Milan 0 - Inter 4
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Milan 0 - Inter 4
Fonte: LASTAMPA
A volte ritornano: l’Inter gioca da grandissima squadra e il Milan ripiomba nel pantano umiliante delle due ultime stagioni, con l’aggravante che adesso in panchina non ha più un allenatore scafato ma un apprendista assai stiloso, l’ideale modello per un coiffeur. Davanti a Mourinho, Leonardo ha denunciato limiti di gestione imbarazzanti e ha dimostrato che non tutto il mondo è Guardiola. Il nuovo tecnico milanista non ha capito che Gattuso era rotto e l’ha lasciato a cuocere in campo, finché non è diventato l’ago negativo della bilancia ma è stata soltanto la punta dell’iceberg per una squadra impalpabile e slabbrata.
L’Inter, con un tale avversario davanti, ha trovato tutto lo spazio che le serviva, ha sfruttato l’inconsistenza degli avversari che con questi uomini difendono in 7 perché Ronadinho, Pato e Borriello non azzardano una copertura e ha colpito quando ha voluto. Come non aveva potuto fare il Siena. È finita 4-0 per pietà. Se lasci fare ai nerazzurri la partita che vogliono sono guai anche senza Ibrahimovic. Anzi c’è più varietà di gioco, perché occorre dialogare, sovrapporre, arrivare in porta con una manovra più corale che ieri ha goduto di straordinaria libertà soprattutto dove Jankulovski e Thiago Silva avrebbero dovuto presidiare. Mourinho ha azzardato una mossa che nessuno aveva previsto. Il ministero della disinformazione interista aveva nascosto fino all’ultimo il transfer per Snijder: “Mou” l’ha messo subito in campo anche se l’ex del Real aveva avuto soltanto una frequentazione di mezz’ora in allenamento con i nuovi compagni. «Meglio svezzarlo subito», deve aver pensato il Provocatore che alla vigilia sembrava poco ottimista sul derby. I fatti lo hanno premiato. Sneijder, chiamato per dare inventiva dietro alle punte, è stato il primo a impegnare Storari e ha mostrato la sua dote migliore, il tiro in porta.
Ma la qualità vera l’hanno data Milito e Eto’o. L’argentino ha determinato con gli assist il primo e il terzo gol, oltre a segnare il rigore del 2-0. Eto’o ha messo in difficoltà la difesa milanista infilando i troppi corridoi in velocità, come nell’occasione del rigore. Pure lui ha l’arte dei dialoghi e degli scambi stretti: l’azione dell’1-0, al 29’, è stata sintomatica del nuovo corso, con il camerunense che ha aperto per Milito e gli ha fatto spazio per il passaggio filtrante a Thiago Motta per il colpo sicuro. La partita si è conclusa lì. Il seguito è stata la sofferenza del Milan, umiliato in undici, facilmente controllato quando è rimasto in dieci per la dabbenaggine di Gattuso, Leonardo e Seedorf. Il rigore di Milito (ancora con Eto’o filtrato solo in area), la rete di Maicon e la botta di Stankovic sono state le pallottole di un’esecuzione annunciata. Siamo stati imprudenti a esaltarci per l’esordio del Milan. Il desiderio di vedere finalmente un campionato di lotta e non più di governo, com’è stata la dittatura interista nel dopo Calciopoli, ci illuse che la corsa allo scudetto avesse ritrovato un concorrente storico: invece la sentenza del derby è che l’Inter è ancora più impressionante della pervicacia con cui il suo tecnico semina zizzania, mentre questo Milan le è inferiore in tutto.
Berlusconi avrebbe preferito la cena con il cardinale Bertone invece di assistere con l’espressione di Breznev alle riunioni del Politburo allo sbriciolamento della creatura: nel giorno in cui, dalla curva, gli ultras gli inviavano messaggi di amicizia senza ricorrere a Facebook, il Premier ha vissuto la serata meno intrigante degli ultimi mesi. Zero Milan. Tre gol prima dell’intervallo, un dominio avviato dall’Inter dopo 20’ per sfociare in un match a senso unico.
Impreparazione, ingenuità, follia. I rossoneri hanno fatto di tutto per ricacciare in gola a Mourinho le considerazioni positive che aveva espresso sul Milan alla vigilia: è facile e scontato gettare la croce su Gattuso che, come un dilettante, ha abbracciato Eto’o in area determinando il rigore del 2-0 e, fuori di sè, ha poi azzoppato Snijder meritando l’espulsione da cui era stato graziato poco prima. Ma vogliamo parlare di Ronaldinho e Pato, gli eroi di Siena? Forti con i deboli e totalmente proni davanti ai forti. Coriandoli di Brasile senza allegria
A volte ritornano: l’Inter gioca da grandissima squadra e il Milan ripiomba nel pantano umiliante delle due ultime stagioni, con l’aggravante che adesso in panchina non ha più un allenatore scafato ma un apprendista assai stiloso, l’ideale modello per un coiffeur. Davanti a Mourinho, Leonardo ha denunciato limiti di gestione imbarazzanti e ha dimostrato che non tutto il mondo è Guardiola. Il nuovo tecnico milanista non ha capito che Gattuso era rotto e l’ha lasciato a cuocere in campo, finché non è diventato l’ago negativo della bilancia ma è stata soltanto la punta dell’iceberg per una squadra impalpabile e slabbrata.
