Palermo - Juventus 2-0

JUVE ORRENDA NEL PRIMO TEMPO, leggermente meglio nel secondo!

Due gol a zero presi con il Palermo e sono ancora pochi. Ciro Ferrara non ha mezze misure. Come allenatore non aveva mai perso ma la prima volta l’ha fatto alla grande con una sconfitta che sfiora la sbornia, una prestazione che riporta al peggio dei due anni di Ranieri. Erano suonati i campanelli di allarme: l’ultimo a Monaco contro il Bayern, mercoledì. In qualche modo, e con il carattere, la Juve aveva però limitato i danni e con essi le inquietudini. Il nodo è finalmente arrivato al pettine. Il Palermo avrebbe potuto segnare altri tre o quattro gol se avesse sfruttato meglio, nel secondo tempo, i contropiede che mettevano tre o quattro rosanero contro un paio di juventini davanti a Buffon. Ma più della possibile entità del punteggio lascia esterrefatti l’assoluta pochezza dei bianconeri, che si sono avvicinati al gol su una punizione di Diego al 16’ della ripresa, il resto lo hanno cercato in mischie paesane e rabbiose, nebbiose e frustrate.

Ci sono aspetti della Juve che sfuggono, e non sono dettagli. Il più immediato è perchè, nonostante Ferrara gli abbia vietato di giochicchiare con il pallone davanti alla difesa, Felipe Melo si ostini a farlo, persino quando ha una caviglia fuori posto e l’equilibrio instabile, come ieri dopo la mezz’ora: contro il Bologna ci fu quel rinvio presuntuoso che avviò l’azione del pareggio rossoblù, ieri l’errore ancora più grave di farsi soffiare la palla da Pastore che in un attimo ha mandato Cavani al tiro e al gol dell’1-0. Per essere uno per cui la Juve ha speso 25 milioni perchè protegga la difesa forse bisognerà affidarsi a un miglior patrono, magari lasciandosi consigliare da Legrottaglie che conosce bene i santi: Melo è spesso tra i migliori per intensità di gioco ma i suoi sfondoni rendono inutile tutto quanto fa di buono e stanno costando punti.

Per quanto vi abbia contribuito alla grande, non si può scaricare sul brasiliano tutto il peso della sconfitta. Il vero problema è che non capiamo più quale sia il gioco della Juve, che cosa voglia fare, come conti di arrivare al gol e al successo. L’avvio di stagione fu molto incoraggiante, nelle ultime settimane i passi indietro si sono succeduti precipitosamente fino allo sbando di ieri sera. Risultato: due punti nelle ultime tre partite. D’accordo, Diego è la copia sbiadita del fenomeno visto nel Werder e contro la Roma ma quando la Juve ebbe giocatori di quel tipo (seppure di altra grandezza), da Platini a Zidane, l’80 per cento delle azioni passava per i loro piedi nei momenti buoni e in quelli che non lo erano. Qui, invece, il brasiliano si inserisce a strappi, senza che gli giochino attorno. C’è estemporaneità, non si vede una guida. Forse non è casuale che l’ultima prestazione convincente sia stata con il Genoa, quando la bravura fu di appoggiarsi con fisicità al gioco degli avversari, aggredendoli per ripartire. E’ un difetto serio. La sosta porti consiglio a Ferrara perchè a questo modo le ambizioni si limano come le unghie dei gatti quando non si vuole che graffino.

Con giocatori irriconoscibili (Grosso ma anche Amauri e Iaquinta), altri tornati nella cesta mediocre (Zebina e Poulsen), con Camoranesi nervoso da sfiorare più volte la seconda ammonizione, il match della Juve non è mai decollato. Il Palermo avrebbe potuto arrivare al gol prima che Cavani approfittasse della dabbenaggine di Melo. Gioco basso e veloce, formazione sbarazzina con tre difensori, due punte e dietro a loro il ventenne argentino Pastore, barba e capelli da guerrigliero andino più la vivacità del talento. Zenga ci ha messo la spavalderia dei giorni migliori. Miccoli era la spina costante: se la Juve oggi crede in Giovinco, com’è che non esaltò quest’altro piccoletto dal tiro pungente e dalle aperture sveglie? Altri tempi. Sta di fatto che Miccoli, ora capitano del Palermo, piazzava sulla testa di Cavani la prima palla gol, sprecata al 15’. La Juve attaccava in pesantezza, con troppi tocchi; il Palermo in velocità e per fortuna Chiellini ci metteva i puntelli in difesa. La rete di Cavani era meritata; il raddoppio di Simplicio che spuntava come un fulmine in area per deviare, solissimo, la punizione di Miccoli era il frutto di uno schema congegnato bene. Dall’intervallo non usciva la soluzione ai guai. Anzi, scoprendosi per cercare la rimonta, la Juve rischiava una memorabile batosta.
La Stampa

Maurizio ha scritto: JUVE ORRENDA NEL PRIMO TEMPO, leggermente meglio nel secondo!

... Ma comunque colabrodo anche nel secondo tempo.

Totale tiri in porta juventus: 2
Totale tiri in porta Palermo: 9 ( 2 dei quali sono finiti nel set!)

Non infierire comunque anche voi se non segnavate quel gol al 93' eravate a 14 punti come noi!!

inutile ribadire che queste sono le solite schermaglie da stadio ma questa sconfitta mi infastidisce