Si sta studiando un vaccino per contrastare la dipendenza da cocaina
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Si sta studiando un vaccino per contrastare la dipendenza da cocaina
La Stampa
Vincere il richiamo della "neve" con l’aiuto di un vaccino. Il siero sperimentale per trattare la dipendenza da cocaina sembra ridurre l’uso di questa sostanza in un sottogruppo di persone, che nel corso del trial ha sviluppato alti livelli di anticorpi anti-cocaina.
Lo rileva uno studio pubblicato da un team dell’Università di Yale (Usa) sugli "Archives of General Psychiatry". Secondo i ricercatori, però, solo il 38% dei soggetti vaccinati ha prodotto livelli sufficientemente alti di anticorpi, tali da facilitare la riduzione dell’uso della sostanza. E il risultato si è mantenuto solo per due mesi. Insomma, lo studio è «promettente», ma c’è ancora molto lavoro da fare.
Circa 2,5 milioni di americani sono schiavi della coca, ricordano gli autori dello studio, condotto in collaborazione con il Veterans Affairs Connecticut Healthcare System di West Haven. Ricerche su animali e uomo avevano suggerito che alti livelli di anticorpi anti-cocaina nel sangue possono bloccare e inattivare la sostanza prima che raggiunga il cervello, riducendo l’euforia legata alla droga.
Il team ha attivato un trial di fase IIb durato 24 settimane su un vaccino disegnato proprio per aumentare i livelli di anticorpi anticocaina nel sangue. Ben 115 soggetti dipendenti dalla ’nevè sono stati randomizzati in due gruppi: uno (58 individui) ha ricevuto cinque iniezioni del vaccino attivo, mentre l’altro è stato trattato con un placebo per 12 settimane. L’82% dei componenti di entrambi i gruppi ha completato il trial e tutti sono stati sottoposti a test delle urine.
Dei 55 soggetti che hanno terminato la serie di vaccinazioni, il 38% ha raggiunto alti livelli di anticorpi alla cocaina. Ebbene, in questo gruppo la proporzione di quanti sono riusciti a dimezzare l’abuso di polvere bianca è stato nettamente maggiore. Gli effetti avversi associati al vaccino sono stati lievi o moderati, dicono i ricercatori.
Si tratta di risultati parziali, giudicati comunque «promettenti» dal team di Bridget Martell della Yale University. «L’obiettivo del futuro sviluppo di un vaccino» per aiutare chi dipende dalla cocaina «sarà quello di aumentare la proporzione di soggetti che raggiungono alti livelli di anticorpi, per prolungare - concludono i ricercatori - il periodo di astinenza».
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