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Messaggio Da Maurizio Ven Nov 13, 2009 1:55 pm

"Quella maestra picchia i bambini"
La Stampa
«Una maestra che alza le mani sui suoi piccoli alunni per mantenere la disciplina non è accettabile, non ha scusanti. Non importa se nell’aria c’è un generale auspicio di ritorno alla severità: la violenza fisica e verbale non può essere un metodo educativo né può portare risultati dal punto di vista didattico». Ne sono convinti i genitori di una classe quarta della scuola elementare statale Beata Vergine di Campagna, di via Cardinal Massaia, succursale della Sibilla Aleramo. Dall’inizio di questo anno scolastico sono precipitati in un incubo: sono bastati solo pochi giorni di lezioni per rendersi conto che la nuova maestra di italiano, subentrata in settembre all’insegnante di ruolo che i bambini avevano avuto in seconda e in terza e che aveva chiesto il trasferimento, non era in grado di condurre la classe.

«Era un ottimo gruppo di bambini, negli anni passati», spiegano le famiglie. «Certo, con alcuni magari un po’ più agitati di altri, ma come è normale a quell’età e in ogni classe. Tant’è che con le maestre precedenti e con la maestra di matematica non hanno mai dato particolari problemi», dicono le mamme. Che hanno deciso di fare «lo sciopero del bambino» nel senso che oggi e lunedì non lasceranno a scuola i figli nelle ore di italiano.

La supplente annuale nominata a fine estate - cinquantenne, al terzo anno di servizio - è stata un problema fin dall’inizio. Un problema che, col passare dei giorni, è diventato inquietante e capace di creare ansie nelle famiglie. «Una bambina è uscita da scuola con un livido su un braccio perché la maestra l’ha strattonata, un maschietto ha detto di essere stato sculacciato e un altro ancora di aver ricevuto uno schiaffo dall’insegnante. Venerdì scorso, poi, un alunno è finito al pronto soccorso perché è caduto e un compagno gli è passato e ripassato sopra. Lei non è stata in grado di impedirlo», spiegano i genitori che da settimane sono mobilitati affinché si individui una soluzione capace di far ritrovare la serenità. «Ci sono stati incontri, assemblee di classe. E in una riunioni straordinaria la maestra, presenti noi genitori e anche una collega, ha ammesso di aver alzato le mani perché non c’era altra soluzione per riportare la calma nell’aula. Noi abbiamo fatto il verbale di quella riunione», raccontano le mamme.

Oggi pomeriggio, in vista di un incontro che la dirigente reggente Marcellina Longhi (da lunghi anni alla guida dell’elementare Dogliotti) ha concesso per lunedì, i genitori si ritroveranno a discutere nella vicina parrocchia Madonna di Campagna. Ieri, poi, davanti alla scuola, le mamme si sono ancora una volta interrogate sul perché la situazione non sia stata affrontata con più determinazione non appena denunciata. «Siamo anche andati in Provveditorato, ma ci è stato spiegato che prima di tutto è la scuola a doversi muovere. Purtroppo non siamo mai riusciti a sapere dalla dirigente quali provvedimenti volesse adottare, con la dirigente è stato praticamente impossibile comunicare. Ci siamo visti con il vicario, ma senza risultati concreti». Ancora: «Non mandare a scuola i nostri figli non ci piace, siamo consapevoli del loro diritto all’istruzione. Ma siamo esasperati e lo sarebbe chiunque nella nostra situazione. La dirigente ha affiancato un’altra insegnante alla nostra, ma non ci pare una soluzione che possa durare nel tempo».
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Messaggio Da Maurizio Sab Nov 14, 2009 9:36 am

Boom di denunce inventate
Fonte: La Stampa
L’emergenza sicurezza, che in alcuni quartieri è drammaticamente reale, causa bizzarri effetti collaterali, facendo leva anche sulla paura e sui pregiudizi sugli stranieri, sull’onda emotiva provocata da fatti (veri) di cronaca. Sullo sfondo anche la crisi economica, che attanaglia migliaia di persone. E così commercianti, professionisti, persone anche incensurate, si inventano false rapine, falsi furti, falsi danneggiamenti. Persino false violenze, false aggressioni a sfondo sessuale, falsi episodi di pedofilia, Con l’obiettivo di ottenere risarcimenti o di distruggere l’ex coniuge o il compagno o un familiare. Cause di separazione che si trasformano in vendette sanguinose e nella rovina economica. Il movente? I soldi.

Un modo per nascondere ammanchi, sparizioni di denaro dalle casse aziendali. Per far fronte all’obbligo di pagare fatture, prestiti, legali e anche no. Poi c’è chi tenta il colpo con le assicurazioni. Incidenti pilotati, costruiti con la complicità di carrozzieri e di periti. Usando targhe clonate o vere di auto intestate a proprietari spesso ignari, con polizze create ad hoc. Grandi e piccole somme. Arriva in commissariato il tizio che ha subito «atti vandalici» sulla propria auto. Vistose righe, vetri infranti, singolari danneggiamenti. Persino quello che cerca di accreditare - come danno - una falsa riga, cioè una striscia di nylon che simula l’azione di un chiodo o di una chiave sulla vernice della carrozzeria. Si comprano nei negozi di scherzi. Si rischia una denuncia per tentata truffa o falso.

Possono sembrare banali episodi di costume. Ma sono in aumento e provocano anche allarme sociale, data la loro presunta efferatezza. E che «decine di denunce e di segnalazioni di fatti criminali - spiega un investigatore - sono inventati di sana pianta o raccontati in modo parziale o volutamente errato. Con conseguenze gravi per le forze dell’ordine, costrette a disperdere energie e tempo prezioso per ricostruire queste storie, frutto della fantasia e provocate dai soggetti più diversi, spesso insospettabili e comunque credibili».

Non è sempre facile smantellare i racconti delle finte vittime. Giorni, mesi e anche anni di riscontri, accertamenti minuziosi. Gli autori delle truffe talvolta sono abili, studiano ogni dettaglio. Uno è stato tradito da una videocamera di sicurezza di un negozio. L’aggressione avrebbe dovuto essere registrata in quell’angolo di marciapiede, all’ora X. Sui fotogrammi, niente.
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Messaggio Da Maurizio Lun Nov 16, 2009 2:28 pm

Sgombero dei centri sociali a Torino
Fonte: La Stampa

Un altro passo avanti verso lo sgombero dei centri sociali di Torino. Entro due settimane il consiglio comunale preparerà un documento che impegna la Città a ottenere la restituzione degli edifici occupati.
È quanto è stato deciso oggi in Prefettura nell’incontro, coordinato dal prefetto Paolo Padoin, al quale hanno partecipato i responsabili delle forze dell’ordine, il sindaco Sergio Chiamparino, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castronovo e i capigruppo di maggioranza e opposizione nell’assemblea cittadina.

«È stata ribadita - è il commento di Chiamparino - la decisione degli sgomberi per la restituzione al pubblico degli edifici, all’insegna della gradualità, resa necessaria dal contesto ambientale». Una linea ritenuta «troppo prudente» da Pdl e Lega Nord che premono per un documento nel quale siano ribaditi «rigore e tolleranza zero perchè non esiste - dice Agostino Ghiglia, consigliere di An-Pdl - una terza via tra quest’impostazione e chi è contrario alla sgombero».

«Siamo pronti a ritirare il nostro documento - spiega Mario Carossa, capogruppo della Lega Nord - se tutti i gruppi concorreranno a prepararne uno analogo».

«Questo documento del consiglio - aggiunge Daniele Cantore, capogruppo di Fi-Pdl - obbligherà ancora una volta il sindaco a fare i conti con le contraddizioni all’interno della sua maggioranza e siamo sicuri che nel centro sinistra ci saranno delle defezioni».
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Messaggio Da Maurizio Mar Nov 17, 2009 7:23 pm

12.54 - Parte del corteo prosegue verso la sede della Provincia
Dopo l'occupazione del rettorato alcuni studenti hanno proseguito la manifestazione fino alla sede della Provincia di fronte alla quale hanno rovesciato delle macerie simbolo, nelle loro intenzioni, della sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio. I manifestanti rimasti davanti al rettorato hanno invece bruciato una scatola di cartone che rappresentava una banca.

11.27 -
Rettorato occupato
Parte degli studenti che stavano sfilando a Torino contro la riforma Gelmini hanno occupato il rettorato dell’Università. Tra i numerosi striscioni che sono stati esposti nel cortile e sulla balconata quelli con la scritta "Riforma Gelmini: nove mesi per attuarla non facciamola nascere", "Chi dorme nella democrazia si sveglia nella dittatura", "Riprendiamoci il nostro futuro" e "Blocchiamo la riforma". A manifestare sono, oltre agli studenti medi e agli universitari anche i precari della ricerca e i precari tecnici e bibliotecari dell’Università. I manifestanti hanno anche realizzato un finto preservativo, fatto con un grosso sacchetto di nylon pieno di palloncini, con sopra la scritta "Preserviamo l’Università pubblica".

11.18 - Due manifestanti si arrampicano sul balcone del rettorato
Arrivata di fronte al rettorato la coda del corteo che sta sfilando per le strade di Torino contro la riforma Gelmini ha inscenato un’azione di protesta. Un paio di manifestanti sono saliti con una scala su un balcone del rettorato dove hanno esposto uno striscione con la scritta "La Gelmini non ci merita" firmato Università e Politecnico. Un altro gruppo di manifestanti è invece entrato nel cortile del rettorato dove ha appeso uno striscione contro il cancello chiuso.

