Nobel per la Medicina
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Nobel per la Medicina
La Stampa
La chiave dell’invecchiamento delle cellule e la loro relazione a patologie come il cancro: questo, semplificando, è il senso delle ricerche di Elizabeth Blackburn (foto), Carol Greider e Jack Szostak, i tre scienziati tutti con passaporto statunitense -due dei quali donne- che sono stati insigniti quest’anno del Premio Nobel per la Medicina. Tre scienziati le cui ricerche potrebbero aprire nuove strategie terapeutiche contro il cancro.
I tre nel 1985 hanno infatti scoperto la funzione dei telomeri, le strutture che proteggono le estremità dei cromosomi, e soprattutto l’enzima che li protegge e ne genera la continua riproduzione. I telomeri sono veri e propri orologi biologici: in seguito alla riproduzione cellulare la loro lunghezza si riduce progressivamente fino a quando non riescono più a esplicare la loro funzione protettiva nei confronti dei cromosomi; le cellule non riescono più a riprodursi correttamente, invecchiano e muoiono. A questo punto entra in gioco l’enzima chiamato telomerasi, scoperto dai tre Premi Nobel nel 1985 all’università di Berkeley, il quale contribuisce a evitare che i telomeri vadano perdendo grandezza, il che li trasforma in una specie di fonte di gioventù per le cellule. Purtroppo nelle cellule somatiche l’attività telomerasica tende a scomparire e questo sembra provocare il fenomeno dell’accorciamento delle estremità dei cromosomi correlato all’invecchiamento.
In generale, però il processo ha effetti positivi per le cellule «buone», ma negative per quelle «cattive»: evitando la morte delle cellule, comprese quelle cancerogene, si può dire che alimenta la crescita dei tumori. E dunque, come spiega Bruno Dallapiccola, professore di genetica Medica all’Università La Sapienza di Roma, anche se la scoperta del meccanismo non porterà, almeno nell’immediato, a una terapia anti-invecchiamento, essa potrebbe essere fondamentale nella lotta al cancro. I tre scienziati erano da tempo in lizza per il Nobel. La Blackburn, nata nel 1948 in Tasmania (Australia), e docente di biochimica alla California University, a San Francisco, era anche stata inserita da Time nella lista dei 100 personaggi più influenti al mondo.
Appena 48enne, la Greider, a lungo sua allieva all’università di Berkeley, cominciò i suoi lavori di ricerca nel 1984, l’anno in cui -proprio il giorno di Natale- identificò il nuovo enzima, la telomerasi. L’unico uomo dei tre premiati, Szostak, nato a Londra nel 1952, è considerato uno dei leader negli studi di genetica. Da notare che per la prima volta nella storia -come ha notato un altro illustre Nobel donna, Rita Levi Montalcino- due donne insieme hanno vinto il Nobel per la Medicina.
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