, dall'ingresso della Romania nell'Unione Europea che ha facilitato i flussi. Accanto a questi le principali comunità straniere presenti in Italia sono quella albanese, marocchina, cinese ed ucraina[7].
Secondo l'ultimo dossier statistico presentato da Caritas e Fondazione Migrantes nel novembre 2008, al 31/12/2007 i cristiani sono la prima comunità straniera d'Italia: 2.099.564 persone (in massima parte ortodossi), seguite da 1.253.704 musulmani, che costituiscono il secondo gruppo [9].
Anche la distribuzione sul territorio italiano è fortemente disomogenea: nel Nord-ovest risiede il 35,2% degli stranieri, nel Nord-est il 27%, nel Centro il 25,1% e nel Mezzogiorno e isole il 12,8%. All'interno di tale distribuzione si nota inoltre una forte disparità tra i capoluoghi di provincia (con maggiori presenze) e le zone rurali. Tra le provincie italiane, quella con la comunità straniera più grande è Milano (371.670), seguita da quella di Roma (366.360), quindi Torino (185.073) e Brescia (149.753). Nonostante ciò, le province che hanno avuto gli incrementi percentuali maggiori sono proprio quelle centro-meridionali e insulari (Latina: +30,2%; Caltanissetta: +24,7%; Nuoro: +24,4%; Enna: +23,1%)[7].
(Wikipedia)
Secondo i dati Istat più recenti, relativi al 1° gennaio 2009, sono presenti in Italia 3.891.295 stranieri, pari al 6,5% della popolazione totale, con un incremento, rispetto all'anno precedente, del 13,4% (458.644 persone, valore inferiore solo a quello dell'anno precedente, pari a 493.000 unità). In questo valore non sono comprese le naturalizzazioni (53.696, fenomeno ancora relativamente limitato, seppure in crescita costante negli ultimi anni[6]), né ovviamente gli irregolari[7].
Romania | 177.812 | 796.477 | 347,9 |
Albania | 270.383 | 441.396 | 63,2 |
Marocco | 253.362 | 403.592 | 59,3 |
Cina | 86.738 | 170.265 | 96,2 |
Ucraina | 57.971 | 153.998 | 165,6 |
Filippine | 72.372 | 113.686 | 57,0 |
Tunisia | 68.630 | 100.112 | 45,8 |
Polonia | 40.314 | 99.389 | 146,5 |
India | 44.791 | 91.855 | 105,0 |
Moldavia | 24.645 | 89.424 | 262,8 |
Macedonia | 51.208 | 89.066 | 73,9 |
Ecuador | 33.506 | 80.070 | 138,9 |
Perù | 43.009 | 77.629 | 80,5 |
Egitto | 40.583 | 74.599 | 83,8 |
Sri Lanka | 39.231 | 68.738 | 75,2 |
Senegal | 46.478 | 67.510 | 45,2 |
Analizzando le zone di provenienza, si nota come negli ultimi anni ci sia stato un deciso incremento dei flussi provenienti dall'Europa orientale, che hanno superato quelli relativi ai paesi del Nordafrica, molto forti fino agli anni novanta. Ciò è dovuto in particolare al rapido incremento della comunità rumena che, in particolare nel 2007, è all'incirca raddoppiata, passando da 342.000 a 625.000 persone e rappresentando quindi la principale comunità straniera in Italia. Ciò è dipeso, verosimilmente, dall'ingresso della Romania nell'Unione Europea che ha facilitato i flussi. Accanto a questi le principali comunità straniere presenti in Italia sono quella albanese, marocchina, cinese ed ucraina[7].
Secondo l'ultimo dossier statistico presentato da Caritas e Fondazione Migrantes nel novembre 2008, al 31/12/2007 i cristiani sono la prima comunità straniera d'Italia: 2.099.564 persone (in massima parte ortodossi), seguite da 1.253.704 musulmani, che costituiscono il secondo gruppo [9].
Anche la distribuzione sul territorio italiano è fortemente disomogenea: nel Nord-ovest risiede il 35,2% degli stranieri, nel Nord-est il 27%, nel Centro il 25,1% e nel Mezzogiorno e isole il 12,8%. All'interno di tale distribuzione si nota inoltre una forte disparità tra i capoluoghi di provincia (con maggiori presenze) e le zone rurali. Tra le provincie italiane, quella con la comunità straniera più grande è Milano (371.670), seguita da quella di Roma (366.360), quindi Torino (185.073) e Brescia (149.753). Nonostante ciò, le province che hanno avuto gli incrementi percentuali maggiori sono proprio quelle centro-meridionali e insulari (Latina: +30,2%; Caltanissetta: +24,7%; Nuoro: +24,4%; Enna: +23,1%)[7].
Re: Dati sull'immigrazione
Quadro storico
Wikipedia
L'Italia, per gran parte della sua storia recente è stato un paese di emigrazione; si stima che tra il 1876 e il 1976 partirono oltre 24 milioni di persone[2] (con una punta massima nel 1913 di oltre 870.000 partenze), al punto che oggi si parla di grande emigrazione o diaspora italiana[3].
