La Sentinella del Canavese - Notizie da Ivrea e dintorni
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La Sentinella del Canavese - Notizie da Ivrea e dintorni
Ecco un articolo tratto dal sito de La Sentinella del Canavese
Come al solito, toni forse un po' drammatici ed eccessivi... (mi sono permesso di rielaborare il titolo)
Boschi ingialliti a causa della siccità
Estate con caldo record anche in Canavese dove le temperature alte e la prolungata siccità stanno procurando non pochi problemi all’agricolura e al paesaggio. Così il “verde Canavese” ha assunto in questi giorni una colorazione rossastra che parla già di autunno. Quello che ci appare è un “paesaggio in sofferenza”. In città, nei paesi della collina morenica, sono tanti i prati “bruciati” dal caldo, l’erba è secca, sugli alberi le foglie si rinsecchiscono e cadono.
«E’ questo il tipico paesaggio prodotto dal cambiamento climatico, che si registra negli ultimi anni - afferma la dottoressa in Scienze Forestali, Roberta Benetti -. I danni al patrimonio forestale non sono pochi e colpiscono in particolare i querco carpineti, cioè i boschi di pianura, presenti in modo massiccio prima che l’uomo utilizzasse le aree per le coltivazioni. Da noi registrano segni di forte deperimento le farnie che ingialliscono precocemente e in collina la roverella, che risente della mancanza di acqua».
«Se le future estati si caratterizzeranno, come quella attuale, per le temperature decisamente elevate - prosegue l’esperta - le piante soffriranno in modo irrimediabile. Indeboliti infatti dalla grande calura e dalla scarsa possibilità di reperire acqua, anche perché in collina il terreno è roccioso, gli alberi, con più facilità, verranno aggrediti dai parassiti. E’ un pò come per il corpo umano che, se non nutrito adeguatamente, si trova ad essere esposto a malattie e infezioni. In questi ultimi giorni la temperatura è veramente salita e l’aria particolarmente calda ha prodotto un ambiente tipico dell’autunno avanzato».
Fabrizia Formia, titolare dell’omonimo podere, è preoccupata per il gran caldo, per la penuria di pioggia che porta un gran numero di alberi a disidratarsi. «Mi viene in mente l’estate del 2003 - ricorda -. Attorno al lago Sirio c’è tanta roccia e pertanto le piante non hanno radici profonde. Di conseguenza si trovano ad avere più difficoltà a reperire l’acqua e così soffrono più di altre».
Anche Simonetta Lavarino, dello spaccio di prodotti agricoli a Piverone, ricorda l’estate 2003. «Ora è agosto il mese più caldo - afferma - accompagnato da un’elevata umidità. Si tratta di una situazione davvero anomala. Nel luglio 2008 abbiamo registrato 70 millimetri di pioggia, quest’anno soltanto 19, ad agosto 2008 131 millimetri contro i 57 di quest’anno. La pioggia è essenziale per le piante, certo è importante bagnarle perché così le facciamo sopravvivere, ma perché vivano e siano belle, floride e splendenti ci vuole proprio la pioggia e una temperatura meno devastante. Gli effetti del clima di questa estate li verificheremo fra un pò e mi auguro che i danni siano contenibili».
Gian Matteo Lopopolo, dell’Unione Agricoltori di Ivrea, spiega che lo stress idrico, cui sono sottoposti gli alberi, fa sì che questi si liberino di una parte della chioma, per poter far fronte al clima particolarmente caldo. «Quest’anno i tempi di maturazione sono stati anticipati - precisa - ma per l’agricoltura non c’è allarme. Certo che un pò di pioggia sarebbe la benvenuta».
Patrizia, contadina di Chiaverano, che coltiva la terra da anni e anni e conosce le influenze determinate dalle variazioni climatiche, non nasconde la sua preoccupazione. «Anche gli animali risentono di questo calda anomalo - afferma -. Ad esempio i conigli non hanno fame e quindi non mangiano. Quelli che hanno partorito non riescono ad allattare e i coniglietti muoiono. Lo stesso vale per le mucche, alcune addirittura hanno abortito, e quelle che hanno partorito non riescono ad avere la montata lattea. Sulla collina morenica si notano molte macchie di giallo. Stanno morendo piante di rovere e pioppi e pure alcune da frutto. Io ho piantato fragole ma circa 250 piantine non sono riuscite ad attecchire, nonostante le abbia bagnate perché l’acqua evapora e non porta giovamento alle coltivazioni».