10.34 - Applausi per Vito Scafidi e una finta rapina
Un applauso per Vito Scafidi, lo studente morto un anno fa nel crollo del liceo Darwin di Rivoli. Si è aperta così la nuova manifestazione degli studenti torinesi contro la riforma Gelmini organizzata in concomitanza con la Giornata internazionale del diritto allo studio.

Alcune migliaia di studenti delle scuole superiori, ai quali si sono uniti anche gli universitari, stanno sfilando per le vie del centro di Torino. Tra i momenti che hanno caratterizzato finora il corteo un lancio di uova e carta igienica contro la sede regionale del Miur e una finta rapina in banca inscenata da due manifestanti con in spalla dei caschi neri pieni di banconote finte raffiguranti il ministro Gelmini.
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Messaggio Da Maurizio Mer Nov 18, 2009 2:18 pm

Sospesi dal lavoro i sei vigili arrestati

Rischiano il licenziamento i sei vigili urbani arrestati ieri a Torino per un giro di mazzette: l’ufficio del personale del Comune di Torino sta infatti avviando in queste ore le pratiche per la loro sospensione dal servizio. Seguirà nei loro confronti un procedimento disciplinare che, in base alle nuove disposizioni della normativa Brunetta, potrà portare anche al loro licenziamento.

A spiegarlo è stato questa mattina, a margine della premiazione del gruppo sportivo dei "Civich", l’assessore comunale alla polizia municipale, Domenico Mangone. «La città - ha detto - assumerà tutti i provvedimenti del caso. In queste ore l’ufficio del personale sta ricevendo la documentazione necessaria a far scattare la sospensione dal lavoro dei sei arrestati», che sono agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato e corruzione.

Proseguono intanto le indagini della magistratura, che ieri hanno portato all’emissione di 22 misure di custodia cautelare, per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti. Nei guai, oltre ai vigili, anche carrozzerie e autisti di carri attrezzi: pagavano gli agenti - dai 300 ai 500 euro la settimana - per "noleggiare" le loro radio e arrivare così prima sugli incidenti stradali.

Un «tradimento» nei confronti della divisa e, soprattutto, «rispetto al servizio svolto e ai cittadini»: il comandante della polizia municipale di Torino, Mauro Famigli, definisce così il loro comportamento.

«È una vicenda molto triste, che mi ha profondamente amareggiato» aggiunge Famigli a margine della premiazione. «Va detto però, se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, che il Corpo - puntualizza Famigli - ha avuto le forze per scoprire la verità: siamo stati noi ad accorgerci per primi della situazione, a condurre le indagini e a eseguire ieri mattina le misure cautelari».

Queste operazioni, secondo il comandante della polizia municipale, hanno richiesto «grande onestà - sottolinea - e grande coraggio. Le stesse - conclude - che metteremo a disposizione della magistratura fino al termine delle indagini».
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Messaggio Da Maurizio Sab Nov 21, 2009 3:21 pm

Berlusconi rilancia la candidatura di Cota per le Regionali 2010


«Invenzioni, invenzioni» si affretta a precisare Palazzo Chigi: «Mai Berlusconi ha pronunciate le frasi che gli vengono attribuite sulla presunta debolezza del candidato della Lega, Roberto Cota».

Il sondaggio de La Stampa sui candidati alle prossime Regionali e, soprattutto, il peso che l’Udc anti-leghista potrà avere sulla vittoria se si allea con uno schieramento piuttosto che con un altro, continua a tenere banco. Quel che è inconfutabile è che il Cavaliere l’altra mattina si aggirava in Parlamento con la fotocopia, pure ingrandita, della pagina de La Stampa dov’erano riportati i numeri elaborati dal sondaggista Piepoli e secondo i quali sia Bresso, sia Chiamparino sarebbero in grado di battere - la zarina un po’ meno bene dell’inquilino di Palazzo Civico - entrambi i cavalli del centrodestra: il capogruppo leghista in Parlamento, Roberto Cota, e il senatore ed ex-governatore piemontese Enzo Ghigo. Non una bella cosa che - nonostante l’ennesima smentite del Cavaliere - è comunque al centro dell’attenzione dello stato maggiore del Pdl.

E, ieri pomeriggio, anche del gruppo in Regione del Popolo della Libertà. Una riunione convocata per affrontare principalmente il tema della lista alle Regionali perché la scelta del candidato presidente è inesorabilmente prerogativa romana, appesa com’è alla delicata trattiva con l’alleato leghista ben contento di poter schierare un proprio uomo in Veneto e Piemonte. Alleato che il Cavaliere si vuole tenere strettissimo per affrontare il difficile problema-giustizia. «Di questi tempi la nostra missione - commenta un dirigente Pdl - è quella di “salvare il soldato Berlusconi”».

E a questa missione tutto viene piegato, anche le candidature del lontano Piemonte. In ogni caso, il gruppo Pdl, presenti Ghigo e Ghiglia reduci dalla scazzottatura con gli studenti dell’Onda che tentavano di entrare nella sede del partito, ha deciso di proporre una modifica del regolamento elettorale per «evitare di rendere schiavi del presidente gli assessori» spiega Ghigo. Il senatore ricorda che nel 2005, Bresso promise - prima della campagna elettorale - che avrebbe scelto i propri assessori fra i consiglieri eletti obbligandoli a dimettersi: «Un fatto - commenta Ghigo - che, aumentando le possibilità di essere eletti ma anche i costi, moltiplicò gli sforzi dei candidati pro-Bresso. Ora noi proponiamo di introdurre il meccanismo alla francese per il quale se un assessore proveniente dal Consiglio deve o è obbligato a lasciare l’incarico possa ritornare al suo posto. Per far passare questa modifica occorrono i voti di due terzi del Consiglio, vediamo se il centrosinistra condividerà questa misura di buonsenso».
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Messaggio Da Maurizio Dom Nov 22, 2009 9:32 am

I pendolari con i No-Tav: "Basta con i super treni"
La giornata del 5 dicembre, quando a Porta Nuova verrà inaugurato in pompa magna il collegamento veloce Torino-Milano, si annuncia quantomeno movimentata. Pendolari e No-Tav uniti contro il supertreno: decisi ad approfittare della cerimonia per farsi sentire. Dal loro punto di vista la presenza del premier Berlusconi alla cerimonia sarà tutto grasso che cola.

E’ la dinamica, dalle conseguenze imprevedibili, che l’esasperazione per i deficit nel servizio di trasporto ferroviario sta innescando in Piemonte. Le lamentele sui tagli dei collegamenti nell’orario invernale operativo dal 13 dicembre, condivise dalla Regione, sono la punta di un iceberg che pesca tra frustrazioni e malumori sedimentati negli anni. Quanto basta per saldare la protesta dei comitati No-Tav della Val di Susa con quella degli inoffensivi pendolari, almeno una parte, uniti a vario titolo nel contestare l’alta velocità che - stando all’accusa - drena finanziamenti al trasporto locale.

I rapporti tra i due schieramenti potrebbero trovare un punto di sintesi nell’incontro organizzato dal Forum dei pendolari il 28 novembre. I primi contatti datano al 31 ottobre, durante la manifestazione No-Tav in Valle per ricordare «la battaglia del Seghino»: alla fiaccolata partecipò anche una piccola delegazione di pendolari. Il canale di comunicazione, ancora in fase embrionale, non si è più interrotto. La decisione di unire le voci durante l’evento del 5 dicembre ne è la logica conseguenza. Conferma Cesare Carbonari, Comitato Torino-Milano: «Premesso che sarà una manifestazione pacifica, accettiamo il contributo di tutti. Non chiediamo la luna». Conferma Ludovico Iengo, residente a Giaglione e membro del Comitato No-Tav di Torino: «La cosa è da organizzare ma ci saremo anche noi. Se l’avvio dei carotaggi in Valle farà scattare la mobilitazione manderemo comunque un presidio. Ci sarà Berlusconi? Motivo in più per non mancare l’appuntamento».

La battaglia contro l’alta velocità è comune: ecco la premessa. Da qui l’interesse «reale e fisiologico» con cui i No Tav guardano al mondo dei pendolari, pronti a scambiare i «Frecciarossa» con treni regionali e interregionali decenti. Il risultato è un quadro in continua evoluzione, dove tensioni ed equivoci sono in agguato. Così la mediazione del sindaco con le Ferrovie per consentire la fermata di una coppia di «Frecciarossa» nella nuova Porta Susa, senza attendere la conclusione dei lavori del Passante nel 2012, non è apprezzata da tutti. Fa fede la lettera inviata da Carbonari a Chiamparino. Il compromesso sui treni veloci, se mai avverrà, risolverà il problema di 200-300 persone lasciando intatti quelli del 95% dei pendolari che non possono permettersi il super-treno: questo il ragionamento.