Per tutto questo periodo, il fenomeno dell'immigrazione era stato invece pressoché inesistente, ove si eccettuino le migrazioni dovute alle conseguenze della seconda guerra mondiale, come l'esodo istriano o il rientro degli italiani dalle ex-colonie d'Africa. Tali fenomeni tuttavia avevano un carattere episodico e non presentavano sostanziali problemi d'integrazione dal punto di vista sociale o culturale. L'Italia rimase tendenzialmente un paese dal saldo migratorio negativo; il fenomeno dell'emigrazione cominciò ad affievolirsi decisamente solo a partire dagli anni sessanta, dopo gli anni del miracolo economico[4]
In particolare, nel 1973, l'Italia ebbe per la prima volta un leggerissimo saldo migratorio positivo (101 ingressi ogni 100 espatri), caratteristica che sarebbe diventata costante, amplificandosi negli anni a venire. È da notare tuttavia che in tale periodo gli ingressi erano ancora in gran parte costituiti da emigranti italiani che rientravano nel Paese, piuttosto che da stranieri[4].
Il flusso di stranieri cominciò a prendere consistenza solo verso la fine degli anni settanta, sia per la "politica delle porte aperte" praticata dall'Italia, sia per politiche più restrittive adottate da altri paesi[4]. Nel 1981, il primo censimento Istat degli stranieri in Italia calcolava la presenza di 321.000 stranieri, di cui circa un terzo "stabili" e il rimanente "temporanei". Un anno dopo, nel 1982 veniva proposto un primo programma di regolarizzazione degli immigrati privi di documenti, mentre nel 1986 fu varata la prima legge in materia (L. 943 del 30.12.1986) con cui ci si poneva l'obiettivo di garantire ai lavoratori extracomunitari gli stessi diritti dei lavoratori italiani[4]. Nel 1991 il numero di stranieri residenti era di fatto raddoppiato, passando a 625.000 unità.
Negli anni novanta il saldo migratorio ha continuato a crescere e, dal 1993 (anno in cui per la prima volta il saldo naturale è diventato negativo), è diventato il solo responsabile della crescita della popolazione italiana.
Nel 1990 veniva emanata la cosiddetta legge Martelli, che cercava per la prima volta di introdurre una programmazione dei flussi d'ingresso, oltre a costituire una sanatoria per quelli che si trovavano già nel territorio italiano: allo scadere dei sei mesi previsti vennero regolarizzati circa 200.000 stranieri, provenienti principalmente dal Nordafrica[4].
Nel 1991 l'Italia dovette anche confrontarsi con la prima "immigrazione di massa", dall'Albania (originata dal crollo del blocco comunista), risolta con accordi bilaterali. Negli anni seguenti ulteriori accordi bilaterali verranno stipulati con altri Paesi, principalmente dell'area mediterranea. Secondo dati stimati dalla Caritas, nel 1996 erano presenti in Italia 924.500 stranieri[4].
È del 1998 la legge Turco-Napolitano, che cercava di regolamentare ulteriormente i flussi in ingresso, cercando tra l'altro di scoraggiare l'immigrazione clandestina e istituendo, per la prima volta in Italia, i centri di permanenza temporanea per quegli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione". La materia sarà tuttavia regolamentata nuovamente nel 2002, con la cosiddetta legge Bossi-Fini, che prevede, tra l'altro, anche la possibilità dell'espulsione immediata dei clandestini da parte della forza pubblica.
Alla data del censimento della popolazione del 2001 risultavano presenti in Italia 1.334.889 stranieri, mentre le comunità maggiormente rappresentate erano quella marocchina (180.103 persone) e albanese (173.064)[5].
Wikipedia
L'Italia, per gran parte della sua storia recente è stato un paese di emigrazione; si stima che tra il 1876 e il 1976 partirono oltre 24 milioni di persone[2] (con una punta massima nel 1913 di oltre 870.000 partenze), al punto che oggi si parla di grande emigrazione o diaspora italiana[3].
Per tutto questo periodo, il fenomeno dell'immigrazione era stato invece pressoché inesistente, ove si eccettuino le migrazioni dovute alle conseguenze della seconda guerra mondiale, come l'esodo istriano o il rientro degli italiani dalle ex-colonie d'Africa. Tali fenomeni tuttavia avevano un carattere episodico e non presentavano sostanziali problemi d'integrazione dal punto di vista sociale o culturale. L'Italia rimase tendenzialmente un paese dal saldo migratorio negativo; il fenomeno dell'emigrazione cominciò ad affievolirsi decisamente solo a partire dagli anni sessanta, dopo gli anni del miracolo economico[4]
In particolare, nel 1973, l'Italia ebbe per la prima volta un leggerissimo saldo migratorio positivo (101 ingressi ogni 100 espatri), caratteristica che sarebbe diventata costante, amplificandosi negli anni a venire. È da notare tuttavia che in tale periodo gli ingressi erano ancora in gran parte costituiti da emigranti italiani che rientravano nel Paese, piuttosto che da stranieri[4].
Il flusso di stranieri cominciò a prendere consistenza solo verso la fine degli anni settanta, sia per la "politica delle porte aperte" praticata dall'Italia, sia per politiche più restrittive adottate da altri paesi[4]. Nel 1981, il primo censimento Istat degli stranieri in Italia calcolava la presenza di 321.000 stranieri, di cui circa un terzo "stabili" e il rimanente "temporanei". Un anno dopo, nel 1982 veniva proposto un primo programma di regolarizzazione degli immigrati privi di documenti, mentre nel 1986 fu varata la prima legge in materia (L. 943 del 30.12.1986) con cui ci si poneva l'obiettivo di garantire ai lavoratori extracomunitari gli stessi diritti dei lavoratori italiani[4]. Nel 1991 il numero di stranieri residenti era di fatto raddoppiato, passando a 625.000 unità.