E’ questo insomma un agosto da dimenticare. ora un po’ d’acqua è arrivata ma i danni si conteranno nella prossima primavera
Come al solito, toni forse un po' drammatici ed eccessivi... (mi sono permesso di rielaborare il titolo)
Boschi ingialliti a causa della siccità
Estate con caldo record anche in Canavese dove le temperature alte e la prolungata siccità stanno procurando non pochi problemi all’agricolura e al paesaggio. Così il “verde Canavese” ha assunto in questi giorni una colorazione rossastra che parla già di autunno. Quello che ci appare è un “paesaggio in sofferenza”. In città, nei paesi della collina morenica, sono tanti i prati “bruciati” dal caldo, l’erba è secca, sugli alberi le foglie si rinsecchiscono e cadono.
«E’ questo il tipico paesaggio prodotto dal cambiamento climatico, che si registra negli ultimi anni - afferma la dottoressa in Scienze Forestali, Roberta Benetti -. I danni al patrimonio forestale non sono pochi e colpiscono in particolare i querco carpineti, cioè i boschi di pianura, presenti in modo massiccio prima che l’uomo utilizzasse le aree per le coltivazioni. Da noi registrano segni di forte deperimento le farnie che ingialliscono precocemente e in collina la roverella, che risente della mancanza di acqua».
«Se le future estati si caratterizzeranno, come quella attuale, per le temperature decisamente elevate - prosegue l’esperta - le piante soffriranno in modo irrimediabile. Indeboliti infatti dalla grande calura e dalla scarsa possibilità di reperire acqua, anche perché in collina il terreno è roccioso, gli alberi, con più facilità, verranno aggrediti dai parassiti. E’ un pò come per il corpo umano che, se non nutrito adeguatamente, si trova ad essere esposto a malattie e infezioni. In questi ultimi giorni la temperatura è veramente salita e l’aria particolarmente calda ha prodotto un ambiente tipico dell’autunno avanzato».
Fabrizia Formia, titolare dell’omonimo podere, è preoccupata per il gran caldo, per la penuria di pioggia che porta un gran numero di alberi a disidratarsi. «Mi viene in mente l’estate del 2003 - ricorda -. Attorno al lago Sirio c’è tanta roccia e pertanto le piante non hanno radici profonde. Di conseguenza si trovano ad avere più difficoltà a reperire l’acqua e così soffrono più di altre».
Anche Simonetta Lavarino, dello spaccio di prodotti agricoli a Piverone, ricorda l’estate 2003. «Ora è agosto il mese più caldo - afferma - accompagnato da un’elevata umidità. Si tratta di una situazione davvero anomala. Nel luglio 2008 abbiamo registrato 70 millimetri di pioggia, quest’anno soltanto 19, ad agosto 2008 131 millimetri contro i 57 di quest’anno. La pioggia è essenziale per le piante, certo è importante bagnarle perché così le facciamo sopravvivere, ma perché vivano e siano belle, floride e splendenti ci vuole proprio la pioggia e una temperatura meno devastante. Gli effetti del clima di questa estate li verificheremo fra un pò e mi auguro che i danni siano contenibili».
Gian Matteo Lopopolo, dell’Unione Agricoltori di Ivrea, spiega che lo stress idrico, cui sono sottoposti gli alberi, fa sì che questi si liberino di una parte della chioma, per poter far fronte al clima particolarmente caldo. «Quest’anno i tempi di maturazione sono stati anticipati - precisa - ma per l’agricoltura non c’è allarme. Certo che un pò di pioggia sarebbe la benvenuta».