Invece di impegnarsi per tutelare un’élite di viaggiatori, accreditando «le logiche di mercato» di Moretti e delle Ferrovie, il sindaco salga su un treno regionale e ne verifichi le condizioni. Chiamparino non ci sta: «Permettere a un paio di treni veloci di sostare a Porta Susa non inciderà sul traffico dei convogli locali, l’unico modo per tutelare gli interessi di tutti è terminare in fretta i lavori. Non intendo prestarmi a manovre per scatenare contrapposizioni nella stessa categoria».
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Messaggio Da Maurizio Ven Dic 04, 2009 1:59 pm

www.lastampa.it

Provate da una crisi globale senza precedenti, affaticate dall’export che arranca, da un accesso al credito non sempre facile e dalla sostanziale assenza dei fondi pubblici le Pmi italiane tornano però ad avere fiducia nel futuro e, dato ancora più importante, a investire, puntando su innovazione e internazionalizzazione. Le aziende del Nord Ovest, in particolare tornano, seppur timidamente, a sperare. L’indice di fiducia, infatti, aumenta di un punto.
Questo lo scenario che emerge dal VI Rapporto UniCredit sulle Piccole Imprese, presentato oggi a Roma presso lo Spazio Etoile in piazza S. Lorenzo a Roma, nel corso della tavola rotonda sul tema “Le Piccole Imprese e il rilancio del sistema produttivo”, che si sviluppa lungo tre filoni: la valorizzazione del territorio, l’internazionalizzazione e l’innovazione.

Dall’analisi condotta tramite un questionario sottoposto a più di 200 tra Confidi e Associazioni di Categoria e a un campione di oltre 6mila piccoli imprenditori, a cura dell’Ufficio Studi Retail di UniCredit, emerge, innanzitutto che l’indice di fiducia delle imprese è tornato a crescere. Nonostante i timori per l’andamento dell’economia reale, infatti, il peggio sembra ormai alle spalle. L’indice nazionale passa da 92 nel 2008 a 93 nel 2009. Le regioni del Nord Ovest, in media nazionale, guadagnano anch’esse un punto, nell’indice di fiducia. A livello di singoli item i giudizi migliori sono stati espressi circa investimenti e occupazione, anche se quest’ultimo item solo al Nord fa registrare valori inferiori a 100, attestandosi sotto soglia. Nello spaccato delle valutazioni circa passato e futuro, sui 12 mesi passati si riscontra per il Nord Ovest il valore è di 75. Per il futuro prossimo si arriva a 110 per il Nord Ovest. Confrontando la stessa analisi con il 2008 si nota una crescita sull’ottimismo delle opinioni riguardo al futuro e una forte diminuzione sui giudizi riguardo al passato.
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Messaggio Da Maurizio Sab Dic 05, 2009 9:05 am

La Stampa
Il segretario del Pd:
«Opera strategica». Plano:
protesteremo dentro la legalità


Pier Luigi Bersani e Sandro Plano si stringono la mano di corsa mentre si danno il cambio davanti alle telecamere alla fine di una lunga riunione tra i vertici nazionali e regionali del Pd e gli amministratori e dirigenti del partito valsusino in larga maggioranza contrari alla Tav. Il presidente della Comunità Montana ruba la scena al segretario del Pd e annuncia il punto che gli sta più a cuore: «Nessuno ha parlato di espulsioni dal partito e questo per me è l’aspetto positivo perché credo nel Pd e stimo il segretario».

Plano ha ragione. Bersani ha riconosciuto il diritto al dissenso ma da ieri i confini per esprimerlo sono più stretti perché «alleati non vuol dire uguali» e dunque all’interno dell’alleanza con i No Tav il Pd non può fare da traino ma deve essere protagonista. E in questo protagonismo Bersani si dice sicuro di aver ottenuto l’impegno degli amministratori a «collaborare per permettere di rendere praticabile l’operazione».

In realtà, più che di collaborazione si può parlare di non ostilità. Plano, infatti, sottolinea: «Non ci opporremo fisicamente e illegalmente ai sondaggi ma non ci occuperemo di problemi di ordine pubblico. Non posso rispondere delle azioni dei movimenti o dei cittadini che in qualche modo vorranno opporsi fisicamente». E Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, aggiunge: «Da parte mia non ci sarà alcun appello ad andare sulle barricate, è già successo una volta e non ho intenzione di ripetere quell’esperienza. Certo, aiuterebbe non militarizzare la valle».

Durbiano e Plano, dunque, continueranno ad «esprimere il dissenso istituzionale delle comunità locali contro questo progetto». E per quanto riguarda i sondaggi «noi continueremo a protestare perché non rispecchiano il calendario da noi richiesto», continua il presidente della Comunità. Posizione condivisa in tutto e per tutto anche da Carla Mattioli, sindaco di Avigliana.

Ma la di là di quello che succederà quando arriveranno le trivelle in Valsusa, Bersani, e con lui i vertici piemontesi del partito, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, il presidente della Provincia, Antonio Saitta e l’assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli, si aspettano un cambio di indirizzo. E dunque chi dissente non può farlo a nome del Pd e, soprattutto, Bersani si attende una correzione verso atteggiamenti di moderazione dell’alleanza «sbagliata» con i No Tav. Il segretario regionale, Gianfranco Morgando, chiede agli amministratori valsusini di assumere una posizione di responsabilità nella gestione politica del territorio».

Pacifico Bancheri, coordinatore del Pd della Valsusa e Valsangone spiega: «La gestione dell’ordine pubblico non spetta sicuramente agli amministratori locali. Noi non ci sentiamo uguali agli amministratori No Tav abbiamo una nostra linea politica di dissenso al progetto che portiamo avanti e non andiamo certo al traino degli altri». Nel Pd torinese in molti si aspettano un segnale di cambiamento a partire dall’elezione del presidente della conferenza dei sindaci che in base agli accordi presi in valle dovrebbe andare ad un primo cittadino No Tav. Bancheri spiega: «La decisione spetta ai sindaci. Abbiamo fatto un accordo politico e dunque faremo di tutto perché quella carica sia omogenea all’alleanza che ha permesso di eleggere Plano».
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Messaggio Da Maurizio Dom Dic 06, 2009 3:02 pm

Apertura impianti nella Vialattea
Fonte: La Stampa

Dopo l'avvio alla grande dello scorso inverno, quest'anno la stagione dello sci tornerà all’antico, nonostante le promesse meteo dei giorni scorsi di neve abbondante: con un’apertura graduale degli impianti dei due comprensori dell'Alta Val Susa. Sulla falsariga di tutte le località dell'arco alpino, dove la neve si è fatta attendere fino all'ultimo, Bardonecchia e Vialattea garantiranno la tradizionale apertura delle piste in occasione del ponte dell'Immacolata, ma solo sui pendii dove i cannoni sono riusciti ad integrare i 30 centimetri di neve caduti negli ultimi 15-20 giorni.

Ancora una volta, fin dalle 9 di stamattina, Sestriere si confermerà regina dello sci sulle montagne olimpiche, accogliendo gli appassionati dello sport bianco con sei impianti aperti nelle zone del Colle e di Borgata sui 12 della Vialattea. Si potrà, dunque, sciare sulle piste servite dalle seggiovie Cit Roc, Nuovo Garnel e Trebials (che sale da Borgata), dalle sciovie Jolly, Baby 1 e Baby 2. La speranza della Sestrières Spa è di aumentare via via il parco impianti in funzione tra oggi e il giorno dell'Immacolata, ma tutto dipenderà dalle condizioni meteo: soprattutto dalle temperature, finora mai abbastanza rigide da garantire il funzionamento a pieno regime della rete d'innevamento programmato che copre il 60 per cento dei 400 chilometri di piste del comprensorio.

A Sauze d'Oulx (dove stasera è in programma la cronoscalata «Skialp sotto le stelle») la stagione partirà con due seggiovie aperte: la Nuova Clotes e la Pian della Rocca. A Claviere attive le quadriposto La Coche e Serra Granet-Colle Bercia. Mentre a Cesana-Sansicario la triposto Rio Envers e la seggiovia Baby Sansicario. Decisamente scontati gli ski-pass, in vendita a 24 euro a Sestriere, 22 euro a Sauze d'Oulx e Sansicario e 20 euro a Claviere.

Inizio di stagione con poche seggiovie in servizio anche a Bardonecchia, dove oggi si potrà iniziare a sciare grazie ai quattro impianti di Campo Smith e Colomion, mentre tra domani e lunedì si conta di arrivare a sette, con l'apertura parziale dello Jafferau e del Melezet. Da oggi saranno attive le seggiovie Smith 4 e Pian del Sole, il Baby e il tappeto del Colomion. Da domani entreranno in pista la telecabina dello Jafferau, la seggiovia Fregiusia-Plateau e, da lunedì, la quadriposto Melezet-Chesal fino all'intermedia. Per il lungo ponte festivo il giornaliero sarà ridotto a 22 euro.

Per gli amanti dello sci di fondo, tra le vette delle montagne olimpiche, l'unico punto di riferimento è per ora l'anello di Pragelato. Il circuito sarà aperto da stamattina nei primi 1,5-2 chilometri di lunghezza. Giornaliero in vendita a 8 euro.
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Messaggio Da Maurizio Mer Dic 09, 2009 6:17 pm

Immacolata 2009: il Ponte del pienone
Fonte: La Stampa
Teniamo pure conto di tutto: il ponte insolitamente lungo, il doppio impegno casalingo della Juventus (sabato in campionato contro l’Inter e ieri sera in Champions contro il Bayern Monaco), le offerte promozionali nelle località montane.