Negli anni novanta il saldo migratorio ha continuato a crescere e, dal 1993 (anno in cui per la prima volta il saldo naturale è diventato negativo), è diventato il solo responsabile della crescita della popolazione italiana.
Nel 1990 veniva emanata la cosiddetta legge Martelli, che cercava per la prima volta di introdurre una programmazione dei flussi d'ingresso, oltre a costituire una sanatoria per quelli che si trovavano già nel territorio italiano: allo scadere dei sei mesi previsti vennero regolarizzati circa 200.000 stranieri, provenienti principalmente dal Nordafrica[4].
Nel 1991 l'Italia dovette anche confrontarsi con la prima "immigrazione di massa", dall'Albania (originata dal crollo del blocco comunista), risolta con accordi bilaterali. Negli anni seguenti ulteriori accordi bilaterali verranno stipulati con altri Paesi, principalmente dell'area mediterranea. Secondo dati stimati dalla Caritas, nel 1996 erano presenti in Italia 924.500 stranieri[4].
È del 1998 la legge Turco-Napolitano, che cercava di regolamentare ulteriormente i flussi in ingresso, cercando tra l'altro di scoraggiare l'immigrazione clandestina e istituendo, per la prima volta in Italia, i centri di permanenza temporanea per quegli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione". La materia sarà tuttavia regolamentata nuovamente nel 2002, con la cosiddetta legge Bossi-Fini, che prevede, tra l'altro, anche la possibilità dell'espulsione immediata dei clandestini da parte della forza pubblica.
Alla data del censimento della popolazione del 2001 risultavano presenti in Italia 1.334.889 stranieri, mentre le comunità maggiormente rappresentate erano quella marocchina (180.103 persone) e albanese (173.064)[5].
Re: Dati sull'immigrazione
Grazie Mauizio delle informazioni.
Io sono un maniaco dei numeri nell'ambito dei dati (sopratutto mi piace raccogliere dati sulla demografia e sulla meteorlologia).
Per quanto riguarda l'immigrazione, come avete potuto osservare, Brescia è una città con una presenza di stranieri elevata.
Ci lavorerò su sui dati, costruendo delle tabelle sul programma excel.
Io sono un maniaco dei numeri nell'ambito dei dati (sopratutto mi piace raccogliere dati sulla demografia e sulla meteorlologia).
Per quanto riguarda l'immigrazione, come avete potuto osservare, Brescia è una città con una presenza di stranieri elevata.
Ci lavorerò su sui dati, costruendo delle tabelle sul programma excel.
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Re: Dati sull'immigrazione
Il fenomeno dell'immigrazione clandestina
Di seguito dei testi tratti da Wikipedia
Vittime dell'immigrazione clandestina
L'immigrazione clandestina in Italia
Di seguito dei testi tratti da Wikipedia
L'immigrazione clandestina è l'ingresso di cittadini stranieri in violazione delle leggi di immigrazione del paese di destinazione.
Gli immigrati sono mossi dalla ricerca di condizioni di vita migliori perché spesso i Paesi di provenienza sono poveri oppure in quei Paesi non vengono rispettati i diritti civili. L'immigrazione clandestina, così come quella regolare, è un fenomeno di cui sono oggetto generalmente i Paesi più ricchi. Si tratta spesso di flussi misti nell’ambito dei quali si spostano sia migranti che rifugiati, seguendo rotte e modalità di trasporto simili. Tali spostamenti vengono definiti irregolari poiché spesso avvengono senza la necessaria documentazione e di frequente coinvolgono trafficanti di esseri umani. Le persone che si muovono in questa maniera spesso mettono a rischio la propria vita, sono obbligate a viaggiare in condizioni disumane e possono essere oggetto di sfruttamento ed abuso.
Da un punto di vista politico l'immigrazione clandestina va a toccare una serie di grandi questioni sociali quali: l'economia, il welfare state, l'istruzione, l'assistenza sanitaria, la schiavitù, la prostituzione, le protezioni giuridiche, il diritti di voto, i servizi pubblici, e i diritti umani.
Nell'agosto del 2009 anche in Italia è entrato in vigore il reato penale di immigrazione clandestina, reato già previsto negli ordinamenti giuridici di altri stati europei quali ad esempio Gran Bretagna, Francia e Germania[2], seppure con delle sostanziali differenze. Negli stati citati la pena prevista per tale reato prevede infatti anche la detenzione (mentre in Italia è prevista una semplice sanzione), in compenso però negli ordinamenti francese e britannico non esiste l'obbligatorietà dell'azione penale [3].
Gli immigrati clandestini seguono vie illegali per raggiungere il paese di destinazione, e si affidano molto spesso a malavitosi che sono indicati come schiavisti che gestiscono vere e proprie tratte degli esseri umani. Un esempio sono i cosiddetti scafisti che ammassano enormi quantità di persone su navi di scarsissima qualità e sicurezza (le carrette del mare) partendo dalle coste settentrionali dell'Africa per arrivare nei Paesi mediterranei: l'Italia è una delle mete preferite perché il tratto dall'Africa alla Sicilia e in particolare a Lampedusa è molto corto rispetto agli altri possibili. Per molti di loro il viaggio continua verso altri Paesi europei. Questi scafisti si fanno pagare somme molto ingenti in cambio della speranza di una nuova vita, e sono spesso alleati con varie organizzazioni criminali oltre che, spesso, con complicità di parte della polizia del paese d'origine: attorno all'immigrazione clandestina c'è un forte indotto criminale fin dall'origine.