Patrizia, contadina di Chiaverano, che coltiva la terra da anni e anni e conosce le influenze determinate dalle variazioni climatiche, non nasconde la sua preoccupazione. «Anche gli animali risentono di questo calda anomalo - afferma -. Ad esempio i conigli non hanno fame e quindi non mangiano. Quelli che hanno partorito non riescono ad allattare e i coniglietti muoiono. Lo stesso vale per le mucche, alcune addirittura hanno abortito, e quelle che hanno partorito non riescono ad avere la montata lattea. Sulla collina morenica si notano molte macchie di giallo. Stanno morendo piante di rovere e pioppi e pure alcune da frutto. Io ho piantato fragole ma circa 250 piantine non sono riuscite ad attecchire, nonostante le abbia bagnate perché l’acqua evapora e non porta giovamento alle coltivazioni».
E’ questo insomma un agosto da dimenticare. ora un po’ d’acqua è arrivata ma i danni si conteranno nella prossima primavera
Re: La Sentinella del Canavese - Notizie da Ivrea e dintorni
Per loro non ci sono ferie. Così, come sempre anche in questi giorni che invitano a lasciare le città, dai tre Sert del territorio canavesano gli operatori rispondono gentilmente al telefono. Forniscono le informazioni richieste su orari ed aperture, poi, con delicatezza invitano l’interlocutore a segnalare il proprio eventuale problema consigliandolo di prendere un appuntamento.
Un approccio senza dubbio adatto alle delicate problematiche che il Sert si trova quotidianamente ad affrontare legate all’uso di sostanze stupefacenti e di alcool, in aumento anche tra i giovanissimi. Ampio è il territorio di riferimento del Sert, il servizio che, all’interno della grande Asl To/4, affronta le problematiche legate alle dipendenze da sostanze psicotrope, spesso lavorando in sinergia con i servizi sociali e pschiatrici, in modo da interagire ed individuare, quando si rende necessario, un percorso comune per lo specifico caso che ci si trova ad affrontare.
In più occasioni è proprio il Sert ad aprirsi direttamente al territorio, attraverso l’organizzazione di iniziative finalizzate ad una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, nelle discoteche, e durante vari eventi ritenuti ‘a rischio’ sia per il consumo di droga che di alcool. E’ il caso, ad esempio, del progetto “L’invisibile elefante” che, dal 2000, con un graduale ampliamento della rete di collaboratori sul territorio, affronta anche il problema dell’abuso di alcool, un altro fenomeno assai diffuso anche tra i giovanissimi del Canavese, alla perenne ricerca di uno stordimento, e della cui gravità soltanto ora si comincia ad avere la reale percezione.
Nasce soltanto l’anno scorso il progetto “SommerAgibile” che, in un arco così breve ha comportato un totale di 32 interventi davanti alle discoteche e nei luoghi del divertimento. «E’ nostra convinzione - sottolinea Daniele Andreatta, responsabile del progetto - che sia sempre più necessario pensare ed agire in termini di ‘prevenzione’. L’adolescente di oggi, contrariamente a quello che si pensa, è fragile, preoccupato per il suo aspetto fisico, per il futuro, per la depressione di cui si sente preda. La scelta di far uso di alcool e droga è dettata più da un desiderio d’ inclusione che d’esclusione sociale, mentre i riti del consumo sono strettamente connessi ai riti e ai costumi del divertimento».
Ma che cosa può fare un genitore quando si accorge che suo figlio fa uso di sostanze stupefacenti, oppure si ubriaca? Giriamo l’i nterrogativo a Carlo Zarmati, direttore del Sert di Ivrea. «La prima fase, la più importante, è quella dell’aggancio per creare con il ragazzo, che si trova in una fase di confusione, e con il genitore che l’accompagna, un rapporto di fiducia e quindi di collaborazione. Si passa quindi ad un lavoro mirato alla prevenzione, seguito da una terza fase di accompagnamento e di monitoraggio sia sotto il profilo medico che psicologico. Una fase che avviene in sinergia con i servizi sociali».
«Quello che conta - precisa la dottoressa Del Sedime - è di non appiattirsi solo sulla sostanza assunta, che non riassume la storia del ragazzo. Per questo non si fanno progetti definitivi, e non ci si può aspettare dei risultati immediati, come a volte pretendono i genitori. Il nostro lavoro d’equipe viene costruito sulle varie situazioni e viene affrontato con delle periodicità».