Anche così, il bilancio «a caldo» del ponte dell’Immacolata redatto da «Turismo Torino e Provincia» va oltre le più rosee previsioni degli amministratori e degli operatori turistici. Non c’è settore che non registri un segno «più» migliorando la performance del 2008. Alla faccia della crisi. L’unico interrogativo riguarda i musei, i dati saranno disponibili da oggi, ma anche in questo caso le code davanti agli ingressi sono un indizio che fa ben sperare.

C’è un turismo che sta riscoprendo Torino e le sue valli. Seconda notizia: per quel che riguarda il ponte dell’Immacolata, si tratta di un turismo prevalentemente «made in Italy» (oltre il 90% delle presenze) composto da famiglie con bambini, coppie sui 30-40 anni, giovani sotto i 30 (a coppie o con piccoli gruppi di amici). La permanenza media oscilla fra 2-3 notti. La parte del leone, in termini di arrivi, è rappresentato dalle regioni del Nord Italia: Lombardia, Liguria, Veneto, lo stesso Piemonte. Nel caso di Torino contribuiscono anche Toscana ed Emilia Romagna.

Un dato per tutti (gli altri li trovate in tabella): gli hotel cittadini hanno confermato un tasso di occupazione tra l’80 e l’86% (+17-20% rispetto allo stesso periodo 2008). Il «boom» riguarda anche iniziative circoscritte. Il tour serale sul bus «City SightSeeing Torino», dedicato alle «Luci d’artista», domenica ha visto il tutto esaurito. In alcune località della Val Susa, vedi Bardonecchia, la differenza percentuale rispetto al 2008 è del 10%. Molto resta da fare, premette Livio Besso Cordero, presidente di Turismo Torino e Provincia, ma comincia ad essere premiato il lavoro di promozione svolto in questi anni.

Come sempre in questi casi non esiste una spiegazione univoca dei dati. Turismo a corto raggio, si diceva, composto da italiani (il peso degli stranieri si fa sentire soprattutto durante le settimane bianche e nei mesi estivi). «Nel caso di Torino - commenta l’assessore Alessandro Altamura - sembra prevalere l’apprezzamento per l’offerta culturale ed eno-gastronomica di una città che prima delle Olimpiadi era la Cenerentola delle guide turistiche».

Fuori città, sono gettonate le ex-località olimpiche. Il piatto forte restano le attività sportive: in pole position lo sci alpino ma anche le ciaspole, preferite allo sci di fondo. Natura, paesaggio e un pizzico di cultura: questa la combinazione vincente. Dove per cultura si intende di tutto un po’: dalle presentazioni dei libri ai concerti. «Non a caso - spiega Antonio Saitta, presidente della Provincia -, quest’anno abbiamo aggiunto eventi culturali in tutte le località sciistiche estendendo gli appuntamenti che ruotano su Casa Olimpia, a Sestriere, e su Casa GranParadiso a Ceresole Reale».

Tutto questo non può prescindere da un’offerta ricettiva sempre più flessibile. Nella stessa ottica vanno lette le promozioni per consolidare i flussi turistici nelle località più note e per incentivarli in quelle minori. Lo skipass gratuito dal 5 al 20 dicembre per chi soggiorna almeno tre notti negli ex Comuni olimpici va in questa direzione. Idem per gli incentivi previsti tutto l’inverno, tranne Natale e Capodanno, nelle località più defilate: da Ala di Stura a Ceresole, passando per le Valli di Lanzo. In questo caso basta dormire una notte per usufruire, a seconda dei casi, dello skypass gratuito, dell’albero a costo zero per i bambini o delle racchette da neve gratis.
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Messaggio Da Maurizio Gio Dic 10, 2009 1:30 pm

E' in provincia di Torino uno dei due Comuni a minor rischio di frane. Ecco l'articolo in merito tratto da La Stampa.it:

E' Canischio uno dei due paesi valutati come meno pericolosi per fenomeni alluvionali o smottamenti

TORINO

Sono al nord i due comuni migliori nella prevenzione delle frane e delle alluvioni: a Canischio (Torino), e Palazzolo sull’Oglio (Brescia) va il primato nazionale di Ecosistema rischio 2009 e la bandiera «Fiume sicuro», l’indagine di Legambiente e Protezione civile nell’ambito di «Operazione fiumi 2009» sul monitoraggio e la valutazione del rischio idrogeologico in Italia, presentata oggi a Roma.

Nei due comuni, spiega lo studio, in seguito ad interventi di delocalizzazione, non sono presenti abitazioni in aree a rischio idrogeologico e viene realizzata un’ordinaria attività di manutenzione delle sponde e delle opere di difesa idraulica. Le amministrazioni comunali si sono dotate di un piano di emergenza aggiornato, hanno organizzato iniziative di informazione ed esercitazioni per verificare il piano d’emergenza. Sono presenti sistemi di monitoraggio e di allerta, e in entrambi i comuni è attiva una struttura di Protezione civile 24 ore su 24.
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Messaggio Da Maurizio Ven Dic 11, 2009 6:00 pm

Natale: i torinesi spenderanno in media 740€
http://www3.lastampa.it/torino/
Per il Natale 2010 i torinesi spenderanno complessivamente quasi 290 milioni di euro. È quanto rileva l’indagine telefonica condotta dall’Ascom torinese su 250 nuclei famigliari.

Secondo l’indagine le famiglie torinesi destineranno, quest’anno, agli acquisti natalizi una cifra media per nucleo di circa 740 euro (comprensivi di regali e pranzo natalizio) con un incremento di circa 16 euro(+2%) rispetto all’anno scorso.

I torinesi, dunque, sebbene attenti per il contesto economico locale e nazionale, non rinunciano a festeggiare il Natale, in particolare per quanto riguarda i doni ai famigliari più stretti ed i regali tradizionali. Tra gli articoli preferiti si confermano i capi di abbigliamento ed accessori, i libri, i generi alimentari (in particolare i prodotti tipici), giocattoli ed articoli tecnologici in genere. Per quanto riguarda il tradizionale «cenone», dall’indagine emerge che poco meno dei tre quarti delle famiglie contattate prevedono di festeggiare il Natale in famiglia con parenti ed amici.

Tendenze quelle rilevate dall’indagine, che sembrano essere confermate anche dagli operatori dei diversi settori a due settimane dal Natale. Per quanto riguarda l’alimentare, nelle gastronomie cominciano ad arrivare le prime prenotazioni, anche se avvertono, «siamo solo agli inizi». In particolare per pasticcerie e pastifici, si aspettano i prossimi giorni. Quest’anno si prevede anche, nonostante i tagli praticati da diverse aziende, una discreta ripresa nella vendita dei cesti natalizi.

Per l’abbigliamento sembra essere finita la discesa: le vendite, al momento, sono, infatti, in linea con quelle dello scorso anno e la gente, osservano i commercianti, sembra «spendere con grande cautela ma al meglio». Le prospettive sono, quindi, discrete anche se, per ora, risultano più venduti i capi «piccoli»: maglie , sciarpe, berretti, guanti, cravatte e camicie ed il tutto sotto i 100 euro.
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Messaggio Da Maurizio Lun Dic 14, 2009 4:41 pm