Essendo entrati illegalmente, i clandestini non possono entrare nel mercato del lavoro ufficiale. Pertanto, arrivati a destinazione, vengono spesso sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli che li usano come manodopera a basso costo, approfittando del fatto che sono facilmente ricattabili a causa della loro posizione irregolare. In quanto manodopera a basso costo, i clandestini sono gli immigrati più soggetti alle accuse di abbassare i salari medi (un fenomeno che è detto svalutazione sociale) e di togliere il lavoro alla popolazione italiana peggiorandone la qualità della vita.
Molti clandestini finiscono anche nella rete della criminalità organizzata, che li sfrutta per svolgere il cosiddetto lavoro sporco, ovvero le mansioni più basse, meno desiderabili e più rischiose.
Vittime dell'immigrazione clandestina
Secondo notizie raccolte sulla stampa internazionale tra il 1988 e il 2008 dall'osservatorio sulle vittime dell'immigrazione Fortress Europe, almeno 12.012 tra uomini, donne e bambini hanno perso la vita tentando di raggiungere l'Europa clandestinamente, non potendo viaggiare in modo regolare. Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 8.315 persone. Metà delle salme (4.255) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 2.511, tra cui 1.549 dispersi. Altre 70 persone sono morte navigando dall'Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.091 persone di cui 1.986 risultano disperse. Nell'Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, hanno perso la vita 895 migranti, tra i quali si contano 461 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia, negli anni passati sono morte 603 persone, delle quali 220 sono disperse. Inoltre, almeno 597 migranti sono annegati sulle rotte per l'isola francese di Mayotte, nell'oceano Indiano. Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 146 le morti accertate per soffocamento o annegamento.
Per chi viaggia da sud il Sahara è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Il grande deserto separa l'Africa occidentale e il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro. Qui dal 1996 sono morte almeno 1.587 persone. Ma stando alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi morti. Pertanto le vittime censite sulla stampa potrebbero essere solo una sottostima. Tra i morti si contano anche le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di Tripoli, Algeri e Rabat, abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di persone in zone frontaliere in pieno deserto. In Libia si registrano gravi episodi di violenze contro i migranti. Non esistono dati sulla cronaca nera. Nel 2006 Human rights watch e Afvic hanno accusato Tripoli di arresti arbitrari e torture nei centri di detenzione per stranieri, tre dei quali sarebbero stati finanziati dall'Italia. Nel settembre 2000 a Zawiyah, nel nord-ovest del Paese, vennero uccisi almeno 560 migranti nel corso di sommosse razziste.
Viaggiando nascosti nei tir hanno perso la vita in seguito ad incidenti stradali, per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci 283 persone. E almeno 182 migranti sono annegati attraversando i fiumi frontalieri: la maggior parte nell'Oder-Neiße tra Polonia e Germania, nell'Evros tra Turchia e Grecia, nellA Sava tra Bosnia e Croazia e nella Morava, tra Slovacchia e Repubblica Ceka. Altre 112 persone sono invece morte di freddo percorrendo a piedi i valichi della frontiera, soprattutto in Turchia e Grecia. In Grecia, al confine nord-orientale con la Turchia, nella provincia di Evros, esistono ancora i campi minati. Qui, tentando di attraversare a piedi il confine, sono rimaste uccise 88 persone. Sotto gli spari della polizia di frontiera, sono morti ammazzati 192 migranti, di cui 35 soltanto a Ceuta e Melilla, le due enclaves spagnole in Marocco, 50 in Gambia, 40 in Egitto e altri 32 lungo il confine turco con l'Iran e l'Iraq. Ma ad uccidere sono anche le procedure di espulsione in Francia, Belgio, Germania, Spagna, Svizzera e l'esternalizzazione dei controlli delle frontiere in Marocco e Libia. Infine 41 persone sono morte assiderate, viaggiando nascoste nel vano carrello di aerei diretti negli scali europei. E altre 23 hanno perso la vita viaggiando nascoste sotto i treni che attraversano il tunnel della Manica, per raggiungere l'Inghilterra, cadendo lungo i binari o rimanendo fulminati scavalcando la recinzione del terminal francese, oltre a 12 morti investiti dai treni in altre frontiere e 3 annegati nel Canale della Manica
L'immigrazione clandestina in Italia
In Italia l'immigrazione clandestina è alimentata soprattutto dagli overstayers, tutti quegli stranieri che, entrati nel Paese regolarmente, restano dopo la scadenza del visto o dell'autorizzazione al soggiorno: un fenomeno che ha raggiunto - secondo dati ufficiali del Ministero dell'Interno[4] il 60% del totale dei clandestini nel 2005 (il 63% nel primo semestre del 2006). Un altro 25% circa dei clandestini giunge illegalmente da altri Paesi Schengen, approfittando dell'abolizione dei controlli alle frontiere interne (il 24% nei primi sei mesi del 2006). Soltanto il 15% dell'immigrazione irregolare arriva dalle rotte del Mediterraneo. Il numero degli arrivi negli ultimi anni è altalenante. Dal 1º gennaio al 31 dicembre 2006 sono sbarcati sulle coste italiane 22.016 clandestini, con una riduzione, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, del 4,5% (22.939 erano stati gli arrivi nel 2005). La maggior parte degli sbarchi è avvenuta sulle coste siciliane dove nel 2006 sono arrivati 21.400 extracomunitari (22.824 nel 2005) mentre in Puglia sono stati solo 243 (19 nel 2005) e in Calabria 282 (88 nel 2005). Di questi 8.146 sono di nazionalità marocchina, 4.200 egiziana, 2.859 eritrea e 2.288 tunisina. La diminuzione, seppur lieve, segnava un'importante inversione di tendenza fino al 2008: nel 2005 gli sbarchi erano quasi raddoppiati rispetto al 2004.
