Georgia-Italia

Cominciata dalle 20 GEORGIA - ITALIA a T'bilisi (in Georgia), un match valido per la qualificazione ai mondiali di calcio dell'anno prossimo.
FORZA AZZURRI!

Quanto sono???

Tanto non la guardo!

Perché no? Troppi juventini? comunque ho sky e sky non l'ha comprata!

No , Lippi mi sta sulle ballonzole!

1- ha messo cinque juventini titolari stasera
2- ha dichiarato che la Juve vincerà lo scudetto
grande!

ITALIA BATTE GEORGIA 2-0
57' aut. Kaladze
67' aut. Kaladze

Gli azzurri espugnano T'Bilisi grazie a due autogol di Kaladze

Abbiamo letto che Galliani e Leonardo pensavano di raddrizzare il Milan con Kaladze. Immaginiamo che, dopo quanto il georgiano ha combinato ieri contro l’Italia, la loro tattica sia di prestarlo di volta in volta agli avversari trasformandolo in un’arma più efficace di Pato e Ronaldinho. Con gli azzurri ha funzionato: li ha salvati lui che all’uscita ha ammesso, occhi a terra: «Sono distrutto, abbiamo perso solo per colpa mia». Con due autoreti nella ripresa, Kaladze ha risolto il problema del gol che ossessionava la Nazionale a secco nelle tre partite precedenti e ancora imbarazzata davanti alla volenterosa difesa di Hector Cuper.

Una deviazione sfortunata sul tiro di Palombo e un tocco stolido sulla palla messa in area da Quagliarella hanno evitato all’Italia la brutta figura contro l’avversaria più debole del girone. Il cammino verso la qualificazione procede come voleva Lippi e con una vittoria mercoledì a Torino sui bulgari la pratica sarà di fatto risolta, anche se l’Irlanda ha battuto Cipro. Il risultato però non cancella le pessime impressioni che si trascinano dalla Confederations Cup. Lippi potrà inasprirsi come l’uva di Teliani ma se l’Italia è questa, il nome di Cassano continuerà a circolare sulla bocca di coloro, seppure pochi, cui frega ancora qualcosa della Nazionale. Dal Sudafrica alla Georgia il malessere degli azzurri è una febbre senza antidoto, anzi i cambiamenti hanno peggiorato la qualità del gioco orchestrato da un Pirlo sgasato. Cassano non è il fuoriclasse assoluto che può prendere in mano una squadra vistosamente sgangherata, non è un giocatore facile da collocare e i suoi precedenti con l’Italia dimostrano che non ha mai fatto vincere niente. Eppure Lippi, ormai finita l’epoca dei Totti e dei Del Piero, non riesce più a immettere la qualità, l’imprevedibilità e la fantasia che forse il barese produrrebbe.

Si potrebbe tentare l’innesto prima che diventi troppo tardi. Con questo gruppo e con questo gioco temiamo infatti che non si farà strada ai Mondiali cui mancano ormai meno di dieci mesi, il tempo minimo per provare gli ultimi esperimenti. Questa volta il ct ha dato spazio a Marchionni e Camoranesi, come agenti esterni del centrocampo, quelli che avrebbero dovuto allargare il gioco. Camoranesi si è accentrato molto, un po’ per fare spazio alle incursioni di Criscito e un po’ perché è nella sua natura. Marchionni a destra è stato un flop inatteso, ha messo un paio di palloni senza pepe. Nè ha fatto meglio Giuseppe Rossi, il Gesù Bambino al quale si appendono molte fortune dell’Italia. Bravissimo a punire gli Stati Uniti a Pretoria, l’italiano d’America è scomparso contro i georgiani, incespicando sul pallone più di quanto lo riuscisse a domare. Un bel passo indietro che impone la revisione del suo ruolo nel progetto lippiano.

Il contributo d’attacco è stato nullo, l’unico schema era il lancio in profondità per Iaquinta ma a provarci così sono bravi tutti e quando gli avversari saranno più forti e scafati non è a quel modo che si potranno superare. Già la Georgia faceva bene la diga. Se fino a ieri Lippi poteva dire che mancavano i gol ma non le occasioni per segnare, il primo tempo di Tbilisi ha cancellato pure questa certezza: a parte un colpo di testa di Chiellini su calcio d’angolo (20’) gli azzurri non si sono mai avvicinati alla porta di Lomaia. A centrocampo Cuper puntava sulla superiorità numerica e sul ritmo. Era la mossa per ridurre il gap tecnico, l’aggressività dei gergiani sfumava nella pochezza della sua punta, Dvalishvili, ma per una squadra che su sette patite non ne aveva vinta manco una era già molto giocarsela alla pari, senza sfigurare, anzi mettendo in mostra un trequartista fresco come Kenia, che gioca nella Bundesliga. La ripresa non cambiava faccia. I georgiani si illudevano per l’occasione capitata a Dvalishvili, fermata prodigiosamente da Buffon prima che venisse segnalato il fuorigioco. Poi entrava in partita Kaladze e per la Georgia non c’era più nulla da fare. Due a zero con un palo di Iaquinta nel finale. Aspettiamo ancora l’Italia.

LIPPI DIXIT

È un Marcello Lippi nervoso quello che si concede alla stampa. «Le autoreti? Siamo andati vicino alla porta avversaria abbastanza spesso. Nel secondo tempo abbiamo legittimato la fortuna che ci è capitata. Preoccupato per i gol che non arrivano? Nien’affatto».

Bandito l’argomento Cassano: ieri, nell’intervista pre-partita alla Rai, alla domanda Lippi se n’è andato. E dopo la gara ha risposto con una battuta: «Chi è il fantasista dell’Italia? Buffon». Quest’ultimo incassa i complimenti: «Da due mesi mi alleno senza acciacchi, è un altro vivere. Ci è mancata personalità. Stiamo ancora pagando i contraccolpi degli schiaffi presi in Sudafrica».

GLI HIGH-LIGHTS DEL MATCH

https://www.youtube.com/watch?v=2WvyVpro2Bo