Fonte: http://www.lastampa.it/

Primo viaggio del Freccia Rossa a 300 all'ora. Treno esaurito da tre giorni, ritorno in serata
MARCO NEIROTTI
INVIATO SUL TORINO-ROMA
La ricorderanno tanti come mascotte del primo viaggio. Gli animali qui non sarebbero dovuti salire, però all’ultimo istante è stata fatta una benevola eccezione e, in un vano portabagagli tra due carrozze, in una gabbia lunga e larga è partita pure Pallino, colossale coniglia che il proprietario - venditore di braccialetti - si è portato a Roma.
Non era l’unica anomalia la coniglia Pallino nel viaggio a prezzi stracciati per provare Torino-Roma in poco più di quattro ore a trecento all’ora. C’era qualcos’altro di inconsueto alla banchina di Porta Nuova, Torino, ore 7,30 del mattino di ieri, domenica, in partenza Freccia Rossa per Roma Termini: familiari scatti di macchine fotografiche, nemmeno fosse piazza San Marco a Venezia, e quasi totale assenza di bagaglio, tranne qualche zainetto o rari trolley.
È stata la vera presentazione del supertreno, dopo quella di sabato 5 per giornalisti e autorità. I posti per il viaggio di ieri erano tutti prenotati fin da giovedì mattina: famiglie, gruppi di amici ventenni così come sessantenni, coppie, solitari. Complice l’offerta speciale: un euro all’ora, Torino-Roma euro 4,10. Un viaggio di ritorno alle 17,37, l’ultimo alla 21,50. Spiegazioni mentre si sale: «Con 16 euro arriviamo per mezzogiorno, mangiamo qualcosa, vediamo San Pietro e magari il Colosseo, e alle dieci di sera siamo a casa».
Parte quieto il convoglio. Quando fuori Torino prende velocità c’è chi a terra spiegava «l’ebbrezza della velocità» e ora già sonnecchia: «Va bè, ma tanto il bello lo sentiamo oltre Milano». Chi è concentrato sul computer. Chi mostra l’autostrada che corre indietro ai bambini invece persi nel panino e nella bibita. Chi aspetta il carrello dopo l’annuncio dall’altoparlante: «Fra poco sarà servita una colazione con un prosecco fresco». Una ragazza sfotte: «Adesso vediamo i vecchi farsi il bianco alle otto. Quelli che criticano noi la sera». La smentisce l’addetto al servizio: «Il vinello mattutino? Quasi tutte donne».
È una piccola cittadina in viaggio ultrarapido. L’ingegnere che sa tutto di treni ammette: «Per interessare i due ragazzini faccio gli esempi con le Ferrari rispetto alle altre auto». La ragazza che chiede al giovane incravattato: «A che ora andiamo alla carrozza ristorante»? E lui, amorevole: «Arriviamo prima di mezzogiorno». Lei tenace: «Hanno già messo le tovaglie». «Le hanno messe ieri». Broncio. Si vorranno di nuovo bene a Roma.
C’è in prima classe il medico che sperimenta il collegamento, in seconda la custode del condominio, il medesimo, con marito imbianchino e figlio laureando: «Mentre salivo ho visto il dottore». Quasi un luogo neutro, senza ruoli. Di questi tempi cupi non è ingenua la curiosità allegra, la voglia di provare, il pensiero spinto avanti tra lavoro e vacanze rapide, anche se non sarà sempre offerta speciale. Offerta da combinare con la giornata piena. Marito, moglie, una figlia e un bimbo piccolo nel passeggino: «Ci ha acceso la curiosità per il viaggio rapido, per una giornata diversa. Facciamo questa esperienza poi torniamo con l’ultimo aereo».
Il telefonino è cronografo e termometro di tutto il viaggio, dai dodici ai settant’anni: «Siamo partiti ora, sta accelerando». «Siamo già a Milano». «Manca poco a Bologna». «Firenze fatta. Ci siamo quasi». Poche comunicazioni «di servizio», molte di aggiornamento e entusiasmo. Al contrario che in stazione. Il fotografo, sceso a Milano Porta Garibaldi, dopo tanta tecnologia trova le macchinette del «biglietto veloce» imbizzarrite: detestano le banconote e lui, come altri cinque, stanno lì a infilare e ritirare un dieci euro sempre risputato, finché viene mangiato. Venti minuti per un biglietto «veloce», con gli spazientiti in coda che regalano monete da un euro per sveltire la faccenda e non perdere il treno.
Mentre noi si corre a Roma tra croissant e altro prosecco. Un mondo diverso. Gradito, basta vedere come scendendo tutti ringraziano Elena Bandini, capotreno, neanche Trenitalia fosse tutta sua. Ringrazia più di tutti il venditore con la coniglia Pallino rintanata nella gabbia: «È come un gattino ma mi segue anche al lavoro». Che lavoro fa? «Vendo piccoli braccialetti alle impiegate, alle commesse, nella pausa pranzo. Se fossi solo mi manderebbero via, ma il mio socio Pallino è straordinario: le incanta, si inteneriscono e comprano».
Sfortunati invece i viaggiatori partiti da Roma per Torino alle 15.50: l’arrivo era previsto alle 19.50 ma durante il viaggio il treno ha accumulato 50 minuti di ritardo.
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Messaggio Da Maurizio Gio Dic 17, 2009 1:37 pm

Fonte: La Stampa
Sta ottenendo risultati importanti la lotta all’evasione fiscale in Piemonte. Grazie ai controlli effettuati, infatti, nei primi dieci mesi dell’anno l’Agenzia delle Entrate ha già incassato 584 milioni di euro. Ed entro la fine dell’anno, secondo le previsioni della stessa Agenzia, verrà superato il tetto dei 650 milioni.

«È il frutto dell’evoluzione della strategia nella lotta all’evasione», commenta il direttore regionale, Vincenzo Palitta. «La nostra azione - aggiunge - è sempre più mirata ad un’attenta selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, non solo con il monitoraggio ad ampio spettro delle imprese di medie e piccole dimensioni e dei lavoratori autonomi, ma soprattutto con il costante presidio di tutti i cosiddetti grandi contribuenti».

Particolare attenzione, infatti, è stata rivolta ai «grandi contribuenti», cioè imprese e professionisti con volume d’affari, ricavi o compensi non inferiori a 100 milioni di euro. Per questi soggetti è stato istituto un apposito ufficio, operativo da marzo 2009, che oltre alle normali verifiche segue le loro operazioni contabili per evidenziare con tempestività eventuali rischi fiscali.

Grande attenzione viene rivolta, inoltre, nei confronti di chi ostenta un tenore di vita incompatibile con dichiarazioni dei redditi irrisorie. Ad oggi, infatti, sono già 1.359 i piemontesi a cui l’Agenzia delle Entrate ha notificato un accertamento sintetico, noto con il nome di redditometro. «Gli indirizzi operativi che l’Agenzia si è data nel 2009 - conclude il direttore Palitta - ci hanno visti impegnati a rafforzare il contrasto alle frodi fiscali, alle indebite compensazioni con finti crediti fiscali, e ad un piano straordinario di controlli utilizzando l’accertamento sintetico del reddito delle persone fisiche per stanare i finti poveri. Contiamo di proseguire lungo queste direttrici per realizzare l’obiettivo dell’equità fiscale».
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Messaggio Da Maurizio Mer Dic 23, 2009 8:56 am

UDC-BRESSO, accordo in vista delle Regionali raggiunto
Fonte: LA STAMPA.it
Penitenza o regalo benaugurante, non è dato sapere. Ma oggi, quando i maggiorenti dell’Udc si ritroveranno al «Caval ‘d Bronz» per scambiarsi gli auguri di Natale, si ritroveranno fra le mani «Il profilo del tartufo» l’ultima fatica letteraria di Mercedes Bresso, thriller ambientato tra Hong Kong e le Langhe.

Quale che sia il messaggio subliminale che il leader piemontese del partito di Casini, Michele Vietti, vuole lanciare ai vari segretari provinciali che scenderanno nel salotto subalpino dalle varie province piemontesi, una cosa sarà chiara: è con questa donna che dobbiamo fare i conti i prossimi 5 anni. Quasi certamente da alleati. «Quasi» perché nessun organo ufficiale del partito si è ancora espresso sull’alleanza con il centrosinistra. Lo farà la direzione del partito a inizio gennaio. L’incontro di oggi servirà a smussare gli ultimi angoli con quegli esponenti dell’Udc che più hanno legittimamente remato per indirizzare la barca scudocrociata verso il porto del centrodestra. Da Teresio Delfino a Deodato Scanderebech sul quale si sono scatenate le voci più fastidiose come una sua presunta e serrata corte al leghista Roberto Cota, il candidato del centrodestra, per trasferirsi armi e bagagli sotto le insegne del Carroccio.

«Ho contribuito a far incontrare l’Udc e i gruppi del centrodestra perché la trovo un’alleanza più naturale - spiega Scanderebech - ma nella Lega no, proprio non mi ci vedo e nemmeno mi ci ritroverei». Per Delfino, invece, già circola la voce che dà il figlio Beppe nel listino della Bresso insieme con Alberto Goffi, il capogruppo in Comune che tanto avrebbe voluto fare il presidente della Sala Rossa. Inutili le smentite o le dichiarazioni rese in tempi non sospetti, come quella di Goffi di voler correre in lista e andarsi a cercare i voti. Il lider maximo Vietti si sgola a dire che, per ora, è prioritario l’accordo programmatico e senza la sinistra tra i piedi. «Se anche Stefano Esposito (parlamentare Pd, ndr) sostiene che la presenza di Pdci e Prc potrebbe allontanare l’elettorato moderato infastidito da un candidato leghista forse ciò che chiediamo non è così campato in aria» commenta Vietti un po’ perplesso dalle voci che girano su ciò che si starebbe escogitando (posti nel listino, diritti di tribuna) per tenere comunque in piedi un asse con la sinistra.

Insomma, siamo alle schermaglie e le voci che si rincorrono sul «prezzo» dell’Udc per sostenere Bresso sono, per ora, voci. La principale riguarda il robusto assessorato alla Sanità. Prima, con perfidia, è stato fatto circolare il nome di Caterina Bima, notaio vicina a Michele Vietti. Poi è toccato all’oncologo e docente universitario Antonio Mussa. «Ma perché dovremmo puntare su un assessore certamente importante ma pieno di rogne - fanno notare nell’Udc - quando con altri due assessorati, diciamo minori, otterremmo la stessa visibilità?».

All’Udc guarda anche la neonata Alleanza per l’Italia, dove sono entrati i deputati Pd Marco Calgaro e Gianni Vernetti. L’orizzonte politico dell’Api guidata da Rutelli è un po’ più in là delle Regionali «dove però la nostra presenza non mancherà: con il semplice sostegno, con una nostra lista o, magari e in modo sperimentale in una o due regioni, già insieme con l’Udc. Lì tendiamo: a spostare la coalizione al centro. Per noi Bresso vincerà, ma quello che conta è che possa governare e ciò avverrà solo con posizioni chiare su argomenti come Tav o Città della Salute». Cosa farà l’Api è motivo di attenzione soprattutto da parte del Pd.