Nel 2008 invece, grazie all'azione combinata di nuove politiche e dell'accordo con la Libia, nonché dell'inasprimento della tutela penale dei fenomeni legati all'immigrazione clandestina, è stata registrata una fortissima flessione del numero degli sbarchi di clandestini, pari al 92%.[5]
Nonostante questi presupposti, in Italia solo un immigrato su cinque risulta essere clandestino.[6]
La legge 94 del 2 luglio 2009, ha introdotto, all'articolo 19, i reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato in proposito: «Lo Stato potrà garantire meglio la sicurezza dei cittadini. È una legge fortemente voluta dal governo e dal presidente del Consiglio. Ora ci saranno misure molto più efficaci, così potremo garantire meglio la sicurezza dei cittadini. È un buon segnale della giornata»[8]. Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni si è detto «molto soddisfatto» di un provvedimento che «conclude un lavoro iniziato un anno fa e che ha visto l'approvazione di diverse norme per il contrasto alla criminalità organizzata, all'immigrazione clandestina e per migliorare la sicurezza urbana»[8].
Il provvedimento ha suscitato notevoli critiche, tra cui quella di monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti: «La criminalizzazione dei migranti è per me il peccato originale dietro al quale va tutto il resto»; «Non posso non essere triste e dispiaciuto, con preoccupazioni per la prospettiva che ci si apre dinanzi e a mio avviso porterà molti dolori e difficoltà per persone che, già per il fatto di essere irregolari, si trovano in una situazione di precarietà»[9].
Anche politici di destra, quali Mirko Tremaglia, hanno criticato il provvedimento, definendolo "assurdo", "un reato inventato", chiedendone la cancellazione e l'avvio di una regolarizzazione e di una sanatoria. "Siamo tutti moralmente, oltre che politicamente, impegnati a salvaguardare gli stessi diritti che i nostri emigranti hanno ottenuto con tanti sacrifici."[10] In questa campagna Tremaglia si è tuttavia trovato solo, isolato dai suoi compagni di partito[11].
Diversi intellettuali, tra cui Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio, hanno firmato un «Appello contro il ritorno delle leggi razziali in Europa»: «È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali»[12].
Diversi giuristi (tra cui Valerio Onida, Stefano Rodotà, Armando Spataro, Gustavo Zagrebelsky) hanno redatto un «Appello contro l’introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti», lamentando l'uso simbolico della sanzione penale, la criminalizzazione di mere condizioni personali e profili di illegittimità costituzionale. In particolare, secondo tali giuristi[13]:
la norma è priva di fondamento giustificativo, in quanto si sovrappone del tutto alla misura amministrativa dell'espulsione dello straniero; la sanzione penale, in quanto extrema ratio andrebbe al contrario utilizzata solo in mancanza di altri strumenti legali idonei;
la Corte Costituzionale (sent. 78/2007) ha negato che la condizione di migrante irregolare possa costituire base di pericolosità sociale in sè. La norma si connoterebbe pertanto come discriminazione ratione subiecti, in contrasto con la garanzia costituzionale di punibilità penale solo per fatti materiali e non per condizioni individuali;
l'introduzione del nuovo reato rischia di aggravare l'inefficienza del sistema penale (e dei giudici di pace), senza produrre reale utilità sociale
Re: Dati sull'immigrazione
Bene, ho inserito uno speciale sull'immigrazione clandestina (post precedente), che potrebbe interessarti, anche li ci sono molti dati ma spetterà a te metterli in tabella! Poi se hai voglia di postarle...Luca95 ha scritto:Grazie Mauizio delle informazioni.
Io sono un maniaco dei numeri nell'ambito dei dati (sopratutto mi piace raccogliere dati sulla demografia e sulla meteorlologia).
Per quanto riguarda l'immigrazione, come avete potuto osservare, Brescia è una città con una presenza di stranieri elevata.
Ci lavorerò su sui dati, costruendo delle tabelle sul programma excel.
Re: Dati sull'immigrazione
http://manifestino.blogspot.com/2009/02/limmigrazione-in-italia-inizia.html
Alcuni dati sull’immigrazione in Italia
L’immigrazione in Italia inizia a diventare un fenomeno numericamente rilevante negli anni ’80. Alcune comunità tuttavia sono strutturalmente presenti in Italia già molto prima di quel periodo, in particolare per quanto riguarda i paesi nord africani e soprattutto le ex-colonie.