L’Inter, con un tale avversario davanti, ha trovato tutto lo spazio che le serviva, ha sfruttato l’inconsistenza degli avversari che con questi uomini difendono in 7 perché Ronadinho, Pato e Borriello non azzardano una copertura e ha colpito quando ha voluto. Come non aveva potuto fare il Siena. È finita 4-0 per pietà. Se lasci fare ai nerazzurri la partita che vogliono sono guai anche senza Ibrahimovic. Anzi c’è più varietà di gioco, perché occorre dialogare, sovrapporre, arrivare in porta con una manovra più corale che ieri ha goduto di straordinaria libertà soprattutto dove Jankulovski e Thiago Silva avrebbero dovuto presidiare. Mourinho ha azzardato una mossa che nessuno aveva previsto. Il ministero della disinformazione interista aveva nascosto fino all’ultimo il transfer per Snijder: “Mou” l’ha messo subito in campo anche se l’ex del Real aveva avuto soltanto una frequentazione di mezz’ora in allenamento con i nuovi compagni. «Meglio svezzarlo subito», deve aver pensato il Provocatore che alla vigilia sembrava poco ottimista sul derby. I fatti lo hanno premiato. Sneijder, chiamato per dare inventiva dietro alle punte, è stato il primo a impegnare Storari e ha mostrato la sua dote migliore, il tiro in porta.
Ma la qualità vera l’hanno data Milito e Eto’o. L’argentino ha determinato con gli assist il primo e il terzo gol, oltre a segnare il rigore del 2-0. Eto’o ha messo in difficoltà la difesa milanista infilando i troppi corridoi in velocità, come nell’occasione del rigore. Pure lui ha l’arte dei dialoghi e degli scambi stretti: l’azione dell’1-0, al 29’, è stata sintomatica del nuovo corso, con il camerunense che ha aperto per Milito e gli ha fatto spazio per il passaggio filtrante a Thiago Motta per il colpo sicuro. La partita si è conclusa lì. Il seguito è stata la sofferenza del Milan, umiliato in undici, facilmente controllato quando è rimasto in dieci per la dabbenaggine di Gattuso, Leonardo e Seedorf. Il rigore di Milito (ancora con Eto’o filtrato solo in area), la rete di Maicon e la botta di Stankovic sono state le pallottole di un’esecuzione annunciata. Siamo stati imprudenti a esaltarci per l’esordio del Milan. Il desiderio di vedere finalmente un campionato di lotta e non più di governo, com’è stata la dittatura interista nel dopo Calciopoli, ci illuse che la corsa allo scudetto avesse ritrovato un concorrente storico: invece la sentenza del derby è che l’Inter è ancora più impressionante della pervicacia con cui il suo tecnico semina zizzania, mentre questo Milan le è inferiore in tutto.
Berlusconi avrebbe preferito la cena con il cardinale Bertone invece di assistere con l’espressione di Breznev alle riunioni del Politburo allo sbriciolamento della creatura: nel giorno in cui, dalla curva, gli ultras gli inviavano messaggi di amicizia senza ricorrere a Facebook, il Premier ha vissuto la serata meno intrigante degli ultimi mesi. Zero Milan. Tre gol prima dell’intervallo, un dominio avviato dall’Inter dopo 20’ per sfociare in un match a senso unico.
Impreparazione, ingenuità, follia. I rossoneri hanno fatto di tutto per ricacciare in gola a Mourinho le considerazioni positive che aveva espresso sul Milan alla vigilia: è facile e scontato gettare la croce su Gattuso che, come un dilettante, ha abbracciato Eto’o in area determinando il rigore del 2-0 e, fuori di sè, ha poi azzoppato Snijder meritando l’espulsione da cui era stato graziato poco prima. Ma vogliamo parlare di Ronaldinho e Pato, gli eroi di Siena? Forti con i deboli e totalmente proni davanti ai forti. Coriandoli di Brasile senza allegria
Re: Milan 0 - Inter 4
Grande articolo giornalistico!
Inter superstellare al Meazza... mi sono commosso pure io per le giocate da campioni!
Inter superstellare al Meazza... mi sono commosso pure io per le giocate da campioni!
Re: Milan 0 - Inter 4
si l'Inter ha giocato bene ma ringrazia anche l'allenatore del Milan Leonardo che certamente non ha operato scelte oculate
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