Paradossalmente l'inquinamento può contribuire a ridurre l'effetto serra
Paradossalmente l'inquinamento può contribuire a ridurre l'effetto serra
Meteogiornale
E' una scoperta paradossale, ma anche molto importante, quella effettuata da un gruppo di scienziati dell'Università di Leeds: la presenza di nubi acide, in passato tanto avversate per gli effetti sulla vegetazione, sono in realtà un ottimo alleato contro l'effetto serra, grazie alla loro capacità di rendere appetibile il ferro alla popolazione oceanica di fitoplancton.
Il ferro, lo sappiamo, è uno degli oligoelementi che "regolano" la presenza di plancton vegetale sulla superficie oceanica, proprio quel fitoplancton che contribuisce ad assorbire ed a fissare sul fondo degli Oceani l'anidride carbonica presente nella nostra atmosfera.
La presenza di grosse quantità di ferro determina un rapido sviluppo di tale fitoplancton, che aumenta a dismisura la quantità di CO2 assorbita dall'atmosfera, tanto che in passato si sono effettuati degli esperimenti di "fertilizzazione" a base di ferro di alcune aree oceaniche, come meccanismo di studio per verificare la possibilità di incrementare l'assorbimento di tale gas.
Addirittura, in passato si è sostenuto che, con la limatura di ferro corrispondente al peso di una grande nave, "si poteva scatenare un'Era Glaciale sulla Terra"!
Sappiamo che in mare esiste solo una piccola quantità di ferro solubile, e questo è una limitazione per la crescita del fitoplancton, ma le nubi acide, prodotte in gran parte dall'uomo con il suo inquinamento industriale, sono in grado di ridurre le particelle di ferro in nanomolecole, che, ricadendo sugli Oceani, possono essere biodisponibili.
Questo fatto rappresenta una vera novità nella comprensione del ciclo del Carbonio, in quanto, per paradosso, Paesi altamente inquinanti come la Cina, contribuirebbero, in realtà, alla fissazione dell'anidride carbonica atmosferica, attraverso la ricaduta di particelle di ferro biodisponibili da parte del fitoplancton.
Le nubi acide, inoltre, agirebbero come riflettenti della radiazione solare incidente sulla nostra atmosfera, attraverso le particelle solforose in esse contenute.
Tanto che, in Europa, si è anche supposto che buona parte del recente riscaldamento fosse dovuto alla riduzione su vasta scala dell'inquinamento da zolfo.
D'altra parte, è anche vero che le nubi acide possono provocare gravi danni all'apparato respiratorio umano, nonché diventare pericolose per la vegetazione con le loro piogge acide.
La scoperta, comunque, ci insegna che i meccanismi di funzionamento dell'atmosfera e del clima sono estremamente complessi, e che siamo ben lungi dall'avere scoperto tutto quello che c'è da sapere.
E' una scoperta paradossale, ma anche molto importante, quella effettuata da un gruppo di scienziati dell'Università di Leeds: la presenza di nubi acide, in passato tanto avversate per gli effetti sulla vegetazione, sono in realtà un ottimo alleato contro l'effetto serra, grazie alla loro capacità di rendere appetibile il ferro alla popolazione oceanica di fitoplancton.
Il ferro, lo sappiamo, è uno degli oligoelementi che "regolano" la presenza di plancton vegetale sulla superficie oceanica, proprio quel fitoplancton che contribuisce ad assorbire ed a fissare sul fondo degli Oceani l'anidride carbonica presente nella nostra atmosfera.
La presenza di grosse quantità di ferro determina un rapido sviluppo di tale fitoplancton, che aumenta a dismisura la quantità di CO2 assorbita dall'atmosfera, tanto che in passato si sono effettuati degli esperimenti di "fertilizzazione" a base di ferro di alcune aree oceaniche, come meccanismo di studio per verificare la possibilità di incrementare l'assorbimento di tale gas.
Addirittura, in passato si è sostenuto che, con la limatura di ferro corrispondente al peso di una grande nave, "si poteva scatenare un'Era Glaciale sulla Terra"!
Sappiamo che in mare esiste solo una piccola quantità di ferro solubile, e questo è una limitazione per la crescita del fitoplancton, ma le nubi acide, prodotte in gran parte dall'uomo con il suo inquinamento industriale, sono in grado di ridurre le particelle di ferro in nanomolecole, che, ricadendo sugli Oceani, possono essere biodisponibili.
Questo fatto rappresenta una vera novità nella comprensione del ciclo del Carbonio, in quanto, per paradosso, Paesi altamente inquinanti come la Cina, contribuirebbero, in realtà, alla fissazione dell'anidride carbonica atmosferica, attraverso la ricaduta di particelle di ferro biodisponibili da parte del fitoplancton.
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Tanto che, in Europa, si è anche supposto che buona parte del recente riscaldamento fosse dovuto alla riduzione su vasta scala dell'inquinamento da zolfo.
D'altra parte, è anche vero che le nubi acide possono provocare gravi danni all'apparato respiratorio umano, nonché diventare pericolose per la vegetazione con le loro piogge acide.
La scoperta, comunque, ci insegna che i meccanismi di funzionamento dell'atmosfera e del clima sono estremamente complessi, e che siamo ben lungi dall'avere scoperto tutto quello che c'è da sapere.
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