Il primo provvedimento di “regolarizzazione” su vasta scala fu di tipo amministrativo e risale infatti al 1982, mentre la prima legge sugli stranieri viene approvata nel 1986 in applicazione della convenzione OIL 134/197, dopo un lungo iter iniziato nel 1981, fissando una prima scadenza per la presentazione delle domande nell’aprile 1987, che vede poi tre successive proroghe e conduce all’accoglimento di 105.000 domande. La cosiddetta legge “Martelli” risale al 1990 e comprende anche una sanatoria generalizzata per tutti coloro che riescono a provare l’ingresso in Italia prima del 31.12.1989 (222.000 regolarizzazioni). Nuovi provvedimenti seguono nel 1995 e nel 1998, rispettivamente con 246.000 e 217.000 regolarizzazioni.
La legge del 30.7.2002, nota come “Bossi-Fini” dispone una regolarizzazione per colf e badanti e viene seguita da un decreto legge del 9.9.2002 per quanto riguarda il lavoro dipendente e vedono la presentazione di oltre 700.000 domande di regolarizzazione. La “Bossi-Fini” da un lato è quindi di fatto l’ultimo provvedimento di regolarizzazione vera e propria su vasta scala, dall’altro svela tutta l’ipocrisia della retorica sulla clandestinità. Un’indagine condotta Fondazione Andolfi CNEL nel 2003 su 400 lavoratrici domestiche rivela dati molto significativi aiuta a capire meglio cosa significano i numeri sempre più elevati che ogni anno vengono presentati al momento dell’emanazione del cosiddetto “decreto flussi”, evidenziando la differenza tra i numeri di “irregolari”, in ragione degli anni di permanenza in Italia:
•in Italia da 2 anni: irregolarità del 68,3%
•in Italia tra i 3 e i 5 anni: irregolarità del 38,8%
•in Italia tra i 6 e i 10 anni: irregolarità del 12,6%
Da una lettura complessiva di questi dati si evince non solo che l’immigrazione verso l’Italia è in un costante (ed evidentemente inarrestabile) aumento, ma che è la natura stessa dell’impianto legislativo ad essere totalmente inadeguata al fenomeno migratorio e di fatto genera clandestinità. La presenza di migranti “irregolari” è infatti attualmente stimata in circa 1.000.000 di persone. Ma non si tratta solo di ipocrisia, ci sono anche delle vere e proprie mistificazioni, quando ad esempio si “dimentica” la rilevanza numerica dei e delle migranti provenienti dai paesi neocomunitari, che hanno una situazione molto diversa.
In base al dossier statistico della Caritas del 2008, il numero totale di migranti regolarmente residenti in Italia è pari a 3.987.000 persone, per le quali riportiamo qui di seguito la ripartizione per paese di origine:
Considerando i continenti di origine, il 52% del numero totale di migranti viene da paesi europei, il 23% dall’Africa, il 16% dall’Asia, il 9% dal sud e nord America. La presenza nel territorio italiano è ripartita come segue: 36% nelle regioni del nordovest, il 27% nel nordest, il 25% al centro, il 9% nel sud e il 3% nelle isole.
Sempre in base ai dati della Caritas, il 58,3% opera nel settore dei servizi, il 35,3% nell’industria, il 7,3% nel settore agricoltura e pesca, per il rimanente 3,7% non è invece possibile individuare con precisione il settore di lavoro. Pur in assenza di dati statistici precisi relativi al settore metalmeccanico, è ragionevole ritenere che una parte prevalente del 35,3% attribuito al settore industriale coincida con il settore metalmeccanico. Per un approfondimento sulla situazione nel nostro settore, che è articolata in modo diverso da quello qui rappresentato per quanto riguarda la situazione complessiva, si rinvia ai dati dell’inchiesta Fiom, trattati nell’articolo di Eliana Como.
È utile rappresentare infine la rilevanza del contributo delle lavoratrici e dei lavoratori migranti all’economia italiana, evidenziando ad esempio la partecipazione al PIL che è pari a circa il of 9% (in costante crescita) e quella al gettito fiscale per circa 1,9 miliardi di euro.
Molti sarebbero i dati e gli aspetti da analizzare in modo approfondito rispetto alle condizioni di vita e di lavoro delle persone migranti in Italia. La sanità, la casa, la libertà di culto, la scuola e più complessivamente l’accesso cultura e la possibilità di contribuire alla costruzione della stessa. Ci aiuterebbe a capire meglio cosa potrebbe significare ciò che si definisce “integrazione” se non si avesse di questo termine una concezione completamente sbagliata e a senso unico e un’idea che sarebbe meglio rappresentata dal termine “assimilazione”.