Pochi giorni fa, una pubblica baruffa a Montecitorio fra l’onorevole Idv Porcino e il leader Antonio Di Pietro ha scatenato le dietrologie più ardite. Già si dava per scontato l’ingresso di Porcino nell’Api che, a questo punto, avrebbe presentato un propria lista alle Regionali con candidato, va da sè, il figlio di Porcino oggetto della litigata con Di Pietro che non voleva il rampollo nella lista Idv. «Abbiamo litigato perché non condivido certi eccessi nella battaglia contro Berlusconi - dice Porcino - e mio figlio era, ed è, già in lista». Voci. Per non parlare di un’altra ardita teoria che indicava il sindaco Chiamparino futuro leader della neonata Api.

Parliamo al passato perché la cosa è stata smentita con forza ma, come dicono i vecchi cronisti: «Una smentita è solo una notizia data due volte». Quindi rassegnatevi a risentirla.Gioacchino Cuntrò, neo eletto segretario provinciale del Pd (sotto la sua responsabilità sono confluite le precedenti segreterie cittadina, provinciale e quella del Canavese) ha presentato ieri gli ultimi entrati nell’organismo che guiderà il partito di Bersani nel Torinese. Suoi vice sono Dario Omenetto e Bruno Ferragatta, Mario Sechi coordinerà la segreteria con i circoli, Mimmo Mangone si occuperà di enti locali e Rosalba Lagrotteria di formazione. Daniele Valle guiderà i giovani Pd. Il tesoriere è Gavino Olmeo, Maurizio Basile è presidente dell’assemblea, vice Rosanna Abbà e Raffaele Bianco.
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Messaggio Da Maurizio Sab Dic 26, 2009 9:40 am

Fonte: La Stampa

Stretti nei giacconi, ingobbiti contro il freddo dell’atrio di Porta Nuova, centinaia di cellulari premuti sull’orecchio per comunicare un unico, comune messaggio a casa: «Non so quando arrivo, qui è tutto bloccato».

Gli sguardi dei viaggiatori sono tutti puntati sul cartellone partenze e arrivi: Torino-Genova, cancellato. Torino-Piacenza, cancellato. Torino-Bra, cancellato. Torino-Salerno, 100 minuti di ritardo. Milano-Torino, 90 minuti di ritardo. All’ufficio informazioni non sanno più come rispondere alle domande e replicare alle proteste.

Un’altra giornata da incubo. Il termometro sale sopra lo zero, l’incognita gelo dovrebbe essere superata, ma in un attimo si capisce che non basta: il primo convoglio per Milano ci mette quattro ore e mezza ad arrivare a destinazione, con i passeggeri costretti a scendere due volte e aspettare il regionale successivo. E ancora: Genova, Aosta, Pinerolo, con treni che vengono soppressi o accumulano ritardi superiori all’ora. Tra Chivasso e l’Alessandrino nella notte sono gelati i cavi elettrici: solo per quella zona 15 treni soppressi, tutti a bordo dei bus messi a disposizione dalle Ferrovie. Anche il Frecciarossa parte a rilento: il primo lascia Porta Nuova con un’ora di ritardo, il secondo con venti minuti.

Si procede così, gli sguardi incollati al tabellone, le speranze che vacillano di fronte alla lunga serie di convogli soppressi. Alla fine un treno cancellato per Milano, Pinerolo e Cuneo, due per Genova, tre per Savona; ritardi tra mezz’ora e due ore per molti altri, per non parlare dei convogli in arrivo dal Sud Italia, o diretti in meridione, capaci di arrivare anche quattro o cinque ore dopo il previsto. Nel giorno del primo grande esodo per le vacanze di Natale ce n’è abbastanza per scatenare la rivolta nelle stazioni.

Bruna Ferraris, bancaria, sta cercando di tornare a casa ad Alessandria, da ore: «Oggi è la neve, se è estate è perché fa caldo, se piove è colpa della pioggia, il risultato però non cambia mai. Prendere un treno - dice - e prenderlo all’ora in cui dovrebbe partire, è un’impresa quasi impossibile». Bruna Ferrarsi aspetta al binario con i colleghi, anche loro pendolari. «La cosa grave - dice Guglielmo Baglieri - è che si va verso un accentramento dei servizi e ci viene detto di trasformarci in pendolari. Va bene, viaggeremo. Ma non in queste condizioni: si sta creando una massa di gente costretta a viaggiare senza però creare servizi».

Cerca di ripararsi dal freddo come può anche Khalid Bensiah, cuoco torinese: «Stasera dovrei lavorare a Modena - spiega -, ma hanno cancellato il treno delle 16,20. Ora speriamo in quello delle 18,20. Ogni volta è un disastro». Arianna Neglia, studentessa al Master di Lingue, preferisce la prudenza. Non ha ancora avvertito i genitori del suo arrivo: «Non mi fido, prima di chiamarli aspetto di vedere se il treno per tornare a casa c’è veramente». Esasperati, afflitti e infreddoliti, i viaggiatori in partenza per Asti, cercano di salire su un treno diretto a Palermo, ma vengono respinti con perdite: treno con cuccette, già tutto prenotato.

«È da tre ore che non partono treni - spiega Lorenzo Maschio, ricercatore a Chimica - questo per Palermo era la nostra unica speranza per tornare a casa». Accanto a lui il sorriso rassegnato di Graziella Firpo, bancaria: «Niente di nuovo, direi. Il pendolare è soggetto forte e allenato alle avversità».
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Messaggio Da Maurizio Dom Dic 27, 2009 9:44 am

La Stampa ha scritto:Ha resistito per nove giorni, la vita appesa a un filo, intubato nel reparto di rianimazione del Regina Margherita, dove era stato trasferito il 15 dicembre dopo essere stato rianimato al San Giovanni Bosco, all’altro capo della sua strada - via Monte Rosa - stretta e lunga, tante vite che vi si affacciano.

Al civico 13 bis, cinque campanelli sul portone, in un androne scrostato è rimasta la sua carrozzina rossa: Lorenzo che di cognome faceva Chen, era un cinesino di 10 mesi cui era stato dato un nome di battesimo fra i più popolari a Torino nel 2009, così indicano le statistiche dell’anagrafe dei nati quest’anno. Il segno che i genitori speravano di vederlo diventare adulto in una città anche sua. Invece, la vita di Lorenzo si è fermata alla vigilia di Natale per un palloncino gonfiabile di gomma, 4 cm di lunghezza, che era rimasto incastrato nella sua trachea. Il bimbo deve esserselo trovato fra le mani gattonando in casa o in quella della vicina cinese cui i genitori lo affidavano quando, la mattina, partivano per i mercati della Valle di Susa dove espongono le loro mercanzie di ambulanti.

Il palloncino colorato l’ha attratto. E’ un gesto naturale - pericolosissimo - per un bambino far la conoscenza di qualcosa che non riconosce al tatto portandolo alla bocca. Lorenzo l’ha ingerito ed è stato subito male. Forse non riusciva nemmeno a strillare. Lo immaginiamo paonazzo e spaventato perché non riusciva più a respirare. Nessuno ha capito. Nemmeno al San Giovanni Bosco se ne sono accorti. L’hanno intubato e fatto trasferire in ambulanza al Regina Margherita. Dove un altro medico l’ha «stubato» per compiere da capo la stessa operazione. E si è accorto che Lorenzo aveva la trachea ostruita dalla gomma del palloncino.

Anossia la diagnosi: mancanza di ossigeno. Guariniello ha disposto l’autopsia per domani. Lorenzo ha resistito sino alla vigilia di Natale. Un giorno in cui può morire anche un bambino. Fa male solo a pensarlo. Ma è ancora peggio sapere che questa vita indifesa sia stata strozzata da un pezzo di gomma. Della sua fine se ne occupa Guariniello perché a lui, promotore di tutte indagini per somministrazione di prodotti pericolosi per la salute, era pervenuta dal commissariato di Barriera di Milano la prima segnalazione di reato: in casa era stato trovato un farmaco cinese dal principio attivo sconosciuto.

E’ la conferma che al San Giovanni Bosco, per quanto rapido sia stato il «passaggio» di Lorenzo in quel pronto soccorso, non ci avevano proprio azzeccato mettendo fuori strada gli agenti del commissario Iolanda Seri. Adesso le indagini, per omicidio colposo, ricominceranno dagli interrogatori dei genitori e della badante, anch’essa cinese, cui Lorenzo veniva lasciato insieme con il fratellino più grande. Guariniello ha riservato grande attenzione, in questi anni, alle precauzioni d’uso (e di vendita) di giochi per bambini sotto i tre anni d’età. Ma un palloncino da gonfiare ingoiato da un piccolo di 10 mesi è qualcosa che va al di là. Per capire ci si deve spingere sino al portone dove vivono i Chen Zilong.

I genitori di Lorenzo non sono in casa. Sul citofono vi sono altri cognomi cinesi. Una vicina, parlando un italiano stentato, ripete: «Non conosco, non ho sentito parlare». La sua è una litania imbarazzata. Qualcuno ha cucinato un soffritto con olio usato e riusato. Nel cortiletto è stato steso un bucato su un asciugatoio da casa per mancanza di spazio all’interno. Salendo e scendendo per quelle scale silenziose capisci che la fine di Lorenzo è cominciata dalla povertà nascosta dalle mille luci della città.