Guardando i dati al Sert di Ivrea emerge la preoccupazione per l’a umento della dipendenza da alcool tra i giovanissimi, ragazze comprese. Il fenomeno della tossicodipendenza invece interessa soprattutto la fascia di età compresa tra i trenta ed i quarant’a nni. Nel 2008 gli utenti in carico al servizio sono stati 1314, di cui 872 con dipendenze da varie sostanze stupefacenti (cocaina soprattutto) e 442 da alcool: un quinto di questi sono adolescenti. Si registra infine una crescita di trecento casi rispetto al 2007. (07 agosto 2009)
Un approccio senza dubbio adatto alle delicate problematiche che il Sert si trova quotidianamente ad affrontare legate all’uso di sostanze stupefacenti e di alcool, in aumento anche tra i giovanissimi. Ampio è il territorio di riferimento del Sert, il servizio che, all’interno della grande Asl To/4, affronta le problematiche legate alle dipendenze da sostanze psicotrope, spesso lavorando in sinergia con i servizi sociali e pschiatrici, in modo da interagire ed individuare, quando si rende necessario, un percorso comune per lo specifico caso che ci si trova ad affrontare.
In più occasioni è proprio il Sert ad aprirsi direttamente al territorio, attraverso l’organizzazione di iniziative finalizzate ad una campagna di sensibilizzazione nelle scuole, nelle discoteche, e durante vari eventi ritenuti ‘a rischio’ sia per il consumo di droga che di alcool. E’ il caso, ad esempio, del progetto “L’invisibile elefante” che, dal 2000, con un graduale ampliamento della rete di collaboratori sul territorio, affronta anche il problema dell’abuso di alcool, un altro fenomeno assai diffuso anche tra i giovanissimi del Canavese, alla perenne ricerca di uno stordimento, e della cui gravità soltanto ora si comincia ad avere la reale percezione.
Nasce soltanto l’anno scorso il progetto “SommerAgibile” che, in un arco così breve ha comportato un totale di 32 interventi davanti alle discoteche e nei luoghi del divertimento. «E’ nostra convinzione - sottolinea Daniele Andreatta, responsabile del progetto - che sia sempre più necessario pensare ed agire in termini di ‘prevenzione’. L’adolescente di oggi, contrariamente a quello che si pensa, è fragile, preoccupato per il suo aspetto fisico, per il futuro, per la depressione di cui si sente preda. La scelta di far uso di alcool e droga è dettata più da un desiderio d’ inclusione che d’esclusione sociale, mentre i riti del consumo sono strettamente connessi ai riti e ai costumi del divertimento».
Ma che cosa può fare un genitore quando si accorge che suo figlio fa uso di sostanze stupefacenti, oppure si ubriaca? Giriamo l’i nterrogativo a Carlo Zarmati, direttore del Sert di Ivrea. «La prima fase, la più importante, è quella dell’aggancio per creare con il ragazzo, che si trova in una fase di confusione, e con il genitore che l’accompagna, un rapporto di fiducia e quindi di collaborazione. Si passa quindi ad un lavoro mirato alla prevenzione, seguito da una terza fase di accompagnamento e di monitoraggio sia sotto il profilo medico che psicologico. Una fase che avviene in sinergia con i servizi sociali».
«Quello che conta - precisa la dottoressa Del Sedime - è di non appiattirsi solo sulla sostanza assunta, che non riassume la storia del ragazzo. Per questo non si fanno progetti definitivi, e non ci si può aspettare dei risultati immediati, come a volte pretendono i genitori. Il nostro lavoro d’equipe viene costruito sulle varie situazioni e viene affrontato con delle periodicità».
Guardando i dati al Sert di Ivrea emerge la preoccupazione per l’a umento della dipendenza da alcool tra i giovanissimi, ragazze comprese. Il fenomeno della tossicodipendenza invece interessa soprattutto la fascia di età compresa tra i trenta ed i quarant’a nni. Nel 2008 gli utenti in carico al servizio sono stati 1314, di cui 872 con dipendenze da varie sostanze stupefacenti (cocaina soprattutto) e 442 da alcool: un quinto di questi sono adolescenti. Si registra infine una crescita di trecento casi rispetto al 2007. (07 agosto 2009)
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