Il giudice pedinato da Canale 5

Proteste contro Canale 5, poesie e appelli all’Anm. Così protestano i magistrati nelle mailing list dopo la messa in onda, giovedì scorso, del servizio sul giudice Raimondo Mesiano. C’è chi propone «Tutti in tribunale con calzini di colore diverso la settimana prossima», «Andrò senza calzini, me ne infischierò dei semafori, non mi metterò più seduto sulle panchine, non mi taglierò più nè capelli nè barba, insomma sarò un magistrato inappuntabile» e chi invece «Perchè non andiamo tutti in udienza con qualcosa di fucsia visibile sull’abito? I calzini purtroppo non si vedono». Lo riporta La Repubblica.

«Ciò che accade - scrivono i magistrati su internet chiedendo all’Anm uno sciopero - ha dell’inimmaginabile o forse ha un sapore antico. Comunicati, assemblee, uffici aperti di domenica, incontri con la gente servono a poco. Abbiamo scioperato per molto meno».

Luca Palamara, presidente dell’anm, ha definito il servizio di canale 5 «ignobile aggressione» al giudice Mesiano. «Dopo le ignobili aggressioni a singole figure della magistratura, c’è un forte malcontento - ha continuato Palamara -, ma non vogliamo derogare al nostro senso di responsabilità. Vedremo quali saranno le iniziative più opportune». In proposito, si va dalle attestazioni di solidarietà come quella online che invita tutti i magistrati a presentarsi nelle aule di giustizia con calzini color turchese fino all’ipotesi, caldeggiata da molti, di uno sciopero per denunciare a tutti i cittadini gli attacchi a cui la magistratura viene sottoposta da parte del potere politico.

«Sono a Chieti con un paio di calze azzurro turchese. Mettetevele tutti. Come il giudice Mesiano, colpevole solo di fare il giudice»: così il segretario del Pd Dario Franceschini in un messaggio su Twitter. Lapidario anche il giudizio del ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli che - ospoite di SkyTg24 - ritiene sia stata «una sonora fesseria aver mandato in onda quel servizio».

Sulla vicenda è intervenuto anche Renato Brunetta: «A Mesiano va tutta la mia solidarietà, però io non ne ho ricevuta quando mi è successa la stessa cosa, con l’unica colpa di aver acquistato case con il mutuo». Il ministro della Pubblica Amministrazione ha poi aggiunto: «Io non sono stato pedinato, almeno spero. Però un primario settimanale ha pubblicato foto e indirizzi delle mie case. Credo siano forme di intimidazione, da qualsiasi fonte siano fatte».