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Messaggio Da Maurizio Lun Dic 28, 2009 9:29 am

Fonte: La Stampa
In stabilimento anche nel fine settimana appena passato. I lavoratori di Eutelia-Agile stanno ancora occupando le sedi, anche se il clima è un poco migliorato, perché il 23 dicembre il Tribunale di Roma ha affidato l’azienda a tre custodi giudiziari - l’avvocato Francesca Pace, la commercialista Daniela Saitta e l’ingegner Giuliano Schirone - che dovranno analizzare la situazione patrimoniale e contabile e depositare una relazione entro il 15 gennaio in vista della nuova udienza.

È probabile che in quella data venga decisa l’amministrazione straordinaria. È quanto sperano i lavoratori e il sindacato. Dice Federico Bellono della Fiom: «Il giudice, pur non essendo in grado di dichiarare lo stato di insolvenza dell’azienda e di procedere immediatamente all’amministrazione straordinaria, ha ordinato il sequestro dell’azienda e ha nominato tre custodi giudiziari. Avranno il compito di amministrare l’attività industriale e finanziaria di Agile, non potranno procedere a licenziamenti rendendo di fatto nulla la procedura di mobilità già in corso. In sostanza ha tolto di mano l’azienda a chi la stava distruggendo».

Aggiunge il sindacalista: «Inoltre c’è stato il provvedimento della Regione che prevede un sostegno al reddito per quei lavoratori che sono senza stipendio e senza cassa integrazione, come appunto quelli di Agile». Ma tutta questa situazione - certamente meno tetra rispetto a qualche settimana fa - non ha cancellato la preoccupazione e la rabbia dei dipendenti, ormai stremati da mesi senza stipendio. Molti hanno trascorso anche il Natale in azienda, sia a Torino sia a Ivrea. Un pranzo con le famiglie per non abbandonare l’occupazione, ma per tentare di non cancellare la festa.

E in questi giorni sono anche stati anticipati a una decina di lavoratori un piccolo prestito, dell’ordine di alcune centinaia di euro, per cercare di tamponare almeno le scadenze più urgenti, come ad esempio il mutuo della casa o l’assicurazione dell’automobile. Da alcune settimane è stato inoltre creato un fondo di solidarietà che ha un regolare statuto e un comitato di gestori.

Spiega Roberto Valerio, dipendente dello stabilimento di Torino, nell’azienda dal 1982, quando ancora si chiamava Olivetti: «Ci sono situazioni penose di colleghi che, per tanti motivi, non ce la fanno assolutamente più a fronteggiare le spese essenziali. Il contributo del fondo è un prestito non una elargizione, e verrà restituito quando i lavoratori potranno incassare gli stipendi arretrati anticipati dalla Regione». Al fondo, che era nato per sostenere le spese della vertenza, come i viaggi a Roma al ministero, è stato alimentato dai versamenti di addetti di altre categorie, da politici, cittadini, amici.

E a Natale c’è anche chi ha lavorato per non far mancare il servizio ai clienti. Dice Valerio: «I clienti sono il patrimonio dell’azienda e non dobbiamo assolutamente perdere altre commesse». A Natale in azienda, a Ivrea, c’era anche Clara Pasquale, che è anche sindaco di Caravino. Non lascia lo stabilimento per una ragione semplice: «Noi ci siamo assunti la responsabilità, quando si è avviata l’assemblea permanente nella sede. La consegneremo ai custodi cautelari quando sarà possibile». Intanto restano lì, a lavorare a proprie spese e a difendere il proprio futuro.
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Messaggio Da Maurizio Gio Dic 31, 2009 9:27 am

Fonte: LA STAMPA.it
Per le strade del centro echeggiano in filodiffusione le note di «Jingles bells» e «Silent night», l’aperitivo must è un boccale di birra irlandese, sulle piste trionfa l’accento british. No, non siamo sulle nevi scozzesi, ma nell’italianissima Sauze d’Oulx. Da oltre 40 anni colonia inglese invernale, grazie a un passaparola e una buona azione di marketing avviato negli Anni 60 dall’ingegner Stefano Carretta.

A lui si devono i primi impianti di risalita e la prima sponsorizzazione oltre Manica. Prima ancora che le Olimpiadi invernali 2006 trasformassero il paese in vetrina internazionale, Sauze d’Oulx calamitava l’attenzione dei turisti britannici. L’amore, del resto, è reciproco. Per più di una ragione. Dalla dedizione al lavoro tutta sabauda e dalla consapevolezza di buone opportunità professionali a un’affinità coltivata nel tempo. La sola presenza di tanti pub conferma la capacità di adattamento di Sauze. «Una caratteristica che nel tempo si è rafforzata - osserva Gianni Gros, cugino dell’ex campione di sci Piero, presidente dello sci club Sportinia -. Gli inglesi rappresentano la fetta principale dei nostri clienti e noi facciamo il possibile per accoglierli nel modo migliore».

Non mancano neppure matrimoni e sodalizi commerciali tra italiani e inglesi, e tanti sono gli ex turisti trapiantati in paese. Come Vincent Hawinks, proprietario del ristorante «Del Falco», da 28 anni residente qui e talmente impegnato nelle attività locali da aver addirittura ricoperto l’incarico di assessore al turismo. «Ne vado fiero - ammette in un italiano perfetto, personalizzato da un marcato accento inglese -. La prima volta che venni a sciare qui mai avrei immaginato che questo luogo sarebbe diventato casa mia. È un posto incantevole e l’integrazione degli stranieri è più facile che altrove».

L’adattamento alla diversa cultura, del resto, è dialettico. Un esempio per tutti, la tendenza sempre più diffusa degli inglesi a consumare vino al posto della tradizionale birra. «E noi li "educhiamo" in questa direzione - racconta Marie, francese da 21 anni a Sauze, dove gestisce il ristorante l’Assietta -. Rispetto ad alcuni anni fa non solo sono più disponibili a gustare il vino ma dimostrano di apprezzarne le varie qualità». E, viceversa, tanti sono gli italiani - in questi giorni molti romani e napoletani - che si mescolano agli anglosassoni per apprezzare una buona birra da Paddy McGinty’s. L’ambientazione, tutta in legno, è calda è accogliente come un qualsiasi pub made in Ireland.

L’esposizione al sole e la meraviglia della luce per chi scia tra i boschi hanno consentito di attribuire a Sauze d’Oulx la definizione di «balcone delle Alpi». Lo apprezzano bene i tanti inglesi che ogni anno affollano le piste. Ma anche qui, nonostante tutto, tirano venti di crisi. «L’80% di chi vuole essere seguito da un maestro di sci è costituito dai bambini - racconta Gianni Gros - a conferma che il risparmio colpisce di più gli adulti, i quali preferiscono privilegiare i figli. A maggior ragione se con difficoltà. Uno dei nostri fiori all’occhiello - continua - è il progetto sci-abile, corso di sci per i diversamente abili». Non è ancora buio e incomincia a nevicare. Con qualche guaio per chi non ha montato le catene o le ruote termiche.
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Messaggio Da Maurizio Ven Gen 01, 2010 9:23 am

Il Capodanno torinese:
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/110962/
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Messaggio Da Maurizio Mar Gen 05, 2010 12:45 pm

Nuovi contributi per sostenere il commercio
Fonte: La Stampa

La Regione Piemonte eroga nuovi contributi per finanziare progetti di valorizzazione del commercio urbano e per il sostegno delle aree a rischio di desertificazione commerciale o commercialmente deboli. Queste risorse permetteranno di proseguire la politica intrapresa dalla giunta Bresso, che da anni sostiene i progetti presentati insieme da comuni e operatori commerciali, singoli o in forma associata.

In questa tornata i finanziamenti sono destinati ai singoli operatori, complessivamente 128 nei sei comuni coinvolti, per un totale di oltre 620 mila euro. Copriranno il 50% della spesa totale per sostenere i progetti presentati dai comuni di Borgomanero, Dronero, Trecate, Ivrea, Verzuolo e Settimo Torinese.

«Gli interventi riguardano - spiega l’assessore regionale al Commercio Luigi Ricca - il rifacimento delle facciate dei negozi, dei porticati, la sostituzione delle tende dei banchi di mercato, l’illuminazione esterna dei negozi e il rifacimento dei dehors. In questo modo si vuole armonizzare l’ambiente dei centri urbani in cui operano le imprese del commercio rendendoli più attraenti e competitivi».
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Messaggio Da Maurizio Mer Gen 06, 2010 12:15 pm

Debuttano i ribassi 2010 ed è subito corsa all'affare di stagione



elena del santo
torino


Il cappellino calato sulla fronte non riesce a nascondere l’occhio vispo e quel sorriso stampato in faccia che sa tanto di «Adesso vi frego, in velocità». Il bottino per Emilia G., una delle prime a varcare questa mattina i cancelli di Zara, sta scritto in un lungo elenco, non ha nemmeno bisogno di appuntarselo a matita tanto ce l’ha in testa, snocciolato per giorni a memoria in vista dei saldi.Una come tante, immersa tra la folla che già alle 9,30 bloccava il passaggio sotto i portici di via Roma. A dire il vero, il clima da euforia da shopping sembrava essersi concentrato solo lì, di fronte all’insegna spagnola, punto di partenza della caccia agli affari per 300-400 persone incuranti del freddo e accalcate come sardine.

Ben diverso lo scenario negli altri store dove l’avvio è invece stato da «andamento lento», almeno nelle prime ore della mattinata. Una ventina di clienti in coda da San Carlo dal 1973 il tempio della griffe sull’omonima piazza; qualcuno in più da Emporio Armani in via Buozzi e da H&M sempre in via Roma. Gente sì, ma niente ressa, anche da G.B. Sportelli che pur ribassa la merce del 70%.