Ma soffermiamoci ancora sulla retorica della “clandestinità”, così pesantemente usata dal governo e dai media per giustificare provvedimenti che compongono il cosiddetto “pacchetto sicurezza”, sempre citando dati elaborati dalla Caritas: tra le denunce nelle quali gli stranieri hanno una più alta incidenza sulle denunce totali (tra il 70 e il 90%), riguardano le leggi sull’immigrazione, la tratta e il commercio degli schiavi, le false dichiarazioni sull’identità e la riproduzione abusiva di materiali audiovisivi. Da questi dati risulta evidente la strumentalità della gestione dell’informazione tesa a suscitare allarme sociale, rappresentando i migranti come se fossero tutti potenziali pericolosi delinquenti, omettendo però di dire che gli stranieri stessi, in circa un sesto dei casi sono vittime di reati violenti contro la persona, compresi omicidi tentati e consumati e violenze sessuali. È inoltre chiarissimo che le infrazioni della legislazione sull’immigrazione e le false dichiarazioni sull’identità sono conseguenza diretta di una legislazione sbagliata, così come il reato odioso della tratta e del commercio di schiavi commesso da migranti contro altri migranti, non avrebbe alcun motivo di essere se non in rapporto a una situazione complessiva di irregolarità diffusa nel mondo del lavoro, per altro assolutamente riconducibile a italianissimi sfruttatori.
Sveva Haertter
Re: Dati sull'immigrazione
Grazie Mauri. Se solo si togliesse lo studio davanti riuscirei a fare tutto.Maurizio ha scritto:Bene, ho inserito uno speciale sull'immigrazione clandestina (post precedente), che potrebbe interessarti, anche li ci sono molti dati ma spetterà a te metterli in tabella! Poi se hai voglia di postarle...Luca95 ha scritto:Grazie Mauizio delle informazioni.
Io sono un maniaco dei numeri nell'ambito dei dati (sopratutto mi piace raccogliere dati sulla demografia e sulla meteorlologia).
Per quanto riguarda l'immigrazione, come avete potuto osservare, Brescia è una città con una presenza di stranieri elevata.
Ci lavorerò su sui dati, costruendo delle tabelle sul programma excel.
Devo ancora finire il lavoro sulle tabelle per registrare i dati del 2010 sulla meteorlogia..Poi mi dedicherò all'immigrazione. Aspetto le vacanze di Natale per portarmi avanti...E' più forte di me, è come se fosse un lavoro...sono un maniaco dei dati.
A scuola ora sto anche imparando la percentuale quindi è ancora più bello costuire ed elaborare dati e tabelle.
Devo anche finire un lavoro sulle località più piovose/nevose dell' America del Nord...Sono un pazzo vero?
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Re: Dati sull'immigrazione
Da notare le elevata composizione femminile di molti Popoli immigrati, cito quelli con % >50%:
Romania 52,9%
Ucraina 80,4%
Filippine 58,5%
Polonia 70,2%
Ecuador 60,2%
Perù 60,7%
Moldavia 66,4%
Romania 52,9%
Ucraina 80,4%
Filippine 58,5%
Polonia 70,2%
Ecuador 60,2%
Perù 60,7%
Moldavia 66,4%
Re: Dati sull'immigrazione
Certamente è interessante, è bello coltivare i propri interessi Considerala una forma di "pazzia buona"Luca95 ha scritto:Grazie Mauri. Se solo si togliesse lo studio davanti riuscirei a fare tutto.Maurizio ha scritto:Bene, ho inserito uno speciale sull'immigrazione clandestina (post precedente), che potrebbe interessarti, anche li ci sono molti dati ma spetterà a te metterli in tabella! Poi se hai voglia di postarle...Luca95 ha scritto:Grazie Mauizio delle informazioni.
Io sono un maniaco dei numeri nell'ambito dei dati (sopratutto mi piace raccogliere dati sulla demografia e sulla meteorlologia).
Per quanto riguarda l'immigrazione, come avete potuto osservare, Brescia è una città con una presenza di stranieri elevata.
Ci lavorerò su sui dati, costruendo delle tabelle sul programma excel.
Devo ancora finire il lavoro sulle tabelle per registrare i dati del 2010 sulla meteorlogia..Poi mi dedicherò all'immigrazione. Aspetto le vacanze di Natale per portarmi avanti...E' più forte di me, è come se fosse un lavoro...sono un maniaco dei dati.
A scuola ora sto anche imparando la percentuale quindi è ancora più bello costuire ed elaborare dati e tabelle.
Devo anche finire un lavoro sulle località più piovose/nevose dell' America del Nord...Sono un pazzo vero?
Anche noi stiamo facendo le % a scuola, hai presente l'Er (errore relativo) E% (errore percentuale)? si fa in fisica...
Er= errore assoluto(incertezza o semidispersione)/valor medio E%= Er *100%
Bello vero??
Re: Dati sull'immigrazione
Noi la % la stiamo facendo in economia: ora sto trattando il sottocento e sopracento
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Re: Dati sull'immigrazione
Ebbene, proprio oggi ho fatto una verifica su questo... chiaro che bisogna sempre avere la calcolatrice a portata di mano!
E' utile perché si può applicare utilmente a problemi reali!!
E' utile perché si può applicare utilmente a problemi reali!!
Re: Dati sull'immigrazione
Ecco, noi quello non lo stiamo facendo.Luca95 ha scritto:Noi la % la stiamo facendo in economia: ora sto trattando il sottocento e sopracento
Ma gira e rigira nelle scuole scientifico-tecniche si fa sempre
Hai fatto bene a scegliere quella scuola allora se sei così appassionato!
Re: Dati sull'immigrazione
La calcolatrice è uno strumento indispensabileMaurizio ha scritto:Ebbene, proprio oggi ho fatto una verifica su questo... chiaro che bisogna sempre avere la calcolatrice a portata di mano!
E' utile perché si può applicare utilmente a problemi reali!!