Questo in pieno centro. Bastava però spostarsi in piazza Vittorio Veneto per chiedersi: «Che siano andati tutti alle Gru o all’outlet di Serravalle?». Domanda lecita, vista l’assenza di passanti. Deserto. Negozi vuoti fino alle 11,30, poi la situazione pian piano è migliorata e i commercianti hanno ritrovato il buonumore. «Non è una zona molto battuta, ci devi venire apposta - dice Patrizia Scotti, titolare di Scotti’s -, comunque sia, l’incasso sta aumentando. Molti sono in vacanza, altri lavorano, è il giorno della Befana che ci aspettiamo il grosso delle vendite». Stessa riflessione giunge dai commercianti della Crocetta.

Il budget resta un punto fermo dei torinesi, idem gli acquisti mirati. Ornella Ronza, 63 anni, setaccia «solo nei negozi che conosco, gli altri potrebbero imbrogliarmi. Sono in bolletta, ma al golfino in cachemire non rinuncio, basta non sforare i 300 euro». «Facevo il filo a un cappotto tinta cammello di Pinko, oggi mi sono catapultata, l’ho comprato a 275 euro, ribassato del 30%», dice Francesca A., 29 anni, mentre scruta le vetrine di My Dream. Va a colpo sicuro anche Paola Romagnoli, impiegata: «Scelgo sempre i soliti posti, stivali da Bertolini, pantaloni da Peserico, da qui non mi schiodo». «Cercavo una borsetta frivola da indossare al matrimonio di un’amica»: Nicoletta Roveri, universitaria di Bussoleno, la sfoggia subito al braccio. E’ una Carmina Campus, assemblaggio di tessuti, lane ricilate e tappi di bottiglia. «Con il top di Scervino ho speso in tutto 500 euro».

Flavio Frizziero ha trascinato per saldi la sua compagna Paola: «Mi rifiuto di fare le code di fronte ai negozi, di certo però azzero i soldi della tredicesima», dice. All’uscita da H&M, Daniela e Bruna, coetanee 23enni, appaiono stravolte: «Entrare qui è stata pura follia, facciamo shopping da ore, solo cose già adocchiate, soprattutto intimo. Con meno di 100 euro a testa».

Delusione per Laura Stra arrivata da Alba con le figlie Chiara e Manuela: «Cercavamo le borse di Louis Vuitton e Gucci, ma quelle non vanno in saldo. Peccato». Se da De Wan le clienti si strappavano dalle mani orologi in acciaio e cristallo: trenta pezzi bruciati in una mattina; da Vertice si respirava aria internazionale. A detta del titolare Roberto Trapani: «Mai visti tanti turisti in tempo di saldi, francesi e russi, persino qualche tedesco. Il bello è che loro del budget se ne fanno un baffo».
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Messaggio Da Maurizio Sab Gen 09, 2010 9:28 am

Ultimatum del Governo ai sindaci della Valsusa
Fonte: La Stampa

Il governo lascia aperta la porta per la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali all’elaborazione del progetto della Tav ma, nello stesso tempo, dà un giro di vite fissando criteri più rigidi e soprattutto pone una condizione: la manifestazione esplicita della «volontà di partecipare alla miglior realizzazione dell’opera nel quadro della miglior tutela e valorizzazione del territorio e nel rispetto del calendario europeo». Chi ci sta avrà diritto anche a partecipare ai tavoli operativi del piano di sviluppo strategico della Provincia che vale 700 milioni.

Di fatto solo i comuni che accettano queste nuove condizioni potranno ottenere le compensazioni milionarie. E poi palazzo Chigi lancia un preciso avvertimento a sindaci e consiglieri comunali in vista dell’arrivo delle trivelle: «Il Prefetto svolgerà un attento monitoraggio delle azioni degli amministratori dei territori interessati ai sondaggi al fine di verificare il corretto rispetto degli obblighi istituzionali e di leale collaborazione tra le istituzioni». E’ questo il risultato dell’incontro che si è svolto ieri a palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente dell’Osservatorio Mario Virano e il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

Nella riunione sono state definite le modalità per arrivare a una nuova composizione dell’Osservatorio e viene sancita esplicitamente la sintonia del governo con la Regione e la Provincia. Il governo «condivide» le posizioni dei presidenti Bresso e Saitta e di fatto si pone un sigillo bipartisan alla linea dell’«avanti tutta» anche a fronte delle imminenti proteste di piazza. Palazzo Chigi conferma che i canali di dialogo restano aperti ma critiche e contestazioni non possono mettere in discussione la realizzazione della nuova linea Torino-Lione nel rispetto del calendario europeo. E in questo clima di concordia istituzionale tra enti governati da colori diversi si arriva anche alla decisione di tagliare fuori la nuova Comunità Montana che sulla Tav «non si connota con un profilo di sensibilità politico-istituzionale idoneo a rappresentare il pluralismo delle comunità locali presenti sul territorio».

Spiega Virano: «Viene riconfermata, cosa non scontata, la modalità di rappresentanza delle comunità locali e del loro ruolo attraverso l’Osservatorio. Una scelta che si tradurrà in un allargamento della rappresentanza e non in una sua restrizione». Il Governo, così, dopo aver deciso di ridefinire le rappresentanze locali dell’Osservatorio in base alle nuove condizioni affida alla Provincia e alla Regione il compito di elaborare al più presto «una proposta operativa» per identificare le realtà territoriale interessate (i comuni all’interno dei corridoi individuati per le vaie alternative di tracciato rappresentanze locali nell’Osservatorio) e di sondare «l’esplicita volontà collaborativa delle amministrazioni». Saitta spiega che «entro martedì prossimo Provincia Regione Piemonte formuleranno una proposta.

E’ giusto che solo i Comuni e le rappresentanze territoriali che, nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio guidato da Mario Virano, collaboreranno a definire il miglior progetto territoriale della Torino-Lione, potranno cogliere i frutti dei progetti del Piano Strategico». Aggiunge Virano: «Il Governo ha fatto chiarezza e adesso ciascun amministratore è chiamato a dire che cosa è pronto a fare. E in base a questa decisione si prende oneri e onori». Secondo Virano il decreto di modifica dell’Osservatorio sarà pronto in una decina di giorni. In questo periodo il tavolo tecnico proseguirà con la presenza degli esperti ancora in carica: «Ci sarà un calendario dei lavori serrato. Onoreremo le scadenze».
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Messaggio Da Maurizio Lun Gen 11, 2010 6:28 pm

Fonte: La Stampa

Entro la fine di gennaio sarà realizzata una dozzina dei 91 sondaggi geognostici per la nuova ferrovia Torino-Lione, ma il calendario resta segreto: «Avranno luogo - ha spiegato stamane il prefetto di Torino, Paolo Padoin - nel momento che riterremo più opportuno e idoneo ed i primi a essere informati saranno i sindaci».

È probabile, anche se non c’è alcuna conferma ufficiale, che i primi siano domani mattina, forse a Susa dove da sabato il movimento No Tav ha organizzato un presidio permanente sotto le scritte "No Tav, no sondaggi".

In Valle di Susa - ha proseguito poi il prefetto - «non c’è e non ci sarà alcuna militarizzazione. Sui siti dei sondaggi della Torino-Lione le forze dell’ordine agiranno con buon senso e misura. Certo, interverremmo se saranno commessi dei reati».

«Abbiamo organizzato - ha detto Padoin - tutte le presenze di forze dell’ordine. Interverremo solo se sarà necessario. E mi auguro che chi dissente, come ne ha diritto, non trascenda mai. Qualche pensiero ce l’ho, ma non sono un preoccupato».

All'affollata conferenza stampa hanno partecipato anche i presidenti della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, della Provincia di Torino, Antonio Saitta, e dell’Osservatorio sulla Torino-Lione, Mario Virano.

Virano definisce l’iter di lavoro e le iniziative di informazione che stanno portando al progetto preliminare della nuova linea ferroviaria «il più garantista mai messo in campo in Italia».
«Rispetto al 2005 - dice - siamo su un altro pianeta: allora c’era un progetto definitivo fatto e finito, oggi invece, dopo il lungo lavoro dell’Osservatorio siamo alla raccolta di ulteriori elementi conoscitivi del territorio che servono per il progetto preliminare e per le fasi successive, la valutazione di impatto ambientale e poi il progetto definitivo, fino all’avvio dei lavori, alla fine del 2012». «L’Osservatorio fornirà ai progettisti indicazioni il più possibile vicine ad alcune, anche se non a tutte, le osservazioni segnalate dal territorio».

E' rassicurante anche la presidente della Regione, Mercedes Bresso: «Rispetto al progetto accantonato quattro anni fa - ha osservato la Bresso - ci sono indubbi vantaggi perchè nelle modifiche sono stati compresi lo scalo di Orbassano per la logistica, la fermata a Torino e non sulla gronda, che avrebbe fatto diventare in pratica la linea una Milano-Lione, la stazione di Susa. È stata una vera evoluzione del vecchio progetto che porterà benefici a tutti i territori, anche se è chiaro che prima di averli è necessario che parta la realizzazione dell’opera».
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