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Re: Dati sull'immigrazione
Sì, io preferisco la buona vecchia calcolatrice che fa solo il suo "mestiere"... trovo piuttosto scomode quelle del PC o di altri apparecchi come i telefonini... ancora meglio uno strumento tecnico come la calcolatrice scientifica!!
Tornando IT (in topic), molto interessante devono essere anche i metodi del censimento degli stranieri così come quelli della popolazione in generale:servono anche a selezionare i campioni per i sondaggi!
Tornando IT (in topic), molto interessante devono essere anche i metodi del censimento degli stranieri così come quelli della popolazione in generale:servono anche a selezionare i campioni per i sondaggi!
Re: Dati sull'immigrazione
Che passioni hai oltre alla meteorologia?Maurizio ha scritto:Ecco, noi quello non lo stiamo facendo.Luca95 ha scritto:Noi la % la stiamo facendo in economia: ora sto trattando il sottocento e sopracento
Ma gira e rigira nelle scuole scientifico-tecniche si fa sempre
Hai fatto bene a scegliere quella scuola allora se sei così appassionato!
Scusate OT
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Re: Dati sull'immigrazione
E li si torna nel campo della demografia...materia che amo molto.Maurizio ha scritto:Sì, io preferisco la buona vecchia calcolatrice che fa solo il suo "mestiere"... trovo piuttosto scomode quelle del PC o di altri apparecchi come i telefonini... ancora meglio uno strumento tecnico come la calcolatrice scientifica!!
Tornando IT (in topic), molto interessante devono essere anche i metodi del censimento degli stranieri così come quelli della popolazione in generale:servono anche a selezionare i campioni per i sondaggi!
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Re: Dati sull'immigrazione
Bene, la geografia mi interessa particolarmente (so quasi tutte le capitali del mondo), il calcio (soprattutto la nazionale, ma la mia squadra del cuore è la Juve), l'attualità in generale e tutte le sue espressioni, di cui i dati e la loro analisi sono solo uno dei tanti aspetti da prendere in considerazione!Luca95 ha scritto:Che passioni hai oltre alla meteorologia?Maurizio ha scritto:Ecco, noi quello non lo stiamo facendo.Luca95 ha scritto:Noi la % la stiamo facendo in economia: ora sto trattando il sottocento e sopracento
Ma gira e rigira nelle scuole scientifico-tecniche si fa sempre
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Scusate OT
Re: Dati sull'immigrazione
Sì, è molto interessante capire i meccanismi in base ai quali si evolverà la popolazione mondiale... è anche un grande problema di attualità, dare un futuro a tutti nonostante i problemi di sovrappopolazioneLuca95 ha scritto:E li si torna nel campo della demografia...materia che amo molto.Maurizio ha scritto:Sì, io preferisco la buona vecchia calcolatrice che fa solo il suo "mestiere"... trovo piuttosto scomode quelle del PC o di altri apparecchi come i telefonini... ancora meglio uno strumento tecnico come la calcolatrice scientifica!!
Tornando IT (in topic), molto interessante devono essere anche i metodi del censimento degli stranieri così come quelli della popolazione in generale:servono anche a selezionare i campioni per i sondaggi!
Re: Dati sull'immigrazione
Apperò!Maurizio ha scritto:Bene, la geografia mi interessa particolarmente (so quasi tutte le capitali del mondo), il calcio (soprattutto la nazionale, ma la mia squadra del cuore è la Juve), l'attualità in generale e tutte le sue espressioni, di cui i dati e la loro analisi sono solo uno dei tanti aspetti da prendere in considerazione!Luca95 ha scritto:Che passioni hai oltre alla meteorologia?Maurizio ha scritto:Ecco, noi quello non lo stiamo facendo.Luca95 ha scritto:Noi la % la stiamo facendo in economia: ora sto trattando il sottocento e sopracento
Ma gira e rigira nelle scuole scientifico-tecniche si fa sempre
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Re: Dati sull'immigrazione
Materia interessante anche la Geografia, collegata in qualche modo alla Meteorologia.
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Re: Dati sull'immigrazione
Beh si in effetti può non piacere, spesso "il mondo corrotto del calcio" con tutti i vari scandali... però io guardo essenzialmente il gioco, le partite.
Poi ho avuto modo di guardare in televisione la partita di rugby Italia-Nuova Zelanda, evento che ha attirato famiglie con bambini allo stadio, col calcio ormai quasi impensabile... e nonostante la grande fisicità c'è un grande fair play
Poi ho avuto modo di guardare in televisione la partita di rugby Italia-Nuova Zelanda, evento che ha attirato famiglie con bambini allo stadio, col calcio ormai quasi impensabile... e nonostante la grande fisicità c'è un grande fair play
Re: Dati sull'immigrazione
Beh sì è determinante ai fini della meteorologia in generale, lasciando stare i vari strati dell'atmosfera, possiamo dire che la distribuzione dei vari fenomeni meteo dipende essenzialmente da elementi geografici: continentalità, latitudine, longitudine, altitudine, esposizione ai venti (stau o effetto favonico)...Luca95 ha scritto:Materia interessante anche la Geografia, collegata in qualche modo alla Meteorologia.
Re: Dati sull'immigrazione
Ok, bene, ognuno ha le sue passioni.
Ora stacco. Graie Mauri per questa bella serata. Ciao.
Ora stacco. Graie Mauri per questa bella serata. Ciao.
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